Le storie ambientate nei primi anni di attività di Batman sono molte, realizzate in diversi momenti della carriera editoriale del personaggio e in vari contesti. Si ricordano diverse avventure realizzate sull’onda del successo di Batman: Year One di Frank Miller e David Mazzucchelli, la testata Legends of the Dark Knight e qualche anno fa la collana Batman Confidential.
Ma più recentemente ci sono stati due nuovi e importanti progetti che mettono al centro della narrazione un Batman alle prime armi: Anno Zero, realizzata da Scott Snyder e Greg Capullo durante la loro lunga gestione del personaggio nel periodo New 52, e il secondo volume di Terra Uno, ambientato nell’omonima realtà parallela caratterizzata da alcune fondamentali differenze rispetto a quelle note ai lettori, scritto da Geoff Johns e disegnato da Gary Frank.
Il comun denominatore dei due fumetti è rappresentato dall’Enigmista. Il personaggio ha un ruolo strategico nel pantheon dei nemici di Batman: folle come il Joker ma dalla mente criminale come quella del Pinguino, incarna uno spaccato caratteriale interessante che ogni versione arricchisce in qualche modo.
Il folle maniaco
L’Enigmista che Scott Snyder mette in scena nel suo Zero Year emerge chiaramente solo nell’ultimo dei tre sotto-cicli dello story-arc, ma col senno di poi il personaggio risulta importante ai fini della trama complessiva fin da subito: lo conosciamo come consulente personale dello zio di Bruce Wayne, in quel momento a capo delle Wayne Industries, dove già dimostrava una superiore capacità logica, per poi sparire dai radar, sostituito nella narrazione da un altro villain. Ma l’evoluzione della trama ci mostra come tutto facesse parte di un elaborato piano di Edward Nygma, burattinaio nell’ombra, che riesce infine a isolare la città dal resto del mondo, imprigionando gli abitanti al suo interno e sfidandoli.
Snyder tratteggia infatti l’avversario di Batman come un omino ossessionato, alla ricerca di un’occasione per ottenere potere sfruttando la propria intelligenza e sagacia.
Il piano dell’Enigmista appare addirittura quasi altruista, anche se solo apparentemente: Gotham City potrà essere liberata solo a patto che qualcuno si dimostri più intelligente dell’Enigmista, ponendogli un indovinello al quale non sappia rispondere e dimostrandogli così di avere le doti intellettive per competere con il mondo esterno.
È chiaro che entra in gioco una componente di megalomania a caratterizzare il personaggio, che si pone su un piedistallo a livello di materia grigia, arrogandosi di conseguenza il diritto di decidere se e quando un’intera città possa essere all’altezza delle sfide della contemporaneità.
Il contesto è volutamente sopra le righe: per stessa ammissione dello sceneggiatore, Anno Zero rifugge appositamente qualunque pretesa di concretezza e realismo, per differenziarsi dall’Anno Uno di Miller, al contrario incentrato sulla mafia e la corruzione delle alte cariche cittadine.
Snyder omaggia invece una parte forse più “camp”, colorata e semplice delle avventure batmaniane: l’Enigmista in tal senso si configura come un nemico perfetto, perché con il suo vestito verde sgargiante, gli indovinelli e il carattere istrionico si configura come un personaggio quasi “da operetta”, a dispetto della pericolosità delle sue azioni. Lo stesso, gigantesco piano con cui isola Gotham o dettagli come la fossa dei leoni in cui catapulta chi prova a sottoporgli rompicapi che puntualmente risolve, fanno tutti parte di un disegno ben preciso e richiamano un’estetica chiara.
Sensazioni che vengono ben trasmesse anche dalla matita di Greg Capullo, il quale pur sfoggiando il suo tratto affilato e dettagliato non manca di realizzare, anche con l’aiuto dei colori della FCO Plascencia, un’estetica peculiare per tutte le scene in cui compare l’Enigmista. Il suo costume risulta piuttosto fedele a quello iconico con cui il personaggio è celebre, il contrasto del vestito verde con i guanti viola evidenzia il carattere destabilizzante del personaggio e la mascherina e l’abbondare dei punti di domanda sul cappello e un po’ ovunque nel suo rifugio lo rendono in tutto e per tutto quasi una parodia dello stereotipo di villain.
Fisicamente appare con una tipica faccia da schiaffi, rosso di capelli e con un’espressione perenne di superiorità. Il personaggio tuttavia si presenta vestito in modo elegante, con una barba curata, giacca e camicia e una fedora.
Il modus operandi di facciata
L’Enigmista di Terra Uno si allontana pesantemente da questa visione, prendendo una strada decisamente differente. In questo, Geoff Johns segue il percorso già adottato per quasi tutti gli altri membri del cast batmaniano nei due volumi del progetto, che gioca proprio nel dare una versione molto diversa, quando non opposta o speculare, di comprimari e avversari storici dell’Uomo Pipistrello.
Il personaggio si muove nell’ombra e mette in atto le proprie strategie di morte attraverso indovinelli posti alle proprie vittime prima di ucciderle, e in questo rimane fedele all’immagine classica con cui è noto ai lettori: ma al contrario di quanto avviene di solito, le motivazioni appaiono con l’evolversi della storia ben diverse e più concrete.
Se l’Enigmista classico, e in parte anche quello di Anno Zero, si configura come un uomo ossessionato da enigmi e sfide d’intelligenza, al punto da farne il suo credo e una parte fondamentale della sua vita, e questa ossessione arriva a connotarsi come atteggiamento psicotico e sintomo di una personalità disturbata, quello scritto da Johns si rivela essere semplicemente un criminale molto astuto e dotato di buone capacità di strategia, che lega i propri omicidi a degli enigmi solo per gettare fumo negli occhi delle autorità, distogliendo così l’attenzione dal vero filo rosso che li collega e che si rifà a giochi di potere all’interno della città.
La scena emblematica in tal senso è quella in cui Batman riesce a risolvere l’indovinello di turno, senza però che questo fermi il villain dal far esplodere la carrozza di un treno, violando così i termini da lui stesso fissati. Una mossa impensabile per il solito Enigmista, che fa delle proprie regole una questione d’onore.
I punti di domanda e le trappole si riducono così a specchietti per le allodole che nascondono la realtà dei fatti, ma quello che potrebbe apparire come un impoverimento del personaggio è semplicemente una concretizzazione dello stesso, una versione più realistica che, anche se può non essere apprezzata da tutti, regala una versione alternativa e interessante da osservare.
Le differenze risaltano anche graficamente: Gary Frank ritrae un uomo dall’aspetto trasandato, barba incolta, capelli lunghi e vestito semplice. Appare quindi come un disperato, un malvivente poco attento all’apparenza, distinguendosi ulteriormente dal modello originario, che riassumeva invece la figura del dandy curato e vagamente narcisista che esprimeva bene l’ordine mentale e la metodicità del suo cervello. Il volto è riconoscibile e assimilabile ai tratti somatici usati solitamente per ritrarre l’Enigmista, ma l’insieme di questi dettagli fa la differenza.
Il folle romantico
È interessante, infine, osservare un’altra recente versione delle origini dell’Enigmista, che riassume in qualche modo le due appena analizzate: l’interpretazione data dall’attore Cory Michael Smith nella serie televisiva Gotham.
Presente fin dal primo episodio, il personaggio ha conosciuto una lenta e curata evoluzione nel corso delle tre stagioni trasmesse finora dal network americano Fox, arrivando a esprimere appieno il suo potenziale proprio nella seconda metà della terza stagione, conclusasi a giugno 2017.
L’Edward Nygma di Smith appare fin dagli esordi come un tipo stravagante e amante degli indovinelli, molto timido ma meticoloso nel proprio lavoro di scienziato forense per il commissariato di polizia di Gotham City. Questa sua passione per gli enigmi lo avvicina alla versione classica del personaggio e a quella vista in Anno Zero ma la sua evoluzione lo rende un individuo della mente criminale raffinata e capace di andare al sodo.
Proprio grazie a questa freddezza arriva a organizzare piani concreti e privi di fronzoli per eliminare un avversario come Oswald Cobblepot, allo scopo di ottenere il comando della malavita organizzata della città. In questo, ricorda maggiormente la versione vista in Terra Uno.
Le caratteristiche peculiari di questa giovane versione del villain sono un animo particolarmente romantico, dimostrato nella prima stagione e che lo ha portato per una serie di circostanze sfavorevoli alla follia e alla base della sua evoluzione criminale, e una tendenza allo sdoppiamento di personalità come conseguenza di questi traumi.
Che sia nella continuity ufficiale, in una Terra parallela o nella sua versione televisiva, l’Enigmista dimostra quindi di essere un personaggio solido, che raccoglie in sé tante caratteristiche che gli conferiscono un’identità ben precisa, in grado di arricchire le storie in cui compare perché costituisce un avversario intellettualmente assai abile, tanto da mettere spesso in crisi le menti investigative di Batman e del detective Jim Gordon, rendendo intense le loro sfide.