Il martedì e il mercoledì in USA sono i giorni dedicati all’uscita dei nuovi albi a fumetti, molti dei quali sono numeri di esordio di serie e miniserie, i first issue.
First Issue è la rubrica de Lo Spazio Bianco dedicata ai nuovi numeri uno in uscita negli States! In questo episodio #104 analizziamo alcune delle novità più interessanti uscite della seconda metà del mese di maggio 2022.
Marvel Comics
Di seguito, le copertine delle novità Marvel Comics.
DC Comics
David e Kelly – biologi, giovani, geniali, innamorati e desiderosi di salvare il mondo – stanno procedendo spediti nella loro ricerca sull’utilizzo di nano-bot per ricostruire tessuti umani: la cura di qualsiasi malattia, addirittura la stessa immortalità, sembra a portata di mano. Per ottenere un finanziamento, presentano i loro risultati al direttore dell’Healerist New Research Initiative, Marius Chang, che offre ai due un miliardo di dollari per acquistare la loro ricerca, annunciando però che la interromperà. I due rifiutano, intendendo proseguire per proprio conto, ma, poco tempo dopo, subiscono l’attacco di un gruppo di strani esseri, che distruggono la loro casa. Conseguenze: Kim rimane uccisa, mentre David sviluppa una sorta di fattore di rigenerazione, grazie all’opera dei nano-bot che sono diventati improvvisamente efficaci.
Così si presenta Duo, serie DC firmata da Greg Pak (testi), Koi Pham (disegni), Scott Hanna (colori), Chris Sotomayor (lettering) uscita sotto l’imprint Earth-M, che raccoglie il materiale Milestone. In accordo alla tradizione della storica etichetta/casa editrice nata negli anni ’90 del XX secolo, Duo propone due protagonisti appartenenti alla comunità minoritaria, qui quella degli asiatici-americani. Una traccia molto classica, con un’ingenuità da anni ’50 nella rappresentazione della ricerca e una chiusura che ci lascia con un supereroe nel quale convivono due personalità, poiché Kim ci viene mostrata in qualche modo viva nella mente di David.
Racconto lineare e ordinato, animato da un ritmo sostenuto, Duo è caratterizzato da un approccio visuale che ricorda più il mondo indie che quello delle major: figure nettamente stagliate nelle immagini, sfondi, corpi e volti resi con pochi dettagli, toni cromatici freddi e luci che fanno apparire i visi come ricoperti da una pellicola gommosa o plastica. Allo sguardo, questa combinazione risulta in una sensazione di “artificiosità ambientale” che ostacola l’immersione nella vicenda e che è il punto debole dell’operazione; molto intrigante l’idea della sopravvivenza di Kim nella mente: effetto da trauma o effettivo innesto della personalità della ricercatrice ad opera dei nano bot, è un’idea sicuramente fertile di spunti per l’approfondimento dei personaggi; sullo sfondo, il confronto con un’organizzazione che sembra (voler) dominare il mondo suona come il più tipico dei leit-motiv, capace comunque di offrire il tessuto connettivo per il lato avventuroso del racconto.
Simone Rastelli
Un improvviso black out elettrico e digitale immerge Gotham City in una notte oscura e sorda, priva di qualsiasi tipo di luce e comunicazioni. Dalla sua caverna, Batman si rende conto che l’evento – di probabile origine aliena – non è circoscritto soltanto alla sua città, ma sta riguardando l’intero pianeta; in attesa di un piano di azione globale con il resto della Justice League, il cavaliere oscuro non può che uscire nella notte per evitare che i suoi concittadini siano lasciati alla mercé delle tenebre e della malvagità umana che in esse si cela.
È questo, in estrema sintesi, il pitch di Batman Fortress, nuova (ed ennesima) miniserie in otto numeri dedicata all’uomo pipistrello. Ai testi troviamo Gary Whitta, sceneggiatore cinematografico di Rogue One: a Star Wars story, che si cimenta per la prima volta con una storia di Batman. Se il soggetto, di per sé, non è niente di originale e la trama in questo albo d’esordio si snoda in maniera abbastanza prevedibile e scontata, l’interesse cade sulla caratterizzazione che lo scrittore dona ai personaggi, attraverso dialoghi riusciti e brillanti. In questo senso sono da evidenziare l’efficace scambio di battute tra Jim Gordon e Harvey Bullock prima e con il pipistrello poi, due pagine che condensano molto bene l’essenza psicologica dei tre personaggi. E ancora, le riflessioni di Batman sul suo rapporto con il crimine in generale e con il Joker in particolare denotano un’ottima conoscenza, non scontata, della psiche dell’eroe.
Alle matite troviamo il veterano Darick Robertson, che con Whitta aveva già collaborato sulla serie creator owned Oliver per Image Comics. Con il suo tipico stile caratterizzato da una impostazione classica sia nella struttura delle tavole che per quel che riguarda la resa dei personaggi, Robertson in verità fatica un po’ nell’indovinare le fattezze di Bruce Wayne e in alcune scene di battaglia manca completamente il dinamismo dei corpi in movimento, attanagliati da una staticità disturbante.
L’albo si chiude senza risposte sulle cause del black out mondiale, miglior cliffhanger possibile per volere leggere, almeno, anche il secondo numero.
David Padovani
Di seguito, le copertine delle novità DC Comics.
Image Comics
Un recente studio ha dimostrato che ereditare è uno dei principali modi per diventare ricchi o quantomeno il primo passo su di una strada lastricata di strumenti, più o meno ordinari, per aspirare allo status di milionario. Provate a spiegarlo a Gabrielle, ereditiera del ranch Rutherford, sito nel quale sembrano convogliare ed incrociarsi misteriose energie che calamitano fantasmi, alieni, psicopatici ed esseri soprannaturali assortiti. La donna, accompagnata dalla moglie Trudy, giunge in questo luogo senza alcuna esperienza nella gestione di una fattoria con animali, decisa a sbarazzarsi del bestiame per godersi con maggior serenità la vita di campagna.
In I hate this place #1 Kyle Starks conduce le sue eroine in un luogo isolato, nel mezzo di un nulla al limite del quale si apre una selva oscura, utilizzando i migliori canoni del genere horror per raccontarci una storia inquietante la cui riuscita è legata alla perfetta costruzione dei personaggi. Una coppia di donne con caratteri distinti e ben definiti, decise a iniziare un nuovo capitolo della propria esistenza, sradicandosi dalla vita cittadina. Gabrielle la sognatrice e Trudy la dura e pragmatica si mostrano al lettore in modo sincero e credibile, attratte dalla forte chimica di due anime complementari che passano rapidamente dall’entusiasmo del vivere alla necessità di sopravvivere ai rovesci di una trama snella e tagliente, popolata da un folto catalogo di creature ugualmente orientate al male.
Sono i dialoghi l’elemento caratterizzante scelto da Starks per fare emergere la personalità delle sue protagoniste che si confrontano in scambi di battute, riflessioni e considerazioni a sottolineare la verità del loro stare insieme. Una rappresentazione di una forte sinergia relazionale alla quale non manca un tocco di romanticismo accompagnato da alcune considerazioni sui sacrifici che si fanno all’interno di un rapporto.
I disegni di Artyom Topilin aggiungono un tocco indie al tono generale del racconto, riuscendo a rendere veri e comunicativi i personaggi. Il suo tratto, non sempre convincente, acquisisce maggior sicurezza con il progredire delle pagine, catturando la strana energia dei luoghi e delle creature in modo grottesco. Il disegnatore riesce a cogliere l’atmosfera di inquieta suspense che avvolge il ranch rappresentando alcune sequenze con le modalità di un febbrile sogno allucinato e citando l’estetica di un certo cinema horror anni ’80. I colori di Lee Lougheridge aggiungono la necessaria nota acida alle sequenze macabre della storia, sottolineando i momenti di shock e orrore dell’albo.
Il primo numero di I Hate This Place ci mostra una coppia di personaggi ben assortiti, accomunati da forti sentimenti e dalla necessità di sopravvivere alle circostanze narrative, catturando l’attenzione del lettore grazie a una storia riuscita e funzionante. Considerati i molteplici spunti introdotti dalla sceneggiatura che attingono alla tradizione horror riuscendo a creare un fitto mistero tenendo alta la suspense e l’attenzione del lettore, non ci resta che attendere le prossime uscite.
Ferdinando Maresca
Di seguito, le copertine delle novità Image Comics.
Altri editori
Vampirella è una figura sensuale, parzialmente vittima di esposizione di pelle pretestuosa che ne sminuisce lo spessore caratteriale, ma che si è costruita ugualmente nel tempo un seguito solido malgrado i numerosi cambi di editore, che non hanno influito sulla fedeltà dei fan. Senza trascurare che autori leggendari come Grant Morrison e Alan Moore hanno contribuito, seppur in minima parte, ad accrescere il mito della sexy succhiasangue. Probabilmente detiene anche un record di albi d’esordio, essendo la sua lunga storia strutturata in poche, di breve durata, serie regolari e molte serie limitate.
Vampirella Strikes è l’ultimo dei tanti first issue, ambientato alcuni anni dopo Vengeance, la precedente miniserie edita sempre da Dynamite Ent. Il mondo è cambiato dopo lo scontro apocalittico: ora naturale e soprannaturale convivono, in una pace destinata a interrompersi bruscamente. Vampirella è una sorta di guardiana dell’ordine, quasi una detective, e si trova a indagare su misteriosi omicidi, con le vittime che riportano ferite di tremende armi demoniache.
Tom Sniegoski ai testi e Jonathan Lau ai disegni confezionano una narrazione che rende perfettamente riconoscibile e fruibile la protagonista e il suo nuovo status quo. Lo scrittore non è forse una vera star ma è certamente un veterano esperto, che usa abilmente le didascalie per inquadrare il contesto e i dialoghi per caratterizzare i personaggi, rendendo il racconto scorrevole. Buona la prova grafica di Lau, che ha uno stile accademico senza guizzi di originalità ma estremamente curato e piacevole, con una scansione della tavola ordinaria ma efficace.
Un albo che non rappresenta con ogni probabilità un punto focale per la storia editoriale di Vampirella, quanto meno dal punto di vista qualitativo, ma che genera una lettura gradevole che consente di trovare (o ritrovare) una caratterizzazione completamente canonica del personaggio. Va segnalato, senza spoiler, che l’episodio si chiude con un classico cliffhanger, rappresentato con una splash page che è anche una pin-up, ottimamente disegnata.
Menzione d’onore per la splendida copertina di Lucio Parrillo, che spicca fra le molte versioni proposte e si aggiunge a una ormai lunga collezione di cover per l’aliena di Drakulon realizzate dall’artista italiano.
Paolo Garrone
Di seguito, le copertine delle altre novità.
Per questa puntata è tutto. Vi diamo appuntamento tra due settimane circa con First Issue #105.
Stay tuned!