First Issue #14 – Batman Creature of the night

First Issue #14 – Batman Creature of the night

Da Batman – Creature of the night a Sword of Ages, passando per tante nuove uscite nella nuova puntata di First Issue.

Ogni mercoledì in USA esce quasi un centinaio di albi a fumetti, molti dei quali sono numeri di esordio di serie e miniserie, i first issue.
First Issue è la rubrica bisettimanale de Lo Spazio Bianco dedicata ai nuovi numeri uno in uscita negli States! Allacciate le cinture e preparatevi a un nuovo viaggio nel variegato e produttivo mondo del fumetto americano: in questa puntata ci occuperemo delle nuove uscite pubblicate gli ultimi due mercoledì di novembre.

Marvel Comics

I più attenti avranno notato che da qualche puntata non stiamo più parlando di nuove uscite della Marvel Comics. Questo perché la Casa delle Idee si è concentrata completamente sul nuovo evento Legacy, facendo ripartire le sue testate con la numerazione “storica” e con archi narrativi nuovi di zecca, evitando accuratamente la pubblicazione di qualsivoglia numero 1.
Tuttavia, in questo suo rilancio la Marvel non ha accantonato la “sperimentazione” e nell’arco dell’ultimo mese circa ha pubblicato cinque one-shot che ripresentavano altrettante testate da lungo tempo assenti dagli scaffali e che riprendevano anch’essi la numerazione dal punto in cui si era interrotta al momento della chiusura. L’esperimento è consistito nel fatto che ognuno dei cinque one shot conteneva una storia completa e se i lettori avessero voluto vedere continuare la testata, avrebbero dovuto scrivere una mail alla Marvel.
Proprio su questi albi verterà la prossima puntata di First Issue Presenta di mercoledì 12 dicembre, nella quale il nostro Emilio Cirri analizzerà le cinque storie presentate al pubblico.

DC Comics

La casa editrice di Burbanks la scorsa settimana ha pubblicato i numeri d’esordio degli Annual di alcune testate (ri)nate dall’evento Rinascita. In particolare:

Se l’evento che ha tenuto banco in casa DC Comics nelle passate due settimane è senza dubbio l’esordio di Doomsday Clock, il cui primo numero è stato analizzato nel dettaglio dal nostro Marco Marotta nell’ultima puntata di First Issue Presenta,  bisogna dire che la Distinta Concorrenza non è stata affatto parca di uscite negli ultimi due mercoledì.
Mystik U #1 segna il debutto di una miniserie che si concentra sulla giovinezza di Zatanna, la maga del DC Universe. Ha letto l’albo per noi e ce ne parla Federico Beghin.

Mystik U#1

Mystik U è una nuova miniserie della DC Comics che, sviluppandosi in tre numeri da 48 pagine ciascuno, racconta il passato di Zatanna. Per farlo, la sceneggiatrice Alisa Kwitney parte da uno scenario tanto drammatico da costringere una maga a lanciare un incantesimo che altera la realtà, portando Zee sette anni nel passato. Ha così inizio un’avventura priva del pathos dell’incipit iniziale, trasmesso efficacemente dai disegni di Mike Norton e dalle tinte cupe di Jordie Bellaire, ambientata nella Mystik U, una scuola a metà tra la Hogwarts di Harry Potter e lo Xavier Institute.
Norton nel prosieguo del numero non sfrutta il potenziale visivo che un fumetto incentrato sulla magia porta con sé, dando il suo meglio nella raffigurazione degli uomini e dei mostri, senza sbilanciarsi nella composizione delle tavole, mentre più versatile si rivela la colorazione piatta.
La Kwitney dal canto suo circonda la giovane Zatanna di coetanei, purtroppo stereotipati e incapaci di lasciare il segno. Infatti a risultare più interessanti, con i loro modi affettati e misteriosi, sono i personaggi che hanno a disposizione un numero limitato di vignette: i decani della scuola, da Madame Xanadu a Mr. E. Neppure i dialoghi risollevano le sorti di un capitolo farraginoso, dal momento che sfociano in digressioni e spiegazioni prolisse che rallentano un ritmo già altalenante.
Se non cambia marcia, magari riprendendo la situazione dell’incipit, difficilmente Mystik U può diventare un tassello fondamentale per la storia di Zatanna.

Al via anche una nuova miniserie dedicato al demone rimatore per antonomasia, Etrigan: The Demon – Hell is Earth è un’avventura in sei numeri firmata da Andrew Constant ai testi e Brad Walker e Andrew Hennessy ai disegni con i colori di Chris Sotomayor.

Segnaliamo anche la pubblicazione di Dark Days – The Forge/The Casting – Director’s Cut, volume che raccoglie le tavole a matita letterate dei due prequel di Dark Nights – The Metal, insieme alla sceneggiatura di The Forge, e di New Talents Showcase 2017, pubblicazione annuale che offre un palcoscenico per giovani nuovi autori alle prese con gli eroi DC per la prima volta.

Concludiamo la sezione supereroistica DC Comics con l’esordio di Batman – Creature of the night, miniserie deluxe in quattro volumi dal taglio particolare.

Batman – Creature of the night #1

Sono passati quasi quindici anni da quando Kurt Busiek, in coppia con Stuart Immonen, presentò al pubblico Superman – Identità segreta, miniserie Elseworld che ragionava sul concetto di identità segreta in un mondo molto vicino a quello reale, dove i supereroi non esistono.
Batman – Creature of the night si pone come ideale seguito di quella storia e possiamo immaginare che possa essere ambientata nello stesso universo realistico. Busiek, stavolta affiancato da John Paul Leon, si concentra su Batman o, meglio, su che cosa potrebbe accadere se la tragedia infantile subita da Bruce Wayne capitasse a un normale bambino di Boston, appassionato lettore di Batman.
Lo sceneggiatore in questo corposo primo numero gioca narrativamente con una serie di elementi derivati dalla storia dell’uomo pipistrello incastrati con maestria nella vicenda che ha per protagonista il giovane Bruce Wainwright. Colpisce il lirismo con il quale Busiek trasmette al lettore la solitudine e il dolore che accompagnano quotidianamente il bambino, mentre l’elemento fantastico è tenuto efficacemente in sospeso senza chiarire, al momento, se anche quest’ultimo sia reale o semplicemente frutto del trauma di un sopravissuto.
J.P. Leon contribuisce alla riuscita di questo esordio con tavole realistiche ma che al contempo creano l’atmosfera fantastica in cui Bruce si immerge. Da incorniciare, per potenza visiva, la doppia splash page con il volo dei pipistrelli all’interno dello zoo di Boston.

Passando all’etichetta Vertigo, in attesa del rilancio globale annunciato per l’estate del 2018, ha intanto debuttato Imaginary Fiends di cui ci parla Simone Rastelli.

Imaginary fiends #1

Quando sulla copertina trovi il marchio Vertigo, è inevitabile l’aspettativa di qualcosa di speciale. Magari non perfetto, magari incompiuto, ma comunque un’opera che esprima il bisogno e il desiderio di proporre temi, sensazioni, emozioni, visioni in modalità non ordinarie. Ed è esattamente questa l’aspettativa frustrata dal debutto di  Imaginary Fiends (il gioco di parole fiend/friend scaurisce dalla natura ambigua degli esseri protagonisti della vicenda), scritto da Tim Seeley, disegnato da Stephen Molnar e colorato da Quinton Winter.
Intendiamoci: se è vero che l’uso della voce narrante appesantisce il prologo, per il resto non c’è un solo elemento fuori posto lungo tutto il racconto. Ogni passaggio scorre, gli incastri combinano, le atmosfere delle scene sono coerenti con il tono del momento e anche la caratterizzazione grafica degli imaginary fiends è consistente con il genere.
Il punto è che tutto ciò non valorizza l’idea di fondo, che, rifacendosi alla figura dell’amico immaginario, è una leva potente e suggestiva. Gli autori la virano inoltre in tonalità orrorifiche, proponendo un legame viscerale fra l’umano e l’essere immaginato, che acquista realtà, forza e desideri propri, ma non autonomia. Riesce ad agire, ma la sua esistenza è legata alla sopravvivenza dell’umano che lo ha immaginato.
Con tutte le potenzialità dello scenario, questo primo capitolo non esce dal già visto e, per quanto composto in bello stile, manca di suggestione. Dal seguito, ci aspettiamo il racconto approfondisca il rapporto fra gli umani e il loro “compagno” immaginario e che la tensione scaturisca dal confronto psicologico prima ancora che dagli scontri buoni/cattivi.

Image Comics

Strano a dirsi ma negli ultimi quindici giorni contiamo un solo nuovo debutto in casa Image Comic.
Void Trip #1, serie fantascientifica, è scritta da Ryan O’Sullivan e disegnata da Plaid Klaus.

Archie Comics, IDW Publishing, Dynamite Entertainment, Lion Forge e Titan Comics

Archie Comics presenta una nuova serie con protagoniste Bettie e Veronica, che ha letto per noi Federico Beghin.

Betty & Veronica: Vixens #1

“Girls just wanna have fun” cantava Cyndi Lauper, ma a Betty e Veronica non interessa solo il divertimento: vogliono essere rispettate e indipendenti, vogliono ribellarsi alla gang di motociclisti che imperversa a Riverdale e dintorni.
Il parco testate della Archie Comic si allarga, accogliendo Betty & Veronica: Vixens, una nuova serie che vede protagoniste le due migliori amiche-nemiche. La sceneggiatrice Jamie Lee Rotante scrive dialoghi diretti e frizzanti, che costituiscono parte del punto di forza di questo primo capitolo: le interazioni tra Betty e Veronica e tra la stessa Betty e il suo ragazzo Archie. Purtroppo i “contro” superano i “pro”: le ragazze, a causa di un sovraccarico della caratterizzazione, appaiono poco credibili; il messaggio di lotta ai soprusi si svilisce in un banale maschi contro femmine; i disegni di Eva Cabrera non lasciano il segno. Il tratto tende a una semplificazione eccessiva che, se rende immediata la lettura della storia, tuttavia appiattisce gli sfondi e rende legnosa la recitazione dei personaggi. È meglio allora soffermarsi sulla splash page iniziale, capace di immergere il lettore nella vicenda, e sulla colorazione accesa di Elaina Unger. Le tinte brillanti ravvivano l’atmosfera, arricchendo la brillantezza di alcuni scambi di battute.

IDW Publishing presenta il numero 0 di Giantkillers, albo che contiene tre brevi storie a metà tra il fantasy e il supereroico a opera di una serie di veterani dei comics quali Ron Marz, Tom Raney e Bart Sears, quest’ultimo creatore dell’intero concept.
Sempre per IDW debutta Sword of Ages, di cui ci parla Marco Marotta.

Sword of Ages #1

Sword of Ages, curioso connubio di fantasy e sci-fi, è una miniserie in sei numeri che vede Gabriel Rodriguez nella doppia veste di scrittore e disegnatore.
Amalgamando insieme spunti presi direttamente da una vasta e variegata serie di opere letterarie – si passa dal ciclo arturiano, a Dune, fino addirittura al Libro della Giunglal’autore riesce a creare un universo coeso e affascinante. Proprio questo è l’elemento più convincente di questo primo numero. Infatti si percepisce la cura riposta nella costruzione del mondo che fa da sfondo alle vicende, con tutte le sue razze, le sue fazioni e le sue credenze.
D’altra parte però, Rodriguez si è lasciato prendere dalla smania di sviscerare quanto più possibile questa mole di informazioni fin da subito. Ciò ha portato a uno svolgimento della trama affrettato, con personaggi che entrano ed escono di scena senza avere il tempo di lasciare il segno e avvenimenti presumibilmente significativi relegati a pochissime pagine, senza che vengano più menzionati.
A risentirne è anche la caratterizzazione dei (molti) personaggi che fanno la loro apparizione: stereotipata nel migliore dei casi, appena abbozzata o del tutto assente nel peggiore. Non aiutano dialoghi che appaiono fin troppo prolissi e didascalici.
I disegni, caratterizzati da un tratto generalmente semplice e senza fronzoli, spiccano soprattutto per il design – forse non particolarmente originale ma comunque accattivante – delle creature non umane che popolano il mondo di Sword of Ages. Chiude il quadro la colorazione di Lovern Kindzierski, invero un po’ piatta ma in grado di rimarcare efficacemente le atmosfere esotiche veicolate dai disegni di Rodriguez.

Dynamite Entertainment presenta un nuovo one shot dedicato a 007, James Bond – Solstice, a opera di Ibrahim Moustafa e una serie dedicata al personaggio cinematografico interpretato da Keanu Reeves, il killer John Wick, con testi di Greg Pack e disegni di Giovanni Valletta.

Lion Forge aggiunge un nuovo tassello al suo universo supereroico Catalyst con Kino #1 firmato da Joe Casey ai testi e Jefte Palo ai disegni.

Chiudiamo con Titan Comics per la quale arriva la miniserie di stampo crime in quattro parti Quarry’s War firmata da Max Allan Collins e Szymon Kudransky.

Esclusive Comixology

Simone Rastelli, in questa puntata, si concentra su una sola nuova uscita indipendente presente sulla piattaforma digitale Comixology.

This is box title

Questo primo numero di Heat Vision, pubblicato dalla Half Life Comics, propone tre racconti brevi di pregevole fattura: Rigby Weird Warrior: The Song of the Sinister Siren, di John Kissee; Good Agent: Go! di Dan Membiella; The Response di Jesus Brito.
The Song of the Sinister Siren ha toni e atmosfera lovercraftiani, resi con efficacia grazie sia al ritmo serratissimo – che non soffre nemmeno l’ampio uso della voce narrante – sia per la scelta di caratterizzare le fasi del racconto con bicromie distinte. Così, un arancione caldissimo e quasi soffocante marca l’introduzione e il finale, mentre un blu freddo segna lo scontro fra i due protagonisti. Il risultato supera ampiamente l’omaggio calligrafico: la tensione cresce  costantemente e il finale dona alla vicenda un’ambiguità che spinge a rileggere la storia.
Good Agent: Go! segue un rocambolesco inseguimento sui tetti. Membiella usa un’ampia scala di grigi e trasforma il confronto fra ladro e vigilante mascherato in una lunga danza senza rete. Vicino all’esercizio di stile, è comunque molto piacevole da seguire e rivedere tavola per tavola. La definizione delle figure umane è a volte sgraziata, ma è chiaro che l’attenzione è tutta nella resa del dinamismo delle evoluzioni.
The Response è particolarmente interessante perché la tensione che riesce a costruire e trasmettere supera ampiamente quelli che sembrano difetti lampanti. Il primo è una costruzione visuale ipersemplificata, con oggetti e figure umane che sembrano appoggiate sugli sfondi monocromatici – come avviene quando si disegna con programmi per bambini. Il secondo è il lampante didascalismo della vicenda, che mette in contrasto la meschinità dell’umanità tutta con il grave peso di una imprevista e imprevedibile richiesta di aiuto. La considerazione è che, nella brevità del racconto, proprio questo duplice minimalismo fa sì che il lettore sia immediatamente catturato dalla tematica.

Siamo arrivati alla fine anche di questa puntata e come sempre vi rinnoviamo l’appuntamento con il quindicesimo appuntamento con First Issue fissato per il 20 dicembre e vi ricordiamo nuovamente l’appuntamento di mercoledì prossimo 13 dicembre con la sesta puntata del nostro spin-off First Issue Presenta.
Stay tuned!

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