Nel XIX secolo Emile Durkheim, uno dei padri della sociologia, si distinse per uno studio rivoluzionario: la sua ricerca mirava a dimostrare come il suicidio, ovvero l’atto ritenuto più egoista che un essere umano possa compiere, fosse l’effetto noto di una causa che affonda le sue ragioni nel cuore pulsante della società. Lo studio di Durkheim mostrava come alla scelta estrema contribuiscano eventi che fanno sì che il soggetto si senta come alieno dal proprio contesto. Affascinante il paradosso per il quale una fortuna inattesa, una vittoria alla lotteria ad esempio, sia in termini di suicidio più pericolosa di un tracollo finanziario.
Mettere il suicidio alla base di un’idea diventata poi una sceneggiatura è stata l’intuizione che ha consentito alla scrittura di Susanna Raule e ai disegni di Armando Rossi di imporsi al Lucca Contest del 2005 con Ford Ravenstock.
Come la stessa Susanna racconta nella prefazione, ella non si ritiene una professionista del fumetto, ma un’appassionata. Il suo mestiere, oltre che psicologa, è quello di scrivere libri, mentre Armando Rossi è pittore. Entrambi hanno messo a disposizione il proprio talento per raccontare una storia che fosse sintesi delle loro inclinazioni.
A completare il loro lavoro anche una scelta di colori acidi che accompagnano un’atmosfera bohemien sui quali, nel secondo albo, si è messa al lavoro l’allora esordiente, e oggi acclarato talento, Giovanna Niro.
Il risultato è una lettura capace di coinvolgere e che anche a distanza di anni, non risente del tempo passato.
Al compimento di un travagliato percorso editoriale Ford Ravenstock è tornato infatti disponibile, edito dall’associazione culturale DOUbLe SHOt, per concludere il percorso narrativo iniziato nel 2005. Il primo volume racchiude i due capitoli iniziali della storia editoriale: Specialista in suicidi e L’allegria dei naufragi. La prossima uscita completerà la ristampa sotto un unico editore insieme all’epilogo inedito, che chiuderà il ciclo così come era stato pensato in origine.
Magro, pallido, elegante come un lord e assolutamente, irrimediabilmente, depresso – tanto da cimentarsi lui stesso in infruttuosi tentativi di suicidio – Ford ha trasformato la sua enorme passione per la Signora con la falce in un lavoro ben pagato: se ingaggiato, aiuta a far capire alle persone che la vita non solo non ha valore, ma è anche un peso di cui è meglio liberarsi. Un vero filantropo. Bastano poche tavole per comprendere che ci si trova di fronte a un personaggio unico e affascinante. Armando Rossi ha dato forma a un protagonista dai tratti spigolosi, capelli bianchi e modi eleganti a completare un aspetto capace di rendere anche la struttura del carattere. Un uomo cortese, dotato di ironia tagliente, poco incline alla socialità e entrato talmente in profondità nel tunnel della depressione da abitarlo serenamente.
Il solo soggetto con il quale interagisca è Emerson, il suo maggiordomo. Il governante si prende cura del suo datore di lavoro con apparente asserzione ma allo stesso tempo con la stessa premura di un genitore, sempre tempestivo quando gli istinti suicidi si concretizzano in azioni risolutive.
Nel volume sono raccolti cinque casi diversi tra loro che però offrono un profilo piuttosto dettagliato di questo antieroe: a fare le spese dei suoi servigi sono un dottore, un biografo senza scrupoli, un prete don Giovanni e infine una donna di mafia.
Per impatto e dialoghi il primo capitolo è il più completo, perché mostra nel contempo l’indole di Ford, le sue manie e fragilità, l’attenzione e lucida intelligenza con cui cura il raggiungimento del risultato, “un suicidio autentico con tanto di angoscioso senso di inutilità, disperazione e biglietto d’addio”, tanto che non è difficile comprendere la sua stravagante filantropia. La scelta di impostazione opta per una divisione francese della tavola, una struttura che consente al racconto di svilupparsi con ritmi da sit-com alternarti con la realizzazione del piano che porta al suicidio del malcapitato soggetto attenzionato.
Dal secondo capitolo fa la sua comparsa una seconda interlocutrice, Marlene, una poliziotta che non crede a suicidi da manuale e cerca di indagare quale sia il ruolo di Ford Ravenstock.
Il suo inserimento consente a Susanna Raule di definire un nuovo spazio narrativo. La dialettica tra i due arricchisce il racconto di spunti e offre un nuovo punto di vista per indagare l’animo di Ford che appare così arricchito un’avventura dopo l’altra.
Nel volume alcuni passaggi sono assolutamente godibili, come gli scambi con la sua cliente nel primo o l’epilogo del caso che chiude l’antologia e che allunga un’ombra di mistero sul maggiordomo. In generale, struttura e disegni sono messi al servizio di dialoghi stesi con molta cura, surreali e persino demenziali ma mai fuori sincrono rispetto al racconto, capaci di completare il profilo di questo stravagante professionista.
Tutti gli elementi che compongono il volume non fanno di Ford Ravenstock solo un gradito ritorno, ma anche il prologo di un personaggio di cui si sentiva la mancanza e che si spera di ritrovare presto.
Abbiamo parlato di:
Ford Ravenstock – Specialista in suicidi
Susanna Raule, Armando Rossi
Double Shot, 2020
112 pagine, brossurato, colori – 17,00 €
ISBN: 9788896064597