E11: Joker, tanto bello che lo mangerei

E11: Joker, tanto bello che lo mangerei

Undici ritratti del Joker, la sfida personale di ricostruire un'immagine della nemesi di Batman che non cada nella banalizzazione e nella ridicola estremizzazione. Undici storie, note e meno note, per rivivere emozioni provate durante la lettura e suscitarne di nuove.

Il titolo che ho scelto per un Essential 11 sulle mie storie preferite riguardanti il Joker riprende una frase scritta da Grant Morrison nel suo Arkham Asylum. Proprio da quest’opera, disegnata da Dave McKean, parto per provare a definire la nemesi di Batman, prendendo in prestito le parole che lo sceneggiatore scozzese fa pronunciare alla Dottoressa Ruth Adams: “Il Joker è un caso speciale. Secondo alcuni di noi potrebbe essere incurabile. Anzi, non sappiamo neanche se si possa definire pazzo. […] Noi iniziamo a ritenere che sia un disordine neurologico simile alla sindrome di Tourette. È plausibile che sia una forma di super-sanità mentale. Una brillante modifica alla percezione umana, adattata alla vita urbana della fine del ventesimo secolo. A differenza nostra, il Joker non controlla le informazioni sensoriali che riceve dal mondo esterno. Riesce a sostenere quel bombardamento caotico di input solo seguendo la corrente. Ecco perché un giorno è un pagliaccio maligno, un altro un assassino psicopatico. Non ha una vera personalità. Si ricrea ogni giorno. Crede di essere il signore del caos e che il mondo sia un teatro dell’assurdo“.


Morrison, da genio qual è, delinea una sorta di quadro clinico del criminale, facendolo assomigliare pericolosamente a un meta-umano, non tanto per particolari abilità fisiche ma per la capacità di ridefinirsi continuamente.
Eppure, a mio parere, nei fumetti un punto fermo esiste: difficilmente il Joker può fare a meno di Batman, visto che nutre una vera e propria ossessione nei suoi confronti. Una chiave di lettura diversa, però, può essere quella offerta dalla pellicola diretta da Todd Phillips.
Per me l’essenza di Mr. J è la lucida follia: lo vedo come un pazzo che sa di essere tale e che come tale si comporta. È un agente del caos consapevole di esserlo che, più o meno come si dice ne Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan, vuole semplicemente vedere il mondo bruciare.

Mosso dal fascino che il personaggio della DC Comics esercita su di me da anni, un vero e proprio “odi et amo” che si traduce nella repulsione e nel continuo riavvicinamento, nel pericoloso desiderio di comprenderlo, ho cercato di elaborare una mia personalissima classifica di gradimento dei fumetti nei quali la sua presenza è importante, non solo per lo svolgimento della trama, ma anche per la definizione delle sue caratteristiche precipue. Non pretendo che l’elenco esaurisca l’argomento né di riuscire a inquadrare compiutamente questo villain così sfaccettato da superare, talvolta, nel mio cuore di appassionato perfino l’Uomo Pipistrello.

Ho scelto di menzionare le storie secondo l’ordine in cui io stesso le ho lette.

1- BATMAN: L’UOMO CHE RIDE di Ed Brubaker e Dough Mahnke

Al primo posto va l’opera che, insieme a Batman: anno uno di Frank Miller e David Mazzucchelli, mi ha fatto riavvicinare definitivamente al mondo del fumetto. Le edizioni che consiglio sono le due in mio possesso: il primo volume della collana Batman la leggenda di Panorama e il cartonato pubblicato da RW Lion che raccoglie anche Gotham noir di Brubaker e Sean Phillips. In generale, questa rilettura moderna delle origini del Joker è una delle mie storie preferite tra quelle ambientate nel mondo del crociato incappucciato, sia per la capacità dello sceneggiatore di scrivere un thriller scorrevole e coinvolgente che per l’abilità del disegnatore di rendere asimmetrico il volto del cattivo per eccellenza, senza esagerare con la deformazione dei suoi tratti somatici.

2 – BATMAN: THE KILLING JOKE di Alan Moore e Brian Bolland

Quando lessi questa storia per la prima volta, rimasi deluso e pensai che Moore e io non potessimo andare d’accordo. Il giudizio fu avventato e immaturo, perché l’avevo affrontata frettolosamente, senza concentrare l’attenzione nella direzione giusta, pur capendo che era importante per le origini del Joker. Ero un lettore alle prime armi e forse mi aspettavo incredibili rivelazioni. Successivamente, grazie a un paio di riletture del volume cartonato edito da RW Lion sono riuscito ad apprezzare l’intreccio, a capire i dialoghi e a “studiare” i personaggi. “Ci sono questi due tizi in manicomio“, l’esordio suona così. Già da qui si può intendere che per Moore Batman e il Joker sono sulla stessa barca, navigano nel mare della follia, separati solo da una fila di boe. I disegni precisi, eleganti ed energici di Bolland immergono il pubblico nelle onde, gli mostrano quanto largo e mostruoso possa diventare il ghigno di un uomo normale, qualora sentisse mancare la terra sotto i piedi.
Per me sta tutto in questa frase: “Basta una giornata storta per trasformare il migliore degli uomini in un folle“. In effetti è proprio così, vale per quel pagliaccio squattrinato che cade nei liquidi chimici e può funzionare allo stesso modo per ognuno di noi. L’unico che sembra costituire un’eccezione è Bruce Wayne: una giornata storta gli ha portato via i genitori e l’ha trasformato in qualcosa di grande, di migliore. Eppure, il Bardo di Northampton, con quella risata tremenda dell’Uomo Pipistrello, ci dice che forse ci sbagliamo, che “il migliore degli uomini” non è poi così sano di mente…

3 – BATMAN: IL CLOWN DI MEZZANOTTE di Grant Morrison e John Van Fleet

Questo racconto in prosa arricchito dalle illustrazioni di Van Fleet mette in scena l’ennesimo tentativo da parte di Batman di dialogare con il Joker e la conferma di quanto già scritto da Morrison in Arkham Asylum: il pagliaccio si trasforma continuamente e nelle pagine dell’albo lo fa in modo inquietante, teatrale e poetico. La sua è una rinascita che cancella il passato, almeno nelle intenzioni. Le costanti restano Bruce Wayne e il manicomio, i due “luoghi” dell’anima del personaggio.

4 – JOKER di Brian Azzarello e Lee Bermejo

Di questo fumetto possiedo l’edizione brossurata della RW Lion, ma è possibile acquistare anche volumi dal formato più prestigioso. Mentre leggevo le prime pagine, continuavo a pensare che il Joker, dopo la sua uscita dall’Arkham Asylum, potesse uccidere da un momento all’altro il povero Jonny Frost, il narratore della vicenda. Non so esattamente perché, ma fin dalle prime battute, già così potenti ed evocative grazie ai disegni di Bermejo, mi sembrava che il villain fosse tanto folle da non poter agire in nessun altro modo. Proseguendo nella lettura ho smesso di ragionare così, perché era proprio impossibile predire le mosse di Mr J.
Azzarello crea dialoghi intensi, graffianti e talvolta criptici. Rende il Joker un pazzo equilibrato, un bell’ossimoro: le sue azioni sono frutto di un’improvvisazione quasi studiata, vorrebbero essere casuali ma non lo sono mai del tutto. Forse vuole portare il caos ma la sua mente non è poi così disordinata.

5 – BATMAN: MORTE DELLA FAMIGLIA di Scott Snyder e Greg Capullo

Tensione e paura, il continuo timore per la dipartita di un membro della bat-famiglia. Seguendo mensilmente le uscite degli spillati italiani della storia di Snyder e Capullo (ora sono presenti in libreria anche raccolte omogenee), alla chiusura di ogni albo restavo con molti interrogativi. Il Joker sembrava continuamente prendere in giro Batman e il lettore. Era davvero cattivissimo, ricordava quello impersonato da Heath Ledger, ma era anche la sintesi delle varie sfaccettature fumettistiche antecedenti. Snyder indugiava sui discorsi, prolungava l’agonia di Bats e la mia, mentre volevo scoprirne di più, osservando le tavole di Capullo, che mi mettevano i brividi. L’autore, episodio dopo episodio, alzava le aspettative e alla fine è riuscito a mantenere le promesse. Morte della famiglia, a oggi, resta per me l’apice della produzione di Snyder, mentre il disegnatore ha saputo continuare a lavorare su standard qualitativi sempre molto elevati.

6 – NUOVE AVVENTURE DI SUPERMAN: IL SUONO DI UNA SOLA MANO CHE BATTE di Max Landis e Jock

Una gemma, questa storia. Si tratta di un racconto breve pubblicato in Italia nel quattordicesimo spillato della RW Lion dedicato alle Nuove avventure di Superman. Landis passa dall’iniziale impossibilità di comunicazione tra Superman e il Joker, qui al loro primo incontro, alla disintegrazione dell’ego del clown, con la sublimazione del kryptoniano che lo mette alla prova e lo psicanalizza con disarmante semplicità. Il Joker di fronte a Superman sente di sprecare il proprio tempo, capisce di non avere a che fare con la propria naturale controparte, perché il nuovo avversario ride alle sue battute ed è disposto al dialogo, mentre Batman di solito rimane serio e punta sull’aggressività. Gli omaggi grafici di Jock alle varie versioni del criminale svettano tra le vignette, nelle quali lo sfondo conta poco, perché il fulcro del racconto sono i due contendenti con le loro posture antitetiche: l’uomo malvagio è curvo e dinoccolato, l’eroe dritto e fiero. Tra i dialoghi si segnala un passaggio nel quale Kal-El sminuisce così, con un accenno di meta-fumetto, l’importanza del pagliaccio: “Ogni autore saprebbe scriverti, ogni attore saprebbe impersonarti. Gli basterà inventarsi una loro versione e il pubblico applaudirà. Ma nessuno applaudirà veramente te“.

7 – LE LEGGENDE DI BATMAN: SEGRETIdi Sam Kieth

Ho letto questa storia, che ha un incipit molto interessante, nell’undicesimo brossurato de Le leggende di Batman edito da Planeta DeAgostini, ma è reperibile anche in un’edizione targata RW Lion. Lo scontro tra il Joker e Batman proposto da Kieth è coinvolgente e curioso, si gioca su un tema ancora attuale come la manipolazione delle immagini – in un bel dialogo il clown dice che lui e il pipistrello danno al pubblico ciò che vuole – e si articola in modo insolito: i due personaggi iconici vengono contrapposti soprattutto durante alcuni interludi nei quali sembrano “raccontarsela”, mentre lo scorrere del tempo si blocca. Il rallentamento dà vita a un’atmosfera quasi onirica, efficacemente trasmessa dai disegni vaporosi, deformati e surreali del creatore della serie The Maxx.

8 – BATMAN: AMANTI E PAZZI di Michael Green e Denis Cowan

In questo fumetto Green calca la mano sul fatto che il Joker sia nato da un errore di Batman, dato sicuramente non inedito ma in questo caso portato all’estremo. Più dell’intreccio e dei disegni sgraziati ma incisivi di Cowan preferisco soffermarmi sul discorso che Harleen Quinzel fa in un bar al suo futuro amante. Poiché possiedo l’edizione americana (ma esistono anche due pubblicazioni italiane, Batman Confidential #2 della Planeta DeAgostini e Il cavaliere oscuro Batman #3 di Mondadori/RW Lion), lo riporto direttamente in inglese: “Well lemme tell ya something, Mr. J…sounds to me like you have a gift. You know what that means? You’re lucky and when you’re blessed with the ability to do something better then everybody else, you can’t just walk away. It’s like an obligation to you to go out there and use it. Whatever it is you do best, you get out there and try it one more time. I garantee you’ll find your whatever again. Your mirth. Your smile“.

9 – IL RITORNO DEL CAVALIERE OSCURO: L’ULTIMA CROCIATA di Frank Miller, Brian Azzarello e John Romita Jr.

Romita Jr. rispolvera lo stile dei primi Anni Duemila, andando nella direzione del segno di Miller per raffigurare Bruce Wayne, Jason Todd, Selina Kyle e il Joker, devastante anche quando è dietro le sbarre, sempre più provati da vicende cupe e angosciose. Mentre leggevo i loro discorsi e i loro ragionamenti pensavo con tristezza a come si fosse evoluta la loro storia ne Il ritorno del cavaliere oscuro di cui L’ultima crociata è un prequel valido, sentito e ispirato.

10 – BATMAN: CAVALIERE BIANCO di Sean Gordon Murphy

Il Joker rinsavisce e si mette in luce come oratore e, nuovamente, come geniale manipolatore.
Tra strizzate d’occhio a film e cartoni animati batmaniani, Murphy intesse una trama interessante, con alcuni spunti veramente affascinanti, e presenta il villain come “innamorato” di Batman, seguendo la scia tracciata da Scott Snyder in Morte della famiglia.
Malgrado circa a metà volume (possiedo l’edizione americana, ma ne esistono due italiane di RW Lion) abbia riscontrato un passaggio farraginoso, la narrazione è stata nel complesso divertente e coinvolgente, anche grazie a un finale scoppiettante. Nel mondo che l’autore delinea con segno personale, affilato e oscuro alcune situazioni sono inedite e diventano feconde per il movimento più libero di personaggi rinnovati non solo nel look ma anche nello spirito.

11 – BATMAN #48-49 di Tom King e Mikel Janin

Concludo scegliendo due capitoli della lunga gestione di King dedicata al pipistrello, pubblicati negli spillati italiani #49-50 della serie regolare batmaniana. Si tratta di due episodi che precedono il fatidico #50, quello del matrimonio (?) tra Batman e Catwoman. Lo sceneggiatore scrive pagine e pagine di botta e risposta tra Selina Kyle e il Joker, delineandoli come due pazzi che si dicono cose da pazzi, come due persone assurde che parlano di cose assurde. Questo fino a quando ciascuno dà la propria interpretazione egoistica dei desideri di Bruce Wayne, per poi giungere alla stessa conclusione: l’eroe non può essere felice. King conferma l’amore distorto di Mr. J nei confronti della propria nemesi, mentre Janin, che disegna un crociato incappucciato piuttosto anonimo, riesce a donare una mimica istrionica al criminale.

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