Graphic journalism è un termine in giro già dagli anni ’70, che ha preso sempre piú piede nel mondo del fumetto contemporaneo, tanto da diventare locuzione canonica tra il pubblico e gli addetti ai lavori. Oggi sempre più autori, collettivi di autori (come quello raccolto attorno al sito italiano Graphic News) e editori hanno iniziato a produrre cronache giornalistiche scandite da tavole e vignette, in cui la disciplina della verità si fonde con le infinite possibilità della creatività artistica.
E se si cerca il termine su Wikipedia, tra i vari autori citati come colonne portanti del genere, accanto a Joe Sacco, Jen Sorensen e Sarah Glidden spicca il nome di Gianluca Costantini.
Autore ravennate, classe 1971, ha lavorato per alcuni dei più importanti magazine italiani e mondiali, da Internazionale a Le Monde diplomatique, passando per Pagin99 e LeMan, ha fondato inguineMAH!gazine, ha pubblicato graphic novels per Beccogiallo, Comma22 ed Eris edizioni, spesso in coppia con la compagna (nonché collaboratrice di lunga data) Elettra Stamboulis.
Fedele alla linea è l’ultima sua opera pubblicata da BeccoGiallo, una raccolta di alcune storie pubblicate negli ultimi anni che fa comprendere appieno perché il suo nome non solo debba appartenere di diritto a quella lista, ma debba anche essere riconosciuto da tutti come uno dei più importanti graphic journalist di questo tempo. In un viaggio attraverso i Balcani, la Turchia, la Cecenia, l’ex URSS e il Medio Oriente, passando per Egitto, Grecia e Italia, questa raccolta rappresenta la summa degli interessi e della poetica dell’autore, lo sguardo attento a ingiustizie e sofferenze del nostro tempo, trasmesse con una carica espressiva che cerca, nello spazio spesso di poche pagine, sia di informare in maniera equilibrata che di esprimere una propria posizione, senza mai renderla soverchiante ma senza nemmeno nasconderla dietro facili ipocrisie.
Come affermato da Daniele Barbieri nella postfazione, la forza maggiore del graphic journalism, legata al processo lento di creazione, è proprio quella di schierarsi, di informare in maniera al tempo stesso oggettiva e soggettiva, mostrando il proprio punto di vista e spronando, anzi sfidando il lettore a riflettere su quello che si sta leggendo.
Costantini (in molti casi coadiuvato ai testi dalla Stamboulis, come già detto) riesce a sfruttare questa forza utilizzando meccanismi diversi, dalla ricerca del tratto poetico, a quella del tratto sintetico, fino ad arrivare a rappresentazioni ironiche o contraddittorie dei fatti (Black Friday, Graphic News, 2015) , spesso usando fotografie e immagini reali colorate con colori innaturali, allo scopo di mettere in risalto alcuni elementi necessari alla comprensione della storia.
Esemplare in questo senso l´intenso “dittico ceceno”, in cui l’autore ci guida con immagini realistiche, crude e dai colori intensi nella storia del terrorismo Caucasico, tra un passato mitico e un presente drammatico rappresentato dalla strage della scuola di Beslan.
Tipico di Costantini è l’uso di una linea sintetica, a volte densa e a volte piú schizzata, capace di mettere in risalto pochi particolari per definire luoghi e persone, rafforzata da alcune linee di colore che sottolineano alcuni elementi strutturali e narrativi, attirano l’attenzione del lettore e creano talvolta un effetto stridente tra fatti raccontati e la loro rappresentazione.
Ma questo non è l’unico stile adottato dall’artista, che dimostra grande creatività e curiosità nello sperimentare forme diverse di disegno per indirizzare la narrazione: lo stile grezzo e istintivo di Come si dice GRRR! in Serbo (2005) è in diretta continuità con il tratto spezzato e stilizzato necessario a rappresentare la violenza dello sgombero della Casa dei Giovani di Copenaghen (Ungdomshuet, 2013).
Uno stile completamente diverso da quello di Dateci Leman (Italia e Turchia, 2015), dove l’artista si ispira allo stile satirico e ai personaggi della rivista turca Leman per esprimere una critica dura e ironica al regime liberticida di Erdogan. E uno stile ancora diverso si trova nel fumetto pedagogico del 2015 Bambini e bambine, diritti a scuola o nel delicato e sornione Il Piccolo Principe e gli 8 re del mondo, realizzato per Oxfam nel 2017.
Un complesso mosaico di stili e tematiche, stimolante ed interessante, ma che può anche confondere il lettore e che ha reso la vita sicuramente un po’ complicata agli editor di BeccoGiallo e alla curatrice del volume Elettra Stamboulis. In molti casi mancano elementi di raccordo che creino una consequenzialitá nel racconto: questo é sicuramente un limite da riscontrare nella natura insita di una raccolta di vignette, in questo caso complicata da una grande varietá di stili e da tematiche non sempre semplici da collegare tra loro in maniera fluida.
Nonostante questo,i curatori sono riusciti a fare un buon lavoro di raccolta tematica, in particolare per le storie riguardanti il terrorismo in Europa e le sue radici in Medio Oriente, nonché I le migrazioni e le storie cecene. A questo si aggiunge un ottimo lavoro di introduzione alle singole storie, grazie a testi che spieghino talora il contesto, talora il processo creativo e l’esperienza dell’autore.
Fedele alla linea è un’opera intensa e ricca di spunti, un diario di viaggio spazio-temporale nell’attualità che si fa storia, un resoconto militante e onesto, che ricerca la verità e le sue radici in maniera approfondita e che la trasmette in maniera chiara ed immediata. Un’opera importante sul nostro tempo, sulla nostra storia, sulle nostre responsabilità come cittadini, come esseri umani, un complesso arazzo che dovrebbe essere letto e riletto per comprendere chi siamo, mettendoci di fronte ad uno specchio di drammi, violenza, ma anche coraggio e speranza.
Abbiamo parlato di:
Fedele alla linea
Gianluca Costantini e AAVV
BeccoGiallo, settembre 2017
320 pagine, brossurato, bianco e nero e colore – 23,00 €
ISBN: 9788899016814