In Dylan Dog #376, Diego Cajelli gioca in modo sapiente con la metanarrazione portando l’indagatore dell’incubo a investigare su David, un fumettista di talento che decide di nascondere le sue creazioni al mondo intero, salvo poi ritrovare quegli stessi lavori riadattati per la televisione.
L’opera, pur rimanendo su binari tutto sommato classici, riesce comunque a risultare godibile grazie ad alcuni elementi capaci di regalare all’albo una rivisitazione originale del fenomeno legato ai poltergeist.
Dal punto di vista narrativo la storia inizia molto bene, riuscendo a far empatizzare il lettore con la figura e le vicende di David; la parte centrale, seppur dilatando leggermente il ritmo delle vicende, riesce comunque a creare una buona dose di suspance.
Il finale è forse l’unico elemento debole dell’intero albo. Nonostante infatti Dylan si ritrovi improvvisamente in una situazione estremamente complicata, tutto purtroppo si risolve in maniera davvero troppo sbrigativa, lasciando una sorta di senso di insoddisfazione nel lettore.
Il tratto elegante di Francesco Ripoli, un’unione tra disegno tradizionale e pittura ad acquerello, ricorda in alcuni frangenti lo stile di Angelo Stano. Notevole anche l’alternanza dei due stili all’interno della storia, in grado di segnare un confine netto tra realtà e mondo immaginario senza comunque stravolgere la griglia bonelliana. Molto bello il characters design di uno dei villain, simile per certi aspetti grafici a personaggi iconici come Spider-Man o Venom.
Abbiamo parlato di:
Dylan Dog #376 – Graphic Horror Novel: Il Sequel
Diego Cajelli, Francesco Ripoli
Sergio Bonelli Editore, gennaio 2018
96 pagine, brossurato, bianco e nero – 3,50 €