Matteo Lolli: disegnare Marvel

Ho atteso pazientemente Matteo Lolli, disegnatore di Deadpool e altre testate Marvel, fuori da un salone per tatuaggi, non è stato abbastanza rapido da scappare:

 

Ciao, Matteo, secondo te per diventare fumettisti professionisti possono essere utili una sedia comoda e della faccia tosta?

La sedia comoda nel senso della testardaggine, quella serve! Bisogna essere pronti a versare lacrime e sangue e a lavorare tantissimo. Più che la faccia tosta ci vuole la fortuna di essere al posto giusto nel momento giusto. La faccia tosta serve senz’altro ma non quanto il duro lavoro che è ciò che ti ripaga di più in assoluto. Il talento serve nella misura in cui si riesce a definirlo. Esistono delle persone che hanno speso così tanto tempo ad imparare il mestiere che sono diventate talentuose però non si nasce col talento.

Per le storie di Deadpool che hai disegnato di recente, quante tavole hai prodotto e quante ore di lavoro ti hanno richiesto?

Ogni numero prevede 20 pagine, sono capitoli di cicli da 4 o 5 numeri. Per ogni numero da 20 tavole ci metto da un mese a un mese e mezzo al massimo, ci metterei anche più tempo ma i tempi di produzione serrati della Marvel ti impongono una certa rapidità, infatti adesso collaboro con un inchiostratore che mi aiuta, ho dovuto fare questa scelta perché non avevo più una vita normale: dormivo 4 ore a notte per settimane e non ho più l’età per farlo!

 

Era un tuo sogno disegnare Deadpool o avresti preferito ti venisse affidato qualche altro personaggio?

Il mio sogno era disegnare fumetti. Deadpool è un personaggio che mi piace mi diverte perché mi piace la comicità quindi apprezzo ancora di più un personaggio con queste caratteristiche. In realtà mi sarebbe andato bene anche qualunque altro personaggio. Ne ho disegnati altri: all’inizio sono partito su Marvel Adventures prima su Iron Man poi sugli Avengers quindi ho lavorato su diversi numeri di Spider-Man. Mi piace disegnare i supereroi americani, mi piace anche il fumetto francese, mi piace tutto! Insomma, vivere disegnando, in generale, è quello che volevo fare mi sento molto fortunato.

 

Quando hai iniziato a disegnare?

A mio padre piaceva molto dipingere, lo vedevo spesso al lavoro, lui mi disegnava anche delle magliette con i miei personaggi preferiti e io avevo iniziato a vedere il disegno come qualcosa che mi permetteva di inventare delle cose e disegnare le cose che mi piacevano. Così è nata la passione per il disegno, da piccolo: disegnavo per me non con l’idea di diventare un professionista, infatti ho intrapreso un percorso di studi totalmente diverso: dal liceo scientifico a ingegneria poi, però, ho fatto un corso di fumetto e quello mi ha cambiato molto. Ho avuto come insegnanti dei disegnatori professionisti che mi hanno aperto questo mondo del fumetto come professione. Nello stesso periodo, con i miei compagni di corso, abbiamo creato un piccolo gruppo che si riuniva per disegnare e lì da lì mi è cresciuta la voglia. Io ero già all’università e quindi sono un “tardone” da questo punto di vista.

 

Raccontaci del tuo esordio da professionista!

Ho iniziato nel 2008 a pubblicare per la Marvel. Il mio primo fumetto sarebbe dovuto essere per un editore francese, era una storia scritta da Luca Enoch, alla fine il progetto fu bloccato perciò la mia prima pubblicazione è stata con Marvel. Non male come inizio! Diciamo che ho avuto una gavetta d’oro. Diciamo che ho imparato a disegnare disegnando e ora per la Marvel ho superato le 1000 tavole disegnate.

 

Che cosa ti piacerebbe poter pubblicare in futuro?

Mi piacerebbe fare un fumetto mio: pubblicare un fumetto Image tutto scritto e disegnato da me sarebbe un sogno. Mi piacerebbe anche fare l’illustratore o il character design.

 

Ringrazio Matteo Lolli per la sua gentilezza e lo lascio libero prima che arrivi Deadpool a farmi fuori!