Moon Knight è certamente uno dei personaggi più intriganti dell’attuale scenario fumettistico mainstream statunitense.
Le sue notevoli potenzialità narrative sono state esplorate in tempi recenti da sceneggiatori come Brian M. Bendis, Warren Ellis, Brian Wood e Cullen Bunn, che ne hanno in parte sviscerato l’aspetto psicopatologico relativo alla schizofrenia e al disturbo da personalità multipla (oltre all’alter ego principale, Marc Spector, Moon Knight può assumere l’identità del tassista Jake Lockley e del miliardario Steven Grant).
Sullo stesso filone si inserisce la nuova serie dedicata al personaggio con il rilancio della Nuovissima Marvel post-Secret Wars, realizzata ai testi da Jeff Lemire e ai disegni da Greg Smallwood con il contributo ai colori di Jordie Bellaire.
The dark side of the moon
Sebbene il tema della follia sia molto sfruttato (e persino abusato) nella narrativa da tempo immemore, parimenti spesso permette una riflessione interessante e profonda sulla natura umana.
Lemire conduce Marc Spector in un percorso accidentato che gli fa a mettere in discussione la sua intera esistenza: è rinchiuso in un centro di igiene mentale, non per via di un banale errore o per una missione sotto copertura, bensì per i suoi reali disturbi psichiatrici. Il protagonista continua dunque a chiedersi come sia giunto lì e come sia possibile fuggire, dove finisca l’incubo e dove inizi la realtà.
Si tratta perciò di un viaggio nella psicologia del personaggio, una sorta di matrioska cerebrale in cui nessuna realtà sembra essere abbastanza convincente da rivestire il ruolo di “definitiva”, esaurientemente affidabile.
Contestualmente lo sceneggiatore realizza la medesima operazione straniante sul lettore: tutto ciò che è stato narrato finora del personaggio è ancora valido o si tratta esclusivamente del frutto della fantasia di Spector?
Lo spunto, a dirla tutta, ricorda in maniera probabilmente casuale ma non meno interessante il sesto episodio di John Doe (recentemente ristampato nel secondo volume Bao) in cui il personaggio ideato da Roberto Recchioni e Lorenzo Bartoli si ritrova rinchiuso in un manicomio e stipula un patto diretto con i lettori. Se in JD la trama trovava il suo compimento nell’arco di un singolo episodio (sebbene ripreso in seguito nel corso della saga), in Moon Knight le risposte fornite nell’arco di questi primi cinque episodi non sono particolarmente chiarificatrici e negli episodi finali Lemire manifesta la volontà di esplorare l’idea di base fino alle sue estreme conseguenze, operando non solo sul protagonista ma anche sul suo universo narrativo.
I disegni e l’atmosfera
Ai disegni Greg Smallwood dimostra un’ulteriore evoluzione rispetto alla sua prova precedente su Moon Knight (nella recente run sceneggiata da Brian Wood).
Sia il suo stile che l’impostazione scelta per le tavole si dimostrano particolarmente appropriate a rendere l’atmosfera della storia.
Frequentemente la larghezza delle vignette si riduce in maniera progressiva con l’incedere della lettura, quasi a restituire graficamente quel senso di claustrofobia che permea la narrazione in vari punti.
I ricordi e le visioni del protagonista vengono resi con uno stile differente dal resto delle tavole, più graffiato e sporco, con evidenti omaggi ad autori quali Bill Sienkiewicz e Alex Maleev.
Nel quinto episodio Smallwood è affiancato ai disegni da Wilfredo Torres, Francesco Francavilla e James Stokoe , avvicendamento giustificato narrativamente dal passaggio tra realtà alternative differenti e che non riduce la qualità complessiva della componente grafica del volume.
Determinante per la resa visiva il lavoro ai colori di Jordie Bellaire, che in diversi passaggi accentua il distacco tra le tonalità più cupe e il bianco (elemento distintivo del costume del personaggio ma anche della camicia di forza, come ben mostrato nell’evocativa copertina del volume).
La colorista riesce a sottolineare le varie anime della storia, variando nelle scelte cromatiche e dedicando particolare attenzione alle sfumature nelle già citate scene oniriche, con scelte particolarmente riuscite.
A conti fatti, un volume godibile che, pur non raggiungendo le vette del recente arco narrativo di Warren Ellis e Declan Shalvey, conduce il personaggio verso nuovi e intriganti percorsi.
Abbiamo parlato di:
Moon Knight – Lunatico
Jeff Lemire, Greg Smallwood
Traduzione di Fabio Gamberini
Panini Comics, novembre 2016
144 pagine, colore, cartonato -14 €
ISBN: 9788891223883