Lupo Alberto, personaggio creato da Silver nel 1973, è un'istituzione del fumetto italiano.
Protagonista in edicola da vari decenni, nel tempo il personaggio ha trovato diverse incarnazioni al di fuori della nona arte – merchandising, prodotti scolastici, caramelle, campagne sociali, serie animate – che hanno contribuito ulteriormente a renderlo popolare presso il pubblico generalista.
Parallelamente la rivista da edicola, nata a metà anni Ottanta, ha continuato la sua corsa ampliando il parterre di autori al fianco di Silver, tra cui hanno figurato nomi come Tito Faraci, Francesco Artibani, Casty e Giorgio Sommacal, fino agli artisti che da anni rappresentano lo zoccolo duro della produzione lupesca inedita: Piero Lusso, Giacomo Michelon e Bruno Cannucciari.
Proprio il mensile, però, ha conosciuto da qualche anno diversi momenti di difficoltà, che hanno portato dapprima alla decisione di eliminare le storie lunghe inedite, ristampando al loro posto quelle già apparse in passato, e poi di rendere la periodicità bimestrale.
Nel frattempo, fortunatamente, le nuove avventure hanno avuto modo di tornare sulle pagine di Lupo Alberto, ma certamente il progetto di Silver non ha vita facile nella contemporaneità, sia per il difficile periodo che stanno attraversando le edicole, sia per il formato “complicato” in quanto orizzontale; inoltre un magazine impostato in un'alternanza di fumetti e rubriche oggi fatica sicuramente di più a trovare un suo pubblico, nonostante ci siano personaggi così noti a trainarlo.
Ma ecco che in questo scenario Lupo Alberto decide di sorprendere e sparigliare le carte: con il numero 431 di febbraio-marzo 2022 inizia a riservare le ultime 16 pagine a delle storie dall'approccio sperimentale e “anarchico”, realizzate da fumettisti provenienti dall'autoproduzione che riadattano il protagonista e tutti gli altri personaggi della fattoria McKenzie ognuno secondo la propria sensibilità.
Dietro al progetto Tutto un altro Lupo si cela Lorenzo La Neve, uno dei membri principali del collettivo Bad Moon Rising Production, che ai nostri microfoni durante lo streaming del festival Bricòla ci ha raccontato di aver contattato lui stesso Silver con questa proposta, accettata immediatamente dall'autore. La Neve ha così coinvolto diversi amici e colleghi per realizzare due storie brevi ad albo, rivisitazioni folli e libere da qualunque schema che a ben vedere rappresentano un approccio molto in linea con l'anima di Lupo Alberto.
Si comincia con Alla larga, lupastro! e Enrico esattore, entrambe sceneggiate da La Neve.
La prima è a tutti gli effetti un remake delle strisce iniziali di Silver, nelle quali il cuore dell'azione consisteva nei tentativi di Lupo Alberto di passare del tempo con la gallina Marta, cercando di fregare il cane da guardia Mosè. Il punto forte di questa nuova versione sta tutta nei disegni di Matilde Simoni, altra colonna della Bad Moon Rising, che decide di destrutturare l'estetica di questo racconto giocando con le forme e le figure geometriche in un caleidoscopio coloratissimo e ricco d'inventiva. Capita così che il protagonista e la sua innamorata si fondano in un rettangolo formato da due triangoli, uno azzurro e l'altro giallo, e che Mosè assuma la forma di una palla bianca, oppure che ci siano stranianti incursioni di animali fotorealistici a dialogare con quelli antropomorfi.
La visione lisergica di queste scorporazioni estreme si completa con la colorazione accesa e smaccatamente pop che accompagna le strisce, facendo assumere alla narrazione i contorni di un sogno particolarmente allucinato e senza freni che crea un'opera coraggiosa e dal felice risultato.
Nella seconda storia La Neve mette al centro Enrico la Talpa, comprimario di lusso che negli anni si è guadagnato spesso il ruolo di protagonista complementare grazie alla spassosa caratterizzazione un po' meschina, un po' individualista, ma molto genuina che lo caratterizza come l'uomo comune con tutti i suoi (pochi) pregi e (molti) difetti.
Lo sceneggiatore dimostra di conoscere bene le caratteristiche del personaggio, in particolare la sua capacità di sovrastimarsi e la sua grettezza, inserendolo in un ruolo che gli dà velocemente alla testa: quello dell'esattore della tassa agreste per la fattoria. Lo spunto è piuttosto lineare, ma il meccanismo comico funziona in maniera eccellente ed è apprezzabile in particolare la parabola circolare che il racconto conosce. Poche pagine che divertono, assolvendo degnamente al loro compito, e accompagnate dai disegni di un Francesco Guarnaccia – membro del collettivo Mammaiuto e autore di graphic novel per BAO e Feltrinelli – che si trova a suo agio con i personaggi di Silver. Il tratto naturalmente cartoonesco dell'artista, che ha collaborato anche alla sceneggiatura, si presta bene a questo universo narrativo e al personaggio di Enrico in particolare, che con la sua caratteristica forma a pera risulta riconoscibile pur nel tratto personale del disegnatore. Guarnaccia si concede poi alcuni exploit con i personaggi secondari, che assumono fisici gonfiati o espressioni sopra le righe contribuendo al risultato comico della storiella. Notevole anche l'impostazione della griglia, in particolare un riquadro unico che visualizza il percorso sotterraneo del protagonista con alcuni tondi innestati al suo interno per mostrarlo intento a batter cassa.
Risultano infine adeguati anche i colori di Sara Ferraiuolo, sostanzialmente piatti ma che si arricchiscono in alcune scene di ombre piuttosto suggestive.
In sintesi, questi primi esempi di Tutto un altro Lupo possono dirsi felicemente riusciti, una nuova visione (laterale, più che alternativa) che dimostra la vitalità e la malleabilità del personaggio e della serie, oltre che la ricettività del suo creatore e la capacità di mettersi in gioco dei fumettisti della scena indipendente.
Non va comunque dimenticata anche la quota tradizionale della rivista: l'albo si apre infatti con Io sono legione di Piero Lusso e Giacomo Michelon, un'avventura che rinverdisce i fasti delle storie di stampo “horror” di cui avevamo parlato in questo approfondimento.
La trama parte da un elemento straniante rispetto alla quotidianità a cui siamo abituati – Enrico sembrerebbe scomparso da anni – per poi ribaltarla nel corso dello svolgimento con una trovata non certo nuova nel tipo di narrativa dalla quale pescano queste atmosfere, ma sicuramente gestita con mestiere da Lusso. La perizia con cui è stata scritta la sceneggiatura si nota per esempio in tanti piccoli accorgimenti che possono passare inosservati alla prima lettura ma che, tornandoci sopra col senno di poi, si rivelano sottilmente rivelatori e sempre ponderati.
A dispetto delle gag, inoltre, la tensione è percepibile in più occasioni e la risoluzione dell'intreccio si rivela ancora più disturbante di quanto presentato nelle pagine precedenti.
Michelon offre un lavoro pulito, con il suo tratto morbido e ormai rodato da anni: padroneggia questi personaggi a occhi chiusi e lo dimostra rappresentando un variegato ventaglio di espressioni sui volti dei personaggi, rendendoli sempre credibili e coerenti con la situazione. Gli sfondi sono semplici ma adatti alla storia e, nelle vignette in cui si visualizza la fattoria in versione diroccata, si nota la cura profusa dall'artista nel trasmettere la decadenza del luogo. Interessante poi l'uso delle ombre per trasmettere le sensazioni ansiogene della storia, la quale si conferma un'ottima apertura di numero.
Michelon illustra anche la sesta puntata di Esterno notte, una lunga avventura a episodi e in costume scritta da Silver. In questo caso, non potendo dire molto sulla trama, ci soffermiamo solo sulle ispirate vignette ambientate in una furiosa tempesta di neve e su alcune battute particolarmente azzeccate, che mostrano come l'autore sappia usare e far parlare ancora brillantemente i suoi personaggi.
Infine la ristampa di turno è 14 febbraio di Piero Lusso e Giacomo Michelon con i colori di Ciro Cangialosi. Scelta a tema con il mese di uscita, si tratta di una storia molto “di cuore”, non solamente per il richiamo alla festa degli innamorati, ma perché il concetto viene ampliato a un sentimento di affetto comunitario tra tutti gli abitanti della fattoria, in un'evoluzione certamente imprevista, potenzialmente sdolcinata ma che viene gestita in maniera equilibrata e pulita, senza eccessi zuccherosi. I disegni di Michelon si riempiono qui di dettagli, in particolare nelle ambientazioni come l'emporio e la casa di Marta, esaltati dalla colorazione decisamente fresca e luminosa.
Lupo Alberto conferma con questo numero di avere ancora molto da dire e da dare: con le unghie e con i denti si ritaglia ostinatamente un posticino tra gli scaffali delle edicole per ricordare che il personaggio non vive solo nelle mitiche strisce d'esordio – ciclicamente ristampate in volumi da libreria – o in albi speciali, ma ricorre periodicamente con nuove avventure briose e realizzate con cura.
Ora si arricchisce anche di contributi esterni che mantengono una propria voce personale con la quale raccontare le creature di Silver, un inserto di un certo interesse sotto diversi punti di vista e che merita di essere osservato anche nei prossimi mesi.
Abbiamo parlato di:
Lupo Alberto #431
Silver, Piero Lusso, Giacomo Michelon, Ciro Cingalosi, Lorenzo La Neve, Matilde Simoni, Francesco Guarnaccia, Sara Ferraiuolo
Edizioni McK S.r.l., febbraio-marzo 2022
97 pagine, brossurato, colori – 5,00 €
ISSN: 977112643800820431
Per chi volesse approfondire:
La Neve, Guarnaccia, Dottor Pira e molti altri autori sbarcano su Lupo Alberto
Il Lupo Alberto di Piero Lusso