Come ha vissuto la quarantena un editore di fumetti? E cosa accade ora che si deve ripartire?
Lo abbiamo domandato ad alcuni autorevoli editori italiani che, fra il desiderio di lasciarsi il lockdown alle spalle e la speranza che una situazione del genere non si ripeta, ci hanno raccontato come vedono il futuro. Fra le preoccupazioni maggiori il probabile annullamento delle principali fiere di settore.
In questo secondo appuntamento di una serie di interviste, rispondono Lucio Staiano per Shockdom e Antonio Gualtieri per Editoriale Cosmo.
INTERVISTA A LUCIO STAIANO (SHOCKDOM)
Per gli editori di fumetti in generale, e per la vostra casa editrice in particolare, quali sono stati i problemi più gravi causati dall’emergenza Coronavirus?
I problemi sono stati molteplici. Il più evidente è stata la mancanza di incassi, a iniziare dalle fiere. Ma anche la decisione di dover stravolgere il piano editoriale, e poi quello di prendere decisioni difficili dal punto di vista umano, in relazione ai collaboratori, dipendenti o no. Abbiamo voluto tutelarli il più possibile, senza interrompere il rapporto con nessuno. Speriamo di poter superare il periodo senza dover prendere provvedimenti più gravi. Io spero e credo che ce la potremo fare.
Le fiere, le mostre, gli incontri in fumetteria, gli eventi culturali: saranno ancora possibili, e come?
Viviamo un periodo in cui anche gli esperti sono in forte difficoltà, quindi fare previsioni è impossibile. Io voglio credere di sì e sperare che le cose tornino veramente alla normalità. Perché ci siamo inventati le sessioni di live sketch su twitch e sono belle; ovviamente non come gli incontri in fiera.
Se ne esiste uno, qual è l’insegnamento che il Covid-19 ha lasciato agli editori di fumetti?
Non un insegnamento, ma un memento: il mercato italiano, tolte tre/quattro case editrici, è piccolissimo. Qualche mese fa in un panel a Romics dissi che rischiamo di avere una “fuga di matite”, cioè che le case editrici straniere reclutino i nuovi talenti, prima che vengano scoperti da altri. E non parlo di major straniere, ma anche di case editrici piccole, francesi e statunitensi.
Sta succedendo ed è molto pericoloso. E questo, purtroppo, è figlio di un mercato italiano che non permette investimenti sui talenti, in termini economici, tali da garantire loro un guadagno mensile che si avvicini ad uno “stipendio” serio.
Qual è il vostro piano editoriale per la ripresa e quali sono i cambiamenti principali che avete dovuto apportare?
Abbiamo rinviato al 2021 e qualcosa anche più in là, i due terzi del piano editoriale di quest’anno. Non è stato bello. C’erano autori pronti alla pubblicazione dopo aver lavorato per mesi, e anche i nostri editor che avevano seguito le opere. Ma, come detto, speriamo di recuperare tutto nei prossimi mesi. Una conseguenza è il blocco delle nuove proposte che arrivano, ad esempio.
Avremo delle novità dall’autunno in poi, ma che per adesso non possiamo raccontare, speriamo di farlo tra qualche settimana.
INTERVISTA A ANTONIO GUALTIERI (EDITORIALE COSMO)
Per gli editori di fumetti in generale, e per la vostra casa editrice in particolare, quali sono stati i problemi più gravi causati dall’emergenza Coronavirus?
Beh, senza dubbio lo stop inatteso ha portato come primo effetto una revisione dei calendari editoriali. Se non altro, noi abbiamo avuto la fortuna di poter restare comunque sempre fisicamente sul mercato grazie alle uscite in edicola.
Le fiere, le mostre, gli incontri in fumetteria, gli eventi culturali: saranno ancora possibili, e come?
Questa è una domanda a cui sicuramente possono rispondere meglio gli esperti sanitari. Per quel che riguarda il lato editoriale non credo che debbano sparire, ma per un po’ andranno decisamente ripensati. Un aiuto potrebbe venire dalla rete attraverso una digitalizzazione modello Comicon di San Diego, oppure da delocalizzazioni che potrebbero far confluire grandi eventi in più piccoli eventi da realizzare nelle fumetterie. In questo senso, una parte importante la farà la pazienza dei lettori che dovranno accettare di restare qualche minuto di più in fila per ottenere uno sketch dai loro disegnatori preferiti.
Se ne esiste uno, qual è l’insegnamento che il Covid-19 ha lasciato agli editori di fumetti?
Beh, avendo potuto contare per tutto il lockdown sul canale delle edicole, per una parte del settore l’impatto del Covid-19 è stato meno rivoluzionario che in USA, dove è in corso un cambiamento del sistema distributivo. Poi certamente le questioni sono davvero tante, e tagliano traversalmente diversi settori, compreso il nostro. Sicuramente il 2020 sarà un anno decisamente particolare, e per questo siamo tutti chiamati a mostrare una capacità di adattamento alle contingenze superiore al passato.
Qual è il vostro piano editoriale per la ripresa e quali sono i cambiamenti principali che avete dovuto apportare?
Il progetto rimane lo stesso, nel senso che la diffusione del Covid-19 non ha modificato le nostre intenzioni editoriali, ma solo portato una pausa forzata. Per quanto riguarda le uscite, ovviamente, abbiamo dovuto fare i conti con una serie di ricalendarizzazioni che verranno riassorbite nel corso del tempo.