Torna il Punisher dopo i problemi legati all’uso del suo simbolo da parte di agenti delle forze dell’ordine statunitensi, che causarono polemiche e grattacapi alla Marvel, che accantonò momentaneamente il character, per rivederlo nella forma se non nella sostanza. Gli è stata data nuova linfa vitale, affidata a grandi firme, un ruolo di primo piano nella Mano, e un nuovo simbolo, che indossa in questa serie arrivata al secondo episodio della pubblicazione italiana. Il primo numero sceneggiato da Jason Aaron ha lasciato pensare a un approccio assolutamente realistico, almeno sino al colpo di scena finale con un ritorno inatteso (seppure un po’ “telefonato” dal prologo). Invece da questo secondo parrebbe che l’elemento soprannaturale non sarà completamente assente, sebbene meno debordante rispetto a gestioni precedenti come quella di Christopher Golden, Thomas E. Sniegoski e Bernie Wrightson, senza dimenticare Franken-Castle e il Ghost Rider cosmico. D’altronde l’interesse per le religioni e il relativo misticismo sono una delle prerogative di Aaron e forse non ci si poteva aspettare altro. La sensazione è che tutto verrà svelato e sviluppato gradualmente, con un primo suggerimento fornito in questo episodio. Dunque, forse il Punisher senza superpoteri è stato abbandonato dalla Marvel, nonostante una sua encomiabile gestione di Garth Ennis. In comune con la versione di quest’ultimo c’è la ricerca delle motivazioni di fondo e della natura di Castle: qui l’omicidio di Central Park parrebbe essere stato solo l’evento scatenante di un qualcosa già presente nell’animo del personaggio. Detto che lo scrittore sinora sembra avere un po’ il freno tirato pur partorendo sequenze pregevoli e avvincenti, discorso diverso è da fare per la qualità dei disegni. Jesús Saiz (iperrealistico e dettagliatissimo) e Paul Azaceta (stilizzato ed espressionista) fanno un lavoro d’eccellenza, con compiti – per ora – rigorosamente spartiti: al primo il presente narrativo, al secondo i flashback che svelano nuovi dettagli sulla giovinezza di Frank. La rigorosa scansione delle linee narrative è ben evidenziata dalla tavola che potete vedere sotto, dove sono montate insieme vignette di Saiz e Azaceta, per non lasciare dubbi sulla forma del racconto, che diventa anche sostanza grazie all’enorme differenza di stile dei due autori che rimarca i momenti differenti nella narrazione. Pur coi dubbi che permangono nel rendere super un personaggio cresciuto come vigilante disumano nella sua crudeltà ma totalmente umano nelle capacità fisiche (pur eccezionali, mai sovrumane), il giudizio su questa nuova incarnazione del Punisher assassino per la Mano è – per ora – nettamente positivo.
Abbiamo parlato di:
Punisher #2
Jason Aaron, Paul Azaceta, Jesús Saiz
Traduzione di Pier Paolo Ronchetti
Panini Comics, luglio 2022
32 pagine, spillato, colori – 3,00 €
ISSN: 9788828718918