First Issue #76: i futuri della DC

First Issue #76: i futuri della DC

Una puntata interamente dedicata all’analisi di alcuni albi d’esordio di Future State, l’evento che in due mesi aprirà squarci sul futuro DC Comics.

Il martedì e il mercoledì in USA sono i giorni dedicati all’uscita dei nuovi albi a fumetti, molti dei quali sono numeri di esordio di serie e miniserie, i first issue.
First Issue è la rubrica de Lo Spazio Bianco dedicata ai nuovi numeri uno in uscita negli States! In questo episodio #76 ci occupiamo di alcuni dei #1 del DC Future State, l’evento che tra gennaio e febbraio regalerà ai lettori squarci del futuro – anzi, dei futuri – degli eroi della DC Comics.

DC Future State

Future State – Wonder Woman #1

Future State - Wonder Woman 1Si rimane piuttosto spiazzati dal racconto di Jöelle Jones (scrittrice e disegnatrice, affiancata da Jordie Bellaire ai colori): non tanto per la copertina, dove la protagonista sembra improvvisare un saltello danzerino, la posa da modella nella quale la vediamo a figura intera o la boccuccia tentatrice che ne decora il volto (volto che, di volta in volta, cambia da ammaliatore a sbarazzino). A disorientare è il tono generale: inizialmente, le battute dell’amazzone (attenzione: Yara Flor, non la solita Diana) nella lotta contro un drago sembrano rientrare nell’abitudine autolesionista di depotenziare simili scene con una spruzzata di nonchalance che evita una lettura immersiva; ma, tavola dopo tavola, ci si rende conto che siamo in una commedia.
La storia appare come segue: Yara deve recuperare la sorella tenuta prigioniera da Ade nel suo Regno ctonio: con l’aiuto di Caipora, un pestifero spiritello delle foreste, supera l’entrata, rappresentata come un terminal d’aeroporto (questo il punto dove qualsiasi dubbio sul carattere del racconto si scioglie), e si ritrova fra gli spiriti dei morti, che devono imbarcarsi verso il proprio destino. Yara si trova a dover gabbare l’impiegato al gate, poi a rubare una monetina a un lottatore di sumo (qui non ci viene risparmiata la gag dell’animale che accompagna Caipora che morde il deretano nudo del lottatore), scatenando una gigantesca rissa.
Alla fine di una lettura fluida e lineare, rimangono le tavole lussureggianti di natura e personaggi, l’espressività di ogni viso, la ricchezza di dettagli di ogni immagine, le scelte cromatiche che definiscono ogni elemento e i cui toni cupi finiscono per amplificare quelli comici delle scene, il ritmo che in certe scene arriva a una freneticità da slapstick. D’altra parte, Yara resta ingranaggio di questa macchina comica, figurante di una commedia dalla resa visiva curatissima. Da vedere se il secondo episodio arricchirà il personaggio.
Simone Rastelli

Future State - Harley Quinn #1

Future State - Harley Quinn 1Dalle ceneri di Death Metal si propaga Future State, iniziativa in cui si annovera anche Harley Quinn part 1 di Stephanie Phillips (sceneggiatura), Simone Di Meo (disegni) e Tamra Bonvillain (colori).
La dottoressa Quinzel è prigioniera di Jonathan Crane (lo Spaventapasseri), che assicura di essersi lasciato alle spalle la vita da criminale per rendere Gotham un posto migliore. L’ex (?) villain è deciso a rieducare la vecchia fiamma del Joker nel contesto di un clima distopico e opprimente.
In questa direzione si muove la prova di Di Meo, che offre inquadrature particolari, ardite e dinamiche. La sua telecamera si muove continuamente per seguire i volti dei due protagonisti e riprenderli da vicino, catturando smorfie e sfumature d’espressione. L’orientamento delle figure è prevalentemente diagonale, scelta che crea una curiosa sensazione di vertigine, se si considera che le vignette sono spesso sviluppate orizzontalmente e verticalmente.
Si genera così una sorta di contrapposizione tra contenuto e contenitore, che ben si adatta alla storia narrata. Questa entra nel vivo a due terzi dell’albo, quando Harley guida da lontano l’azione del personale agli ordini di Crane, aumentando la piacevolezza di un racconto fino a quel momento sicuramente scorrevole ma poco accattivante, perché eccessivamente statico malgrado alcuni virtuosismi di Di Meo (per esempio, la sequenza quasi psichedelica con al centro il Professor Pyg). L’occasione è buona anche per consentire a Bonvillain di esprimere tutte le potenzialità della sua tavolozza, passando dalle tinte lucide e fredde che caratterizzano gli interni ai colori accesi e carichi dell’esterno notte.
Federico Beghin

Future State – The Next Batman #1

Future State - The Next Batman 1Bruce Wayne è scomparso, ritenuto morto, ma Batman è sempre il protettore di Gotham City. In un futuro molto prossimo al tempo presente, John Ridley, Nick Derington e Tamra Bonvillain ci raccontano le gesta di un nuovo Uomo Pipistrello, con una maschera che gli cela completamente il volto per non essere riconosciuto dai Magistrati, i nuovi padroni della città.
La vena politica e sociale di Ridley, autore afroamericano da sempre sensibile a questi temi, diventa subito pilastro di questa storia che ci racconta di una Gotham violenta, pericolosa, priva di istituzioni e governata da una legge ingiusta. In tutto questo Batman fa ciò che ha sempre fatto: cerca di salvare il maggior numero di cittadini possibili. Chi cela la nuova maschera del pipistrello resta un mistero (per modo di dire, visto che la DC ha già svelato l’identità del nuovo alter ego civile dell’eroe), ma chiunque sia ha scelto di continuare a essere ciò che Bruce è sempre stato quando indossava il costume: il protettore della sua città e dei suoi abitanti.
Derington torna su Batman dopo la miniserie in coppia con Bendis e lo fa creando un look per il nuovo supereroe che, a fronte di modifiche minime sul costume, ci regala un pipistrello efficace nelle mosse e nei gesti, che si muove in una Gotham che scivola tra atmosfere noir e punk elettrico – un plauso alla palette cromatica della Bonvillain, terribilmente vicina all’aspetto di una metropoli contemporanea.
Le storie di appendice arricchiscono l’albo e offrono al lettore uno sguardo più ampio sul nuovo status quo di Gotham. Brandon Thomas, promettente sceneggiatore emergente, e Sumit Kumar firmano Outsiders, avventura nella quale Signal, Katana e un terrificante Black Lighting ci mostrano che cosa sono diventati i sobborghi cittadini.
Paul Jenkins e Jack Herbert sono invece gli autori di Arkham Knights, una sorta di Suicide Squad che pesca a piene mani tra i Rogue batmaniani per sfidare i Magistrati: un racconto efficace nella sua linearità, che richiama una delle ultime saghe apparse su Detective Comics.
David Padovani

Future State - Dark Detective #1

Future State - Dark Detective 1Death Metal è finito e l’universo DC è stato trasformato: in un futuro prossimo, il mondo è in mano alla sorveglianza della Magistratura e gli eroi sono morti o fuorilegge. Gotham è il principale centro della stretta contro crimine e vigilantes, ma un nuovo Batman si muove in città, come visto in The Next Batman. Ma dove è Bruce Wayne? Bruce Wayne è morto, o almeno così si crede. Nel 2027, a due anni dalla notizia del decesso, l’ex-miliardario e filantropo ritorna in scena: provato, invecchiato, sul lastrico, si muove nell’ombra ed è pronto a combattere una volta per tutte questo nuovo sistema distopico.
Mariko Tamaki e Dan Mora non si perdono in chiacchiere nello spiegarci cosa sia successo tra questa storia e quella di John Ridley sul nuovo Batman, ma ci gettano in una Gotham dal sapore postpunk e dalle atmosfere alla Blade Runner per raccontare l’avventura (forse l’ultima) di Bruce Wayne come Batman. Tamaki, che già nell’episodio scritto per Detective Comics #1027 aveva dimostrato di conoscere la voce di Bruce, in questo contesto riesce a scavare ancora più nel profondo: spogliato dei suoi averi, della sua famiglia e dei suoi appoggi, stanco e debilitato, Bruce Wayne riflette su sé stesso e sulla sua città e nella sua scelta per l’azione dimostra che il pipistrello non si cela nei gadget o nella ricchezza, ma nella sua volontà ferrea di combattere per la giustizia e per rimediare ai suoi errori. Così facendo, Mariko Tamaki riporta Batman alla sua essenza e lo fa parlare con una voce nuova e al tempo stesso antica, rinnovandone la battaglia infinita.
Come avevo già avuto modo di dire, Dan Mora sembra nato per disegnare Batman e Gotham, in qualsiasi contesto. Non importa se il suo uomo pipistrello abbia oppure no il mantello, non importa se la sua Gotham è più fluorescente e acida (quasi un richiamo ai film camp di Joel Schumacher): la capacità dell’artista di narrare attraverso pagine dinamiche e dettagliate, la propensione alla costruzione di un dinamismo costante e un tratto possente e qui ancora più sporco, in cui si rivedono echi di Sean Gordon Murphy e, in alcune espressioni, di Greg Capullo, fanno di Dark Detective una delizia per gli occhi, impreziosita dal sempre eccelso lavoro di Jordie Bellaire, capace di far assaporare l’elettricità e il pericolo di una città futuristica attraverso una tavolozza che va da colori accesissimi ad altri crepuscolari.
In coda, interessante ritorno per Cole Cash, in arte Grifter: Matthew Rosenberg crea una storia interessante e divertente, animata dalla classe e dalla potenza di Carmine di Giandomenico che da solo vale il prezzo del biglietto.
Emilio Cirri

Future State – Swamp Thing #1

Future State - Swamp Thing 1C’è una stana, decadente, poetica nella sceneggiatura realizzata da Ram V per questa miniserie inserita nel ventaglio di proposte dell’evento DC – Future State, linea editoriale che pone l’accento su di una futura generazione di eroici super umani, con lo scopo di proporre albi che possano rinnovare e portare nuova linfa nel multiverso fumettistico di Batman & Co.
Swamp Thing, la creatura della palude, lascia qui realmente il segno assurgendo a figura mitica, capace di attraversare il tempo e le epoche, in qualità di protettore del Verde: la forza che sottende al regno vegetale. Entità semidivina dalla forma e contenuto metafisico, la nostra Cosa della Palude muove i suoi passi in un periglioso mondo apocalittico fatto di città abbandonate, ricordando e narrando al lettore la storia dell’umanità che abitava quei luoghi e la vastità del pianeta Terra.
Attraverso una prosa avvolgente, non priva di drammaticità e di coralità, Ram V costruisce un racconto che pone spesso l’accento sui comprimari, illuminandone carattere, volontà e desideri scavando fino a mettere a nudo le loro radici e personalità. Citando apertamente la Lezione di anatomia di Alan Moore e Steve Bissette, la sceneggiatura strizza l’occhio al ciclo narrativo che negli anni ‘80 ha rivoluzionato il personaggio di Swamp Thing, rievocandone il mood attraverso inserti grafici che paiono estratti da fantastici libri di botanica. Diagrammi e schede che mostrano al lettore l’intricato design della struttura corporea degli esseri vegetali, protagonisti della storia, creati ad imitazione degli esseri umani. Un vero tocco di classe per gli appassionati di vecchia data che riesce a catturare anche l’attenzione dei nuovi lettori, dando affidabili coordinate sul personaggio e sulla sua specifica natura.
La citazione cinematografica del Pianeta delle scimmie che muove dall’affascinante immagine di una Statua della Libertà in totale declino posta all’inizio dell’albo, scava poi ulteriormente nei ricordi del lettore richiamando suggestioni da personalissimi cassetti della memoria. Il racconto, così concertato, sembra atteggiarsi ad opera seminale che possa far salire al personaggio un ulteriore gradino della scala evolutiva fumettistica.
Di indubbio impatto emotivo risultano essere anche i disegni di Mike Perkins, aperti alle giuste contaminazioni dei suoi illustri predecessori impegnati sul personaggio. Elementi del racconto per immagini di Steve Bissette e Bernie Wrightson si amalgamano alla perfezione con le linee spesse ed espressive di Perkins che vince la sfida, riuscendo a donare spessore e personalità alle diverse creature vegetali che conosciamo in questa prima uscita. La realistica definizione della desolazione del mondo apocalittico nel quale i personaggi sono costretti ad agire, dimostra poi una particolare attenzione per i dettagli ed un solido talento espressivo.
Sviluppando un racconto con chiari riferimenti a classici fumettistici e cinematografici, Ram V compone una partitura non priva di personalità ed intensità, dalla quale traspare una vera vocazione di narratore. Grazie a un cast intrigante, composto da individualità ben definite, riesce a gettare nuova luce sul personaggio di Swamp Thing, proponendolo al lettore un’interpretazione nel segno del rinnovamento che porta a germogliare alcuni semi gettati da Moore negli anni ‘80 in occasione della ridefinizione dello status del personaggio.
Ferdinando Maresca

Future State – Greeen Lantern #1

Future State - Green Lantern 1Il tema portante del primo numero di Future State: Green Lantern, che fa da filo conduttore attraverso le tre storie in esso contenute, è una riflessione sull’eroismo. Su come non siano i costumi sgargianti o i poteri sovrumani a rendere le persone eroi ma lo spirito di abnegazione e il senso del dovere insiti in ognuna di loro. Tre storie di Lanterne Verdi che, dopo l’improvviso spegnimento della batteria del potere centrale, anche private dei loro poteri non si tirano indietro di fronte a minacce apparentemente insormontabili.
La prima storia, scritta da Geoffrey Thorne, è la più corposa e quella che costituisce il filone narrativo principale ma in realtà è anche la meno interessante. Incentrata sul personaggio di John Stewart e sul suo tentativo, assieme a un manipolo di compagni, di contrastare le forze conquistatrici dei Khund su un remoto pianeta, è il segmento più denso d’azione e riesce divertire grazie a un ritmo incalzante ma cade vittima di una certa prevedibilità della narrazione.
Ryan Cady racconta poi le peripezie di Jessica Cruz, impegnata a difendere una casa di settore delle Lanterne Verdi dall’irruzione di alcuni membri del Sinestro Corps. In un contesto piuttosto peculiare, che richiama il filone home invasion della narrativa di genere thriller, è particolarmente intrigante osservare la crescita a cui la giovane protagonista è andata incontro. La ragazza con problemi di ansia che i lettori ben conoscono è infatti divenuta ora una risoluta emula di John McClane, pronta a disfarsi dei nemici, uno per uno, con fermezza e ingegno.
Infine, in una storia scritta da Ernie Altbacker, Guy Gardner si ritrova bloccato su un pianeta popolato da individui completamente privi di spirito critico, dove imperversa una sanguinosa faida religiosa tra due fazioni rivali. Scopo del nostro eroe, dunque, è quello di placare gli animi e far cessare le ostilità. Non una minaccia di carattere fisico ma ideologico, dunque, quella che Guy deve affrontare, in una storia che, con piglio leggero e satirico, vuole evidenziare l’insensatezza e i pericoli delle ideologie estremiste, con quanta facilità queste riescano a plasmare le menti più malleabili e come, in realtà, la ragione e il buon senso siano inutili con chi ne è già stato indottrinato.
Per quanto riguarda i disegni, Tom Raney riempie le tavole della prima storia di dettagli ma il suo tratto può apparire in qualche occasione involontariamente caricaturale. Sami Basri riesce a conferire alla disavventura di Jessica un’azzeccata atmosfera claustrofobica e a sottolineare con efficacia il dinamismo dell’azione. Clayton Henry, per finire, adotta un tratto più disadorno e meno armonico ma in grado di dare grande espressività ai personaggi, in particolare al protagonista.
Marco Marotta

Future State – The Flash #1

Future State - The Flash 1Future State, la futurisitica e futuribile iniziativa nata dalle ceneri del recente Death Metal, non poteva non dedicare una miniserie al velocista scarlatto di casa DC.
Future State: The Flash #1, a opera del team Brandon Vietti e Dale Eaglesham, vede la Flash Family impegnata oltre che nei classici scontri con i Rogue, anche con il salvataggio di Wally West; l’erede di Barry Allen, che negli ultimi anni ha subito diversi sconvolgimenti e Crisi, sembra non riuscire a trovare pace neppure in questo (ipotetico?) avvenire, patendo l’ennesimo effetto collaterale della forza della velocità.
I difetti principali di quest’albo principalmente sono due: il primo è il fatto di essere molto lento nella narrazione, mancanza anacronistica per un personaggio come Flash, non lasciando mai il lettore curioso o in attesa del prossimo colpo di scena o di una nuova versione alternativa di un personaggio, sia esso uno dei protagonisti, un nemico o un nuovo personaggio ideato per l’occasione; oltretutto essendo Future State una miniserie in due albi, l’aver gestito male i ritmi narrativi già del primo non è di buon auspicio per il proseguimento – e già conclusione – dell’avventura.
La seconda, e forse anche più grave mancanza, è che di “Future” in questo “State” ce n’è molto poco: la vicenda imbastita da Vietti è quanto di più classico i lettori possano aspettarsi e in questo non aiutano i disegni di Eaglesham (colorati da Michael Atiyeh) che sono profondamente ancorati alla visione del personaggio degli anni ’90 e dei primi 2000; tutto, dalla costruzione delle tavole all’ideazione grafica dei vari gadget, sembra essere presa di peso dal celebre ciclo di Mark Waid sul personaggio iniziato nel post-Crisi sulle terre infinite.
Una falsa partenza per Flash, ed è un peccato visto che è forse l’eroe DC più avvezzo a viaggi nel tempo e futuri incredibili, ma avrà ancora la possibilità di riscattarsi a fine gara il mese prossimo o al più tardi a marzo con il “vero” rilancio della serie regolare ad opera di Jeremy Adams e Brandon Peterson.
Emanuele Emma

Di seguito, le copertine degli altri albi del Future State.

Per questa puntata è tutto. Vi diamo appuntamento al 27 gennaio 2021 con First Issue #77, una puntata speciale dedicata ad Harsh Comics, un progetto supereroistico tutto italiano.
Stay tuned!

 

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