Fumetti post lockdown: come riparte l’editoria secondo Allagalla e Kleiner Flug

Fumetti post lockdown: come riparte l’editoria secondo Allagalla e Kleiner Flug

Allagalla e Kleiner Flug ci raccontano della timida riapertura del mercato del fumetto, fra piani editoriali stravolti e la speranza nelle fiere.

Come ha vissuto la quarantena un editore di fumetti? E cosa accade ora che si deve ripartire?
Lo abbiamo domandato ad alcuni autorevoli editori italiani che, fra il desiderio di lasciarsi il lockdown alle spalle e la speranza che una situazione del genere non si ripeta, ci hanno raccontato come vedono il futuro. Fra le preoccupazioni maggiori il probabile annullamento delle principali fiere di settore.
In questo appuntamento di una serie di interviste, rispondono Alberto Giachino per Allagalla e la redazione di Kleiner Flug.

INTERVISTA AD ALBERTO GIACHINO (ALLAGALLA)

alberto giachino_allagallaPer gli editori di fumetti in generale, e per la vostra casa editrice in particolare, quali sono stati i problemi più gravi causati dall’emergenza Coronavirus?
Senza dubbio i mancati incassi dovuti alla chiusura di fumetterie e librerie e l’assenza di fiere sono stati un duro colpo, per le case editrici e per tutta la filiera del fumetto. La timida riapertura, a ridosso dell’estate, non aiuta e bisogna aspettare ancora qualche mese per rivedere quanto meno un assestamento.

Come cambierà a vostro avviso il mercato del fumetto dopo il lockdown?
Difficile fare previsioni ora, di sicuro pagheremo ancora per i prossimi mesi questa situazione. L’entusiasmo di ripartire dopo il lockdown è positivo, ma la strada per trovare un nuovo equilibrio per tutto il settore sarà ancora lunga.

allagalla trioLe fiere, le mostre, gli incontri in fumetteria, gli eventi culturali: saranno ancora possibili, e come?
La speranza è certamente che siano ancora possibili, anche se magari con qualche accorgimento e limitazione. Eliminare le fiere, le mostre, gli incontri è togliere una parte vitale agli editori e ai lettori stessi.

Se ne esiste uno, qual è l’insegnamento che il Covid-19 ha lasciato agli editori di fumetti?
La programmazione è una parte fondamentale del nostro lavoro, ma a volte semplicemente salta. Una volta costretti a fermarci siamo riusciti a prenderci il giusto tempo per riflettere e ragionare sui nostri fumetti.

Qual è il vostro piano editoriale per la ripresa e quali sono i cambiamenti principali che avete dovuto apportare?
Per il 2020 il nostro piano editoriale è stato quasi del tutto stravolto. Abbiamo deciso di uscire comunque durante il lockdown con una novità per sostenere librerie e fumetterie che si erano organizzate per vendere online o con le consegne a domicilio e per confermare, nonostante il forzato rallentamento, la nostra continua attività e ricerca. Alcune uscite sono slittate verso la fine dell’anno, altre al 2021. Abbiamo però avuto il tempo per pensare, ragionare e inserire un paio di novità totalmente fuori programma.

INTERVISTA A KLEINER FLUG

Logo Kleiner Flug

Per gli editori di fumetti quali sono stati i problemi più gravi causati dall’emergenza Coronavirus?
Il principale problema è stato, per noi personalmente, la mancata attuazione delle fiere, che per una realtà piccola come la nostra e molto radicata nel territorio costituiscono non solo una straordinaria vetrina per farci conoscere ma anche per reperire liquidità da reinvestire immediatamente nelle pubblicazioni. Inoltre, l’emergenza ha sottolineato la totale dipendenza degli editori dal sistema della distribuzione e del ricambio dello scaffale. La chiusura delle libreria non ha inciso infatti particolarmente sulle vendite dei piccoli editori, che non trovavano comunque spazio, sovrastati appunto dalle strategie egemoniche dei grandi editori-distributori. Quel meccanismo, in buona parte perverso e viziato che seguiva la folle logica del “pubblico 10 per occupare spazio e vendere 1”, è andato completamente in crisi con gli effetti che si stanno vedendo in questi giorni. Si spera che sia l’occasione, una buona volta, per rivederlo e ripensarlo. 

Come cambia il mercato del fumetto dopo il lockdown?
Al momento è difficile fare previsioni, ma probabilmente è legato a quanto detto prima. Le librerie, dove si era finora registrato l’incremento maggior per l’intero settore, si trovano di fronte ad una crisi dai contorni indefinibili, soprattutto fino a quando non sarà possibile entrare nei negozi senza le dovute misure di sicurezza che spingono molti compratori a rivolgersi all’online. Ed è proprio l’online, forse, che da qui in avanti avrà il maggiore incremento, per cui gli editori grossi avranno vita facile in questo senso mentre tutti gli altri, che vivevano di contatti umani e assembramenti culturali, rischiano di perdere energie e fiducia. Dall’altra parte, per il fumetto in generale, con la riabilitazione delle edicole causa emergenza potrebbe essere un buon momento, perché molti magari approfittando di questo fatto avranno acquistato o letto storie che prima non consideravano. Tuttavia, forse il danno più grave rimane quello delle fiere, che di fatto finanziavano tutto un sottobosco editoriale che rischia seriamente di scomparire.

Le fiere, le mostre, gli incontri in fumetteria, gli eventi culturali: saranno ancora possibili, e come?
Al momento, è davvero difficile dire se le fiere si faranno oppure no. Ne sono già saltate diverse, come il Comicon di Napoli e altre di carattere locale. Quelle che si faranno più avanti, se si faranno, saranno a capienza ridotta oppure piccole fiere all’aperto. Questo comporterà inevitabilmente una riduzione del pubblico con annesse vendite che caleranno. Inoltre, rischiano di diventare eventi di nicchia con solo addetti ai lavori, senza dunque quella carica di visibilità e pubblicità che facevano la differenza tra un’annata di crescita e una stagnante. Fermo restando, tuttavia, che al momento e con la prospettiva di una possibile seconda ondata in autunno, niente è sicuro. 

Se esiste, qual è l’insegnamento che il Covid 19 ha lasciato agli editori di fumetti?
L’insegnamento principale credo sia che la cultura è fragile, non solo quella del fumetto. In realtà questo è un discorso che si potrebbe allargare al nostro intero stile di vita: sono bastati tre mesi di lockdown, tra l’altro fatto per salvare delle vite, per mandare tutto in pezzi. Che razza di società è quella che non può fermarsi quando c’è un emergenza? Nel nostro piccolo, abbiamo scoperto (o riscoperto) la potenza dei social e di come si possa stare vicini al proprio pubblico anche su Facebook e Instagram. 

Qual è il vostro piano editoriale per la ripresa e quali sono i cambiamenti principali che avete dovuto apportare?
Non vogliamo lamentarci né usare questo disastro come alibi, ma per noi la situazione è davvero molto difficile. L’assenza delle fiere ci ha privato, come dicevamo, del principale propellente per le nostre pubblicazioni e abbiamo dovuto spostare tutto. L’inizio dell’annata era stato addirittura molto positivo e ci aveva permesso di anticipare titoli che non pensavamo di poter produrre quest’anno. Ora abbiamo cambiato del tutto linea, non sappiamo francamente cosa riusciremo a fare e cosa no. L’unica certezza è che pubblicheremo tutti quei progetti cofinanziati tramite le realtà locali, ma anche lì dobbiamo valutare perché stiamo parlando di Comuni, Regioni ed Enti del Turismo, tra i soggetti più colpiti dall’emergenza. 

Interviste realizzate via email nel mese di giugno 2020

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