Molti dei giovani lettori di fumetti sicuramente non avranno sentito parlare di Cyborg, la rivista con cui Daniele Brolli all’inizio degli anni 90, in casa Star Comics, cerco’ di aprire la strada a tanti autori italiani pubblicando fumetti fantascientifici con un concetto di base: ogni racconto, ogni personaggio doveva fare parte di un unico universo narrativo e quindi doveva muoversi coerentemente in esso.
In realtà ogni storia appariva nello stile e nel racconto slegata dalle altre, ma tutte avevano in comune un certo futuro con riferimento all’immaginario letterario cyberpunk, allora molto in voga. Operazione coraggiosa quanto effimera, visto che chiuse dopo solo sette numeri, per essere poi ripresa con esiti altrettanto deludenti dalla Telemaco, casa editrice dello stesso Brolli. Riuscì comunque a presentare dell’ottimo materiale d’autori del calibro di Palumbo (con la nuova serie di Ramarro), Ghermandi, Otto Gabos, Davide Fabbri, in un buon mix di fumettisti esperti ed esordienti.
Tra i progetti più curiosi c’era questa Europa di Massimo Semerano e Menotti, una storia a capitoli che in realtà si discostava molto sia stilisticamente che narrativamente dal resto della rivista. Per le vicissitudini editoriali sopra descritte, venne all’epoca pubblicato solo il primo capitolo; solo ora per la prima volta l’intera storia viene raccolta in un unico volume dalla Black Velvet.
Il protagonista, tal Baldassare Sangiorgi, abitante del terzo pianeta di Vega, è sulla Terra, accompagnato dal fido servo Garrone, in un viaggio di studio tutto spesato dalla cara e facoltosa mammina. Un giovanotto spensierato e amante della bella vita, che pero’ ha la sfortunata di trovarsi in Europa (una sorta di città stato che ricorda, per la sua monolitica ottusità burocratica, una qualsiasi metropoli dell’est nell’era della guerra fredda) assediata dall’USSS, l’ Unione dei Sistemi Solari Superiori, definita dal despota d’Europa, il colonnello di Filius Rosadis (che ha le tremende sembianze di Giuliano Ferrara!), una potenza imperialista, nemica della libertà. Una sequenza incredibile di sfighe, legate sia all’inconsistenza intellettiva del protagonista, sia all’assurda organizzazione statale, oscurantista, oppressiva e drammatizzata dal terrore di una guerra nucleare incombente, porta di capitolo in capitolo il buon Baldassare a scendere di gradino in gradino la malandata scala sociale di Europa, in un tritacarne continuo di situazioni grottesche e tragicomiche.
Più vicino, come da loro ammissione, alla corrente letteraria steampunk ( la fantascienza del passato, come dicono i due autori nella bella prefazione) che cyberpunk, questo racconto ideato prima della caduta del muro di Berlino e portato a compimento dopo l’11 settembre (una decina d’anni nei quali quest’opera ha girato le redazioni di mezzo mondo) sorprende per la sua capacità di suggerire al lettore diverse analogie con situazioni ricorrenti nell’attuale (e passato) panorama politico mondiale.
Basti pensare al despota di Europa, che usa la propaganda massificata per il sistematico ribaltamento della verità allo scopo di ottundere la capacità critica della cittadinanza, evento normale nei totalitarismi come quello sovietico, ma che si verifica spesso anche all’interno delle nostre fulgide democrazie, quando in esse l’informazione viene assoggettata al potere politico.
Oppure la retorica della lotta al terrorismo eversivo, qui immaginato come pseudo-marxista e un po’ cialtrone, che in realtà diventa utile per il mantenimento del potere e la sua affermazione attraverso l’uso della repressione militare e poliziesca: una pratica esercitata un po’ in tutto il mondo.
O ancora, l’ingarbugliarsi delle disavventure del protagonista di fronte all’assurda prepotenza burocratica, chiaro omaggio a Kafka, che fa pensare a qualsiasi pellegrinaggio nelle aule dei nostri tribunali.
Insomma una fantascienza che, come spesso accade, dice tanto di noi, delle nostre società, delle nostre paure.
Semerano è molto bravo a miscelare una buona dose di pessimismo dissacrante all’interno di una storia lineare nello svolgimento quanto interessante per i contrappunti grotteschi di cui è disseminata. Il disegno di Menotti, fatto di tratti precisi e articolati, riempie la pagina di un’enormità di particolari magistralmente definiti, che ad un primo sguardo possono sembrare un esercizio ozioso, ma in realtà imprimono uno stile decisamente originale allo svolgimento del racconto. Un’estetica raffinata che trova riscontro anche nella mole di riferimenti culturali e iconografici di cui si sono dotati gli autori. Basti osservare, per esempio, le divise dei militari che ricordano quelle sovietiche contrapposte a quelle vagamente balilla degli scagnozzi che, nel primo capitolo, attentano alla vita di Baldassare. Oppure alla simbologia del potere, come nella prepotente copertina, forgiata con quella forza che la macchina sovietica (o nazista, o fascista) era capace di imprimere nell’immaginario dei suoi contemporanei.
La bella cura del volume, che come al solito caratterizza le uscite editoriali della Black Velvet, ha come punto di forza le sorprendenti risposte che i due autori hanno avuto da diversi editori esteri, rivelatrici di un mondo editoriale spesso incapace di evolversi e di guardare al di là dei target editoriali già affermati. Anche per questo la casa bolognese ha il nostro plauso, per un coraggio che prima di loro altri non hanno avuto. Il prezzo abbastanza contenuto è, infine, un altro ottimo motivo per l’acquisto.
Per un approfondimento vi consiglio di visitare il sito collegato a questo volume www.europa.go.it sul quale potete trovare, oltre un bel trailer in flash, utili informazioni aggiuntive, compresi dei brani mp3 inediti da scaricare, ideale colonna sonora per la lettura.