First Issue #20: Da Lockjaw #1 a The Terrifics #1

First Issue #20: Da Lockjaw #1 a The Terrifics #1

In First Issue #20 ci occupiamo degli esordi di numerose miniserie, a partire da quella dedicata al cane degli Inumani, passando per Doctor Strange Damnation, fino a Mera – Queen of Atlantis. Oltre all’uscita della nuova testata DC scritta da Jeff Lemire e tanti altri debutti a stelle e strisce.

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Ogni mercoledì in USA esce quasi un centinaio di albi a fumetti, molti dei quali sono numeri di esordio di serie e miniserie, i first issue.
First Issue è la rubrica bisettimanale de Lo Spazio Bianco dedicata ai nuovi numeri uno in uscita negli States! In questo ventesimo appuntamento ci focalizziamo sulle novità di mercoledì 24 e 28 febbraio 2018.

Marvel Comics

La Marvel Comics nelle ultime due settimane ha fatto esordire due miniserie molto interessanti.
La prima, con protagonista il Signore delle artiche mistiche Stephen Strange, si ricollega tanto agli eventi di Secret Empire che dello one-shot Legacy: ci offre il suo giudizio Emilio Cirri.

Doctor Strange Damnation #1

Dopo i fatti di Secret Empire, Las Vegas è una città rasa al suolo. Ma adesso che il Dottor Strange è tornato ai suoi pieni poteri (dopo l’ultimo numero della serie regolare) non è un problema per lui riportare tutto alla normalità e tutti in vita.
Ma la magia si sa, ha un prezzo e degli effetti collaterali. In questo caso, dopo aver ristabilito la città, un nuovo casinò si erge nel bel mezzo della “Strip”: l’Hotel Inferno di proprietà del demone Mefisto, che non vuole assolutamente lasciarsi sfuggire una città così piena di peccati e peccatori.
Doctor Strange Damnation si preannuncia come una miniserie piena di azione e battute taglienti: Donny Cates e Nick Spencer fanno un gran lavoro di caratterizzazione dei personaggi, scegliendo alla perfezione tempi comici e dialoghi pungenti ed esilaranti. La parte del leone la fa Mefisto, la cui lingua incandescente colpisce con efficacia gli eroi, ma soprattutto i vizi umani catalizzati da una città come Los Angeles.
Rod Reis sviluppa la narrazione con sicurezza ed efficacia, con uno stile onirico e evanescente perfetto per le atmosfere magiche del racconto. Lo stile ricorda la delicatezza delle matite e dei colori di Phil Noto, ma animate da maggior dinamismo e un tratto più sintetico.

Arriva anche una miniserie dedicata al cane più famoso dell’universo Marvel, Lockjaw, l’animale domestico degli Inumani: ha letto per noi il primo numero Federico Beghin.

Lockjaw #1

Se volete scoprire di più su Lockjaw siete nel posto giusto! Infatti, il bulldog teleporta degli Inumani è il protagonista di una nuova miniserie che la Marvel ha affidato a Daniel Kibblesmith e a Carlos Villa. Who’s a good boy? – il primo capitolo – prende forma attorno alla narrazione in prima persona di Demolition Man, (ex?) supereroe col cuore infranto che si imbatte nell’incontenibile cagnolone.
Adottando toni scanzonati e uno sviluppo dal ritmo sincopato, che ben si adattano alla natura dei personaggi principali, lo sceneggiatore inizia a rivelare indizi sul passato di Lockjaw. Probabilmente non a tutti interessano le origini di questo simpatico e atipico cane, ma va sottolineato il coraggio di un’operazione che mette al centro del racconto un animale privo della parola, seguendo la scia delle miniserie dedicate a Groot e a Rocket, l’enorme albero e il procione dal lingua tagliente che viaggiano con i Guardiani della Galassia.
Ai toni della narrazione si sposano i colori vivaci e brillanti di Chris O’Halloran, ulteriormente messi in risalto dal lavoro di sottrazione svolto dall’inchiostratore Roberto Poggi. Venuti alla fine della nostra breve analisi, come se si trattasse del dessert, non vanno dimenticati i disegni di Carlos Villa. L’artista compone le tavole in modo dinamico, facendo spesso emergere dalla gabbia le figure intere. A beneficiarne è soprattutto Lockjaw: le sue dimensioni fuori dal comune e i suoi poteri di teleporta istintivo e inafferrabile sono efficacemente restituiti dalle matite.

È uscito anche l’Annual #1 di Black Panther che, a tutti gli effetti, si configura come una celebrazione di tre ere fumettistiche dedicate al primo supereroe di colore. L’albo contiene al suo interno tre racconti scritti da tre degli sceneggiatori che hanno segnato la storia del Re del Wakanda: Priest, Don McGregor e Reginald Hudlin. Ai disegni troviamo rispettivamente Mike Perkins (con colori di Andy Troy), Daniel Acuña e Ken Lashley (con colori di Mat Milla).

Segnaliamo infine il secondo one-shot che serve da apripista per la nuova saga cosmica della Marvel. Dopo Infinity Countdown – Adam Warlock, arriva Infinity Countdown Prime, nel quale lo sceneggiatore Gerry Duggan – supportato ai disegni da un ispirato Mike Deodato Jr. e da Frank Martin ai colori – mette in scena gli attuali possessori delle pietre dell’Infinito, dando di fatto il via agli eventi che verranno sviluppati nella miniserie. Efficace, in coda all’albo, un riassunto che in poche pagine racconta ai lettori oltre trent’anni di eventi cosmici del Marvel Universe legati alle sei gemme del potere.

DC Comics

Con l’uscita degli ultimi due speciali, si conclude il crossover Milk War, che ha visto agire nella stessa storia gli eroi protagonisti delle testate dell’etichetta Young Animals e i supereroi classici della DC Comics. Nelle scorse due settimane sono usciti Cave Carson have a cybernetic eyes/Swamp Thing Special – firmato da Jon Rivera ai testi, Langdon Foss ai disegni e Nick Filardi ai colori – e il capitolo conclusivo Doom Patrol/Justice League America Special, scritto a quattro mani da Steve Orlando e Gerard Way con disegni di Dale Eaglesham e Nick Derington e colori di Tamra Bonvillain e Marissa Louise.
Per parlare approfonditamente di questo evento vi diamo appuntamento alla prossima settimana, con la nuova puntata di First Issue Presenta interamente dedicata all’approfondimento del crossover.

Ha fatto il suo esordio la miniserie dedicata a Mera, la consorte di Aquaman. Ha letto per noi il primo numero Marco Marotta.

Mera: Queen of Atlantis #1

La bella xebeliana ottiene il centro dei riflettori in questa miniserie in sei numeri, con la quale Dan Abnett si propone di espandere le trame che in questi mesi sta intessendo sulla serie dedicata ad Aquaman. Appare infatti evidente fin da subito la stretta correlazione a livello narrativo tra Mera: Queen of Atlantis e quanto narrato nella testata “ammiraglia”. Da un lato questo rende un tantino ostico l’approccio da parte di chi non abbia una conoscenza pregressa degli avvenimenti che hanno interessato il re di Atlantide nell’ultimo periodo (sebbene, in effetti, chi non è interessato alle gesta di Aquaman difficilmente lo sarà per quelle di Mera), dall’altro offre all’autore la possibilità di approfondire determinati aspetti della vicenda e di arricchirla con nuovi elementi. Ne è un esempio l’inaspettato ritorno di un importante personaggio, di cui non si avevano più notizie da molto prima dell’inizio del Rebirth e che presumibilmente ricoprirà un ruolo di primo piano negli avvenimenti a venire.
A livello di ritmo, tuttavia, la serie parte col freno a mano tirato. Infatti, a parte una scena d’azione in verità abbastanza estemporanea, l’albo ha un incedere verboso, attraverso sequenze dialogate che assolvono più che altro lo scopo di chiarire lo status quo dei personaggi e della situazione geopolitica vigente tra Atlantide e gli Stati Uniti. Anche in questi frangenti, comunque, Abnett si dimostra uno scrittore capace, riuscendo a infondere tridimensionalità ai personaggi – protagonista in primis – e a renderli credibili.
I disegni di Lan Medina convincono grazie a un tratto preciso e dettagliato, sebbene lievemente inficiato da una minor cura nella realizzazione degli elementi di secondo piano e da espressioni facciali a volte non del tutto convincenti, e a una colorazione vibrante. A questi si affianca uno storytelling estremamente sobrio, come denotato dalla totale assenza di spread page e da un layout delle vignette convenzionale.

Altra miniserie in sei numeri è The Brave and the Bold – Batman and Wonder Woman, nella quale il disegnatore britannico Liam Sharp ricopre i panni di autore complete – supportato dai colori di Romulo Fajardo Jr. – imbastisce una vicenda dai richiami fantasy con protagonisti Diana e Bruce Wayne.

La linea The New Age of Heroes continua a macinare esordi e questa volta è arrivato l’atteso The Terrifics #1. Creato in coppia da Ivan Reis e Jeff Lemire, con chine di Joe Prado e colori di Marcelo Maiolo, anche questa nuova serie pare strizzare l’occhio molto da vicino tanto al modo di fare fumetti della Marvel che hai suoi personaggi. Perché leggendo questo primo numero – leggero e avventuroso, con disegni di ottima fattura – la squadra messa insieme da Mr Terrific e composta da Metamorpho, Plastic Man e l’intangibile Linnya Wazzo ricorda molto da vicino i Fantastici Quattro. E le avventure che il gruppo affronterà all’interno del Multiverso Oscuro scoperto in Metal, sono paragonabili alle epopee cosmiche del quartetto più famoso dei fumetti supereroistici.

Chiudiamo lo spazio dedicato alla Distinta Concorrenza, con l’inizio di una nuova serie per l’etichetta Vertigo: Deathbed #1 è creato da Joshua Williamson e Riley Rossmo, con i colori di Ivan Plascencia.

Image Comics

In Image Comics, dopo la nuova serie di Kick-Ass, Mark Millar presenta anche le nuove avventure di Hit Girl: ce ne parla Federico Beghin.

Hit-Girl #1

Parafrasando lo zio Sam potremmo dire: “Hit-Girl wants you“. Lasciata sola dal sostituto di Dave nei panni di Kick-Ass, come si vede nel flashback di questo primo capitolo, Mindy si trova in Colombia ed è molto determinata ad arruolare un nuovo partner con cui proseguire la sua guerra al crimine.
Dopo aver lanciato una nuova miniserie su Kick-Ass, Mark Millar dedica quattro capitoli alla sua Punisher in gonnella, affidando le matite a Ricardo Lopez Ortiz. La sinergia tra i due appare evidente, poiché lo stile narrativo sopra le righe di Millar viene concretizzato dal segno spigoloso, iper espressivo e deformato del disegnatore, abile a giocare con la mutevole mimica facciale della protagonista e a raffigurare con dinamismo il mondo sporco e violento in cui è ambientata la storia. Per ricordarci che tale mondo è anche il nostro, sceneggiatore e artista disseminano nelle tavole easter egg e riferimenti all’intrattenimento attuale, dai cinecomics (a cui è rivolta una critica non troppo velata) ai manga, passando ovviamente anche per i fumetti di supereroi. Infatti, chi non vuole essere un supereroe? La domanda retorica posta da Mindy al lettore piuttosto che a un comprimario presente nel racconto recupera la natura originaria di Kick-Ass, stimolando, forse inconsciamente, a riflettere sulla capacità di questo nuovo contributo al Millarwold di arricchire l’arazzo già sviluppato, senza scadere nel già visto.
Il colpo di scena presente a metà dell’albo sembra scongiurare almeno superficialmente l’eventualità paventata, ma la sensazione di trovarsi di fronte a un progetto prettamente autoreferenziale permane.

Le altre nuove uscite Image da segnalare sono:

Dark Horse Comics, Black Mask Comics, IDW Publishing, Dynamite Entertainment, Titan Comics

Continuano, per Dark Horse Comics, le uscite dell’etichetta Berger Books e stavolta tocca alla miniserie in cinque parti Mata Hari, firmata tutta al femminile da Emma Beeby, Ariela Kristantina e Pat Masioni.
È uscito anche lo one-shot Hellboy and the B.P.R.D. – 1955 – Burning Season di Mike Mignola e Chris Roberson con disegni di Paolo Rivera, inchiostri di Joe Rivera e colori di Dave Stewart.

Black Mask Comics fa debuttare The Wilds di Vita Ayala ed Emily Pearson, mentre BOOM! Studios presenta la mini di quattro Lucas Stand – Inner Demons #1 di Caitlin Kittredge, Jesùs Hervàs e Alex Guimaraes. IDW Publishing ha iniziato la ripubblicazione di The One di Rich Veitch, saga supereroistica revisionista antecedente a opere come Dark Knight e Watchmen, mentre per l’etichetta Black Crown della casa editrice esce Punks not dead #1 di David Barnett, Martin Simmonds e Dee Cunniffe.

Dynamite Entertainment continua lo sfruttamento del franchising di 007 pubblicando un altro one-shot stavolta dedicato al personaggio di M, storico superiore di James Bond: ce ne parla Marco Marotta.

James Bond M #1

La Dynamite Ent., che da quasi tre anni appassiona i fan dell’agente segreto britannico con una prolifica produzione di miniserie a lui dedicate, aggiunge al suo catalogo questo one-shot incentrato sul personaggio di M, il capo di Bond all’MI6.
Scritto da Declan Shalvey, per i disegni di P. J. Holden, James Bond – M prende leggermente le distanze dalle atmosfere spionistiche che caratterizzano le altre opere della serie, concentrandosi maggiormente sull’introspezione del protagonista. In effetti il plot imbastito dall’autore, che vede M in trasferta a Belfast per fare i conti con un episodio riemerso dal suo passato, appare piuttosto banale, cadenzato da un ritmo a tratti troppo disteso e con svolte narrative un po’ prevedibili.
A convincere sono invece i momenti dedicati all’approfondimento della psicologia di M e del suo passato, di come le esperienze pregresse ne abbiano modellato la personalità, fino a renderlo l’uomo risoluto che è adesso, o anche del rapporto di reciproca stima con la segretaria Moneypenny, attraverso le brevi conversazioni telefoniche. L’efficacia di tali momenti è garantita da dialoghi d’impatto, asciutti e senza fronzoli. I disegni, dal tratto aspro e dalla colorazione spenta, ammantano la metropoli irlandese di un’atmosfera cupa e uggiosa, corredo perfetto per una storia intimista.

Dynamite fa esordire anche la serie horror Pumpkinhead #1 di Cullen Bunn, Blacky Shepherd e Kyle Strahm.

Titan Comics presenta il primo numero di Bloodborne di cui ci parla Simone Rastelli.

Bloodborne #1

Bloodborne, realizzato da Ales Kot (testi), Piotr Kowalski (disegni) e Brad Simpson (colori), è un tie-in dell’omonimo gioco, sviluppato da FormSoftware sotto la direzione di Hidetaka Miyazaki per PS4 e pubblicato nel 2015.
In questo primo episodio, seguiamo il protagonista in una ricerca attraverso una città in fiamme, attaccata da mostri. Le didascalie alludono a una ripetizione delle sue azioni e lo vediamo muoversi fra quelli che appaiono piani diversi di realtà. Molto d’effetto sul piano visuale, tanto per il design dei mostri e degli ambienti quanto per la dominante cromatica calda, la messa in scena si avvantaggia di una felice fluidità del racconto: Kot non indulge in spiegazioni, non offre background né contesto, ma offre una catena di eventi e azioni, nella quale gli scarni testi e dialoghi contribuiscono all’atmosfera di mistero.
Se gli appassionati del gioco resteranno tentati dalla ricerca delle differenze, i lettori che non lo conoscono si trovano di fronte a un’avventura di matrice fantasy gotica, abbondante di elementi di genere ma soprattutto appassionante per la profondità del background alluso con leggerezza da Kot. D’altra parte, al di là della natura derivativa del racconto, la sua molteplicità di livelli di realtà è quantomai consona alla poetica dello scrittore: l’aspettativa è quindi di uno sviluppo che vada ben al di là dei confini del gioco.

Esclusive Comixology

Finiamo come sempre lasciando spazio a Simone Rastelli che ci presenta due novità indipendenti disponibili sulla piattaforma digitale Comixology.

The Butterfly Effect

The Butterfly Effect è un racconto satirico autoconclusivo, scritto da Spiros Nobilakis e disegnato da Eugenia Komakis. L’idea di fondo è semplice: una serie di attentati rende inabitabili prima vaste regioni dell’Europa occidentale, poi degli USA, cosicché europei e statunitensi sono costretti a migrare rispettivamente verso il sud del Mediterraneo e il Canada. Ad accoglierli, barriere e restrizioni burocratiche, identiche a quelle che prima sbarravano la strada ai migranti dal medio oriente o dal Messico.
Ritmo serrato e focalizzazione sul messaggio morale sono le due caratteristiche principali del racconto: miseria, dolore, meschinità e sarcasmo sono rese tanto attraverso la catena stessa degli eventi quanto attraverso i volti.
In conclusione, l’albo è un pamphlet che non teme di essere didascalico, ma che resta fortemente indebolito da un’ambiguità di fondo: se mostriamo che in una ipotetica situazione simmetrica gli altri ci trattano con lo stesso cinismo che noi riserviamo ai bisognosi di oggi, non diamo credito all’idea che l’egoismo è norma e istinto invincibile? Il paradosso, quindi, è che nella estremizzazione della satira si annida la giustificazione per i nostri crimini.

Robin #1

Con la loro serie Robin, pubblicata da Blue Fox Comics, Simon Birks (testi) ed Ege Avci (illustrazioni), ci offrono una rilettura in chiave fantastica della storia di Robin Hood. In questo primo episodio, conosciamo la protagonista (già: Robin è una ragazza), i suoi amici e alleati e il mondo in cui vive.
Il racconto scorre con notevole fluidità e Birks usa dialoghi e testi senza risparmio, evitando felicemente ridondanze e didascalismi. Ambienti e personaggi sono delineati con tratti sintetici, che mutano in espressionisti senza soluzione di continuità, quando devono materializzare ambienti e toni cupi, grazie anche all’ispessimento delle linee e all’addensarsi delle ombre su oggetti, luoghi, corpi e volti. Soprattutto, è particolarmente efficace l’utilizzo del colore, che da solo determina l’atmosfera di ogni singola scena, rendendo una gamma emotiva che va dalla gioia al terrore.
Il racconto chiude infine con un colpo di scena che rende ancora più intrigante lo scenario.
Un’anteprima gratuita di questo primo albo è disponibile, insieme ad altre produzioni della Blue Fox presso il sito della casa editrice, all’indirizzo https://bluefoxcomics.com/giveaway/.

Eccoci giunti alla fine. L’appuntamento con First Issue è previsto tra due settimane, il 21 marzo, con tante nuove uscite a stelle e strisce, ma ricordate che la prossima settimana, il 14 marzo per la precisione, arriva come già detto First Issue Presenta #9 con un approfondimento su Milk War della DC Comics.
Stay tuned!

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