Quando una casa editrice decide di produrre una serie a fumetti basata su un film di successo, c’è sempre il rischio che le esigenze commerciali prevalgano su quelle narrative, legate al racconto di una storia coerente con l’opera originale, ma allo stesso tempo innovativa.
Conoscendo bene questo rischio, la IDW Publishing, a partire dal 2015, è riuscita a raggiungere un buon compromesso grazie a due serie a fumetti che hanno messo d’accordo critica e pubblico: Ritorno al Futuro (Back to the Future) e, in particolare, Edward mani di forbice (Edward Scissorhands).
Uscito nelle sale cinematografiche nel 1990, Edward mani di forbice è considerato uno dei migliori lungometraggi diretti dal visionario Tim Burton.
La storia del solitario Edward, bizzarra creatura con delle forbici al posto delle dita, e del suo amore per l’adolescente Kim Boggs, è una fantasiosa rilettura in chiave dark del romanzo Frankenstein di Mary Shelley e del mito della Bella e la Bestia.
Fiaba gotica sull’amicizia e sul pregiudizio, nonché satira sociale sulla famiglia borghese americana, questa pellicola, grazie soprattutto ad un comparto tecnico eccezionale, ha appassionato più di una generazione di fan.
Pubblicato in Italia da Edizioni NPE, il fumetto Edward Mani di Forbice – Qualche anno dopo si presenta come un vero e proprio sequel del film di Burton, ambientato diversi anni dopo l’ultimo, tragico incontro tra Edward e Kim.
Isolatosi nel suo lugubre castello, l’immortale Edward trascorre il suo tempo modellando sculture topiarie e di ghiaccio nel ricordo dell’amata Kim, ormai morta di vecchiaia. Un giorno, rileggendo il libro delle invenzioni del suo creatore, Edward scopre l’esistenza, all’interno del castello, di un’altra creatura incompleta, priva di occhi e con artigli al posto delle mani.
Riattivata da Edward, la nuova creatura, soprannominata Eli, mostra subito un animo ostile e irrequieto, che lo porta a fuggire dal castello e a rapire un bambino. Con la città in tumulto a causa di questa nuova minaccia, l’adolescente Meg Boggs, nipote di Kim, decide di addentrarsi nel castello di Edward per scoprire quanto ci sia di vero nelle fiabe che la nonna le raccontava da piccola…
La sceneggiatura di Kate Leth (Adventure Time) possiede due anime apparentemente in contrasto tra loro: una conservatrice e una (r)innovatrice.
Da un lato, infatti, viene recuperato gran parte del potenziale narrativo del film, come l’atmosfera nostalgica, gli aspetti psico-fisici e relazionali di Edward e le tematiche del pregiudizio e dell’integrazione sociale; dall’altro, invece, l’opera acquisisce un tono meno tragico e più spensierato, funzionale alla creazione di un punto di partenza per una nuova serie di avventure accessibili ad un pubblico più ampio di lettori.
La limitazione della componente dark potrebbe far storcere il naso a qualche fan purista, ma può ritenersi comunque giustificata dalle necessità commerciali e dall’impossibilità per il medium fumetto di replicare le emozioni e la maestosità visiva del film, che poteva contare su scenografie sognanti e musiche toccanti.
Consapevole di dover cambiare le carte in tavola, l’autrice ha saputo scrivere una trama intrigante e parzialmente originale, in cui i personaggi di Meg e di Eli, entrambi funzionali e coerenti, esprimono un dualismo tipico di questo grottesco universo narrativo: all’ironia ingenua di Meg fa da contraltare il senso di inquietudine trasmesso dalla nuova creatura.
Da questo punto di vista, Edward viene messo un po’ troppo in secondo piano, anche se l’alchimia che si crea tra lui e Meg, scevra di sentimentalismi, funziona più che bene.
Gran parte del merito per la convincente resa su carta dell’estetica grottesca di Edward mani di forbice spetta, ovviamente, al disegnatore Drew Rausch (Eldritch), che con il suo tratto spigoloso e surreale si allinea sullo stravagante stile delle illustrazioni di Tim Burton.
La caricatura dei movimenti e delle espressioni dei personaggi, sebbene appaia eccessiva in alcuni frangenti, si sposa perfettamente con lo stile narrativo ambivalente di questa storia, che alterna momenti leggeri ad altri più stravaganti. Espressivo e dettagliato anche il design dei personaggi e delle ambientazioni, valorizzati dal contrasto tra il color pastello dominante nella città e nei suoi abitanti e le tonalità cupe che contraddistinguono il castello di Edward.
Un po’ sequel, un po’ episodio pilota di una nuova serie di avventure, l’Edward Mani di Forbice di Kate Leth e Drew Rausch riesce a racchiudere buona parte del fascino narrativo ed estetico del film di Burton, strizzando l’occhio agli appassionati e tentando, a suo rischio, di avvicinarne di nuovi tramite uno stile più cartoonesco. Nel complesso, un esperimento riuscito, che convince di meno soltanto nelle parti eccessivamente edulcorate.
Abbiamo parlato di:
Edward mani di forbice – Qualche anno dopo
Kate Leth, Drew Rausch
Traduzione di Gloria Grieco
Edizioni NPE, giugno 2017
128 pagine, colori, cartonato con sovraccoperta – 19,90€
ISBN: 978-88-88893-96-9