TEAM UP!
Attenzione fedele lettore di First Issue e First Issue Presenta da oggi in avanti ti attende una eccezionale novità!
Da questo numero gli autori della nostra rubrica sul fumetto USA si alleano all’altra grande tribù di True Believers del web italiano: gli amici di Wednesday Warriors, rubrica di Dimensione Fumetto dedicata al fumetto USA.
ASSEMBLE!
Dopo un lungo percorso di avvicinamento che ha visto Brian Michael Bendis costruire meticolosamente la “minaccia Leviathan” nel corso dei mesi sulle pagine di Action Comics, DC’s Year of the Villain Special #1 e Leviathan Rising #1, Event Leviathan inizia ufficialmente, con l’intenzione di rivoluzionare il mondo delle organizzazioni, governative e non, del DC Universe.
Come abbiamo potuto vedere dall’inizio del 2019, qualcuno ha attaccato le sedi di ARGUS, DEO, Spyral, Task Force X e Kobra; dietro a tutti questi attacchi sembra esserci Leviathan, l’organizzazione criminale creata da Talia Al Ghul, che sembra però agire per conto di un misterioso personaggio in grado di comandare persino la pericolosa figlia di Ra’s al Ghul.
Questo primo capitolo della miniserie in sei parti si presenta come una curiosa variante del classico “mistero della camera chiusa”: Batman si addentra nelle rovine dell’Odyssey, il nuovissimo quartier generale di ARGUS appena devastato da un attentato, per trovare al suo interno Lois Lane.
La storia si presenta come un lungo dialogo tra i due, con l’aggiunta di nuovi ospiti a sorpresa (non molto, a dire il vero, visto che sono raffigurati sulla copertina dell’albo), che cercano di esporre gli indizi disponibili e di risolvere l’enigma che si presenta loro.
Ci troviamo quindi di fronte a una scelta piuttosto inusuale per l’apertura di un evento di tipo supereroistico che vede l’evento scatenante posizionato al di fuori della narrazione e che viene ripreso successivamente grazie a un flashback. Ancor più inusuale è il fatto che la trama principale di questo albo si basi su un lungo dialogo tra quattro personaggi.
Ci sono oggettivamente pochi team creativi in grado di tenere in piedi un intero albo composto principalmente da un dialogo e uno di questi è sicuramente quello composto da Bendis e Alex Maleev: se c’è una cosa che un aspirante scrittore di fumetti può e deve imparare da Bendis è proprio la sua capacità di costruire dialoghi credibili in maniera estremamente intelligente. Questi non si sovrappongono mai a quanto già raccontato dai disegni e, laddove non forniscono elementi di intreccio, aggiungono profondità ai personaggi senza che questi ultimi “spieghino” in maniera didascalica loro stessi.
Naturalmente si tratta di uno stile che può essere efficace solo quando la sintonia tra scrittore e disegnatore è tale da riuscire a incastrare le due componenti narrative senza lasciar fuori nulla e soprattutto quando l’artista riesce a veicolare quante più informazioni possibili tramite il segno, il layout e i colori.
I due riescono a dare il giusto ritmo anche alle parti più ostiche del soggetto: la necessità di tirare le fila di quanto detto negli altri albi, illustrare i rapporti tra i personaggi e descriverne le psicologie senza dover ricorrere ai classici “spiegoni”, linfa vitale del fumetto seriale.
Maleev ingabbia le due narrazioni, quella che racconta il presente all’interno delle rovine dell’Odyssey e quella del flashback, in due tipologie di layout diversi: la prima è un puzzle di vignette orizzontali e verticali che, pur restando perfettamente ortogonali, rendono graficamente il rompicapo che i nostri eroi stanno cercando di risolvere; più lineare e “cinematografica” invece è la gabbia nella quale ci viene raccontata l’esplosione dell’edificio – l’unico momento dell’albo a contenere delle effettive scene di azione – che si presenta come una sequenza di vignette orizzontali in cinemascope. La differenza tra i due momenti viene sottolineata anche dall’uso molto selettivo, quasi monocromatico, dei colori: toni freddi e scuri per il presente, caldi e luminosi per il flashback. Anche la diversa saturazione del nero, più pesante per le figure in primo piano e scarica per gli sfondi, conferisce profondità e narrazione a ogni vignetta: le ombre avvolgono sempre Batman, in maniera quasi ostentata ed eccessiva, come a voler intendere che il Cavaliere Oscuro cerchi costantemente e coscientemente di posizionarsi in modo da ottenere la massima copertura e occultamento possibile.
Molto interessante il rapporto tra Batman e Lois Lane, senza Superman i due sembrano sufficientemente in confidenza da farci avere un Bruce più ciarliero del solito ma il loro confronto tradisce comunque una mutua diffidenza che in qualche modo contrasta con la fiducia assoluta che i due ripongono in Superman.
Bendis e Maleev confermano qui la loro capacità di imbastire racconti noir con protagonisti i supereroi urbani e questo inizio potrebbe non far contenti i fan del fumetto d’azione ma soddisfa appieno chi predilige una narrazione più compassata e di atmosfera.
Abbiamo parlato di:
Event Leviathan #1 (of 6)
Brian Michael Bendis, Alex Maleev
DC Comics, giugno 2019
25 pagine, a colori – 3,59 € (digital edition)
… E venne un giorno…
Inizia una sinergia tra Lo Spazio Bianco e la rubrica First Issue (e il suo spin-off First Issue Presenta) e Dimensione Fumetto che ospita Wednesday Warriors, rubrica gemella sempre dedicata al fumetto supereroico statunitense.
Nell’ultima puntata andata on line di quest’ultima, la #34, Fabrizio Nocerino ha recensito il debutto della nuova miniserie dedicata al Surfista d’argento della Marvel Comics.
Nella sua pluri-acclamata Thanos, Donny Cates scrisse un Norrin-Radd da un futuro remoto impugnava Mjölnir e dominava l’Onda Annihilation, ammantato non più d’argento ma di nero; in Guardians Of The Galaxy, invece, il Silver Surfer tornò al suo tradizionale incarnato, prendendo parte al concilio galattico tenutosi dopo la dipartita di Thanos – il “la” alla già citata operazione di ricostruzione cosmica dell’universo Marvel. Per Donny Cates approfondire il suo discorso riguardante il Surfista Argenteo era solo questione di tempo e Silver Surfer: Black rappresenta il momento adatto per fornire la sua interpretazione del personaggio. Idealmente posta a metà proprio tra il suo Thanos e Guardians Of The Galaxy, Silver Surfer: Black si pone l’obiettivo di colmare un gap di continuity fondamentale alla visione d’insieme dell’autore – e di raccontare una meravigliosa, distruttiva e folle storia cosmica nel frattempo.
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