
L’albo di Dylan Dog numero 389, La sopravvissuta, si apre là dove si era chiuso il precedente, in continuità narrativa con la macro-trama avviata con il numero 387, Che regni il caos, primo atto della Saga della Meteora allestita da Roberto Recchioni, curatore e deus ex machina della mitologia dylaniata contemporanea.
Man mano che il bolide si avvicina pare che cresca non solo la follia, tema di fondo dei primi tre albi del ciclo, ma anche il numero delle situazioni surreali.
L’apocalisse che si sta preparando non si annuncia solo come una distruzione su scala mondiale, della quale in questo albo viene dato un assaggio, ma soprattutto come un collasso del razionale. Fobie e perversioni prendono vita, con Dylan nel ruolo del catalizzatore di sciagure.
Il testimone cosmico questo mese passa a Barbara Baraldi, che torna a Craven Road a pochi mesi da Perderai la Testa, l’avventura parigina di Dylan.
Le prime tavole, come in Che regni il caos, vedono il sorriso affabile di Jonh Ghost staccare su un personaggio da B-movie con le fattezze che ricordano Eddi, la mascotte degli Iron Maiden creata da Derek Riggs, armato come Jason Voorhees di Venerdì 13.
In questo caso il ruolo di Ghost non è attivo come negli albi realizzati dal curatore, ma marginale, quasi una forzatura narrativa, che sottolinea come Ghost sia servo e non signore del Caos, vero burattinaio delle vicende.
L’incipit riporta alle atmosfere di Final Destination e ai primi istanti del secondo capitolo, quello del film diretto da David R. Ellis, con un omaggio costruito con ritmo e resa cinematografica davvero notevoli.
La chitarra elettrica degli AC/DC e le note adrenaliniche di Thunderstruck portano il lettore al centro della quotidianità autostradale, resa molto bene da Barbara Baraldi e ben illustrata da Luigi Piccatto e dalla sua squadra di disegnatori, composta da Fabio Piccatto, Giulia Massaglia e Matteo Santaniello.
Le istantanee di vita dalle auto in coda vengono stravolte da un incidente catastrofico, al termine del quale facciamo la conoscenza di Sally, la final girl al centro dell’albo.
Sally si presenta come una predestinata, una ragazza a cui tocca in sorte la maledizione di sopravvivere, una condanna che viene esasperata nel film horror Fear of the Dark di cui è protagonista.
L’albo, proprio come un horror, scorre rapido, alternando momenti di indagine accennata a morti atroci, che mantengono piena coerenza con il patto stretto col lettore in avvio. La Baraldi realizza uno slasher a fumetti nel quale tutti gli elementi caratterizzanti vengono messi in scena:
- una sorta di maledizione tanto sottovalutata quanto letale;
- uno sviluppo rapido e non sempre coerente degli eventi;
- un maniaco caratterizzato da maschera e arma da taglio;
- una final girl che urla, alterna orrore a coraggio, e sopravvive.
Alcune sequenze accontentano chi a Dylan chiede splatter e sangue a fiumi, con la squadra allestita da Piccatto che si dimostra all’altezza: a un approccio classico – difficile vedere gabbie destrutturate – si sovrappone una narrazione dinamica, nella quale la recitazione dei personaggi e l’azione sono ben cadenzate. Il tutto consente un andamento surreale nel quale alcune scene splatter virano al grottesco, un Grand Guignol in piena tradizione.
Meritano una menzione d’onore tutta la sequenza dedicata al collezionista di memorabilia horror, una collezione tanto ricca da far impallidire la stessa anticamera di Dylan, come anche la versione psicopatica di Sheldon Cooper, il protagonista di Big bang theory, le cui fattezze ispirano la caratterizzazione dell’autore di una mattanza. La sua lingua tagliente, trasformata in una ben più funzionale mannaia, è una trovata piuttosto divertente.
Soluzione e chiusura sembrano arrivare in fretta, ma solo per fare in modo che il lettore rimanga spiazzato da un epilogo decisamente inatteso e nel quale il puzzle iniziato nelle prime tavole si completa.
Le ultime tavole poi, con John Ghost ancora protagonista, disegnate con uno stile che riporta alle tavole di Angelo Stano per l’epilogo di Servizio del caos, riportano alla meteora e al ruolo che toccherà a Dylan nei piani della misteriosa Regina del Caos.
Il tutto è confezionato da una nuova copertina iconica realizzata da Gigi Cavenago.
La copertina conferma la capacità di sintesi del disegnatore; è davvero affascinante osservare quanto dell’albo sia riuscito ad inserire nell’illustrazione in modo organico, senza che il risultato risulti dispersivo. La scelta grafica sembra poi ricordare che la follia di cui è vittima Sally altro non è che l’ennesima prova in attesa dell’Apocalisse per Dylan.
L’illustrazione, che rielabora la locandina de L’Uomo nel mirino, film del 1977 con Clint Eastwood protagonista, riporta Eddie e il suo sguardo folle in primo piano. Sally occupa lo spazio accanto a Dylan indossando la maglia “I’M THE SURVIVAL GIRL”.
È Dylan l’uomo nel mirino e tutto quello che ha alle spalle, compreso il destino di Sally, è per lui.
In un albo sospeso tra orrore e grottesco, anche lo spazio dedicato a Groucho, premiato dal sorriso di Sally, è introdotto e gestito con tempi comici corretti e con un effetto esilarante, che viene poi ripreso nello scambio tra l’intelligenza artificiale dello smart-phone Ghost di Groucho, e l’Indagatore dell’incubo. Irma è dotata di un sarcasmo femminile pungente che aggiunge un tocco bizzarro a quelli che sono gli scambi già surreali tra Dylan e il suo assistente.
Lo sviluppo della storia presenta anche alcune forzature – con una sbavatura piuttosto evidente in merito alla maschera del serial killer (è trafugata dal set o dal deposito della polizia?) –, soprattutto nello sviluppo dell’indagine: basti pensare che la sola pista individuata da Dylan si riduce all’ennesima occasione per vedere il caso (caos?) all’opera nel definire il destino del collezionista. Difetti che però non incidono sulla volontà di tenere Sally e il suo stato d’animo, follia o responsabilità, al centro dell’albo, un aspetto costruito e mantenuto su un buon livello fino all’epilogo. L’oggetto della sua ossessione prende vita e il confine tra immaginato e vissuto diventa confuso, tanto da rendere difficile separare gli eventi casuali dagli omicidi efferati.
Interessante invece osservare come venga collocato Dylan rispetto a Sally, anche su un piano grafico.
I due spesso si trovano a confrontarsi senza condividere la vignetta (a pag 18, 34, 64) come se si volesse netta la divisione tra lo stato di agitazione della prima e lo scetticismo dell’indagatore, che non crede, eppure assiste, e ovviamente si innamora.
Decisamente di impatto invece la tavola a pagina 40 in cui, in una vignetta ripetuta, Dylan si sovrappone al maniaco-Eddie in un gesto affettuoso verso la ragazza.
Dopo le prove di Recchioni e di Paola Barbato, anche il frammento di Meteora della Baraldi, autrice di questo terzo capitolo, si mostra capace di stare in piedi da solo, scritto e illustrato con cura, ma anche inserito in un contesto più ampio.
La debolezza più grande di un albo che dovrebbe essere tessera di un mosaico più ampio è proprio nel suo apparire isolato rispetto alla trama orizzontale, tanto che prologo ed epilogo si dimostrano fin troppo essenziali.
Di contro, va detto che Dylan Dog si trova immerso in una continuità mai sperimentata prima, un’operazione che, sospesa tra sviluppo dei singoli albi e il loro coordinamento, risulta al momento piuttosto faticosa, ma allo stesso tempo credibile. Sul piano di stretta continuità va comunque segnalato che per la prima volta un evento su un albo avrà effetti sui prossimi. La Londra del numero 390 dovrà fare i conti con un panorama diverso.
Abbiamo parlato di:
Dylan Dog #389 – La Sopravvissuta
Barbara Baraldi – Luigi e Fabio Piccatto, Giulia Massaglia, Matteo Santaniello
Sergio Bonelli Editore, febbraio 2019
96 pagine, brossurato, bianco e nero – 3,50 €
ISBN: 9771121580009