È stato uno dei più giovani ministri e poi Presidente del Consiglio nella storia della Repubblica italiana. Oggi, a 50 anni, è Dean della Paris School of International Affairs dell'Università SciencesPo a Parigi, Presidente del “Jacques Delors Institut – NOTRE EUROPE” e fondatore della Scuola di Politiche “Nino Andreatta”, dedicata a ragazzi europei under 25. Ama il Milan, il Subbuteo e… Dylan Dog. In occasione del trentennale, abbiamo chiesto al presidente Enrico Letta di raccontarci la sua passione per l'indagatore dell'incubo.
Presidente, quando ha iniziato a leggere Dylan Dog? Lo legge ancora?
La mia passione per Dylan Dog risale all'inizio della serie ed è restata inalterata nell'arco di questi trent'anni.
Quale storia ricorda con maggiore piacere?
Il lungo addio, episodio n°74, è la mia storia preferita.
Parlando di Dylan Dog ha dichiarato scherzosamente: “Vorrei essere intelligente e corteggiato dalle donne come quel personaggio dei fumetti”. Perché la nostra generazione ha amato e ama così tanto l'eroe di Sclavi?
Il segreto del suo successo risiede proprio nell'equilibrio di valori positivi, di situazioni estreme e di quella ripetitività che aiuta il lettore a “sentirsi a casa”. Solo una creatività geniale poteva inventare questo equilibrio perfetto che è il mondo di Dylan.
Oggi Dylan usa lo smartphone e naviga su internet, nel frattempo l'ispettore Bloch è andato in pensione… Le piace il recente “restyling” della serie?
La modernizzazione del personaggio è obbligata per la sua sopravvivenza presso un pubblico in continua evoluzione come quello di oggi, e quindi l'accetto.
Qualcuno dei suoi tre figli già legge Dylan Dog?
I miei figli, ancora piccoli, adorano i fumetti. Ho fatto conoscere loro sia Asterix che Tintin e non vedo l'ora arrivi il momento di Dylan Dog.
Ringraziamo il Presidente Letta per la sua cortese disponibilità.
Intervista realizzata via mail il 15 settembre 2016.