First Issue #6 – Le novità a stelle e strisce

First Issue #6 – Le novità a stelle e strisce

Sesto appuntamento con "First Issue", la rubrica che presenta e recensisce le nuove uscite del panorama fumettistico statunitense.

Ogni mercoledì in USA esce quasi un centinaio di albi a fumetti, molti dei quali sono numeri di esordio di serie e miniserie, i first issue.
First Issue è la rubrica bisettimanale de Lo Spazio Bianco dedicata ai nuovi numeri uno in uscita negli States! Allacciate le cinture e preparatevi a un nuovo viaggio nel variegato e produttivo mondo del fumetto americano: siamo arrivati alla sesta puntata nella quale prenderemo in esame le nuove uscite che sono state pubblicate il 5 e il 12 luglio.

Marvel Comics

Parche di uscite  le ultime due settimane della Casa delle Idee. Il 5 luglio ha fatto il suo esordio Deadpool kills the Marvel Universe again #1, miniserie in cinque numeri nella quale la coppia di autori dietro la prima miniserie del 2012 – Cullen Bunn e Dalibor Talajic – ripropongono una nuova delirante avventura con Deadpool nuovamente impegnato a fare una strage di supereroi e supercriminali dell’universo Marvel.

Nell’ambito delle uscite legate alla pellicola Spider-Man Homecoming – da pochi giorni nelle sale – segnaliamo Spider-Man Master Plan, uno one shot letto e recensito per noi da Federico Beghin.

Spider-Man Master Plan

Spider-Man Master Plan è una storia autoconclusiva nella quale lo sceneggiatore Robbie Thompson ricostruisce l’atmosfera del suo Spidey, la serie che ha visto protagonista un giovane Peter Parker diviso tra la scuola e le sue avventure ragnesche.
L’obiettivo della serata è andare a vedere lo show più fico del momento, concedendosi una deviazione giusto per salvare un gattino. Sembrerebbe facile ma…c’è del lavoro per Spider-Man. La criminalità di New York è in fermento, tutti i loschi individui indossano un passamontagna e diventano le pedine di un piano apparentemente perfetto.
La storia è molto semplice, come le battute inserite nei balloon, e viene subito dimenticata, non senza però aver regalato un quarto d’ora leggero e divertente. Ai toni scanzonati e al ritmo frenetico della narrazione si attagliano i disegni di Nathan Stockman, abile ad accentuare la mimica dei personaggi e a giocare con gli occhi della maschera di Spidey. La colorazione di Jim Campbell mette in risalto il costume dell’eroe, mentre volteggia su uno sfondo dalle tinte brillanti, sebbene il sole sia già tramontato.
Completa l’albo un recupero d’annata: Duel to the death with the Vulture di Stan Lee e Steve Ditko da The Amazing Spider-Man #2. Seguendo le figure affilate del disegnatore possiamo rivivere la prima apparizione dell’Avvoltoio – guarda caso il villain presente nell’ultima pellicola cinematografica -, l’esordio di Peter come fotografo per JJJ, la creazione di una nuova scorta di fluido di ragnatela e, infine, possiamo constatare che già agli albori l’Uomo Ragno avesse mille risorse.

Sempre legata all’universo ragnesco, il 12 luglio è uscito Spider-Men II #1, l’atteso seguito alla miniserie del 2012 che vedeva riuniti i due aracnidi degli universi Marvel: Peter Parker e Miles Morales. Oggi che, a seguito di Secret Wars II, l’universo degli eroi è uno soltanto, Brian Michael Bendis e Sara Pichelli iniziano a narrarci il proseguio della storia conclusasi cinque anni fa, con Peter e Miles che – pare – avranno con il Miles Morales dell’universo originario Marvel. Ottimi dialoghi e splendidi disegni per un primo numero che, di fatto, è una introduzione alla miniserie: la speranza è che Bendis riesca a mantenere tale qualità narrativa per i prossimi quattro albi.

DC Comics

Una nuova sola uscita per la DC Comics che si sta riservando i botti per un agosto che si preannuncia davvero scoppiettante con gli speciali dedicati a Jack Kirby e l’arrivo dell’evento estivo Dark Nights: Metal.
Il 12 luglio è uscito il secondo one-shot che funge da preludio alla saga, dopo The Forge di cui avevamo parlato nella quarta puntata di First Issue.
Andrea Gagliardi ha letto per noi Dark Days – The Casting e ce ne parla di seguito.

Dark Days: The Casting

Questo secondo prologo a Metal prosegue l’opera di costruzione del prossimo mega-evento di casa DC Comics già cominciata con Dark Days: The Forge. Scott Snyder e James Tynion imbastiscono ancora una volta un albo-trailer aprendo molti interrogativi che, presumibilmente, vedranno le loro risposte nei prossimi mesi. A differenza del primo capitolo però The Casting si sviluppa in maniera meno concitata e più discorsiva, gli autori rallentano un po’ e impiegano più energie nel costruire una sceneggiatura che dà più spazio a spiegazioni. Anche la gestione dei disegnatori è più organica: per buona parte dell’albo Andy Kubert, John Romita Jr e Jim Lee si alternano raccontando ognuno tre vicende separate per poi intrecciarsi in maniera più caotica nel momento in cui queste storyline si incontrano. Anche i tre stili dei disegnatori si fanno più coerenti tra loro orientandosi verso un segno più dettagliato e maggiormente descrittivo con Romita Jr a recitare la parte del leone grazie anche alle chine di Danny Miky.
Ancora una volta l’albo sembra essere orientato ai lettori che più conoscono la Storia della DC Comics, tanto è pieno di riferimenti a personaggi e vicende della complicata continuity della casa editrice. Quello che però il successo del Rebirth ha evidenziato è che la vera forza della DC Comics sta proprio nella sua Storia (con la S maiuscola) e in quella dei suoi personaggi: editorialmente e commercialmente è probabilmente questa la strada più giusta da percorrere.

Per la linea Vertigo è da segnalare l’uscita di The American Way – Those Above and Those Below #1 che, a oltre dieci anni di distanza, recupera The American Way, miniserie a suo tempo targata Widstorm e ambientata negli anni ’60 in una versione distopica degli USA. La storia è scritta sempre da John Ridley – che nel frattempo ha fatto carriera in campo televisivo e cinematografico – per i disegni di Georges Jeanty (matite) e Danny Miki (chine), con i colori di Nick Filardi. Ce ne parla il nostro Simone Rastelli.

The American Way - Those Above and Those Below #1

Focalizzato su tre personaggi – supereroi un tempo potenziati (Jason Fisher e Amber Eaton) o semplicemente sponsorizzati per azioni di propaganda (Missy Deveraux) dal Governo USA -, questo primo episodio ne delinea i profili e, mettendo a contrasto il loro passato e il loro presente, ne fa emergere con nettezza le ambiguità e i conflitti entro i quali si muovono. Da segnalare che questa definizione dello scenario si tiene ben lontana dall’effetto spiegone: scorre lungo le sei scene nelle quali è organizzato il racconto (due per ognuno dei protagonisti), tutte costruite intorno a dialoghi. E ogni discussione ruota attorno alla coerenza dei tre personaggi, alla distanza fra i loro ideali, presenti o passati, vissuti o pretesi, reali o costruiti a tavolino per le masse.
Il racconto traccia i contorni di una dissonanza etica che sembra tenere i tre protagonisti prigionieri di una propria proiezione di sé, riducendo le loro azioni a velleità e indebolendo la loro presa sulla realtà. Ognuno in un modo specifico, irriducibile a quello degli altri, vive una vita ai margini, e in funzione del Potere: manovrato (Fincher), strumentalizzato (Deveraux) o in opposizione (Eaton). Si ripetono e ripetono agli altri  che sono ciò che hanno scelto di essere, come tentando di sovrastare la perdita di senso delle loro azioni con la ripetizione continua di un mantra di coerenza, di una storia di sé che guarda al passato. È chiaro, tuttavia, che quella storia non è in grado di aiutarli per decidere/costruire il loro futuro.
A rendere più solida l’umanità dei personaggi, la loro caratterizzazione grafica, che ci offre una Missy imbolsita, un Jason dalle molte smorfie e dallo sguardo che millanta sicurezza e una Amber – al momento dei tre protagonisti la più complessa ma anche quella che (tossicodipendente per superare dolore, ricordi e stanchezza, ma l’uso della droga indebolisce i suoi poteri) corre il maggior rischio di didascalismo -, che fa intuire una bellezza passata.
Godibile autonomamente dalla serie originale, The American Way è anche interessante da leggere in parallelo ad altre serie apparse in questi ultimi mesi, che affrontano una visione distopica degli USA, quali United States of Hysteria o Calexit.

Image Comics

Anche in casa Image in questi quindici giorni appena passati non ci sono state nuove uscite, se si escludono l’uscita del numero 0 di Mage – The hero denied e il primo albo di Sacred Creatures.
Il primo albo citato contiene la presentazione del terzo e conclusivo volume della saga di Mage, un eroe dotato di superpoteri creato da Matt Wagner nel lontano 1984. Sin da allora Wagner aveva pensato di strutturare la saga in tre volumi, ciascuno composto da quindici uscite. A Mage – The hero discovered (uscito per la Comico) e Mage – The hero defined (Image Comics, 1997) si affianca adesso Mage – The hero denied, sempre in quindici uscite a partire da agosto 2017.

Sacred Creatures #1 vede l’esordio alla scrittura del disegnatore Pablo Raimondi che in questa sua serie si occupa logicamente anche della parte grafica, supportato alle chine da Klaus Janson. La storia verte sulle vicende di un gruppo di essere soprannaturali che da sempre sembrano reggere le sorti del nostro mondo.

Dark Horse Comics, Valiant Comics e Dynamite Entertainment

In Dark Horse è uscito Zodiac Starforce Cries of Fire Prince #1, serie con protagonista un gruppo di teen-ager con poteri magici scritta da Kevin Panetta e disegnata da Paulina Ganucheau.
Tornano sugli scaffali anche Sergio Aragones e il suo esilarante Groo in una nuova miniserie dal titolo Groo – Play of Gods.

Valiant Comics il 12 luglio ha fatto uscire Bloodshot’s Day Off,  numero speciale firmato da Eliot Rahal e Khari Evans dedicato a due incarnazioni dei supersoldati governativi dell’universo Valiant, Tank Man e Viet Man.

Dynamite Entertainment ci offre una nutrita serie di esordi. Iniziamo con Green Hornet’66 meets The Spirit #1, nuova miniserie nella quale Fred Van Lente con Bob Q ai disegni, fa viaggiare Green Hornet e il suo assistente Kato fino a Central City, la città dove opera l’eroe mascherato creato da Will Eisner.
Nuova miniserie in quattro numeri dedicata Justice Inc. In  The Avenger – Faces of Justice, scritta da Kyle Higgins e disegnata da Alex Shibao, il capo della Justice Inc. è accusato di un brutale omicidio e spetta al gruppo da lui guidato scoprire se è davvero colpevole di quanto l’FBI dichiara.
Arriva sugli scaffali anche Ash vs The Army of Darkness #1 di cui ci parla Marco Marotta.

Ash Vs. The Army of Darkness #1

Prendendo il via da dove il film L’Armata delle Tenebre si era concluso, questa serie (nata sull’onda del successo del serial tv in onda sul canale Starz Ash Vs. Evil Dead, come chiaramente esemplificato dall’assonanza nel titolo), vede il nostro Ash Williams venire licenziato dall’S-Mart in cui lavorava, solo per essere immediatamente richiamato all’azione da una donna che lo implora di indagare su alcuni inquietanti fenomeni che stanno avendo luogo nella scuola superiore dove lavora.
Dopo un numero 0 utile a illustrare gli antefatti della vicenda, gli sceneggiatori Chris Sims e Chad Bowers non perdono tempo con questo primo numero e ci mostrano subito l’istrionico protagonista alle prese con il suo nuovo ruolo di docente “sotto copertura”. Un merito del fumetto è quello di riuscire a centrare appieno lo spirito del personaggio; la spacconeria e l’esuberanza che lo contraddistinguono sono qui riprodotte alla perfezione, grazie a dialoghi arguti e in linea con la visione raimiana del personaggio.
Vedere Ash nelle vesti di professore di liceo è esilarante esattamente come ci si aspetterebbe e i momenti in cui interagisce con i suoi studenti sono i più spassosi di tutto l’albo. Purtroppo a tutto il resto non è stata riservata la medesima cura.
La storia che si dipana in questo first issue è estremamente banale e anche lo scontro finale con la nuova tipologia di deadite, benché sia una simpatica variazione sul tema, appare tutt’altro che memorabile. Non si salva nemmeno la blanda caratterizzazione degli altri personaggi coinvolti, soprattutto della comprimaria. Infine, nota dolente anche per i disegni di Mauro Vargas, il cui tratto caricaturale appare fin troppo frettoloso e grossolano.

Continua anche lo sfruttamento di titoli derivanti dal franchising Atari e il 12 luglio è uscito Centipede #1, basato su un classico videogioco della storica piattaforma e scritto da Max Bemis per i disegni di Eoin Marron.
Skin & Earth #1 è invece una serie fantasy scritta dalla cantante pop canadese Lights che accompagna l’uscita del suo quarto album – omonimo del fumetto – prevista per il prossimo autunno.

Aftershock Comics, Black Mask, BOOM! Studios, IDW Publishing e Oni Press

Solita carrellata per le nuove e numerose uscite che arrivano dal sottobosco degli editori indipendenti.
Unholy Grail #1, pubblicato da Aftershock Comics, è una reinterpretazione a tinte horror della storia di Merlino e del mito arturiano realizzata dal prolifico Cullenn Bunn e da Mirko Colak.

Black Mask Comics presenta tre uscite interessanti. Calexit #1 di Matt Pizzolo e Amancay Nahuelpan è un racconto distopico ambientato però nel presente degli attuali USA in cui, all’indomani dell’insediamento di Trump come presidente, lo stato della California mette in atto una secessione dal resto degli Stati Uniti.
Last Song #1, già annunciato in uscita qualche settimana fa, è una storia di musica e amicizia che si dipana a partire dagli anni ’80, scritta da Holly Interlandi con i disegni in bianco e nero di Sally Cantirino che Andrea Fornasiero ha analizzato più da vicino nelle pagine della sua rubrica sul fumetto USA su Fumettologica.
Kim & Kim – Love is a battlefield #1 vede il ritorno un anno dopo il loro esordio delle Fighting Kims, scritte da Magdalene Visaggio per i disegni di Eva Cabrera.

BOOM! Studios presenta la miniserie legata alla nuova pellicola del franchising de Il Pianeta delle scimmie. War for Planet of the apes #1 è una storia prequel in quattro parti di quanto accade nel nuovo film, scritta da David Walker per i disegni di Jonas Scharf.

Per IDW Publishing arriva Diablo House #1 antologico firmato da Ted Adams e Santiperez che si ispira ai classici fumetti horror del passato, con un appeal visivo però molto contemporaneo.
Ispirata alle serie animata presente su YouTube Hanazuki: Full of Treasures, arriva la versione a fumetti di questo “fenomeno” digitale firmata da David Mariotte e Nico Pena.
Wynonna Earp Season Zero #1 di Beau Smith e Angel Hernandez è legato all’omonimo serial tv del canale Syfy e si pone come racconto del misterioso passato della protagonista, solo accennato fino a oggi nella serie televisiva.
Infine, due veterani dei comics come Ron Marz, Tom Raney e Bart Sears presentano Dread Gods #1, prima di tre miniserie ambientata in un universo a metà tra il fantasy e il fantascientifico.

Segnaliamo, per concludere questa sezione, l’uscita per Oni Press di Rick & Morty – Pocket like you stole it #1 – di Tini Howard e Marc Ellerby – miniserie in cinque parti basata sulla popolare serie di animazione di Adult Swim TV.

Comixology

Anche in questa puntata è il nostro Simone Rastelli ad accompagnarci nel consueto appuntamento con le esclusive Comixology.

After Eden #1

Miniserie in quattro episodi edita da Red 5, After Eden – scritto da Scott Chitwood – racconta le vicende immediatamente seguenti alla cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre. La loro lotta per la sopravvivenza si intreccia a quella fra i fedeli e i ribelli all’autorità divina, rendendoli pedine di un gioco del quale forse non sono nemmeno consapevoli.
Pur contraddistinto da un disegno naturalistico, opera di Rod Thornton (artist) e Garry Henderson (colori), che sembrerebbe adatto alla drammatizzazione ed enfasi delle emozioni, l’albo scorre liscio e senza pathos. Le discussioni fra Adamo ed Eva non vanno oltre il livello del bisticcio, quasi dissentissero sulla scelta delle vacanze invece che della Discontinuità per eccellenza della tradizione ebraico-cristiana, mentre gli scontri fra angeli e demoni restano al livello – fisico e verbale – di un qualunque combattimento fra supereroi o creature fantasy. Regna un’atmosfera di ordinarietà, non turbata da ambiguità che indichino potenziali zone d’ombra: nessuna inquietudine, quindi, ma poco più di un gioco a guardie e ladri, che suscita poche emozioni e minori aspettative. Dall’incipit di un racconto che parla dell’inizio dell’avventura umana ci si aspetta qualcosa di più ambizioso.

The Sapphire Spectre #1

Mystery con venature horror, The Sapphire Spectre racconta avventure a cavallo fra il mondo fisico e quello di spiriti, fantasmi e demoni ad esso indissolubilmente intrecciato. Sylvia Sloane, la protagonista, è in grado di muoversi fra questi due piani, trasformandosi nel proprio alter ego spirituale – Sapphire Spectre. Le regole e i meccanismi di questo scenario non sono chiari, ma quello che è immediatamente rivelato è che quella trasformazione richiede che Sylvia muoia.
Penalizzato da uno stile visuale indeciso fra il naturalistico e l’espressionista, che indebolisce soprattutto la resa delle espressioni dei volti, il racconto (autoconclusivo) scorre veloce grazie a una successione serrata di scene brevi, focalizzate sui momenti principali dell’intreccio. Da segnalare il trattamento della voce narrante della protagonista che – con la singola eccezione di una scena di combattimento – non è mai né didascalica né invadente, ma sempre efficace nel trasmettere informazione e contribuire all’atmosfera, largamente costruita attraverso le dominanti cromatiche delle varie sequenze e caratterizzata da emozioni sfumate, messe in scena con chiarezza e senza enfasi. Due esempi importanti di questo approccio: la scelta di inserire il dramma emotivo centrale di questo episodio al di fuori del caso che Sapphire Spectre affronta – dando così un duplice fuoco al racconto – e il tono ironico della voce narrante, che non scade mai nella parodia involontaria dello stereotipo di derivazione hard boiled o di uno pseudo flusso di coscienza.
In definitiva un debutto denso e intrigante, al quale si affianca anche un cortometraggio, The Next Level, ideato e diretto dallo stesso James T. Malloy e disponibile presso www.kickarock.com/sapphire-spectrum.

Zeros

Edizione digitale dell’omonimo webcomic (www.zeroscomic.com) Zeros di Martin Eden è ambientato in un’epoca nella quale tutti gli esseri umani sviluppano superpoteri, così che uno degli obiettivi del sistema educativo è insegnare ai ragazzi a convivere con essi e usarli appropriatamente. Gli Zeros che danno il titolo alla serie sono i bambini -la serie è fra l’altro classificata “per tutte le età” – che, nonostante l’età, non hanno ancora manifestato i loro poteri. Disegnato in totale bidimensionalità, colori primari e prospettive sghembe – vero piacere per lo sguardo – questo primo numero di Zeros raccoglie tre capitoli e un intermezzo che descrive lo scenario. La narrazione scorre in maniera lineare e brillante, introduce l’ampio cast di personaggi, raccontando un giorno di scuola della classe degli Zeros, durante il quale scoprono quali poteri svilupperanno. Pagina dopo pagina, il racconto sposta il senso di disagio dalla condizione di minorità degli Zeros alla loro ambiguità e chiude su un cliffhanger tanto tipico quanto efficace nel suscitare aspettative.
Online è già disponibile il quarto capitolo, mentre il secondo albo annunciato per l’autunno.

Siamo arrivati alla conclusione anche questa volta: prossimo appuntamento il 2 agosto con una nuova  puntata nella quale ci concentreremo sulle uscite del 19 e 26 luglio.
Stay tuned!

 

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