First Issue #7 – Le novità a stelle e strisce

First Issue #7 – Le novità a stelle e strisce

Nuovo appuntamento con "First Issue", la rubrica che presenta le nuove uscite del panorama fumettistico statunitense arrivata alla settima puntata.

Ogni mercoledì in USA esce quasi un centinaio di albi a fumetti, molti dei quali sono numeri di esordio di serie e miniserie, i first issue.
First Issue è la rubrica bisettimanale de Lo Spazio Bianco dedicata ai nuovi numeri uno in uscita negli States! Allacciate le cinture e preparatevi a un nuovo viaggio nel variegato e produttivo mondo del fumetto americano: in questa settimana puntata, prima della pausa estiva, prenderemo in esame le (poche) nuove uscite che sono state pubblicate il 19 e il 26 luglio.

Marvel Comics

La Casa delle Idee in queste due settimane appena passate ha dato alle stampe un solo nuovo numero uno. Si tratta del “ritorno” di un’altra delle testate mutanti, Astonishing X-Men, che ha letto per noi Marco Marotta e della quale trovate di seguito la recensione.

Astonishing X-Men #1

I telepati in ogni parte del globo stanno morendo, vittime di quello che sembra essere un poderoso attacco psichico su vasta scala. Quando lo stesso destino sta per toccare anche a Psylocke, la ragazza riesce a mandare una richiesta di aiuto a un manipolo di X-Men, i quali si precipitano al salvataggio della loro amica. Charles Soule non perde tempo in preamboli e getta subito il pubblico nel vivo della storia, creando una narrazione intrigante che riesce a catturare l’attenzione del lettore. Fin dalle prime pagine, deputate a veloci presentazioni dei vari protagonisti, e per buona parte dell’albo la vicenda è scandita da un ritmo serrato e vivace. Ritmo che però va dilatandosi nella parte finale, quando il brio dell’azione cede il passo a una sequenza abbastanza flemmatica, in cui ci si ritrova in balia di spiegoni e dialoghi un po’ troppo logorroici. Decisamente convincente la caratterizzazione dei personaggi, che l’autore riesce efficacemente a tratteggiare sotto il profilo caratteriale e dei rapporti interpersonali. I disegni di Jim Cheung convincono anch’essi, grazie alla dinamicità che sono in grado di incanalare e alla dovizia di dettagli. Il disegnatore riesce inoltre a rendere alla perfezione tanto l’espressività dei vari protagonisti, quanto la magniloquenza delle scene d’azione. A complemento dei disegni c’è la colorazione di Richard Isanove e Rain Beredo, che si avvale di un efficace contrasto di chiari e scuri e si adatta perfettamente allo stile di Cheung.

Vale la pena di spendere due righe per la nuova iniziativa che Marvel Comics ha messo in campo in sinergia con Comixology, con in lancio di una serie di fumetti in esclusiva per la piattaforma digitale. Si parte con Immortal Iron Fists #1 di Kaare Andrews: l’autore torna sul personaggio riprendendolo da dove aveva lasciato e approfondendo il rapporto tra Daniel Rand e la giovane Pei, nuova detentrice del pugno d’acciaio. Un buon primo numero, dove azione e introspezione sono bilanciate meglio rispetto alla precedente miniserie, soprattutto nell’interazione tra i due protagonisti.

Image Comics

Sono tre gli esordi presentati negli ultimi quindici giorni dalla Image.
Greg Rucka ci presenta Lazarus X+66 #1, un albo che contiene la prima di sei storie separate e che fa da preludio alla futura sesta storyline della serie, Fracture. Rucka torna su una delle migliori testate Image degli ultimi anni, espandendone l’universo e focalizzandosi su uno dei personaggi della serie principale.  Lo sceneggiatore si dimostra come sempre molto abile nel narrare scenari di guerra, in particolare l’addestramento ferreo dei “Daggers” e i disegni di Steve Lieber, sebbene lontano da una delle sue migliori prove, riescono a rendere molto bene la durezza delle scene di combattimento e di sofferenza delle truppe.

Arriva anche Moonstruck, la prima serie Image di una delle creatrice di Lumberjanes: ecco la recensione di Emilio Cirri.

Moonstruck #1

Prendete un mondo fantastico, simile al nostro ma popolato da esseri incantati quali centauri, meduse e lupi mannari, ambientateci un teen drama romantico, mischiate tematiche LGBT, avventura, sapiente ironia e a disegni “carini e coccolosi” ed otterrete Moonstruck, nuovo fumetto di Grace Ellis, ideatrice del successo editoriale Lumberjanes, e Shae Beagle, esordiente nel mondo dei comics statunitensi.
La Ellis crea una storia dal buon ritmo narrativo, che si regge sulle caratterizzazioni accurate dei personaggi e le loro interazioni, senza dimenticare di aggiungere un pizzico di mistero per stimolare la curiosità del lettore, ma soprattutto senza tralasciare alcun elemento che possa far presa su un pubblico adolescenziale e femminile (trame romantiche, equità di genere, tematiche omosessuali e drammi della pubertà). Da questo punto di vista, Moonstruck si inserisce in un filone diventato maistream negli ultimi anni, rimanendo su binari sicuri e poco avventurosi, per creare prima di tutto un prodotto commercialmente appetibile.
Alla riuscita dell’albo contribuiscono le doti della matricola Shae Beagle, che si dimostra brava nell’impostare la narrazione con uno storytelling ben ritmato e arioso, frutto di un tratto chiaro, definito, sinuoso, capace di dar vita ad un mondo fantastico volutamente “puccioso”, ma anche ricco di piccoli particolari più realistici e quotidiani, capaci di coinvolgere il lettore. L’uso di una tavolozza fatti di colori caldi e di chiaroscuri permette di accentuare i momento drammatici così come quelli più leggeri e divertenti. Un esordio convincente ed equilibrato per un fumetto che forse non piacerà a tutti, ma che sicuramente attirerà il pubblico di riferimento per cui è stato creato.

Di Generation Gone #1, scritta da Ales Kot per i disegni di Andre Aruju ci parla Simone Rastelli.

Generation Gone #1

Tre ragazzi si stanno allenando per hackerare la Bank of America: si infiltrano nei sistemi informatici del DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency for National Security) e immaginano che cosa faranno con tutti i soldi che riusciranno a rubare. Elena aiuterà la madre malata di cancro e pagherà mutui e debiti; Baldwin aiuterà la causa dell’eguaglianza razziale, mentre Nick non lo rivela o semplicemente non lo sa. Tre personalità distinte, con visioni della vita ben diverse, che vengono coinvolte a loro insaputa in un esperimento pilota per un sistema di generazione della realtà in corso al DARPA.
Questo il setting di Generation Gone di Ales Kot, che richiama vagamente il suo immaginifico The Surface e che si annuncia da subito molto ambizioso, poiché lo spunto fantascientifico è evidente leva dei conflitti fra le personalità dei protagonisti, tutte tratteggiate con poche sfumature. Non ci aspettiamo quindi solo un intreccio serrato ma anche un’esplorazione di psicologie e relazioni di potere. Ben sostenuto dall’interpretazione visuale (da segnalare non solo l’espressività dei volti, ma anche certi cambi di prospettiva, che comunicano un senso di instabilità emotiva prima ancora che fisica), questo primo numero definisce un’atmosfera plumbea e oppressiva, costruita attraverso l’alternarsi di dialoghi densi e scene quasi sospese nel silenzio.
Aspettative alte, quindi, pur ricordando che in altri casi (vedi Secret Avengers) Kot non è riuscito a dare un finale all’altezza delle ambizioni mostrate dal racconto.

Dark Horse Comics, Valiant Comics e Dynamite Entertainment

In Dark Horse arriva la nuova miniserie dedicata al Bureau for Paranormal Research and Defense che gli appassionati di Hellboy ben conoscono. BPRD – The Devil you know #1 è l’albo #148 dedicato al gruppo di eroi creati da Mike Mignola che, come al solito su questa serie, si occupa della sola scrittura, lasciando i disegni a Lawrence Campbell e le copertine a Duncan Fegredo.

Valiant Comics il 26 luglio ha fatto uscire Faith & the Future Force #1 (di 4),  miniserie evento dell’estate Valiant, firmata da Jody Houser (Mother Panic) con i disegni di Stephen Segovia (Ninjak) e del veterano Barry Kitson. La storia avrà come protagonista la supereroina di Los Angeles affiancata da una serie di eroi del presente e del futuro. Un primo numero in cui gli autori sembrano essere troppo frettolosi, nonostante la buona capacità di creare aspettativa per il mistero che sta distruggendo lo spazio-tempo.

In casa Dynamite Entertainment fa il suo esordio una nuova miniserie dedicata alla spia britannica per eccellenza, James Bond. Andrea Gagliardi ha letto per noi James Bond – Kill Chain #1 (di 6) e ce ne parla di seguito.

James Bond Kill Chain #1

Torna su James Bond il team creativo di Hammerhead. Andy Diggle e Luca Casalanguida danno il via a questa nuova miniserie in cui vediamo Bond confrontarsi con la bella Ryka Van De Havik, agente corrotto dell’MI6.
Diggle si affida al campionario degli standard bondiani (auto sportive, motoscafi, femme fatale, neonazisti, whiskey ecc…) per imbastire un primo numero ricco di sfumature e sottointesi che lasciano aperte molte domande. Una su tutte: “Chi è questa Ryka Van De Havik?”. In questo primo numero si direbbe che il nostro 007 preferito sia particolarmente coinvolto da questa donna che riesce a turbarlo più di quanto non abbiano fatto altre Bond Girls in passato.
Casalanguida lavora in buona sintonia con lo scrittore optando per uno stile essenziale ricco di neri pieni e pennellati modellando un Bond riconoscibilissimo pur non rifacendosi ai volti degli attori che hanno reso celebre il personaggio. Dalle sue mani passa la regia di un albo dal forte taglio cinematografico, ricco di vignette doppie, e un layout che si adatta alle esigenze della storia.
L’episodio scorre veloce e senza particolari pause lasciando il lettore in attesa del prossimo.

Sempre per Dynamite da segnalare l’uscita di Betty Page #1, serie dedicata alla famosa e bellissima pin-up degli anni ’50. Le avventure narrate nella serie si svolgono dietro le quinte della Hollywood di metà Novecento, scritte da David Avallone per i disegni di Colton Worley e una pletora di copertine (come è consuetudine della casa editrice) tra le quali spicca quella di Terry Dodson.

BOOM! Studios, IDW Publishing, Lion Forge, Titan Comics e Storm King Production

BOOM! Studios fa esordire la serie Sisters of Sorrow di cui ci parla il nostro Federico Beghin.

Sisters of Sorrow #1

La bella copertina di Jae Lee non deve trarre in inganno: con Sisters of sorrow #1 le suore non c’entrano, nemmeno la misericordia. Kurt Sutter e Courtney Alameda raccontano una storia di  vendetta, intesa come l’unico mezzo per ottenere giustizia, quando perfino la polizia si macchia dei peggiori delitti e resta impunita.
Dopo aver visto una loro amica uccisa dall’ex marito, quattro donne decidono di passare all’attacco: il primo bersaglio è un poliziotto, reo di aver causato la morte della figlia di Dominique, il fulcro del gruppo di vendicatrici.
Gli sceneggiatori non si dilungano, riassumendo il passato con poche frasi contenute nei balloon, per lasciare spazio al rapido susseguirsi dei fatti. Infatti, in una ventina di pagine assistiamo a due omicidi, a un interrogatorio, all’addestramento delle donne e al loro battesimo del fuoco, con tanto di inseguimento tipico dei film d’azione. In quest’ultima sequenza si apprezza il contributo del colorista Jean-Paul Csuka, che utilizza tinte acide per accentuare il movimento dei veicoli in corsa. Nelle altre vignette, i colori ispessiscono il tratto spigoloso e deformato di Hyeonjin Kim. Il disegnatore raffigura volti sempre molto tesi, rendendo palpabile l’assenza di serenità nell’animo delle protagoniste.
Il fumetto si segnala proprio per l’atmosfera opprimente e violenta, unita al ritmo che non dà respiro, manifestando però un bassissimo tasso di originalità, tanto nell’idea di base quanto nella (scarna) caratterizzazione dei personaggi.

Sempre BOOM! Studios presenta Saban Go Go Power Rangers #1 di Ryan Parrot e Dan Mora: secondo mensile dedicato al live action degli anni ’90 e ambientato poco tempo dopo la nascita del gruppo. Un primo numero che si dimostra all’altezza del grande successo della testata principale (Mighty Morphin), grazie ad un sapiente mix di avventura, interazioni tra i personaggi e disegni curati, dinamici e brillanti.

Per IDW Publishing arriva Time and Wine #1 letto da Simone Rastelli e da lui analizzato.

Time & Wine #1

Time & Wine di Thom Zahler è un racconto di viaggi nel tempo e malinconie. Protagonisti delle vicende una cantina che contiene vini in grado di portare chi li beve indietro nel tempo, al loro anno di imbottigliamento; il proprietario, Jack Cadell, che la apre a chi ha bisogno di uscire dalla quotidianità, e una professoressa di storia, Megan Howe, che accetta l’invito a un’estate di esplorazioni nel passato e diventa la sua “companion”.
La serie si presenta contraddistinta dall’attenzione a piccole storie e sentimenti privati, mostrati con sobrietà e pudore. Il disegno di Zahler, lontano dal realismo, contribuisce al tono della narrazione aggiungendo un tratto ironico e leggero.
Nel primo episodio conosciamo i due protagonisti e alcuni loro dolori, che i viaggi nel passato rinnovano (Jack) o mitigano (Megan), potendo recuperare e condividere memorie delle persone care. Lettura leggera e scorrevole, questo esordio evidenzia le tipiche tematiche dei  viaggi nel tempo: la tentazione e l’impossibilità di cambiare il passato, il rischio di rimanere ancorati a ciò che è stato, il desiderio di cercare nel passato le tracce del presente entrano tutte in scene nei due brevi viaggi della coppia. Poco efficace, invece, la resa dello spaesamento di Megan, che passa dalla protesta all’accettazione senza troppi problemi. Ma, in fondo è quello che fanno anche tutti i “companion” del più famoso viaggiatore del tempo.

Lion Forge presenta ai suoi lettori un altro personaggio legato all’evento Catalyst, dopo Accell di cui avevamo parlato nella puntata #4 di First Issue. In Superb #1 David Walker e Sheena C. Howard con i disegni di Ray-Anthony Height ci raccontano le avventure di un supereroe adolescente affetto da sindrome di Down. Gli autori sono bravi nel creare un mondo verosimile, che cerca collegamenti con la nostra realtà e con personaggi ben caratterizzati e carismatici. I disegni si confermano il punto debole di questo nuovo corso supereroico della Lion, con alcune tavole che sembrano eccessivamente abbozzate e in alcuni passaggi sgraziate.

Segnalazione di merito per la Titan Comics che presenta una serie legata al franchising di Robotech, serie televisiva animata molto famosa negli anni ’80 del secolo scorso. Robotech #1 si distingue soprattutto per i nomi degli autori, con Brian Wood alla sceneggiatura e l’italiano Marco Turini ai disegni.

Storm King Production lancia una nuova linea editoriale nata dalla mente del leggendario e visionario regista John Carpenter: John Carpenter’s Tales of science fiction. Vault, prima miniserie scritta da James Ninnes e da Andres Esparza, recupera atmosfere tipiche di grandi classici cinematografici quali Alien e La Cosa, costruendo un thriller spaziale dalle forti tinte horror. Sebbene la tensione e l’atmosfera siano rese con grande efficacia, alcuni passaggi della trama risultano convulsi  e spiazzanti.

Esclusive Comixology

Torna anche il nostro Emilio Cirri con la sua lente di ingradimento sulle esclusive digitali della piattaforma Comixology, che a differenza della carta stampata, non è certo stata avara di novità nelle ultime due settimane, offrendo alcuni titoli molto interessanti.

Zombies of Oz, di James A. Ferry, spiega la storia già nel suo nome: gli zombie hanno invaso il mondo di Oz e l’Uomo di Latta parte alla ricerca di Dorothy. Ottimo ritmo e disegni di gran livello, arricchiti da una tavolozza cromatica accesa e acida, che coniuga atmosfere fiabesche con l’horror: una lettura piacevole e stimolante con cui l’autore dimostra grande maturità creativa e tecnica.
Buon esordio per Lost Souls di Kyle B. Hebert, che narra una storia di magia nera ambientata in una high school degli anni ’60: una vicenda abbastanza semplice ma raccontata con tempi narrativi giusti e un tratto nervoso e sporco ben adatto alle atmosfere della serie .
Interessante ma a tratti eccessivamente criptico il numero uno di Kayn Kourageous, storia ambientata in un mondo dove tutti hanno poteri, ma non troppo manifesti, e in cui il protagonista è tormentato da un misterioso segreto:  DS Williams è tanto bravo nell’uso del tratteggio e del bianco e nero, capace di definire corpi, espressioni e caratterizzazioni dei personaggi, quanto eccessivamente verboso e decompresso nello svolgimento della storia, che alla fine del primo capitolo resta ancora troppo oscura, seppur lasciando percepire un’affascinante potenziale di sviluppo.
Simpatico divertissement quello di Alexander Enlund, che con il suo Flying-Dog Man mette in scena una satira caustica e grottesca del mondo dei supereroi, volutamente non-sense, anche se a tratti un po’ troppo semplice e triviale.
La Amigo Comics presenta Ghost Wolf, scritto da El Torres e disegnato da JuanFra MB: una avventura fantasy ambientata al tempo degli antichi romani, in cui esseri sovrannaturali venuti dal nord si devono scontrare con una semidivinità scandinava. Seppur gli elementi del racconto siano ormai abusati nel mondo della narrativa, El Torres riesce a miscelarli bene e a sfruttare il bravo JuanFra soprattutto nelle scene di lotta più truculenta, costruendo un climax che spinge a voler leggere il proseguo della storia.
Chiudiamo con The Chair, storia splatter di Peter Simeti e Kevin Christensen ambientata in un carcere da incubo: i testi tesi e dolorosi di Simeti si sposano alla perfezione con lo stile ricco di tratteggi e chiaroscuri di Christensen, riuscendo a creare una prigione narrativa che fa provare al lettore le stesse sensazioni di claustrofobia, sporcizia e follia del protagonista.

Come vedete, stavolta siamo arrivati velocemente alla conclusione.
First Issue si ferma per la pausa estiva e vi dà appuntamento il 9 settembre con una nuova  puntata nella quale faremo un riassunto e presenteremo alcuni degli esordi più importanti avvenuti in agosto sul mercato USA, mese da sempre ricco di novità.
Stay tuned!

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