Io ne ho viste cose che voi paperi non potreste immaginarvi…
Non siamo a livelli di citazione così espliciti, ma è indubbio che Droidi, la nuova storia di PKNE (Paperinik New Era) scritta da Alessandro Sisti e disegnata da Claudio Sciarrone pubblicata su Topolino #3287-3288-3289, abbia un pesante e assolutamente voluto debito nei confronti di Blade Runner, il film diretto da Ridley Scott nel 1982 da cui è tratta, lievemente adattata, la frase riportata in apertura.
In effetti si potrebbe quasi parlare di una parodia, visti i molti punti in comune, a iniziare da una immagine circolata nel web che faceva intravedere il titolo originariamente pensato per l’avventura, Il sogno del papero elettrico, evidente richiamo a Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, titolo del romanzo di Philip K. Dick da cui è tratta la pellicola cinematografica di Scott.
La stessa trama della storia è molto simile a quella del film di Scott e del romanzo di Dick: Paperinik si trova trasportato nel 2179 da Tyrrel Duckard, droide al servizio della polizia temporale del XXIII secolo con cui il supereroe si era scontrato in una storia della seconda serie di PK (PK2 #5 del maggio 2001, La fine della storia, di Gianfranco Cordara e Stefano Turconi) ma che ora pare essere stato reintegrato tra le forze dell’ordine. Insieme devono catturare tre replicanti ribelli tornati abusivamente indietro nel tempo per compiere qualche grave illecito ai danni della Storia. Paperinik, però, in seguito a un trauma ha solo pochi ricordi confusi e si muove quindi in questo scenario tra dubbi e sospetti nei confronti del suo socio.
Certo la parodia non è un genere di storia nuova nemmeno per Paperinik, basti pensare a L’arca dimenticata del 1986, di Bruno Sarda e Massimo De Vita, adattamento de I predatori dell’arca perduta di Steven Spielberg in cui esordì Indiana Jones, ma nella saga pikappika questo tipo di storie non era mai stato proposto, se si escludono gli ovvi riferimenti pop presenti nel corso delle varie pubblicazioni1, che non sfociavano mai in adattamenti espliciti.
Struttura e ritmo narrativo
Quando affrontiamo la lettura di un libro strutturato o meno in capitoli, generalmente siamo noi a decidere i tempi di fruizione e a scegliere le pause, anche in considerazione delle condizioni esterne. I romanzi a puntate, invece, ponevano il lettore in una posizione un po’ più passiva, poiché le interruzioni nella lettura e i tempi con cui proseguirla erano decisi dall’autore e dall’editore. Più o meno la stessa cosa avviene con il fumetto seriale o con le storie costruite per essere lette in più parti, un po’ come gli episodi o le stagioni di una serie televisiva.
Questa struttura, però, pone sull’autore una certa responsabilità, in qualche modo maggiore rispetto a quando l’opera è realizzata per essere fruita in un’unica soluzione: essere in grado di fornire dei tasselli leggibili separatamente dalla trama generale, ma sufficientemente appassionanti da spingere il lettore ad attendere e quindi a leggere il proseguimento della vicenda.
Questo meccanismo è in parte venuto a mancare in Droidi, che mostra la sua debolezza proprio nella pubblicazione a puntate. Il ritmo narrativo, infatti, è particolarmente veloce e adatto alla lettura consecutiva degli episodi, che nel dettaglio risultano piuttosto frammentati, in particolare il primo, anche a causa della partenza in medias res e fornendo a posteriori una prima spiegazione che risulta però poco solida.
Dopo che il capitolo iniziale presenta quindi, pur in modo non proprio limpido, lo spunto di partenza, il secondo episodio acquista maggior sostanza anche grazie alla riproposizione di Leonard Vertighel, costruttore di androidi apparso per la prima volta su PKNA #22, Frammenti d’autunno. In questa occasione la caratterizzazione del personaggio sembra una versione più soft del Palmer Eldritch dickiano, protagonista dell’omonimo romanzo, dando così maggior sostanza all’ispirazione di fondo di Droidi.
La vicenda, poi, si conclude con un terzo episodio nel quale sono concentrati la maggior parte degli elementi più interessanti della storia, rendendolo così il più piacevole del trittico, anche per via delle tavole finali che, nonostante il finale scontato (soprattutto per chi conosce Blade Runner), risultano particolarmente efficaci grazie a una buona scansione delle vignette, che da pagine dense si vanno via via diluendo fino alla splash- page d’impatto con cui si conclude la storia.
Come scritto in apertura di questa sezione, si nota quindi un problema di ritmo narrativo: la lettura consecutiva della storia offre un’impressione migliore e più unitaria della sceneggiatura e forse una pubblicazione più concentrata delle puntate (ad esempio concentrandosi su due invece che su tre) avrebbe giovato anche alla lettura settimanale. Stupisce addebitare a Sisti una pecca del genere, trattandosi di uno sceneggiatore abile non solo per quanto riguarda gli intrecci ma anche a livello tecnico, ma è lo stesso autore a chiarire sul forum Papersera.net il motivo di tale strategia:
Quanto alla lunghezza, in effetti la mia sceneggiatura originale era di 64 tavole (come i vecchi PKNA) su due puntate, ma successivamente è stata riadattata, da Claudio per valorizzarne maggiormente le visioni più suggestive (e direi che come sempre c’è riuscito in modo straordinario), oltreché – immagino – per meglio assolvere ad altre esigenze editoriali.
Le “esigenze editoriali” sono quindi da additare come responsabili del risultato finale, che se da un lato ha permesso al disegnatore di sbizzarrirsi passando in maniera altrettanto efficace dalle pagine dense di vignette ad ariose quadruple o a splash-page spettacolari, dall’altro ha minato l’equilibrio narrativo del racconto nel suo complesso.
Questo non inficia comunque la piacevolezza di una trama che, al di là dell’ispirazione cinematografica, racchiude in sé le istanze e l’andamento di un thriller fantascientifico appassionante, dimostrando inoltre la capacità dell’autore di innestare solidamente le nuove trame sulla mitologia pikappica di cui è uno dei più grandi conoscitori, sfruttando all’uopo personaggi e situazioni preesistenti nella saga.
Stile hi-tech
Sebbene il primo episodio non sia stato completamente efficace sotto il profilo estetico, con un’inchiostrazione che non è apparsa uniforme in tutte le vignette, nel complesso Claudio Sciarrone è riuscito a interpretare in maniera efficace le atmosfere opprimenti dell’ambientazione cyberpunk di ispirazione, dando anche vigore ai personaggi e caratterizzandoli in maniera a volte più efficace rispetto alla sceneggiatura stessa.
I richiami a Blade Runner, come visto tanto evidenti nella sceneggiatura, vengono fedelmente mantenuti anche nei disegni: nel ritrarre la Paperopoli del 2179 l’artista riprende infatti le commistioni degli arredi urbani con elementi orientali che caratterizzavano le strade della Los Angeles del film di Ridley Scott. Macchine volanti, palazzi di altezze vertiginose e grandi insegne pubblicitarie costituiscono ulteriori richiami alla pellicola, così come la perenne pioggia che sferza tanto l’opera di partenza quanto Droidi.
Inoltre il disegnatore riesce ad alternare con grande equilibrio un’impostazione della tavola classica, con una griglia ordinata, a una costruzione più dinamica, fatta di sovrapposizioni di riquadri o di pagine strutturate con vignette a sviluppo orizzontale senza mai perdere in leggibilità.
Non mancano alcune sviste, come un cameriere dall’occhio bionico che in una vignetta si ritrova con due occhi sani, e alcune soluzioni grafiche meno riuscite, come certe pose poco naturali ed espressioni troppo caricate, ma in generale il lavoro di Sciarrone è molto buono e spicca, rispetto alla quasi totalità degli alti disegnatori attualmente all’opera su Topolino, per la costante ricerca e sperimentazione nella gestione delle tavole.
Nel complesso Droidi delude in parte, a causa del ritmo narrativo e dell’eccessiva diluizione della storia su tre puntate, ma soddisfa sia per come il tema viene sviluppato in maniera fedele al canone dickiano, sia per l’ottima prova ai disegni di Sciarrone.
Abbiamo parlato di:
Topolino #3287-3288-3289 – Droidi
Alessandro Sisti, Claudio Sciarrone
Disney-Panini Comics, novembre 2018
164 pagine cadauno, brossurati, colori – 2,70 € cadauno
ISSN: 977112061100183287
977112061100183288
977112061100183289
A voler essere pignoli è proprio PK-Pikappa, nota come PK frittole tra i fan più “affezionati”, a essere stata costruita nel complesso come una sorta di parodia, visto il chiaro riferimento alla saga delle Lanterne Verdi, ma essendo quest’ultima fuori continuity rispetto a PKNE, la possiamo tranquillamente ignorare. ↩