Sangue reale
Parlavamo di guai che continuano a seguire John ed eccoli far capolino anche nel ciclo seguente, Sangue reale, che mette Constantine alle prese con un pericoloso demone che, impossessatosi di un umano, compie macabri ed efferati omicidi in giro per la città.
Cresce la confidenza dell’autore con il personaggio ed Ennis si concede una divertita puntata nei territori della satira sociopolitica, con una descrizione sopra le righe di un esclusivo club per miliardari e potenti nel quale si commettono ogni genere di astruse (e talvolta ridicole) deviazioni sessuali e crimini di ogni tipo.
Il commentario politico è esasperato dal fatto che l’uomo posseduto dal demone è un reale d’Inghilterra (e certe immagini lasciano ben pochi dubbi sulla sua precisa identità) e fra questa scelta e alcuni gustosi quadretti ambientati nel club e che coinvolgono altri Reali, il volume si connota come uno dei più politici e polemici del giovane scrittore irlandese.
Questo avviene, forse per la prima volta, a scapito dell’iterazione di John con i comprimari classici della serie, che sono talvolta relegati in secondo piano, ma ne esce rafforzato un nuovo personaggio, Niegel (il sensitivo “comunista”), che tornerà più avanti in alcune occasioni.
Abbiamo di fronte il volume più violento e morboso dal punto di vista grafico dell’intera gestione, e William Simpson, ormai rodato e a suo agio con determinati temi, reagisce agli input dello scrittore mettendo in scena un discreto circo degli orrori, con alcune notevoli splash page e vignette che grondano sangue, squartamenti, cannibalismo, fetish, cadaveri spellati, demoni abbarbicati su cervelli e tanto altro ancora.
Si conferma anche l’iconoclastia, la forte irriverenza e il gusto per lo sfottò di Constantine, che va a nozze quando si tratta di avere a che fare con politicanti e nobili: non saranno poche le soddisfazioni che si toglierà1 in certi divertenti siparietti.
Alcune delle note a margine sparse dall’autore lungo quest’arco narrativo paiono retoriche e melodrammatiche ma si tratta di difetti minimi, comprensibili data l’età e la buona qualità media del suo lavoro.
Una scala per il paradiso
I tempi sono maturi per un altro contatto fra Garth Ennis e Steve Dillon che avviene nell’ottimo duetto Fatti d’argilla/Anima e corpo.
Fosca vicenda di cadaveri trafugati da una ditta privata per loschi scopi, la storia offre per la seconda volta la chiara prova di quanto i due lavorino molto bene insieme.
Sorretto dall’enorme capacità espressiva del tratto di Dillon, che brilla come pochi altri disegnatori nella grande gamma di espressioni facciali che mette a disposizione dei suoi personaggi, Ennis deve spendere meno energia nel rimarcare in modo didascalico emozioni e pensieri dei suoi protagonisti, e torna così a rarefare didascalie e dialoghi, rafforzando trama e contenuto.
Grande spazio per Chas e per il rapporto che lo lega a Constantine: i due formano un’ottima coppia di anti-supereroi2 e offrono l’occasione ideale per inscenare un insieme assai eterogeneo di sketch, dai momenti di azione sfrenata a quelli riflessivi passando per gli obbligatori istanti comici.
Una scala per il paradiso narra la vicenda dell’amore fra Tali, un arcangelo, e Chantinelle, idea che in seguito Ennis sfrutterà una seconda volta per creare al suo personaggio più noto, il predicatore Jesse Custer, protagonista di Preacher.
In quest’occasione Ennis coglie lo spunto per ripresentare, dopo alcuni albi di assenza, la figura di Satana, e ne approfitta per far sì che John irriti e metta in scacco il Primo dei Caduti per la terza volta, esasperandone quindi la furia e la sete di vendetta che, come vedremo più avanti, sfoceranno in uno show down leggendario.
Siamo ancora distanti da quelle vette: salutiamo per l’occasione William Simpson che cede le redini grafiche della serie a Steve Dillon, teniamo traccia di Chantinelle che tornerà ancora molto utile allo scrittore (e a Constantine) e controlliamo bene le cinture in vista dei prossimi cicli narrativi, quattro devastanti volumi che sanciranno una volta per tutte la grandezza dello scrittore irlandese e la straordinaria efficacia del suo connubio con il disegnatore inglese.
Paura e odio
Siamo arrivati al momento in cui Garth Ennis innesta sul serio la quarta e mette in scena un ciclo di storie superbe, che iniziano in questo volume per concludersi molto più in là, ne Il sentiero ai cancelli dell’Inferno.
E che Constantine sia su tale sentiero non dobbiamo certo aspettare la summenzionata raccolta per capirlo: basta e avanza Paura e odio.
Lo sceneggiatore attua il suo attacco definitivo facendo bene notare i punti deboli di Constantine.
In rapida successione il protagonista è fatto passare attraverso tre valori fondanti come Famiglia, Amicizia e Amore quasi a ricordargli quali siano le cose belle della vita per le quali vale la pena combattere.
Constantine visita sua sorella e tenta di risolvere un problemuccio di sua nipote in End of the Line, passa poi attraverso l’obbligatorio Rubicone degli -anta in Forty, delizioso divertissment nel quale Ennis si rilassa e concede al pubblico persino qualche inusuale quadretto con altre importanti figure magiche dell’universo dc (Swamp Thing, Phantom Stranger, Zatanna)3, e sembra davvero regalare al suo personaggio un breve intervallo, un attimo in cui tirare il respiro prima che tornino a cadergli addosso valanghe di merda, come direbbe lo stesso autore.
Così come le cose buone della vita arrivano da esseri umani, anche quelle terribili provengono dalla stessa fonte, con i movimenti razzisti che prendono l’iniziativa e passano a cancellare i valori positivi elencati nei primi due episodi del ciclo, uccidendo amici di John e mettendo in serio pericolo la vita del suo amore, Kit.
C’è poco spazio per il soprannaturale in questa fosca discesa verso l’odio ma Ennis non dimentica di farci assistere anche alla terribile caduta di Gabriele (un volume caratterizzato quindi dal movimento dall’alto verso il basso sotto ogni punto di vista), pianificata da lungo tempo e ora attuata proprio nel momento a più alta densità di azione di quest’arco narrativo.
All’inizio di Paura e odio c’era un John rilassato, diviso fra tradizionali visite a sua sorella, in compagnia della sua ragazza ed esagerati festeggiamenti di compleanno: ora, in conclusione della storia, abbiamo un Constantine che ha assistito alla tortura e morte di un suo amico, ne ha delusi altri, ha tagliato le ali a un angelo e ha perso il suo amore, Kit, che lo lascia.
E lui in risposta non perde l’occasione per comportarsi da stronzo un’ultima volta.
Abbiamo un Garth Ennis in pieno controllo delle sue capacità, che comincia un po’ alla volta a raccogliere i frutti di quanto programmato e seminato in precedenza.
Ha la fortuna di poterlo fare con i disegni di uno Steve Dillon al massimo della forma, che non lesina su sangue e azione ed è in grado di sfruttare una palette di espressioni facciali vastissima.
Come già notato in precedenza, ogni volta che i due s’incontrano ne guadagna la resa generale della tavola, la composizione diventa molto più ordinata, calano di numero baloon e didascalie e si passa a griglie di vignette più grandi che garantiscono respiro e facilità di lettura.
Per meglio evidenziare tale cambio di marcia possiamo confrontare, un esempio fra i tanti possibili, alcuni dati fra una storia di questo ciclo, disegnata da Dillon, e una appartenente ad Abitudini pericolose, con tavole di Simpson.
In Amici altolocati abbiamo un totale di ben 157 vignette – delle quali solo una è splash page – dove troviamo distribuiti 171 baloon di dialogo (per comodità ho considerato come unici quelli uniti da un piccolo ponte, altrimenti il totale sarebbe aumentato molto) e 56 didascalie; in Quaranta, pur non diminuendo il numero delle pagine dell’albo, ci troviamo di fronte a cifre ben diverse: solo 123 vignette (con due splash page) nelle quali sono distribuiti 144 baloon di dialogo e 31 didascalie.
Non sono passati nemmeno due anni e il mix di maggiore presa sul personaggio e miglior feeling con il nuovo disegnatore ha prodotto un piccolo miracolo che Ennis, va detto, imputa anche a un cambiamento in certe abitudini personali4.
Ci sono quindi tutte le premesse per l’esplosione che avverrà negli ultimi cicli della gestione, un crescendo drammatico che non risparmierà nessun tipo di colpo di scena e scaglierà Constantine prima sulle strade, a vivere da barbone alcolizzato, poi negli USA a confrontarsi con il grande sogno americano e infine a saldare tutti i conti con Satana in persona. Siamo di fronte al momento migliore di Ennis sulla testata.
Continua…
In una sequenza di Rivelazioni, John lavora di magia per far sniffare a un reale le ceneri di un suo parente, facendogli credere si trattasse di cocaina. ↩
Esilarante la sequenza in cui Chas e John decidono di partire con il taxi del primo alla volta dell’istituto sede dei macabri accadimenti e Kit mormora, innestando un ironico metariferimento a Batman e Robin: “Presto, Chas, prendiamo la Sfigo-mobile!” ↩
Molto spassosi sia l’incontro con Phantom Stranger, cui il nostro urina sulle scarpe, che quello con Swamp Thing, sfruttato per far crescere e seccare una pianta di marijuana. ↩
L’autore, durante un’intervista rilasciata a The Comic Collective, ha ammesso che il miglioramento del livello di scrittura è dipeso anche dall’aver smesso di fumare cannabis mentre scriveva. ↩