Un giorno, un tale di nome Michael Chabon decide di raccontare l’Età dell’Oro del fumetto statunitense, ovvero quei magnifici anni a cavallo della Seconda Guerra Mondiale nella quale nacquero i supereroi. Attraverso l’invenzione di un supereroe immaginario, l’Escapista, Chabon ripercorre nascita e gloria del genere popolare del fumetto statunitense, quello che ha fatto la fortuna di case editrici quali la DC Comics prima e la Marvel Comics dopo.
é come se un valente autore italiano decidesse di narrare la nascita, negli anni ’50, di Mex, spaccone eroe a cavallo delle terre di confine tra Stati Uniti e Messico durante gli anni del Far West.
Chabon, con il suo romanzo letterario Le Fantastiche Avventure di Kavalier and Clay ha riproposto due mondi, quello degli Stati Uniti invincibili e salvatori del mondo, ma anche ipocriti e bigotti della Seconda Guerra Mondiale, e quello innocente e ingenuo dei fumetti di supereroi, vincendo il premio Pulitzer nel 2001 grazie alla sua narrazione prevedibile, sciolta, senza sussulti ma tutto sommato efficace.
Nel 2004, la casa editrice di fumetti Dark Horse, esperta nelle commistioni di genere (in particolare tra cinema e fumetto, come nei casi più celebri di Alien e Star Wars), decide di lanciare una nuova serie bimestrale, appunto Le Fantastiche Avventure de l’Escapista, con la supervisione narrativa dello stesso Chabon, proponendo l’ennesimo esempio di metacomunicazione a fumetti sul fumetto. Ora la Edizioni BD propongono in un elegante volumetto dalle piccole dimensioni la raccolta delle prime due uscite dell’antologico statunitense, in un formato praticamente identico a quello della raccolta americana.
Esattamente come nel romanzo, anche nel fumetto l’Escapista viene raccontato attraverso le storie e gli articoli interni come fosse un personaggio realmente esistito, realizzato da autori reali. Cosa assolutamente falsa. I signori Kavalier e Clay (i due protagonisti del romanzo, ideatori del personaggio de l’Escapista) non esistono, sono piuttosto emblemi dei creativi dell’industria del fumetto di quegli anni, fortemente ispirati dalla coppia Simon e Shuster, i padri di Superman, l’Icona per eccellenza degli Stati Uniti.
Il gioco meta-comunicativo è evidente sin dalla prima e dalla quarta di copertina, dove Chris Ware (autore-mito statunitense grazie al suo romanzo grafico Jimmy Corrigan, ancora inedito in Italia) si diverte a riproporre in modo ironico le inserzioni pubblicitarie degli anni ’40 e ’50, oltre ad una grafica futurista e modernista che molto deve ai lavori pubblicitari del nostro Depero. Un gioco di citazioni e rimandi che erano per esempio già presenti in molte delle pubblicazioni dell’etichetta ABC di Alan Moore (La Lega degli Uomini Straordinari, Greyshirt, …), e che strappano subito un sorriso al lettore più smaliziato. Ma se il contenitore, malgrado un prezzo di 15 euro non certo economico, funziona e attrae, il contenuto risulta nel complesso molto meno efficace e mostra presto la corda.
L’antologico presenta 11 racconti medio-brevi, scritti per la maggior parte dal quasi sconosciuto Kevin McCarthy – presentato nell’introduzione di Chabon come il massimo esperto mondiale di Escapismo, proseguendo nella costruzione della finzione meta-letteraria sopracitata – e disegnati da importanti autori del fumetto popolare americano: Kyle Baker, Howard Chaykin (autore anche dei testi del suo racconto), Steve Lieber, Bill Sienkiewicz, Jim Starlin e Gene Colan su tutti.
separatorearticoloL’Escapista è un eroe particolare, esperto nella fuga in senso stretto, ma soprattutto capace di risolvere con maestria e inventiva qualsiasi minaccia al nostro mondo. Un concetto semplicissimo che trova le sue radici culturali nella figura mitica di Houdini e nella cultura ebraica, e le sue ispirazioni fumettistiche nel Mister Miracle di Jack Kirby, eroe-dio del Quarto Mondo, l’affresco cosmico realizzato per la DC Comics durante la maturità artistica del Maestro.
Tra i diversi episodi della lunga (e fittizia) vita de l’Ecapista presentati nel volume, va sicuramente citato Evasione, scritto da McCarthy e disegnato da Steve Lieber, racconto sopra alla media che vede il protagonista alle prese con una fuga alla rovescia, dovendo cioé entrare all’interno di un penitenziario. Una storia ironica ed equilibrata, che si legge fino alla fine senza particolari sussulti, ma che più di altre sembra compiuta e strutturata.
Siete mai stati o siete tutt’ora… è invece un lavoro di mestiere dell’abile Chaykin, con le solite perversioni sessuali e la solito ironia spaccona, che si dimentica immediatamente dopo la parola “fine”.
Le prove di Baker e Sienkiewicz ai disegni di, rispettivamente, Sequestrato e Il Meccanista sono invece piuttosto mediocri, senza ispirazione né guizzi particolari.
Completamente da dimenticare invece l’esperienza manga dell’Escapista in Vento Divino, con i pessimi disegni del tale Toni Leonard Tamai. Se la finzione meta-fumettistica avrebbe potuto reggere per tutto il volume, è proprio con questa storia che il trucco si scioglie anche agli occhi del lettore inesperto, laddove nella post-fazione al racconto si parla di un’improbabile vita editoriale giapponese dell’Escapista e si azzarda che questa storia e questi disegni avrebbero ispirato nientemeno che Akira, il capolavoro di Katsuiro Otomo. La finzione crolla sotto il peso dell’inverosimile e il gioco, ormai passata la metà del volume, si rivela ripetitivo e stucchevole.
In questa schematica rassegna dei racconti del volume, non si può infine non citare la prova di Gene Colan in La Signora e La Tigre, che ci mostra un autore ancora al massimo della forma, con i suoi umorali chiaroscuri a matita e una composizione della pagina dinamica ed efficacissima.
Il romanzo di Chabon utilizza la finzione meta-fumettistica per raccontare con verosimiglianza un mondo e un’epoca mitica e cruciale nella storia della cultura di massa statunitense, riuscendo a parlare sia al lettore esperto di comics grazie ai numerosi rimandi e citazioni, sia al lettore “inesperto” che di quel mondo, per la prima volta, può conoscere i retroscena e l’alone di leggenda che lo caratterizza.
Il fumetto de l’Escapista, al contrario, sembra fallire da entrambi i punti di vista. Per il lettore appassionato di comics si rivela null’altro che una riproposta superficiale e presto sterile di un certo modo di raccontare a fumetti. Per il lettore inesperto, invece, rischia di trasformarsi presto in una delusione: racconti a fumetti “moderni” infarciti di tutti quei luoghi comuni che negli anni hanno contribuito a costruire il pregiudizio del fumetto come forma di comunicazione asfittica e infantile.
La lettura de ‘Le Fantastiche Avventure de l’Escapistà é consigliata quindi soprattutto a chi ha amato particolarmente il romanzo quasi omonimo di Michael Chabon e abbia voglia di proseguire il gioco di finzione letteraria da lui abilmente costruito.
A tutti gli altri, invece, è consigliata una ricerca tra le ristampe del materiale originale dell’epoca, partendo naturalmente dalla Golden Age DC Comics (le prime storie di Superman di Simon & Shuster, il Batman di Bob Kane), passando per le prime, fondamentali invenzioni di Lee & Kirby (Fantastici Quattro, Vendicatori, Silver Surfer, …) fino ad arrivare agli ultimi lavori di Kirby del già citato Quarto Mondo (Mister Miracle, I Nuovi Dei, Forever People).
Le Fantastiche Avventure de l’Escapista vol.1
di AA.VV.
Edizioni BD – 159 pagg. col. bross. – 15,00euro
Riferimenti
Il sito dell’Edizioni BD: www.edizionibd.it
Il sito della Dark Horse: www.darkhorse.com
Wikipedia su Chabon: en.wikipedia.org/wiki/Michael_Chabon
Il romanzo ‘Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay’ in Italia è stato pubblicato da Rizzoli nel 2001