First Issue #38: ritornano Conan e il “Batman che ride”!

First Issue #38: ritornano Conan e il “Batman che ride”!

La fine del 2018 e i primi giorni del 2019 hanno portato tantissime novità a fumetti sul mercato USA, dal ritorno di Conan in casa Marvel Comics al “Batman che ride”, uno dei personaggi più riusciti nati dall’evento Metal, che è di nuovo protagonista di una miniserie in casa DC...

Ogni mercoledì in USA esce quasi un centinaio di albi a fumetti, molti dei quali sono numeri di esordio di serie e miniserie, i first issue.
First Issue è la rubrica de Lo Spazio Bianco dedicata ai nuovi numeri uno in uscita negli States! Dopo la pausa per le vacanze natalizie, torniamo con una puntata che si occupa delle novità uscite tra il 12 dicembre 2018 e il 2 gennaio 2019.

Marvel Comics

Dopo uno iato di 18 anni in cui le sue avventure sono state pubblicate dalla Dark Horse Comics, Conan il cimmero torna alla Casa delle Idee che nel lontano 1970 era stata la prima ad adattare a fumetti le avventure del personaggio nato dalla penna di Robert Erwin Howard.
La Marvel ha pensato a un rilancio in grande stile e a fare da apripista è la nuova incarnazione della storica testata Conan the Barbarian di cui ci parla David Padovani.

Conan the Barbarian #1

In tempi non sospetti – nella pagina della posta di uno dei primi numeri della sua gestione di The Mighty Thor Jason Aaron aveva rivelato la sua passione per i racconti di Conan scritti da R.E. Howard e per i fumetti con protagonista il barbaro di Cimmeria che la Marvel per prima aveva pubblicato a partire dagli anni ’70. Non stupisce dunque che nel momento in cui il franchising fumettistico del personaggio è tornato nelle mani della Casa delle Idee, ad Aaron sia stata assegnata la guida della prima serie che segna il rilancio di Conan nel mondo dei comics.
Diciamo fin da subito che Conan the Barbarian #1 – che in realtà, secondo la numerazione Legacy è il #276 della storica testata – non tradisce le aspettative. Aaron, come sta dimostrando da svariati anni sulla serie del Dio del Tuono, ha in sé le corde narrative del fantasy, della mitologia e dell’epica: tutti elementi necessari per raccontare le storie sword & sorcery secondo lo stile letterario usato da Howard.
In questo albo d’esordio, lo sceneggiatore dell’Alabama, inserisce sapientemente i topoi fondamentali che da sempre definiscono Conan, a cominciare dalla sua mitica nascita su un campo di battaglia durante uno scontro, imbastendo una storia dinamica che si muove su due piani temporali mettendo in scena due delle rappresentazioni più iconiche del personaggio: il giovane barbaro senza paura e il più maturo re. Aaron fa tutto ciò attraverso dialoghi asciutti e secchi, mostrando più raccontando, grazie anche alle ottime tavole di Mahmud Asrar.
Il disegnatore, coadiuvato dai colori di Matthew Wilson, rappresenta con efficacia la fisicità e la potenza del protagonista, oltre alla violenza del mondo in cui esso si muove, attraverso tavole dalla griglia variegata con l’uso di splash page a sottolineare i punti fondamentali della narrazione.
L’albo è racchiuso da una splendida di copertina di Esad Ribic, destinato probabilmente a inserire il suo nome accanto a quello di Frazetta nell’universo iconico del personaggio.
A completare il tutto, in appendice troviamo la prima parte di un racconto letterario in dodici puntate – The Black Starlight di John C. Hocking – che non può non essere considerato un omaggio alla prima incarnazione che ebbero le avventure di Conan scritte da Howard, pubblicate sullo storico pulp magazine Weird Tales.

Di seguito, le copertine delle altre novità Marvel.

DC Comics

Batman who laughts è stato sicuramente uno dei personaggi più inquietanti e riusciti nati dalle pagine dell’evento Metal del 2017. Adesso, Scott Snyder torna alla sua creatura con una nuova miniserie della quale ha letto il numero di esordio Simone Rastelli.

The Batman who Laughs #1

Batman who laughs, apparso a novembre 2017, firmato da James Tynion IV, Riley Rossmo e Ivan Plasciencia, fu uno più efficaci dei one shot legati a Metal. Scott Snyder (storia), Jock (disegni) e David Baron (colori) ne sviluppano gli spunti in una miniserie prevista in sei numeri, che debutta con un albo che mescola la ricerca dell’effetto grossolano a indizi di una struttura sostanzialmente mistery, mantenendo al centro della vicenda il rapporto Batman/Joker già motore dell’episodio pilota. Sopra le righe è ad esempio la scia di uccisioni del Batman che ride, eseguite con ferocia spietata e meccanica quasi buffonesca; da intreccio giallo è invece il rompicapo posto da un cadavere decisamente improbabile, che Batman recupera da uno strano traffico di salme.
Se la parte di brutale violenza domina la scena, l’approccio visuale è invece in sintonia con la componente investigativa, lasciandone intendere una maggior importanza strutturale: Jock e Baron mostrano un approccio più ordinario di quello proposto da Rossmo e Plasciencia, sostituendo alla visionarietà del pilota richiami vagamente milleriani, soprattutto nella resa di Batman in azione. Oggetti e corpi hanno confini netti, le espressioni dei volti sono messe in evidenza dall’uso preponderante di inquadrature ravvicinate, gli sfondi sono sempre scarni, quasi scabri per i giochi di luce e ombra e, scelta fondamentale per la leggibilità delle atmosfere, ogni scena è avvolta da luce con dominante cromatica ben definita, che ne rafforza l’unità e contribuisce alla scansione del ritmo del racconto.

Il multiverso della DC Comics offre la possibilità di raccontare storie distopiche con incarnazioni inedite di molti eroi conosciuti. È il caso della nuova incarnazione dei Freedom Fighters a cui è dedicata una maxiserie in dodici parti e della quale ha letto il primo numero David Padovani.

Freedom Fighters #1

Terra X è la Terra del DC Universe dove i nazisti hanno vinto la Seconda Guerra Mondiale e conquistato il mondo e gli USA. Ed in questa ambientazione che richiama le atmosfere di The Man in the High Castle che Robert Venditti decide di ambientare il ritorno dei Freedom Fighters, uno degli svariati supergruppi DC che negli anni ha avuto molte incarnazioni.
Lo sceneggiatore decide di giocare con la storia e con le sue date e luoghi importanti, facendo partire la storia a Dallas il 22 novembre 1963, quasi a significare che certi numeri e posti recano in sé le stigmate della tragedia, qualsiasi sia l’universo in cui essa avviene.
Così, una data luttuosa per gli USA del mondo reale, nell’albo si trasforma in un altro momento di sconfitta per la nazione statunitense, oppressa dal giogo nazista. Venditti sfrutta con sapienza i vari elementi distopici della trama, concentrandosi in questo primo numero sulla costruzione del mondo nel quale saranno chiamati a muoversi i protagonisti, che entrano in scena solo alla fine dell’albo, e delle premesse narrative su cui si basa la serie.
Eddy Barrows, affiancato alle chine da Eber Ferreira e ai colori da Adriano Lucas, è il disegnatore adatto a mettere in scena l’oscura ambientazione pensata dallo sceneggiatore, grazie a un tratto realistico ricco di ombreggiature, capace al contempo di evidenziare la spettacolarità delle azioni e la loro drammaticità.
Un esordio che fa ben sperare e che riporta in scena tutta una serie di eroi minori in una nuova interpretazione che potrebbe arricchirli di sfaccettature inedite.

Di seguito, le copertine delle altre novità DC Comics.

Image Comics

Marco Marotta ha letto per noi il primo numero della miniserie Spawn Kills Everyone Too #1, che riporta sulle scene l’improbabile personaggio di Baby Spawn.

Spawn Kills Everyone Too #1

Dopo il one-shot pubblicato nel 2016, Baby Spawn è tornato a imprecare e a far baccano in questa nuova miniserie in quattro numeri, scritta da Todd McFarlane e disegnata da Will Robson. Non ancora rassegnatosi al fatto di essere l’unico personaggio dei fumetti a non aver ricevuto un adattamento cinematografico dopo il boom degli eroi in calzamaglia al cinema negli ultimi anni, il nostro è deciso più che mai a dirimere la questione nel solo modo che gli è congeniale: facendo strage della concorrenza. Un increscioso contrattempo ostacola però il suo truce proposito; un’indigestione di cibo spazzatura e bevande iperzuccherate, unitamente alla sua fisiologia demoniaca, porta alla nascita di una moltitudine di minuscole versioni di sé stesso, generate dalle sua flatulenze, che iniziano a scorrazzargli per casa.
Umorismo demenziale e ironia dissacrante sono i pilastri su cui si regge Spawn Kills Everyone Too, tra rimandi alla cultura pop e cammei di celebri Dottori dei fumetti. Un’opera da approcciare rigorosamente a cervello spento e con la consapevolezza che quanto si sta per leggere ricade appieno nella categoria del trash ma che, sotto quest’ottica, si dimostra comunque in grado di strappare qualche sorriso. Perfettamente in linea i disegni, che ricorrono a uno stile caricaturale per il character design (fino a ricordare i lavori di Skottie Young per quanto riguarda la rappresentazione del protagonista), oltre che a colori vivaci e saturi.

David Padovani ha invece letto il nuovo fumetto della Skybound di Robert Kirkman, Hardcore.

Hardcore #1

Nella nostra realtà, le azioni di guerra portate avanti con l’ausilio di droni pilotati a distanza in tutta sicurezza da soldati addestrati sono ormai un dato di fatto. Il passo successivo potrebbe essere la possibilità di hackerare il corpo di qualche individuo, prenderne possesso a distanza, e trasformarlo in tutto e per tutto in un drone umano e usarlo come mezzo per azioni atte a sgominare organizzazioni criminali o a sventare atti terroristici.
È su questa idea che si basa la nuova serie pensata da Robert Kirkman per la sua etichetta Skybound e sviluppata insieme ad Andy Diggle in Hardcore. Il numero di esordio setta da subito il mood della narrazione, impostata sull’azione pura e su ritmi adrenalinici, senza tuttavia rinunciare a una introspezione caratteriali dei protagonisti, seppur ridotta ai minimi termini, e a una riflessione sulle conseguenze morali dell’uso di essere umani come inconsapevoli armi, qualunque sia la loro condotta morale.
Punto di forza della serie sono i disegni dell’italiano Alessandro Vitti, colorati da Adriano Lucas, che interpretano graficamente il dinamismo e l’azione ricercati in sceneggiatura attraverso tavole chiare ed efficaci, con un character design riuscito e uno stile che spesso richiama quello di un altro autore italiano famoso negli USA, Carmine Di Giandomenico, soprattutto nella definizione dei volti e dei corpi.

Editori indie

Federico Beghin ci parla dell’improbabile team up messo in campo dalla Dynamite Entertainment, Vampirella vs. Reanimator.

Vampirella vs. Reanimator # 1

Vampirella vs. Reanimator # 1 di Cullen Bunn (testi) e Blacky Shepherd (disegni e colori) ha un pregio evidente: l’immediatezza. Senza giri di parole, con poche didascalie concise, utili anche per i nuovi lettori, vengono presentati i protagonisti – il dottor Herbert West e la vampira proveniente dal pianeta Drakulon – e la situazione si fa subito chiara. Sebbene in questo incipit i due personaggi non si incontrino, si intuisce con facilità che le loro strade si incroceranno e che le circostanze non saranno le più liete.
Licantropi, uomini rianimati ricoperti di pustole, castelli gotici e pozioni magiche sono i tipici elementi horror che Bunn condensa nella sua storia dal ritmo concitato, aggiungendo un ingrediente interessante: un richiamo palese alla mitologia azteca.
Le modalità con le quali la sceneggiatura si dipana sotto i nostri occhi sono affascinanti ed efficaci, dal momento che i grigi di varie gradazioni scelti per visualizzare la vicenda accentuano l’atmosfera cupa ed esotica, trasportandoci in un luogo senza tempo. Shepherd si concede poche deroghe al paradigma, atte a caratterizzare ulteriormente alcune figure: i morti viventi hanno gli occhi accesi di giallo fosforescente, Vampirella ha i capelli neri e indossa il suo classico e succinto costume, rosso come il sangue che sprizza in molte tavole.
Purtroppo il volto dell’aliena succhiasangue non gode della stessa cura profusa nella realizzazione generale del fumetto, visto che a più riprese assume espressioni eccessivamente mascoline che stonano sia con l’iconografia del personaggio che con la sensualità del suo corpo.

Di seguito, le copertine delle altre novità degli editori indipendenti.

Per questa puntata è tutto. First Issue torna tra due settimane, il 22 gennaio 2019.
Stay tuned!

[Un ringraziamento al nostro Paolo Garrone, che cura la gallery delle cover su Facebook per ogni puntata di First Issue.]

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