First Issue #13 – Le novità a stelle e strisce

First Issue #13 – Le novità a stelle e strisce

L’orrorifico Batman “che ride”, nuove serie Image e Dark Horse e tanto altro nella tredicesima puntata di First Issue.

Ogni mercoledì in USA esce quasi un centinaio di albi a fumetti, molti dei quali sono numeri di esordio di serie e miniserie, i first issue.
First Issue è la rubrica bisettimanale de Lo Spazio Bianco dedicata ai nuovi numeri uno in uscita negli States! Allacciate le cinture e preparatevi a un nuovo viaggio nel variegato e produttivo mondo del fumetto americano: in questa puntata ci occuperemo delle nuove uscite pubblicate mercoledì 8 e 15 novembre.

DC Comics

In casa DC Comics continuano a tenere banco i vari tie in collegati all'evento Dark Nights – Metal. Atteso da molti, è finalmente uscito The Batman who laughts, forse la più affascinante e interessante delle incarnazioni dell'Uomo Pipistrello del Multiverso Oscuro. Per noi l'ha letto e ce ne parla Marco Marotta.

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Anche il Batman Che Ride, il leader dei Dark Knights provenienti dal Multiverso Oscuro, ottiene finalmente un one shot monografico a lui dedicato. Il compito di narrare le origini di questo misterioso e inquietante villain spetta a James Tynion IV e lo fa confezionando quello che a conti fatti è il più crudo e “cattivo” tra tutti i tie-in a Dark Nights: Metal finora pubblicati.
La discesa verso la follia del Bruce Wayne di Terra-22, mentre la sua personalità e quella della sua arcinemesi convergono sempre di più, è una tragica escalation di violenza e atrocità, narrata con angosciante freddezza dall'autore e rappresentata con crudezza altrettanto esplicita dai disegni di Riley Rossmo.
Da notare che la storia s'inserisce perfettamente nella poetica di Tynion sulle mutazioni, che l'autore sta portando avanti nelle sue serie per altre case editrici.

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Sempre legato all'evento di Metal, è uscito anche lo one shot Batman Lost, firmato ai testi da l'architetto della saga , insieme a Tynion IV e Joshua Williamson, per i disegni di Doug Mankhe, e Jorge Jimenez.

Image Comics

Mai parca di nuove uscite la Image Comic. In queste ultime due settimane abbiamo assistito all'esordio di Coyotes #1, serie della quale ci dice qualcosa Marco Marotta.

[su_box title=”Coyotes #1″ box_color=”#D64A2B”]

La nuova serie scritta da Sean Lewis racconta la storia di Analia, una ragazza che, dopo essere rimasta orfana, viene accolta da una donna conosciuta solo come “la Duchessa” e da questa addestrata a diventare una cacciatrice di coyote mannari, fameliche creature che infestano la città.
Benché questo primo numero sia scandito da un ritmo piuttosto lento e dia solo un minuscolo assaggio della vicenda, la sceneggiatura risulta comunque intrigante, grazie a una narrazione in flashback che tiene viva la curiosità per la risoluzione del mistero presentato all'inizio dell'albo.
Anche i disegni di Caitlin Yarsky fanno il loro dovere, rendendo efficacemente il contrasto tra i momenti di spensierata vita quotidiana e la brutalità delle scene più horror e splatter.

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Arriva anche una nuova serie fantascientifica, Port of Earth, che ha letto per noi Federico Beghin.

[su_box title=”Port of Earth #1″ box_color=”#D64A2B”]

Port of Earth, serie thriller-fantascientifica, parte da una premessa abbastanza originale per poi andare in una direzione più usuale: gli alieni che giungono sulla Terra, una volta tanto non vogliono conquistarla, bensì stringere accordi commerciali con gli umani.
Nel 2020 lo spazioporto costruito al largo della California è operativo e inizia ad accogliere un numero sempre crescente di visitatori galattici. Ovviamente non può filare tutto liscio: tre alieni armati violano le regole e seminano il panico, contribuendo a creare un clima di diffidenza e tensione.
Lo sceneggiatore Zachary Kaplan, attraverso una voce fuori campo, fornisce sinteticamente le informazioni utili a inquadrare la vicenda, dedicando la seconda metà dell'albo alla missione investigativa di due agenti speciali. Il passaggio dal prologo allo sviluppo della trama avviene in modo intelligente e funzionale, poiché l'incalzante scambio di battute tra una giornalista e un politico rende subito chiaro che informazione e diplomazia sono temi importanti nell'economia del racconto.
L'italiano cura attentamente la recitazione dei personaggi, ma dà il meglio di sé quando inquadra dall'alto il porto, disegnato in modo tanto essenziale quanto affascinante. Il tratto trasmette la tensione delle scene più concitate e viene valorizzato dalla palette di Vladimir Popov. Sebbene la storia sia ambientata sulla Terra, i toni freddi creano una seducente atmosfera aliena.

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Anche l'etichetta Skybound fa uscire una nuova produzione, Evolution, e Simone Rastelli l'ha letta e analizzata.

[su_box title=”Evolution #1″ box_color=”#D64A2B”]

Evolution, serie alla quale lavorano ben quattro firme della SkyboundJames Asmus, Joseph Keatinge, Cristopher Sebela e Joshua Williamson -, debutta con un numero dal ritmo serrato, che mette in scena contesto e atmosfere e suscita buone aspettative per il loro sviluppo.
C'è una mutazione che si sta diffondendo fra gli esseri umani, che il medico e ricercatore dottor Hurley ha individuato ma che sembra passare inosservata a tutti i suoi colleghi. Altri eventi insinuano il sospetto che in realtà questo processo sia noto in certe sfere, che però vogliono mantenerlo segreto. Il clima emotivo è quindi quello dell'ossessione da complotto: qualcosa di strano, bizzarro e mortale si sta propagando e forse qualche potere oscuro lo sfrutta per le proprie macchinazioni.
Il racconto procede lungo due linee narrative la cui alternanza contribuisce al dinamismo di questo primo capitolo, ma è l'impatto visuale l'elemento che più contribuisce all'efficacia di queste pagine. I disegni dai tratti spezzati di Joe Infurnari e i cromatismi cupi di Jordan Boyd, insieme restituiscono non solo ambienti che trasmettono un senso di disagio e minaccia, ma soprattutto un'umanità disperata, perplessa e indifesa di fronte a qualcosa che vediamo causare la morte, ma che, suggeriscono alcune considerazioni di Hurley, potrebbe essere qualcosa di più complesso di un virus maligno. Non una qualche orma di invasione ostile, ma un'evoluzione, la cui natura, le cui origini sono quindi il mistero che ci aspettiamo di affrontare nei prossimi capitoli.

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Segnaliamo infine il primo numero di Dark Fang #1 di Miles Gunter e Kelsey Shannon, serie vampiresca dai toni leggeri e dalla grafica cartoonesca.

Dark Horse, Aftershock Comics, BOOM! Studios, Action Lab Comics, Storm King Comics, Titan Comics e Valiant Comics

Doppio esordio a firma di in casa Dark Horse.
Jenny Finn #1, miniserie di quattro numeri, è un horror ambientato in epoca ottocentesca scritto a quattro mani da Mignola insieme a Troy Nixey, che cura anche i disegni insieme ai colori di .
Rasputin: The Voice of the Dragon #1 (di 5) è una nuova miniserie ambientata nell'universo di Hellboy e ce ne parla Marco Marotta.

[su_box title=”Rasputin: The Voice of the Dragon #1″ box_color=”#D64A2B”]

La serie, sceneggiata dalla coppia Mike Mignola/ è ambientata nel 1937 e funge da prequel alle avventure di Hellboy proponendosi di raccontare la back story legata all'arcinemico del diavolo rosso, Rasputin. Nonostante questo, però, va detto che il titolare della storia compare ben poco in questo primo numero e la sua presenza è relegata solamente alle primissime pagine. Il resto dell'albo si concentra invece su un giovanissimo professor Bruttenholm quando lavorava come decrittatore di messaggi tedeschi per l'intelligence britannica, ben prima di fondare il celeberrimo BPRD.
L'impatto iniziale con la serie è positivo. Le premesse della storia e l'atmosfera ricreata dai disegni di Christopher Mitten, per i colori di Dave Stewart, che trovano nella semplicità della composizione la loro efficacia, riescono a intrigare a sufficienza e a invogliare a proseguire la lettura. Man mano che scorrono le pagine, tuttavia, l'iniziale entusiasmo va pian piano scemando.
La storia infatti non riesce mai a decollare e l'indagine paranormale in cui è coinvolto Bruttenholm si dipana in maniera estremamente convenzionale, toccando tutti i cliché narrativi che ci aspetterebbe e senza particolari colpi di scena che diano brio alla vicenda. Nemmeno il timido cliffhanger con cui si chiude questo primo capitolo riesce, purtroppo, a riconquistare l'interesse del lettore o a stuzzicarne la curiosità per ciò che verrà in seguito.
Chiude il quadro una caratterizzazione del protagonista più che convincente, a cui si vanno però ad affiancare comprimari invero abbastanza monodimensionali.

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BOOM! Studios fa esordire Fence #1, serie ambientata nel mondo della scherma e firmata da C.S. Pacat ai testi e Johanna The Mad ai disegni.

Sempre BOOM! presenta la miniserie in sei numeri che vede l'incontro tra i franchising de Il Pianeta delle scimmie e King Kong. Kong on the Planet of the Apes #1 è scritto da Ryan Ferrier e disegnato da Carlos Magno.

presenta Brilliant Trash #1 di e Priscilla Petraites.

Action Lab Comics pubblica The Harcourt Legacy #1 di Brendan Cahill (testi) e Jason Federhenn (disegni).

Per arriva Minky Woodcock – The Girl Who Handcuffed Houdini#1 (di 4) scritta e illustrate da Cynthia Von Buhler.

Storm King Comics fa debuttare un'altra miniserie, stavolta in otto parti, che porta in copertina il nome di John Carpenter quale ideatore insieme a Sandy King. John Carpenters Tales of Science Fiction – Vortex#1 è una storia fantascientifica scritta da Mike Sizemore e disegnata da Dave Kennedy.

Chiudiamo con la Valiant Comics e con i suoi due debutti.
Harbinger Renegade #0 di Rafer Roberts e Juan José Ryp è uno dei prologhi alle Harbinger Wars 2 che debutteranno nel 2018.
Ninja-K #1 è la nuova serie dedicata alle varie incarnazioni dell'agente segreto dell'universo narrativo della Valiant, firmata da un Christopher Gage in buona forma, seppure troppo verboso, e da un magnifico Thomas Giorello.

Esclusive Comixology

Simone Rastelli, come sempre, ci porta alle scoperte di alcune nuove uscite indipendenti presenti sulla piattaforma digitale .

All I have to do is Dream #1 di James Vincent Avila è un fantasy che vede la protagonista Dawn London muoversi fra il mondo ordinario e quello dei sogni. In questo primo numero assistiamo al suo primo viaggio e conosciamo i Sandlings, esserini dall'apparenza buffa. Interessante la commistione di quotidianità e fantastico, ma questo esordio non trasmette particolari emozioni.

Terminus a Quo #1 di Ben Slabak (testi), Pablo Verdugo Munoz (disegni) e Marc Sintes (colori) mischia viaggi nel tempo e archeologia quali ingredienti della nuova serie di Slabak. Racconto serrato, che qua e là mostra qualche incertezza banale, ma poi riesce a sorprendere per come mette in scena il dissesto del flusso temporale. Pochi indizi su ciò che seguirà, ma suscita la doverosa curiosità. In coda alcuni sketch mostrano come la colorazione abbia appiattito l'espressività del disegno.

[su_box title=”Mars One #1″ box_color=”#D64A2B”]

Lascia poche soddisfazioni questo primo episodio di Mars One, serie fantascientifica firmata da Mark Stanislawski (testi), Mattia Vagnetti (disegni) e Keelan Malo-Smith (colori), che racconta di una missione di soccorso inviata dalla Terra verso la colonia marziana Mars One, dalla quale non si ricevono più messaggi dopo un ultimo disperato annuncio di qualcosa di ostile che si è introdotto nella colonia.  L'episodio chiude quindi su un cliffhanger, che annuncia un pericolo mortale per i soccorritori.
Costruito su un tema classico quanto sempre capace di stimolare suggestioni, il racconto non emoziona né coinvolge. A penalizzarlo non è tanto il suo carattere introduttivo, fitto di dialoghi che inquadrano lo scenario della vicenda, quanto la scarsa efficacia della parte visuale.
Il punto debole più evidente è la scarsa espressività dei personaggi. Il difetto è particolarmente pesante poiché la narrazione è costruita con un ritmo lento e, per una lunga parte, focalizzata sui confronti fra i membri dell'equipaggio della nave spaziale di soccorso. Inoltre, il largo uso di inquadrature ravvicinate e di ambienti con pochissimi dettagli, indirizza attenzione del lettore sui volti, su ogni loro dettaglio ed espressione, non trovando però alcun aggancio emozionale. Detto altrimenti: recitazione e messa in scena smorzano la tensione che i dialoghi tentano di costruire e, nonostante lo spunto, non si crea alcuna particolare suggestione né empatia.

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Giunti alla fine, come al solito vi rinnoviamo l'appuntamento con la quattordicesima puntata di First Issue il 12 dicembre e già che ci siamo vi diamo già da ora appuntamento a mercoledì prossimo 29 novembre con una nuova puntata del nostro spin-off First Issue Presenta.
Stay tuned!

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