Fumettisti contro Youtubers: “noi” contro di “loro”

Fumettisti contro Youtubers: “noi” contro di “loro”

Sette autori di fumetti raccontano il loro rapporto con gli youtubers e con la necessità di apparire in un mondo nel quale la performance sempre più spesso supera il contenuto, e dove stupidità e facili scorciatoie sembrano essere l'unica via.

Viviamo, questo è certo, nell’era dell’intrattenimento e dello spettacolo. In un’epoca nella quale chiunque può armarsi di telecamera e diffondere i propri pensieri in rete. E viviamo negli anni dei performer, molto spesso scambiati per artisti quando altrettanto spesso non lo sono.

Chi è un performer? È qualcuno che reinterpreta il prodotto di un artista in modi più o meno originali e creativi. Come i tizi che sanno suonare Imagine con i bicchieri di plastica, o sanno cantarla al contrario lettera per lettera. La canzone è loro? No. E molto spesso non saprebbero comporne una nemmeno se lo volessero. La loro funzione creativa è appunto quella di saperla riproporre spettacolarizzandola, magari dopo un intensivo allenamento durato giorni e giorni.

Ovviamente, molti di questi performer sono youtuber, e parte del compito che si sono auto imposti è quello di recensire film, libri, fumetti. Alcuni lo fanno con cognizione di causa e impegno, altri no. Molti sono famosi, altri no. E quelli famosi hanno iniziato a invadere le fiere del fumetto, settore artistico al quale – in maniere più o meno proditorie – sono stati accomunati anche se magari non recensiscono nulla, ma creano video che con i comics non hanno nulla a che spartire.

A questo punto, ecco arrivare il collettivo fumettistico Blatta Production, che vista l’ingerenza di questi videomakers nelle loro vite si è chiesto: “Se gli youtubers possono parlare di fumetti, possono i fumettisti parlare di youtubers?”

La risposta a questa domanda è Fumettisti contro Youtubers, un volume di 350 pagine scritto e disegnato da sette giovani autori, e arricchito da una postfazione di Andrea Plazzi. Un antologico che nelle intenzioni vorrebbe affrontare l’altro lato della medaglia, il mondo visto non dalla parte dei “creatori di contenuti” e influencer di YouTube, ma di chi volente o nolente ne subisce sempre di più gli effetti, le ingerenze, i vantaggi e gli svantaggi.

Nonostante il titolo faccia pensare a uno scontro all’ultimo sangue, e nonostante in molte occasioni non si risparmino attacchi diretti, il volume non rappresenta dunque un terreno di sfida. Cerca anzi di evitare di essere crudele presa in giro gratuita o un violento sfottò, e questa è sicuramente una nota a suo favore.
Fumettisti contro Youtubers è piuttosto un tentativo di mostrare l’afferenza degli youtubers nel mestiere di fumettista, ma soprattutto di parlare dell’importanza crescente dell’immagine nel rapporto tra l’artista, il suo lavoro e il suo pubblico, con tutte le storture che l’accompagnano. La raccolta diventa quindi non tanto un attacco contro questo o quello youtuber, ma piuttosto contro la tirannia dell’apparenza con tutto il corteo di fenomeni da baraccone, nerd, megalomani, illusi, napoleoni di provincia, pazzi e ignoranti che si trascina dietro.

A tutto questo va aggiunto, secondo gli autori del fumetto, l’effetto negativo che il culto dell’immagine ha sul pubblico, il quale rimane solo davanti a uno schermo, esposto a influenze di ogni tipo e molto spesso di bassa lega, basate su semplificazioni immense, su un vuoto contenutistico totale, e fondate sulla stupidità facile, sulla mancanza di senso, sulla presa in giro fine a se stessa.

Ne è riprova il fatto che i fumettisti contenuti dell’antologia – nella quasi totalità dei casi autoritrattisi nel ruolo di protagonisti delle loro storie – non si presentano prevenuti contro i loro nemici, ma anzi in molti casi ne risultano attratti, o quantomeno cercano di venire a patti con la loro presenza. Riflettono sull’importanza di apparire, e su quanto sarebbe facile ricorrere a scorciatoie stupide e volgari per attirare l’attenzione di un pubblico reso sempre più superficiale e distratto dall’epoca in cui si ritrova a vivere.

Più che uno sfidante, il fumettista ritratto in questo volume finisce dunque per mostrarsi come una vittima, un personaggio quasi ridondante, sorpassato, un po’ sperduto suo malgrado, che si chiede se c’è ancora spazio per i contenuti, per il prodotto artistico, in questo mondo fatto di apparenza.

D’altro canto, è altrettanto vero che il titolo del fumetto lancia al lettore un’immagine di scontri, litigi, botte da orbi; così come è vero che alcune delle strategie ideate per pubblicizzarlo hanno più o meno coscientemente previsto la creazione di flames virtuali. È vero anche che le storie proposte cercano di risultare più d’effetto facendo uso di comicità da borgata, battute grevi e situazioni assurde (come ad esempio il peraltro divertentissimo Pierino Angela disegnato da Sal Modugno, un riuscito clone di Alvaro Vitali nel ruolo di presentatore di documentari, che si permette doppi sensi sui “buchi” nei quali entra; o i testicoli aspiranti suicidi nella storia di Ruben Curto). A un simile titolo, a simili mezzi pubblicitari, e a una simile comicità non si possono dunque imputare gli stessi difetti che sono uno dei capi d’accusa nei confronti dei volgari youtubers che cercano il facile effetto?

In ogni caso, però, tutte le storie contenute nella raccolta sono efficaci nel metter in mostra varie realtà.
Stefano Werne racconta in modo ironico la nascita e crescita di due geni di YouTube che trovano l’unica possibile via per il successo – in mancanza di vero talento – tramite idiozie e volgarità. Chiara Gabrielli narra in maniera simpatica e precisa, seppure con un segno non efficacissimo, la seduzione di un’innocente fumettista che impara a conoscere gli effetti di una buona esposizione mediatica.
Sal Modugno offe uno spassoso documentario sulla nascita del fenomeno illustrandone il senso ultimo in maniera acuta e azzeccata. Roberto Cavone disegna con un occhio ai classici fumetti di scuola Frigidaire un’efficace e artisticamente impeccabile satira che vede la salita al trono di Youtube di… una patata. E Ruben Curto oltre a un importante paio di testicoli ci offre un’interessante visione del rapporto tra il fumettista e la sua creatura, il fumetto stesso, essere incostante e sfuggente che prende vita solo per aprirgli gli occhi sui suoi nuovi problemi.

Una tavola da “Come ho imparato a non preoccuparmi e a rispondere civilmente sui social”, di Marcus L.

Chiudono l’antologia le due storie migliori. Quella di Marcus L., che presenta un’articolata e ricca riflessione sulla creazione di contenuti e sulla sua percezione da parte della gente, situazioni paradossali comprese; e il fumetto scritto e disegnato da Fabio Valentini, di certo il meno satirico e documentaristico ma il più elegante nella comunicazione, che senza indulgere in  comicità e  senza usare caricature grottesche ci immerge nella normale giornata di un fumettista in un fiera nella quale sembra esserci sempre meno posto per l’artista e sempre più per tragicomiche, a tratti odiose e a tratti patetiche, scene di disagio. Un fumetto che più di tutti lascia nel lettore un senso di vuoto palpabile, fa immedesimare nelle persone umiliate da youtubers e pazzi assortiti, e pone dubbi davvero poco rassicuranti riguardo il presente.

Ma Fumettisti contro Youtubers svolge bene il suo lavoro anche a un esame più generale. Solleva interrogativi invece di cercare uno scontro a tutti i costi, e trova la sua dimensione più efficace lì dove mostra i dubbi e le incertezze del fumettista che deve misurarsi con questo mondo alieno. È indubbio che non ogni elemento di questa disfida sia stato esaminato compiutamente, o in modo efficace, o imparziale; e a tratti l’attacco pare lanciato non solo verso gli youtubers “sbagliati” ma contro l’intera categoria, a prescindere dagli elementi validi che possono farne parte.

In ogni caso i pochi difetti si possono imputare in molti casi all’argomento stesso, troppo vasto e ramificato per essere sviscerato compiutamente ed efficacemente. Per il resto l’antologia si rivela superiore alle aspettative, prodotta da un collettivo artisticamente interessante e di livello buono quando non elevato. Un prodotto che si legge con facilità, che non annoia e non si disperde in complicate dissertazioni, ma offre un’ironia di livello unita a parecchi spunti validi.

Anche dal punto di vista dei disegni non c’è nulla da eccepire. I sette fumettisti provengono da mondi diversi e mostrano fonti di ispirazione tra le più varie, ma riescono a farsi apprezzare senza esclusione. Ottimi i dialoghi e il controllo della pagina, e tra i partecipanti non figura alcun anello debole, come a volte capita di vedere nelle antologie, ma invece i vari tratti e stili – che passano dall’underground all’apertamente satirico, dall’artistico al comico puro,  dall’elegante al grottesco – ben si amalgamano all’interno del volume, arricchendolo con le proprie differenze e trovando modo di mantenere la propria personalità senza risultare dispersivi o fuori luogo.

Azzeccato anche l’uso dei colori, che ciascun fumettista ha declinato secondo la propria personale tavolozza ottenendo risultati pregevoli. Interessante e significativo anche l’uso di pagine composte da un’unica vignetta, che sembrano fatte apposta – ironicamente, verrebbe da dire – per essere viste proprio online, sullo schermo di un telefono, un tablet o un computer.

Fumettisti contro Youtubers è dunque un volume interessante da leggere e ricco di contenuti, valorizzato anche da un inusuale formato 10 x 15 che lo rende una sorta di “mattoncino” piacevole da vedere e da sfogliare, ma soprattutto molto simile alla confezione di uno smartphone. Idea azzeccata, coerente con il progetto.

Attualmente in fase di finanziamento attraverso un progetto di crowdfunding sulla piattaforma Eppela, l’antologico verrà presentato ufficialmente al prossimo Napoli Comicon.

Abbiamo parlato di:
Fumettisti contro Youtubers
Stefano Werne, Chiara Gabrielli, Sal Modugno, Roberto Cavone, Ruben Curto, Fabio Valentini, Marcus L.,
Blatta Production, 2018
350 pagine, brossurato, colori – 12,00 €

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