Il martedì e il mercoledì in USA sono i giorni dedicati all’uscita dei nuovi albi a fumetti, molti dei quali sono numeri di esordio di serie e miniserie, i first issue.
First Issue è la rubrica de Lo Spazio Bianco dedicata ai nuovi numeri uno in uscita negli States! In questo episodio #71 ci occupiamo di alcune delle novità uscite mercoledì 14 e 21 ottobre 2020.
Marvel Comics
Di seguito, le copertine delle altre novità della Marvel Comics.
DC Comics
Di seguito, le copertine della DC Comics.
Image Comics
Nella sua nuova serie per Image Comics, Rick Remender sceglie un classico della narrazione d’avventura: prendere una fonte di grande potere e metterla in mano alla persona meno adatta per poterla gestire. Così entra in scena Ernie Ray Clementine, eroinomane, sessista, bifolco, politicamente scorretto: in pratica, uno scumbag, un rifiuto, un reietto, un cafone, uno scarto della società, forse anche uno stronzo, se si prendono in rassegna tutte le possibili traduzioni di questo termine. E quando Ernie è al suo punto più basso, mentre si fa una dose comprata con soldi rubati alla beneficienza e se la sta facendo addosso in mezzo a una strada, viene in possesso di una dose di qualcosa di ben più potente, lasciato cadere durante la lotta tra due agenti segreti.
In questo primo numero Remender presenta unicamente il personaggio, lasciando allo svolgimento della trama circa un terzo del numero, che si chiude con un crescendo di azione e misteri. Il focus è tutto su Ernie, personaggio forse eccessivamente stereotipato e forse talmente esagerato da essere plausibile: il lettore non può immedesimarsi in lui, forse non può provare nemmeno pena oltre al disgusto, eppure si lascia affascinare da lui e dal modo in cui viene introdotto da un narratore onnisciente che mette in risalto tutte le bassezze di Ernie, lasciando però intravedere anche qualcosa in più.
Remender dà il meglio di sé con una prosa frizzante e battute fulminanti, talmente buone da conquistare e far soprassedere agli sviluppi tipici della vicenda. Oltre a questo, lo scrittore fa intravedere la volontà di esplorare un po’ anche l’ambiente in cui Ernie si muove, quello degli ultimi della società statunitense.
Lewis Larosa, con il suo tratto iperdettagliato, quasi fotorealistico, ma che si concede costantemente sconfinamenti nel mondo del distorto e del fantastico, fa uno splendido lavoro di sintesi tra illustrazione e storytelling: non solo le singole pagine sono splendide da guardare e riguardare, ricche di dettagli e capaci in un sol colpo di creare una ambientazione reale e vivida, di cui si possono sentire odori e sapori (spesso ripugnanti), ma riesce anche a creare sequenze dinamiche e sempre leggibili, in cui l’azione scorre in maniera fluida e coinvolgente.
Moreno Dinisio sfrutta una tavolozza molto ampia per sostenere le sfumature del disegnatore, caratterizzando ambienti chiusi e multicolore, divisi tra il mogano, giacche di pelle e lingerie sgargianti e decadenti, ambienti aperti urbani fatti di cemento e asfalto in cui si muovono superspie dagli abiti di splendenti colori primari. I due raggiungono il massimo nella rappresentazione del protagonista, un uomo davvero di altri tempi, in cui ogni curva del volto, ogni dente dissestato, ogni toppa su un giubbino smanicato di jeans raccontano una storia.
Scumbag potrà essere una storia già detta e ridetta, con un personaggio troppo sopra le righe, con tutti i “tic” narrativi tipici di Remender. Magari il segno non potrà piacere e apparire troppo illustrativo. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, molto probabilmente Scumbag si rivelerà anche una serie divertente come poche altre in questo momento.
Emilio Cirri
Image Comics ha anche pubblicato il primo numero della nuova serie creata da Steve Orlando e da Davide Tinto, Commanders in Crisis. Noi avevamo avuto la possibilità di leggere l’albo in anteprima e ne abbiamo scritto in questa puntata di First Issue Presenta.
Inoltre abbiamo intervistato sia Steve Orlando che Davide Caci, Davide Tinto e Francesca Carotenuto, tutti membri di Arancia Studio, lo studio italiano che c’è dietro questa nuova serie supereroistica.
Di seguito la copertina dell’altra novità Image Comics.
Altri editori
Il mondo come lo conosciamo non esiste più, l’umanità è stata spazzata via da cambiamenti climatici e da guerre devastanti, e pur riuscendo a rialzarsi e creare città rifugio all’avanguardia (le cosiddette 9 Sorelle), un oscuro messaggio dal cielo avverte gli esseri umani che il mondo verrà distrutto. Ma con la disperazione arriva anche la speranza: insieme a questo dispaccio extraterrestre giungono sulla terra delle capsule contenenti 5000 braccialetti per salvare altrettanti bambini e, con loro, il futuro degli uomini.
Ha così inizio il viaggio di Tala, Hototo, Humbo, Alice e altri superstiti in questo primo numero di We Live, serie creata dai Miranda Brothers (Inaki, già autore di molte storie per DC Comics, e Roy, cantante hip hop e produttore creativo) per Aftershock, casa editrice sempre più dinamica e attiva nel mercato USA.
Una storia che inizia con tutto quello che dovrebbe avere una “first issue” che si rispetti: un’idea semplice e precisa, che affonda nei classici stilemi del racconto fantascientifico post-apocalittico ma che inserisce particolari freschi e accattivanti; una narrazione chiara, dal ritmo mai lento, in cui la presentazione del mondo e dei personaggi si accompagna in maniera organica allo sviluppo dell’azione e ai colpi di scena; una serie di misteri ed elementi narrativi già lasciati lungo il cammino, capaci di incuriosire il lettore e farlo continuare nell’avventura.
Il lavoro dei due fratelli è particolarmente apprezzabile nella fase di world-building e di definizione dei protagonisti, a cui ci si sente subito legati sia a livello emotivo che a livello grafico: il character design è attento e approfondito, ricco di dettagli e di sfaccettature che caratterizzano ogni personaggio (l’outfit da supereroe tecnologico del tenero Hototo, la misteriosa possenza di Alice, lo psichedelico look da eremita bellicoso del vecchio Simon), tutte esaltate dai colori squillanti e pieni di energia di Eve De La Cruz.
Lo stile di Inaki Miranda è variegato e ricco, fatto di linee sinuose e piene nel rappresentare i bambini e più aguzze e dure quando si tratta degli adulti, capace di rappresentare i momenti più dinamici con inquadrature sghembe e linee allungate, per poi farsi più contemplativo e concentrato nei momenti più intensi e focalizzati sui personaggi. L’artista attinge a varie fonti, si possono individuare eco del Nick Dragotta di East of West, momenti horror presi da Charlie Adlard, ma anche artisti più legati al mondo del fumetto per bambini e ragazzi di casa BOOM! Studios, con una strizzatina d’occhio al mondo dei Funko Pop negli inserti dedicati ai messaggi istituzionali che fungono da elemento di spiegazione del mondo senza mai trasformarsi in spiegoni.
Tutte queste influenze si uniscono insieme e raggiungono il risultato migliore nella rappresentazione dei paesaggi e del mondo di We Live; un mondo pulsante e verosimile, realizzato nel minimo dettaglio per essere convincente e coinvolgente, creando un’esperienza immersiva che è supportata dall’inclusione di alcuni QR codes in alcune pagine del fumetto: inquadrandoli sul proprio smartphone si può accedere a un canale Youtube contenente la colonna sonora del fumetto (realizzata da Elhombreviento e Mario “Gonzo” Lorente) e alcuni video integrativi alla storia. Un’altra piccola idea che rende questo fumetto una lettura piacevole e stimolante.
Emilio Cirri
Il ciclo di Dune è, insieme al ciclo della Fondazione di Isaac Asimov e al ciclo di Hyperion di Dan Simmons, uno dei pilastri e delle perle narrativi su cui si poggia il genere fantascientifico. L’opera dello scrittore Frank Herbert, insieme alle altre due citate, è però anche una sorta di sfida infinita in cui altri media si cimentano nel tentativo di adattarla a linguaggi diversi da quello nativo, in primis il cinematografico.
Dopo che negli anni ’70 del secolo scorso Alejandro Jodorowsky, affiancato dal sodale Moebius, tentarono invano un primo adattamento cinematografico dei libri di Herbert, in quella che è diventata una leggenda del mondo del cinema, all’inizio degli anni Ottanta David Lynch riuscì nella trasposizione su pellicola delle vicende delle dinastie Atreides e Harkonnen su Arrakis, il pianeta desertico chiamato Dune dalla sua popolazione, i Fremen.
Denis Villeneuve, uno dei più visionari registi contemporanei, è l’ultimo in ordine di tempo che ha deciso di cimentarsi con Dune, con un primo capitolo cinematografico che avrebbe dovuto arrivare alla fine del 2020 ma che la pandemia ha postposto fino all’ottobre 2021.
Gli appassionati della saga possono però parzialmente consolarsi, se lettori di fumetto, con l’arrivo di Dune – House of Atreides pubblicato da BOOM! Studios.
La miniserie adatta a fumetti il Preludio a Dune, un trittico di romanzi che il figlio di Herbert, Brian e il romanziere Kevin J. Anderson, scrissero basandosi su alcuni appunti lasciati dallo stesso Herbert per storie ambientate prima del ciclo originario.
Sono gli stessi Brian Herbert e Anderson a scrivere la sceneggiatura del fumetto che in questo albo d’esordio concentra la sua attenzione su tre personaggi cardine della saga: il barone Vladimir Harkonnen, il planetologo Pardot Kynes e il giovane duca Leto Atreides, padre di colui che è il protagonista del ciclo, Paul Atreides.
Il disegnatore Dev Pramanik e il colorista Alex Guimaraes attingono a piene mani all’universo iconografico degli adattamenti cinematografici della saga, rimescolando la loro interpretazione però in modo originale e inedito. Colori sgargianti, abiti dalla foggia militare, ambientazioni a metà tra fantasy e fantascienza: su questi elementi i due artisti creano le loro tavole e che proprio in questi elementi vedono i loro punti di forza.
La storia, tripartita per seguire le vicende dei tre protagonisti può invece lasciare confusi i neofiti che mai si sono avvicinati ai libri del ciclo, mentre per gli appassionati vedere una nuova interpretazione grafica dei personaggi è un ulteriore stimolo a rileggersi i sei romanzi scritti di Frank Herbert e gli altri sei scritti dal figlio e da Anderson, per far passare più velocemente questo anno che ci separa dal nuovo film.
David Padovani
Per Red Sonja e Vampirella è giunto nuovamente il momento di incontrarsi, o meglio giungerà. Ma non saranno sole. Infatti, al loro fianco si schiereranno altri personaggi della Dynamite, come John Carter di Marte e Peter Cannon, alias Thunderbolt. Perché il verbo al futuro? Perché, sebbene sia evidente che l’unione sia alla base della nuova miniserie, l’evento e crossover Die!namite si apre senza che i grossi calibri in questione si incontrino. Il primo capitolo dei cinque previsti presenta scenari e protagonisti, ma lascia da parte qualsiasi sviluppo, per concentrarsi esclusivamente nella disposizione delle pedine sulla scacchiera. Una scacchiera ampia, dato che prevede lo spazio, il pianeta rosso e la Terra.
Gli sceneggiatori Declan Shalvey e Fred Van Lente scrivono dialoghi semplici con un registro informativo, senza esagerare con la prolissità e senza sbottonarsi più del dovuto. L’attesa per l’evolversi della trama non manca, ma si basa sul coinvolgimento degli eroi della casa editrice, con il loro carisma e il fascino suscitato dalla loro scontata collaborazione, piuttosto che su un sussulto, su qualcosa che consenta di promuovere l’intreccio dell’albo d’esordio. Tuttavia, la delusione è solo parziale, perché le matite di Vincenzo Carratù e Justin Mason regalano tavole movimentate e figure energiche e scattanti.
Il tratto rispetta ed esalta l’iconicità di Sonja e di Vampirella, entrambe calate in contesti accattivanti anche dal punto di vista estetico: le architetture di una civiltà precolombiana e un’astronave guidata da un anziano e pittoresco capitano. Kike J. Diaz riesce a trasmettere la variazione di atmosfera nel passaggio da un ambiente all’altro, adattando la palette in modo versatile e attento.
Dunque l’auspicio per il prosieguo di Die!namite è che la qualità dei disegni rimanga costante e che si alzi quella dei testi.
Federico Beghin
Di seguito, le copertine delle altre novità.
Per questa puntata è tutto. Ci ritroviamo l’11novembre 2020 con First Issue #72 e, prima, mercoledì 4 novembre con una puntata di First Issue Presenta dedicata alla AWA, una novella e intraprendente casa editrice.
Stay tuned!
[Un ringraziamento al nostro Paolo Garrone, che cura la gallery delle cover sulla pagina Facebook de Lo Spazio Bianco per ogni puntata di First Issue.]