Dragon Ball, l’ormai leggendario manga creato nel 1984 da Akira Toriyama, per moltissimo tempo è riuscito ad appassionare un’enorme quantità di persone grazie ad alcune trovate tanto semplici quanto geniali.
Durante gli anni, Dragon Ball si è trasformato sempre più in un vero e proprio fenomeno di costume capace di ampliare a dismisura il proprio pubblico, grazie anche al popolarissimo anime e agli innumerevoli prodotti a esso collegati: videogame, carte collezionabili, giocattoli, spin-off, magliette e tanto altro.
Qual è il mio destino
Dragon Ball ha il merito di aver rivoluzionato il concetto stesso di shonen manga, riuscendo con la saga Z ad assumere il ruolo di un vero e proprio pilastro generazionale capace non solo di catturare l’attenzione di bambini e adulti, ma anche di diventare (all’inizio inconsapevolmente) la fonte d’ispirazione primaria per moltissime altre opere da esso derivate.
Non è infatti un segreto che la progressione a struttura piramidale in cui compare un nemico sempre più forte da sconfiggere, seppur presente in varie opere antecedenti a Dragon Ball, sia stata portata su un nuovo livello proprio da Akira Toriyama; l’autore infatti, grazie alla sua opera, è oggi considerato uno dei mangaka più influenti e apprezzati del mondo.
Nonostante lo straordinario successo però, Toriyama ha preferito non continuare all’infinito la sua saga, scegliendo saggiamente di non proseguire oltre Majin Bu, dimostrando anche scarso interesse per prodotti fuori continuity come Dragon Ball GT.
Malgrado tutto, la saga di Goku&Co, seppur senza nessuna nuova storyline a rivitalizzare l’intero brand, è riuscita a non finire mai nel dimenticatoio; il riproporre però nel corso degli anni sempre la stessa storia ha inevitabilmente fatto stancare anche i fan più accaniti, ormai stufi di vedere continuamente le solite situazioni.
Da questo punto di vista, per quanto riguarda l’Italia, non si può non citare Mediaset, che per vent’anni ha trasmesso le puntate di Dragon Ball senza fermarsi mai, saturando il palinsesto di Italia 1 con un’overdose di repliche e controrepliche davvero difficili da digerire.
Comunque, con il passare del tempo, i fan di tutto il mondo hanno iniziato a generare un impressionante numero di seguiti apocrifi che nel corso degli anni hanno suscitato parecchio scalpore (basti pensare alla popolarità raggiunta alla fine degli anni ’90 da opere come Dragon Ball AF).
Successivamente, dopo innumerevoli richieste di un seguito ufficiale da parte dei fan e altrettante conferme/smentite di Akira Toriyama, quest’ultimo si è deciso una volta per tutte a tornare sulla sua opera più famosa per continuare la storia di Goku dopo la saga di Majin Bu, concentrandosi questa volta direttamente sull’anime.
È nato così Dragon Ball Super.
Riprendiamo i nostri sogni da dove li abbiamo interrotti
Dragon Ball Super inizia poco dopo la sconfitta di Majin Bu, puntando fin dall’inizio sull’effetto nostalgia, dato che già nelle primissime puntate fanno la loro comparsa molti personaggi noti.
In un clima di apparente tranquillità, in cui vediamo Goku intento a lavorare nei campi, una nuova minaccia è già pronta a colpire: Lord Bills.
Toriyama, conscio di portarsi sulle spalle un’enorme responsabilità nel provare a dare un seguito alla sua opera più famosa, decide di non cambiare/stravolgere nulla scegliendo di seguire una struttura narrativa estremamente lineare e priva di rischi.
Se da un lato una scelta simile può risultare poco coraggiosa, dall’altro bisogna comunque tenere conto che tornare dopo molto tempo su un brand famosissimo non è mai un’impresa facile, soprattutto per via dell’hype estremamente elevato che inevitabilmente si genera tra il pubblico.
Toriyama decide così di puntare tutto su Bills, un bizzarro dio della distruzione il cui design richiama l’aspetto di una particolare razza di gatto: il Cornish Rex.
L’opera, comunque, non perde tempo nel presentare il nuovo antagonista, mettendolo subito a confronto con vari personaggi, a iniziare ovviamente da Goku.
In questo modo, Toriyama decide di ampliare la basi narrative di Dragonball Z giocando al rialzo, soprattutto dal punto di vista concettuale: Bills è in grado di distruggere interi pianeti con un semplice starnuto e nessuno, neanche Goku, può minimamente impensierirlo; il nuovo nemico è semplicemente fuori scala, una vera e propria divinità di cui non si riesce neanche a percepire l’aura data la sua immane potenza.
In sostanza Toriyama, con la prima saga di Dragon Ball Super, ha voluto porre Bills al centro della scena, facendolo diventare importante quanto (o forse più) di Goku&Co, dato che ogni singolo avvenimento in questa prima parte dell’opera è strettamente collegato al dio della distruzione.
L’autore infatti ha voluto donare al nuovo antagonista un ruolo importantissimo all’interno del mondo di Dragon Ball, elevandolo al ruolo di deus ex machina in grado di decidere il destino dell’intero Universo.
Non è quindi un caso che Bills faccia la sua comparsa anche nelle vicende passate dei sayan, grazie a un’operazione di retcon tanto semplice quanto funzionale, in modo da rendere il nuovo personaggio credibile e ben inserito all’interno della continuity narrativa.
Il lato giocoso/fanciullesco di Bills è un altro tratto distintivo del personaggio: la stessa nascita del Super Sayan God (la nuova trasformazione raggiunta da Goku durante questa prima saga) in realtà è una semplice conseguenza alla richiesta del dio della distruzione di incontrare qualcuno del suo stesso livello combattivo.
Bills, seguito sempre dal suo fido maestro e consigliere Whis, è descritto come un essere estremamente potente ma al tempo stesso tremendamente annoiato; il dio della distruzione rappresenta quindi l’antagonista perfetto per la nuova serie di Dragon Ball, risultando pericoloso ma al tempo stesso dannatamente simpatico, anche per la sua continua voglia di cercare sempre nuove pietanze da assaggiare.
Rimpianti? Limiti? Sono tutte sciocchezze!
Il tono delle vicende risulta meno serioso rispetto al passato, con un ritorno per certi versi alla comicità della prima serie di Dragon Ball e alla serie Dr. Slump & Arale. Lo stesso Vegeta, mostrato sempre corrucciato e rabbioso, diventa qui protagonista di vari siparietti comici per non contraddire Bills.
Come detto in precedenza, l’effetto nostalgia è tangibile fin dal primo episodio, anche se non risulta particolarmente invasivo in nessuna occasione, nonostante i numerosi flashback piazzati ad arte in cui possiamo vedere alcune brevi sequenze tratte da Dragon Ball Z.
Anche il ritorno dei vecchi personaggi porta lo spettatore a fare un piacevole tuffo nel passato, grazie alla comparsa di comprimari storici come Olong o antagonisti spassosi come Pilaf e la sua banda.
Il ritmo della storia poi è ben calibrato, grazie a un’introduzione in grado di presentare in modo rapido e funzionale i numerosi comprimari e alle varie scene d’azione ben realizzate nella maggior parte dei casi, con mosse e contromosse che presentano animazioni fluide in grado di richiamare lo stile di varie arti marziali.
Ben implementati anche i vari effetti usati per realizzare i numerosi poteri energetici dei protagonisti, marchio di fabbrica della saga.
Per quanto riguarda i disegni, si passa da episodi curati sotto ogni aspetto ad altri in cui si alternano animazioni e disegni di basso livello; in alcuni punti poi i volti e i corpi dei personaggi risultano eccessivamente statici.
Gli ambienti che fanno da sfondo alle varie vicende sicuramente non brillano per varietà, conferendo ai vari paesaggi un’impronta forse un po’ troppo raffazzonata.
Bisogna anche far presente che la trasformazione in Super Sayan God non riesce a incidere in modo rilevante sulla storia, denotando quindi un livello di pathos e di immedesimazione sicuramente inferiore alla saga Z.
Comunque, da un punto di vista prettamente contenutistico, Dragon Ball Super risulta un prodotto gradevole e leggero che, nonostante i suoi difetti, riesce a coinvolgere lo spettatore grazie a un mix riuscito di comicità e azione.
Abbiamo parlato di:
Dragon Ball Super (Episodi 1-14)
Creato da Akira Toriyama
Regia di Kimitoshi Chioka
Toei Animation, 5 luglio 2015
1a Tv It. (Mediaset) 23 dicembre 2016
23 minuti (episodio), animazione