Claudio Chiaverotti torna sulle pagine del mensile dopo oltre 200 numeri e assieme a lui Mana Cerace, pronto a seminare morte in una Londra alle prese con un gigantesco black out. L’incedere è frenetico anche se non confuso e, nonostante questo, si crea una certa atmosfera cupa e tragica che predispone al finale con apprensione, mano a mano che la minaccia dell’Uomo Nero diventa più concreta e potente, nonostante la trama presenti snodi piuttosto forzati e affrettati.
Questo albo è sostanzialmente l’introduzione di una miniserie in tre capitoli all’interno della serie e in questo senso svolge adeguatamente il compito di alzare la tensione e preparare il campo per un secondo episodio nel quale possiamo immaginare che la carneficina continui senza sosta. Il tono generale è quello di un B-movie, caciarone e teso verso il finale di sangue e violenza, ma manca quella raffinatezza e ironia che caratterizzano il protagonista e questo non può che essere un difetto non da poco.
Piero Dall’Agnol, che disegnò la prima apparizione di Mana Cerace, qui chinato da Francesco Cattani, lascia da parte il suo lato più sperimentale e sintetico per abbracciare il nero, una oscurità che diventa pagina dopo pagina più invadente e opprimente. Il risultato finale sembra un piccolo passo verso quello stile che aveva sulle pagine de Il buio. Il volto di Dylan non è sempre omogeneo e qua e là qualche dettaglio può far storcere il naso, ma nella maggior parte dei casi questo passa in secondo piano rispetto alla convincente atmosfera delle tavole.
Abbiamo parlato di:
Dylan Dog #409 – Ritorno al buio
Claudio Chiaverotti, Piero Dall’Agnol, Francesco Cattani
Sergio Bonelli Editore, ottobre 2020
98 pagine, brossurato, bianco e nero – 3,90 €
ISSN: 977112158004700409