From Hell: Moore e Campbel riscrivono Jack lo squartatore

From Hell: Moore e Campbel riscrivono Jack lo squartatore

"From Hell" rappresenta un'opera di particolare spessore. Alan Moore ed Eddie Campbel si addentrano nella storia di Jack lo squartatore e nell'animo umano.

I got a woman
She rules my house with an iron fist
She screams out Jack the Ripper
Every time I try to give that girl a kiss

Jack the ripper- Nick Cave-Henry’s dream 1992

Avete visto il buon film dei fratelli Allen e Albert Hughes? Chiariamo subito che il sottotitolo “La vera storia di Jack lo squartatore” è (probabilmente) una trovata promozional-pruriginosa per attirare gli spettatori e non ha niente a che spartire col fumetto di cui andiamo a parlare e sul quale la sceneggiatura si basa.

Se comunque lo avete visto (che vi sia piaciuto o meno) non pensate di potervi esimere dalla lettura del fumetto, anzi. Il film è da considerarsi propedeutico alla lettura in cui la componente investigativa viene mitigata a favore, come spesso succede nelle sceneggiature di Alan Moore, dei temi metafisici.

Meno di un ditale di iodio divide l’intellettuale dall’idiota
(capitolo 2 pagina 32).

Lorenzo Mattotti definiva Alan Moore in un intervista a Fumo di china di qualche anno fa, come un grande autore con il quale avrebbe collaborato volentieri nonostante la sua ossessione per le grandi saghe.
Diamo allora un po’ di numeri di questa grande saga…

From Hell (d’ora in poi From Hell):

  • dieci anni (dal novantuno allo zerouno)
  • cinque volumi
  • quattrocentoqaurantaquattro pagine di fumetto
  • ventinove di appendice
  • trentanove di fitte note al testo

Un fumetto che, digressioni statistiche a parte, merita l’appellativo di “opera” se non altro per la consapevole ambizione che dimostra: riferimenti storici, documentazione, il modo stesso di concepire la narrazione sono maniacali e volutamente ricercate.
Ricordate Watchmen o V for vendetta? Probabilmente From Hell non ha la rilevanza storica di Watchmen (che insieme al Ritorno del cavaliere oscuro di Frank Miller aveva (e)virato il mondo dei supereroi in maniera irreversibile) o la compattezza narrativa di V for vendetta; ma questo non significa che sia deludente, anzi.
Rappresenta invece un opera di particolare spessore e lo fa anche in modo quasi originale.

Dicevamo opera. Cerchiamo di spiegare perché…

La trama

Nella Londra di fine 800 il Dottor William Gull, alias Jack The Ripper, uccide cinque prostitute per coprire uno scandalo che coinvolge il Principe erede al trono il quale ha avuto un figlio e si è sposato con una prostituta. L’ efferatezza degli omicidi gli viene permessa perché Gull è un alta carica massonica e nessuno, nemmeno Scotland Yard (anch’essa infiltrata dalla massoneria) può intervenire.
Col tempo però Gull diventa sempre più incontrollabile, delirante e sanguinario nei suoi omicidi finché alla fine addirittura non confessa innocentemente la sua colpevolezza ad un allibito ispettore da tempo in cerca del colpevole. La vicenda, grazie al potere massonico, non viene resa pubblica ma Gull viene internato in manicomio dove successivamente muore.
Questa la versione dei fatti su Jack the ripper secondo la tesi di Stephen Knight esposta da Moore.

Il disegno

Nero, nero e graffiato, essenziale, ricco di primi piani e mezzi busti con sfondi mai dettagliati più del necessario. L’ “incisore” Eddie Campbell è tanto essenziale quanto fedele alla Londra vittoriana racchiusa nel nostro immaginario. Neri i vicoli, le bettole e le chiese.
Una sola eccezione, stranamente non più ripetuta tanto da poter ipotizzare un ripensamento dell’autore, è il capitolo 5 in cui il consueto tratto graffiato (che in alcuni primi piani ricorda le linee di Battaglia) viene alternato nelle scene di vita quotidiana di Gull ad un tratto più morbido e pennellato (acquerellato?) forse per mettere in evidenza il contrasto tra la tranquilla esistenza familiare di Jack the ripper e la crudeltà durante gli omicidi.

La struttura

From Hell si articola su una storia realmente accaduta e la rilegge basandosi su fatti documentati e non. I personaggi, protagonisti e comprimari, sono moltissimi ma perfettamente integrati e caratterizzati nella trama senza forzature. Si veda ad esempio (tra i comprimari) la moglie ed il padre di Gull rappresentati in parallelo all’inizio del capitolo 2 (pagine 1-2 e 12) in cui una gita in barca e la prima notte di nozze (che sono gli elementi introduttivi di questi due comprimari) vengono rappresentati nello stesso modo (vignette completamente nere) e con una frase ripetuta “Ho fatto solo rumore con la bocca“.
Oppure (tra i protagonisti): Fred Abberline investigatore di Scotland Yard che nel capitolo 6 ha un sogno (di tre vignette) in cui da bambino osserva il padre stalliere, molti anni dopo in un pub conosce una prostituta e, mentendo, gli dice di essere uno stalliere. Piccoli dettagli, mini flash back: essenziali.

From Hell non è comunque basato sui flash back, anzi si può dire che ce n’è uno principale che inizia dopo il prologo per terminare alla fine e poco altro. Però ha un ritmo molto frammentato dai continui cambi di locazione. Si salta da una zona all’altra di Londra ( a volte anche in Scozia o in Austria), da un personaggio all’altro senza apparente soluzione di continuità.

Eppure basta porre attenzione alla lettura e in poche pagine si evidenziano i collegamenti con la storia principale.
La percezione dell’opera appare progressivamente delineata durante la lettura dalle brevi “pennellate” della vita dei personaggi. In questo risiede la maestria della sceneggiatura: caratterizzazione breve e significativa di tutti i personaggi, storia coerente, crudo realismo e allucinazioni, in perfetto equilibrio. Poi quando serve Moore utilizza le peculiarità del fumetto e cambia (splendidamente) ritmo in due, fondamentali occasioni: il capitolo 4 (volume 1) ed il capitolo 10 (volume 4).

Il capitolo 4

Quaranta dense pagine sulla massoneria, William Blake, i druidi, gli Dei pagani, gli architetti di Dioniso, i monumenti di Londra tutto a bordo di un calesse con due personaggi (un narratore e un ascoltatore/guidatore). Cinematograficamente la scena avrebbe tempi enormi e da sola minerebbe la pazienza di qualunque spettatore. In letteratura mancherebbe il necessario supporto del disegno che è parte integrante della metafora che il capitolo cerca di esprimere. In From Hell è un grande esempio di rapporto inscindibile tra immagine, parole e metafora; in una parola: fumetto.

Il capitolo 10

Quello dell’ultimo omicidio di Jack. È disegnato con un effetto tela che sporca ulteriormente il tratto di per se non pulito, ci sono pochissime frasi, la sequenza è particolarmente macabra e “realistica” (Gull recide un seno e lo mette sotto la testa della donna, “é un cuscino per te” dice), durante l’operazione compaiono diverse allucinazioni. La più significativa è quella in cui Jack si ritrova dentro ad un moderno ufficio con neon e computer e dice:

Dove sono finito? Che spiriti sono questi che faticano immersi in una luce celeste? […] Non sono spiriti […] non possiedono il soffio vitale […] Mi si concede di vedere gli ultimi attimi del mondo? […] Come può avervi così inebetito il vostro secolo ? Saranno concesse all’uomo meraviglie solo quando avrà perso la capacità di meravigliarsi? […] vi credete assuefatti alla storia. Ma la sua radice nera non vi viene in aiuto. È dentro di voi. […] Siete la somma di coloro che vi hanno preceduti, eppure sembrate indifferenti anche a voi stessi […] Come appaio ai vostri occhi? Un vecchio diabolico […] Eppure siete voi che fate paura a me. [voi e me sono sottolineati] Voi non avete l’anima, con voi mi sento solo […] questo mondo che fa di me un ignorante, e di te… di te un modello di virtù. [si riferisce alla poveretta appena squartata e ne abbraccia i resti martoriati]

Per la prima volta in From Hell, Jack appare spaventato. Poeticamente macabro il finale in cui Gull mette a cuocere il cuore della donna e il fuoco d’un tratto si alimenta in maniera spropositata fondendo la pentola e riducendo il cuore a un pugno annerito e rinsecchito. Gull esce e disperde nel vento le ceneri dell’organo.

Siamo solo all’inizio Netley [il suo cocchiere], Solo all’inizio. Che ci piaccia o meno, è il XX secolo. Io gli ho dato inizio. Aiutatemi.

I personaggi

From Hell, come ho già scritto in precedenza, introduce e caratterizza i suoi personaggi gradualmente. Ecco alcuni esempi significativi: il Principe Albert bisessuale erede al trono (molla scatenante di tutta la storia) che si inguaia con una prostituta, la sposa e va persino a conviverci (capitolo 1).
Viene poi perseguitato dal senso di colpa (la prostituta verrà rinchiusa in manicomio e resa inoffensiva [capitolo 2]) nonostante la fuga in Scozia (capitolo 8) e nemmeno il rapporto con Jem (suo giovane amante compagno di Cambridge) e i suoi approcci sessuali ripetuti di consolazione (a dire il vero scarsa[capitoli 8 e 9] ) potranno alleviare il suo disagio interiore. C’é il suo tentativo di salvare almeno l’ultima prostituta avvertendola dell’imminenza del suo omicidio (capitolo 9). Alla fine c’é il ritratto di un nobile umanamente bistrattato e frustrato dalla sua condizione.

Sua madre: una fredda determinata Regina Vittoria

Gli avete salvato la vita dott. Gull. Saremmo interessati a sapere se credete ne sia valsa la pena.[…] nostro figlio è un infingardo e un inetto, rabbrividiamo al pensiero che il trono finisca nelle sue mani
(capitolo 2 pagine 18-19)

ritratta in modo minimale da Campbell per lo più sempre nella stessa posizione (seduta) e senza quasi mai nessuno sfondo. Una Regina poco addentro ai problemi politici

perché la corona dovrebbe preoccuparsi dell’illuminismo.
(capitolo 9 pagina 11)

La Regina Vittoria che l’ultima volta (capitolo 12 pagine 1-2) appare triste dietro una porta che si sta chiudendo sulla stanza buia nella quale grazie ad un medium ha creduto di parlare con il marito deceduto.

Il cocchiere Netley: una persona semplice che vomita di fronte alla struttura dell’universo (capitolo 4 pagina 37), devota al suo padrone fino al parossismo tanto da collaborare materialmente ad un omicidio (capitolo 5 pagina 31), piena di dubbi a mano a mano che la situazione precipita

Non ce la faccio più […] Io sono un uomo normale. Sono normale. Non so più dove mi trovo, signore, è la verità… È la verità.
(capitolo 9 pagina 31)

e destinata ad una fine ridicola (capitolo 14 pagine 19-20) come altrimenti non poteva essere.

Fred Abberline,investigatore di Scotland Yard: uomo complesso e combattuto tra un matrimonio in crisi, l’amore (impossibile) per una prostituta, la voglia di trovare l’assassino e la voglia di una vita lontana dai delitti e lontana da Whitechapel dove è già stato per 14 anni e si vede costretto (assai malvolentieri) a ritornare. Potrebbe sembrare un personaggio romantico ma non è così, è un personaggio alla ricerca di un difficile equilibrio.

Le prostitute fuori da qualsiasi cliché. Hanno differente carattere, differenti ambizioni, differenti destini, differenti vite (chi era sposata, chi convive, chi pensa soprattutto a bere, chi è da troppo tempo sul mercato, chi conosce i suoi polli). Due frasi su tutte:

Siamo le quattro puttane dell’apocalisse
(capitolo 3 pagina 15)

Alla tua Liz. Al ciclo.
(capitolo 3 pagina 7 mentre brindano)

From Hellw

From Hell comunque non vive solo dei suoi personaggi ma anche delle sue metafore: parla di media ma anche di chi dei media ne subisce l’eccessivo fascino. Il nome Jack the ripper infatti viene inventato da un giornalista che comincia a spedire false lettere a Scotland Yard in modo da tenere vivo l’interesse per il caso e in modo da dare un nome di riferimento che la gente ricordi con più facilità. Queste lettere funzionano talmente bene che molti cominciano a mandare lettere fasulle tanto che Abberline (capitolo 9 pagina 35) dice:

Siamo letteralmente sommersi di indizi! Se solo potessi mettere le mani addosso ai giovinotti che hanno inventato la bufala di JTR.

E nella pagina successiva segue una carrellata di personaggi vari (un prete, un maniaco che si masturba mentre scrive, dei ragazzini) che redigono le famose bufale. Poi sempre nel capitolo 9 c’é ancora una simpatica frase di Gull sui giornalisti:

Io sono considerato dalla stampa e dalla gente comune un omicida sessuale! Se avessi ammazzato artisti invece che prostitute, mi avrebbero definito “omicida artistico?”.

From Hell parla dall’inferno. Il titolo viene dal mittente della lettera che Gull, detta a Netley perché stancatosi di quelle false che arrivano a Scotland Yard

Calma Netley calma […] siamo nella più estrema ed orrenda regione della mente umana, nel sotterraneo del subconscio. Un abisso raggiante dove gli uomini incontrano se stessi… All’inferno Netley. Siamo all’inferno.[…] c’è un’unica strada che porta al cuore dell’inferno… e che per fuggire da li, dobbiamo avventurarci nel profondo […] riprendiamoci il mito che loro hanno tentato di plasmare a fini di lucro. Diamogli leggende più vere, così eclatanti da distinguere la loro sete morbosa.
(capitolo 9 pagine 31-32)

Detto questo comincerà la dettatura della lettera alla quale allega (per maggiore credibilità) un pezzo di rene prelevato dal corpo dell’ultima vittima.

From Hell è soprattutto Sir. William Gull e la sua pazzia: prende a simbolo la storia del primo serial killer conosciuto per raccontare, teorizzare, catechizzare e qualche volta divertire.
Tutto si apre e si chiude su un gabbiano morto (che appare nella prima e nell’ultima vignetta dell’opera), sir William Gull (gull in inglese vuol dire gabbiano ma anche gonzo) alias Jack the ripper è morto, il XX secolo è appena cominciato.

Come Moore stesso spiegherà nella seconda appendice, il mondo è pieno di acchiappa gabbiani (gonzi) fautori di numerose teorie su Jack lo squartatore persone cieche troppo concentrate sul loro obiettivo per vedere ciò che stanno calpestando.
Alla fine tutti questi acchiappa gonzi con tanto di retino si ritroveranno ad assistere allo spettacolo di una danzatrice nuda al ritmo di Firestarter (Prodigy).

Questa è l’unica danza che sia stata mai realmente eseguita, ora e in passato. Danza del sesso. Danza del denaro. Danza del bisogno. Danza della povertà […] le nostre teorie appaiono del tutto prive di senso
(appendice II pagina 24)

Ancora le parole di Moore in riferimento al capitolo 9 pagina 2 su come ha interpretato la storia:

Sono anche, a modo loro, una modesta apologia da parte del sottoscritto che al momento è impegnato a guadagnarsi da vivere ammantando strazianti delitti di fesserie soprannaturali. A volte, dopo tutto quello che avete fatto per loro, i vostri personaggi vi si rivoltano contro.

Al termine della seconda appendice poi, contrapponendosi alla fine “ufficiale” dell’opera, il gabbiano riprende il volo.

From Hell è un fumetto complesso e gratificante.

Penetreremo le sue metafore, metteremo a nudo le sue strutture e arriveremo alfine al suo significato, come si addice a una grande opera la leggeremo ATTENTAMENTE e con RISPETTO.
(capitolo 4 pagina 9)

Così come Gull stesso suggerisce dobbiamo affrontare From Hell anche se lo stesso Alan Moore (che evidentemente deve essere persona spiritosa) fa rispondere al suo cocchiere

Oh, con rispetto, signore… Io non so leggere.

Abbiamo parlato di:
From Hell
Alan Moore, Eddie Campbell
Traduzione A. Di Luzio
Magic Press
576 pagine, brossurato, bianco e nero – 35,00€
ISBN: 978-88-7759-089-3

Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *