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    Essere Chip Zdarsky: un’intervista

    In occasione dell’uscita dei volumi di Daredevil e della conclusione di Sex Criminals, abbiamo intervistato uno dei più talentuosi, prolifici e folli autori del mainstream statunitense.

    Negli ultimi anni il nome di Chip Zdarsky si è fatto largo nel mondo del fumetto USA e nei cuori dei fan: i primi lavori con Image, il lavoro in Marvel su titoli legati all’Uomo Ragno, i Fantastici Quattro, Howard The Duck fino alla ongoing di Daredevil e l’esordio in DC Comics su Batman, senza mai interrompere il suo impegno nel campo creator-owned. Autore eclettico, capace di variare dal dramma all’umorismo più sfrenato, vincitore di svariati Eisner e Harvey awards, lo abbiamo raggiunto per parlare con lui della sua carriera, dei suoi lavori e, sì, anche del suo nome!

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    Ciao Chip e grazie mille per il tuo tempo.
    Partiamo da lontano: quando hai iniziato a pensare di scrivere fumetti? Sappiamo che la tua formazione è un po’ diversa, provenendo dal mondo del giornalismo.
    Onestamente non mi sarei mai aspettato di scrivere fumetti! Ho lavorato per un quotidiano per circa dieci anni e, ogni tanto, pubblicavo i miei lavori autoprodotti. Poi Sex Criminals è decollato, ho fatto un paio di piccoli lavori per la Marvel e mi è stato chiesto di presentare un progetto per una serie sui Howard il Papero e da lì tutto è iniziato!

    Sei canadese di nascita e vieni da una terra che tanto ha regalato al fumetto indie (e non solo) nordamericano a partire dalla metà degli anni ’80 del secolo scorso. C’è qualche autore tuo connazionale che ti ha ispirato o che hai guardato come modello quando hai deciso di diventare un fumettista?
    Nessuno in particolare! Da bambino adoravo John Byrne e fui super eccitato quando scoprii che era canadese. Un tipo che scrive e disegna insieme? Piuttosto interessante!

    Toglici una curiosità che ci perseguita da quando l’abbiamo scoperta (ammettiamolo, da poco): da dove arriva la scelta di scrivere sotto pseudonimo e perché questo tuo nome d’arte?
    Eh! Era principalmente per tenere separati la mia carriera come giornalista e il lavoro di fumettista, ma da allora ha chiaramente assunto una vita propria! “Chip” è un riferimento a Charles Schulz (Chip è l’abbreviazione di Charles) e “Zdarsky” è il cognome di un amico.

    Oltre a essere sceneggiatore, sei anche disegnatore. Cosa è venuto prima? E chi ha influenzato il tuo stile, molto pulito e minimale?
    Beh, a essere onesti, le scadenze del lavoro per i quotidiani hanno influenzato il mio stile di disegno minimale! Crescendo ho continuato a provare a imitare gente come Jim Lee, ma impugno la matita in un modo strano che mi provoca dolore, quindi ho preferito mantenere le cose semplici.

    In che modo la tua esperienza di disegnatore ti aiuta a scrivere le sceneggiature? È più facile, secondo te, comunicare agli artisti con cui lavori ciò che hai in mente?
    Penso che sia più facile per me. Per lo meno so quanto lavoro il disegno comporti, quindi posso essere più consapevole di ciò che chiedo agli artisti. Inoltre, a volte faccio schizzi approssimativi per i disegnatori quando non riesco a trasmettere qualcosa con le sole parole, il che è utile.

    Qui in Italia è stato da poco pubblicato il primo TPB della tua attuale run su Daredevil. Analizzando queste storie si vede come lo studio del personaggio proceda di pari passo con la presa di consapevolezza di Matt Murdock stesso. Quale è il tuo rapporto con questo supereroe, quali pensi siano i suoi punti più affascinanti e forti?
    Leggo i fumetti di Daredevil da quando ero un adolescente. È un personaggio contraddittorio, un avvocato che infrange la legge, un cattolico che si veste da diavolo. Adoro scriverlo proprio per questi motivi, iI suo conflitto interiore è una vera festa per uno scrittore.

    Nella tua attuale gestione un punto fondamentale è la fede di Matt Murdock, che mai come in questo caso è stata sfruttata e sviscerata. In questa tua analisi del personaggio viene fuori anche un aspetto autobiografico, del tuo rapporto con la fede?
    Non così tanto. Mia madre è cattolica mentre io sono davvero agnostico in questo periodo della mia vita. Ma sono affascinato dalla religione e soprattutto dal tipo specifico di colpa cattolica che i credenti possono avere. Matt Murdock che approfondisce le leggi dell’uomo mentre cerca di riconciliarle con le leggi di Dio è una cosa divertente da esplorare.

    Zdarsky_SpideyJJUn altro personaggio con cui ti sei cimentato in Marvel è Spider-Man, e sono in tantissimi ad apprezzare il tuo approccio al personaggio, penso al grande successo di Peter Parker: The Spectacular Spider-Man. Quale è l’aspetto su cui ti è piaciuto lavorare e quali altri aspetti vorresti approfondire se dovessi scrivere nuovamente il personaggio?
    Adoro quanto sia malleabile come personaggio. Con lui puoi fare storie molto leggere e comiche oppure racconti piuttosto oscuri sulla responsabilità verso gli altri. Il mio numero finale di Spectacular riguardava i vari modi in cui le persone vedono il personaggio, che è una cosa che mi piacerebbe esplorare di più: la relazione del mondo con Spider-Man.

    Forse il miglior personaggio della tua run è J.J. Jameson, a cui ti accomuna la professione. Hai mai incontrato un Jameson nella tua precedente carriera di giornalista?
    Per fortuna non ho mai incontrato un JJJ in carne e ossa! Uno degli albi preferiti che ho scritto è stato l’Annual di Spectacular con disegni e colori di Mike e Laura Allred. Suppongo che il mio background mi abbia aiutato un po’ con quella storia in cui esploravamo il fatto che la guerra di JJJ contro Spidey fosse la “fake news” originale!

    Il tuo approccio a Spider-Man nel fumetto Life Story ha avuto successo, tanto che verrà applicato ad altri eroi Marvel. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di osservare un personaggio e raccontarlo mentre il tempo passa come nella vita reale?
    È difficile mettere tutto quello che vuoi in un solo albo, specialmente se cerchi di farlo decennio dopo decennio come abbiamo fatto noi. Ma quando funziona è c’è tanta soddisfazione nell’esplorare questi personaggi e vederli maturare e crescere durante le loro esistenze.

    Parlando dei tuoi lavori creator owned, il 2020 è stato per te un anno importante, con il successo di Afterlift e la conclusione di Sex Criminals. Partendo dal primo, è interessante la sua genesi: è uno dei primi Comixology original con autori di peso che vi prendono parte, e adesso verrà portato su carta da Dark Horse Comics. Come è nato il progetto e l’idea dietro a questa storia e com’è stato lavorare per Comixology?
    Adoro il film Collateral in cui Tom Cruise è il passeggero infernale di un taxi notturno. Ho iniziato a immaginare come sarebbe stato se fosse stato effettivamente un demone e, da lì, ho incorporato il mito greco del traghettatore e del fiume Stige. Dopo, tutto è andato al posto giusto!
    Lavorare con Comixology è fantastico, sono estremamente disponibili con gli autori che hanno massima libertà creativa.

    Zdarsky_SuzieIn Sex Criminals traspare tutto il divertimento e l’affetto che ti lega a Matt Fraction, tutto l’amore che avete infuso nei personaggi. Quale è stata la genesi di questo fumetto folle, scurrile e profondamente romantico? E vi aspettavate la nascita di una comunità di fan così legata a voi, ai personaggi e alle tematiche che affrontate nella serie?
    La genesi è stata semplice: Matt e io volevamo lavorare insieme su qualcosa. Non avevamo idea che avrebbe avuto tutto questo successo, siamo rimasti sorpresi, specialmente dalla community di fan che è sorta intorno al fumetto. Sono i lettori più cari e meravigliosi che si possa sperare di avere: ci hanno incredibilmente viziati.

    In Sex Criminals, tra i vari elementi presenti, c’è un modo di raccontare la sessualità nuovo, per lo meno per il fumetto mainstream: si affrontano tantissimi temi, pratiche sessuali, ma anche problematiche legate al sesso con un misto di ironia ma anche di grande serietà quando serve. Il sesso in generale è sempre stato un argomento complesso nel fumetto, quindi come avete deciso di affrontarlo in questo modo?
    È scaturito tutto in maniera naturale dalle chiacchierate tra Matt e me. Abbiamo iniziato con l’idea di un fumetto scherzoso sul sesso, ma da lì poi ci siamo allontanati sempre di più. Più approfondivamo i personaggi, più venivano a galla dettagli e aspetti su salute sessuale e mentale. Sono stati i personaggi ad aprire il percorso, lo giuro. Per non parlare del fantastico cervello di Matt!

    Adesso una domanda cattiva, visto quanto è stato difficile per voi dire addio a Sex Criminals: quale è stato il personaggio più difficile da abbandonare e perché?
    Suzie, senza alcuna ombra di dubbio. Il personaggio è ispirato a una mia grande amica, che veniva a fare la modella per me a ogni numero e non ho mai trovato una scusa per chiederle di uscire! Lei è Suzie e Suzie è lei: Il mio cuore scoppia d’amore quando disegno quel personaggio.

    Sempre insieme a Matt Fraction, hai realizzato una delle storie presenti in Detective Comics #1027, Many happy returns, in cui ti sei occupato dei disegni. In quella storia, se da un punto di vista narrativo avete analizzato in maniera originale il rapporto tra Batman e il Joker, dal punto di vista grafico ti sei divertito in una serie di omaggi alle interpretazioni dell’uomo pipistrello che fumetto e cinema hanno dato nei decenni. Da disegnatore, come ci si approccia a un fumetto sul Cavaliere Oscuro?
    Giuro che non mi sarei mai aspettato di riuscire ad arrivare a disegnare Batman! Ho detto a Matt che volevo fare una storia relativamente seria in cui avrei voluto disegnare tutto, dal momento che poteva essere la mia unica possibilità con il personaggio! Matt ha tirato fuori una sceneggiatura magnifica e io ne sono rimasto piuttosto sopraffatto, ma una volta trovato il ritmo giusto, è stata un’esperienza incredibile, un’opportunità irripetibile.

    Zdarsky_AfterliftQuesto 2021 ti vede protagonista su vari progetti legati a Batman. Ci puoi dare qualche anticipazione su queste avventure e raccontarci quali sono gli spunti narrativi che le hanno generate?
    Ma certo! La mia storia di Batman/Red Hood su Batman Urban Legends parla di padri e figli e dell’abisso che si crea tra loro. È stato divertente fare qualcosa in continuità con questi personaggi. La storia per Batman: Black & White con Nick Bradshaw è stata solo una scusa per convincere Nick a disegnare le pagine più folli a cui potessi pensare.
    Infine, c’è il mio progetto per la Justice League. Batman, a differenza di altri eroi è incredibilmente divertente da scrivere: difficile non tornare agli anni della gestione Morrison quando scrivi quel tipo di Uomo Pipistrello.

    Sei da poco tornato a lavorare per Image con Stillwater in coppia con Ramon K. Perez, un horror solido che si inserisce perfettamente nella tradizione Nord Americana della storia del mistero ambientata nel contesto del piccolo paese tradizionale. Quali sono le ispirazioni principali che hanno influenzato di più te e Ramon? Come avete deciso di raccontare questa storia?
    La mia grande ispirazione è stata quella di vivere in una piccola città da bambino. Entrare come estranei e essere guardati con sospetto in una città dove il tempo si è fermato: la storia praticamente si scrive da sola!
    Mi piacciono I racconti sull’immortalità e questa è stata un’ottima scusa per esplorare l’aspetto horror di questo concetto: vivere per sempre è una benedizione o una maledizione?
    E Ramon è un artista straordinario. Gli dai qualsiasi tipo di stato d’animo da disegnare e lui ci riesce perfettamente ogni volta!

    Grazie Chip! Speriamo di vederti presto in Italia!

    Intervista realizzata via mail nel marzo 2021
    Traduzione dall’inglese di David Padovani

    Chip Zdarsky

    ChipZdarsky_2Al secolo Steve Murray, per circa 10 anni ha lavorato come giornalista e illustratore, principalmente per il National Post (per cui ha curato la rubrica Extremely Bad Advice), ma anche per The Globe and MailNew York magazine, CBC e Canadian Business. Nel 2000, sotto lo pseudonimo di Chip Zdarsky inizia a produrre i suoi primi fumetti, Prison Funnies e Monster Cops, oltre a iniziare a collaborare con case editrici come Dark Horse (per cui scrive Fierce e Rumble Royale). Nel 2013 insieme a Matt Fraction crea per Image la serie Sex Criminals: il successo della serie è travolgente e gli spalanca le porte per lavori in Marvel (tra gli altri, Peter Parker: The Spectacular Spider-Man, Marvel Two-in-One, Starlord, Howard the Duck, Invaders). Nel 2019 diventa scrittore di Daredevil, lavorando insieme a Marco Checchetto. Nel 2020 crea la serie originale Comixology Afterlift insieme a Jason Loo e Stillwater per Image Comics insieme a Ramon K. Perez. Sempre nel 2020 viene annunciato come uno degli autori dell’antologico Batman Black and White, suo esordio in DC Comics. Se volete conoscerlo meglio e farvi grandi risate, iscrivetevi alla sua spassosa newsletter

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