Frikis #1: intervista agli autori

Frikis #1: intervista agli autori

Frikis è il nuovo webcomic di Ehm Autoproduzioni, creato e scritto da Dario Custagliola, colorato da Francesco Montalbano e illustrato da sei diversi disegnatori, ciascuno per ogni episodio della serie. Lo Spazio Bianco accompagna la pubblicazione del fumetto con una serie di interviste agli autori.

Frikis è il nuovo webcomics lanciato da Ehm Autoproduzioni sul proprio sito che ha fatto il suo esordio il 4 febbraio 2019 (qui potete leggerne una anteprima).
Scritta da Dario Custagliola, la serie si svilupperà su sei episodi bisettimanali illustrati da sei disegnatori diversi e tutti colorati da Francesco Montalbano.
Lo Spazio Bianco accompagna il fumetto con una serie di “interviste seriali” che, a una settimana di distanza dall’uscita di ciascun episodio, propongono una domanda a testa rivolta allo sceneggiatore, al disegnatore di turno e al colorista, che approfondiscono le tematiche e il lavoro di creazione di questo fumetto.

Lasciamo la parola a Dario, Francesco e Antonello Cosentino, autore dei disegni della storia di esordio.

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Dario Custagliola (Aversa, 1989). Nel 2016, ha esordito con il romanzo noir No Man (Leone Editore). Nel 2017, è stato finalista al concorso la “25esima ora” organizzato dalla scuola di scrittura Belleville, con il racconto He Died with his Boots On. Nel 2018 ha scritto il fumetto mistery horror Wake Up, facendo il suo esordio come sceneggiatore. Nello stesso anno ha co-fondato l’etichetta indipendente Resh Stories. Al momento sta rifinendo il suo secondo romanzo. Nel 2015, ha inoltre discusso e pubblicato (in sintesi) una tesi in Storia del Cinema, con argomento la rappresentazione dei Nativi Americani sul grande schermo.

Il punk, Cuba, gli anni ’90: tre elementi a prima vista completamente slegati tra loro quelli alla base di Frikis ma soprattutto lontani dai temi horror e soprannaturali di Wake Up, il tuo primo fumetto. Come e da dove nasce l’idea per questo nuovo progetto?
Frikis è nato quasi per caso, a giugno dello scorso anno. Navigando in rete mi capitò sotto il naso un reportage realizzato da Vice, in cui intervistavano quel che resta dei Frikis, i punk cubani degli anni ’90 che scelsero di infettarsi con l’Aids pur di sottrarsi alla strada e ai maltrattamenti della dittatura, scegliendo di trascorrere le loro esistenze nei sanatori (luoghi d’internamento a vita), trasformandoli in delle vere e proprie comuni, in attesa della morte che presto o tardi sarebbe arrivata. È una storia tragica, estrema, che mi colpì moltissimo sin dal primo momento. Un po’ alla volta si fece strada l’idea di utilizzare la storia di quei ragazzi per raccontare dei sentimenti universali come la rabbia, il senso di oppressione, la voglia di ribellione, il desiderio di libertà, la solitudine, il sentirsi inadeguati. Quel che mi preme sottolineare è che Frikis non è un’opera di graphic journalism, gli stessi protagonisti sono solo ispirati ai veri Frikis.
La storia non ruota intorno alla ricostruzione di un fatto storico, ma alla costruzione di un sentimento.
Frikis inoltre è nato anche come una sfida con me stesso. Rispetto a quanto precedentemente ho fatto, per molti motivi ha rappresentato un cambiamento. Primo fra tutti, dopo un romanzo noir (No Man) e un fumetto mistery horror (Wake Up), è il mio primo lavoro non di genere.
Quando scrivi narrativa di genere hai dei topoi letterari forti con te, degli autori di riferimento alle tue spalle, in un certo senso navighi a vista e quando ti senti perso sai bene o male dov’è la costa per raggiungere il primo porto sicuro. Non sto dicendo che la scrittura di genere sia più semplice o più difficile, dico solo che è diversa.
E Frikis è diverso da tutto ciò che ho fatto in precedenza, per temi e per metodologia di lavoro. Se proprio dovessi indicare un autore a cui ho pensato scrivendo il fumettodirei Sallustio, ma come potete immaginare questa è un’altra storia, lunga e noiosa: meglio leggersi Frikis, piuttosto!

Antonello Cosentino, classe 1992, si diploma all’istituto scientifico Niccolò Palmeri della sua città, ma la sua passione lo conduce a intraprendere gli studi presso la Scuola del Fumetto di Palermo. Alla fine del corso triennale insieme ad alcuni suoi colleghi fonda Ehm Autoproduzioni, piccola realtà di autoproduzioni in piedi ormai da circa tre anni. È quella la piattaforma adatta per sperimentare ed entrare subito nel meccanismo di questo lavoro. All’attivo ha alcune pubblicazioni sul web proprio per Ehm, mentre è del 2016 la sua prima pubblicazione con Edizioni InkiostroCosplay Killer. Collabora con Eduardo Mello e Massimo Rosi alla realizzazione di Blackening edito da Amigo Comics e Leviathan Labs. Nel 2018 pubblica sul web sempre per Ehm Autoproduzioni Wake Up, sceneggiato da Dario Custagliola, che arriva in finale al premio Boscarato dello stesso anno. Al momento è al lavoro su altri progetti in uscita per Ehm Autoproduzioni e su una pubblicazione americana con Evoluzione Publishing, Marassa.

Antonello, sei stato il compagno di avventura di Dario in Wake Up e a te spetta il compito di aprire la danza dei disegnatori in Frikis, con uno stile molto lontano da quello che aveva caratterizzato il tuo lavoro nel fumetto precedente. Come nasce questo cambiamento verso una linea più “pulita” e dai contorni più netti e quanto ha influito la presenza del colore?
Partendo dal presupposto che mi piace variare molto e avere più soluzioni grafiche possibili, è stato con Wake Up che ho voluto sperimentare un po’ di più, sia come tratto che con l’uso dei mezzi toni. Per Frikis, invece, ho ripreso il mio stile più classico con un tratto più netto. L’influenza del colore è stata decisiva per la realizzazione delle tavole e non è stato un problema per me perché sapevo che Francesco Montalbano, con cui sono abituato a lavorare da anni, sarebbe riuscito a completare il mio lavoro in maniera ottimale e così è stato.

Francesco Montalbano è nato a Palermo e si diploma come disegnatore di architettura e arredamento presso l’Istituto Statale d’Arte di Sciacca. Successivamente frequenta il corso di Graphic Design all’Accademia di Belle Arti di Palermo, ma dopo qualche anno abbandona quest’ultima per studiare alla Grafimated Cartoon, la Scuola del Fumetto di Palermo. Terminati gli studi fonda Ehm Autoproduzioni con un gruppo di compagni di classe della Grafimated Cartoon. Nel 2015 collabora insieme alla Grafimated per Mondadori Comics, colorando due episodi della collana Ken Parker Colori (Mine Town e Caccia sul mare) di Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo. Attualmente sta lavorando a Frikis e Marassa di Evoluzione Publishing.

Francesco, come è avvenuto il tuo reclutamento in questo progetto e come ti sei approcciato a un lavoro che ti vede donare il colore a tavole di sei disegnatori diversi? In particolare, per questo primo episodio, come hai lavorato sui disegni di Antonello Cosentino?
Il mio coinvolgimento è avvenuto in maniera molto naturale essendo io stesso tra i fondatori di Ehm Autoproduzioni, ma, a parte questo, Frikis mi ha conquistato sin da subito. Personalmente, sono sempre stato molto vicino alla controcultura punk, dove c’è nichilismo, denuncia sociale e irriverenza: io “ci sguazzo”.
Dover colorare su disegni tanto diversi tra loro è una buona opportunità per testare le proprie capacità di adattamento e crescere. Di solito, indipendentemente dal disegnatore, inizio sempre con basi molto scure a cui poi aggiungo la luce per dare volume, lavoro con Antonello ormai da molti anni, possiamo dire che professionalmente siamo cresciuti insieme, abbiamo fondato Ehm Autoproduzioni e con lui mi sono sempre trovato bene anche umanamente.

Grazie ragazzi per la disponibilità.
Appuntamento con la seconda intervista a lunedì 25 febbraio 2019.

Intervista realizzata via mail a febbraio 2019

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