Makkox è uno degli autori più interessanti del panorama fumettistico italiano. Ha maturato uno stile di disegno personale e originale, preciso ma nervoso, e perciò capace di trasmettere anche inquietudine e insicurezza. Un bel modo di disegnare, ma anche un bel modo di raccontare.
Makkox ha il dono della sintesi. È capace di mettere dentro una tavola o una vignetta una vita intera, abilità molto evidente nel suo primo libro, Le divisioni imperfette.
Quando le tavole di questo fumetto cominciano a susseguirsi in serie, al lettore sembra di leggere una storia. Sembra, perché in realtà ogni vignetta è una storia a sé, sebbene questo non impedisca ai personaggi di crescere lentamente e di caratterizzarsi altrettanto lentamente. Ma, è bene ribadire, il centro della narrazione è sempre la singola vignetta e ogni pagina può essere letta in maniera indipendente da tutte le altre. Non ci sono colpi di scena quindi, ma solo istantanee di persone messe sotto un’implacabile lente di ingrandimento ferocemente sarcastica, alle volte maledettamente divertente, altre volte amara, altre ancora surreale.
Sotto questa lente persone comuni intente a vivere la propria vita diventano personaggi, protagonisti efficaci della storia, talvolta addirittura avvincenti nelle loro peculiarità e, seppure in assenza di alcuni stilemi tipici della narrazione a fumetti (come l’evoluzione del protagonista o un incidente scatenante) i personaggi risultano veri, la storia credibile.
La prima parte del libro, molto piacevole, raccoglie il materiale già apparso in rete sul blog dell’autore www.canemucca.com.
Il voler riproporre su carta una storia (seppur incompleta) apparsa sul web porta a riflettere, più genericamente, sui rapporti fra fumetto e nuovi media. Una primissima ed elementare considerazione può essere che ciò che funziona sulla rete non necessariamente funziona anche sulla carta. Inoltre bisogna considerare le differenti fruizioni di un fumetto che si legge su un blog o stampato su carta. Sulla rete il fumetto è generalmente breve, come nel caso di quelli di Makkox; si legge quando si sta al computer e ha un pubblico di appassionati più che di lettori generici. Il fumetto su carta invece ha una fruizione molto più libera e un pubblico più eterogeneo. Naturalmente queste sono generalizzazioni e, come tali, pur nascondendo un fondo di verità vanno prese con le molle. Tanto più nel caso di Makkox, che già aveva suscitato non pochi entusiasmi, specialmente tra gli addetti ai lavori, grazie ai lavori pubblicati sul suo blog.
La seconda parte del libro – che di fatto completa quello che su web era rimasto un progetto incompiuto – invece è strana, anche se le cose belle dette per la prima valgono ancora. Conserva infatti la freschezza del tratto, i lampi di genio, l’ironia e, soprattutto, la capacità di intrattenere in modo intelligente. Quello che non convince, in buona sostanza, è che non si tratta più de Le divisioni imperfette che conoscevamo. La storia non c’é più, si polverizza. A metà del racconto i personaggi scappano, diventano un’altra cosa. Tutti gli elementi vengono rimescolati. L’autore, con una bella metafora sul viaggio, dice in buona sostanza che non è importante sapere se e come la storia si conclude. Il che è molto opinabile.
La sensazione è quella di trovarsi di fronte a una sorta di spin-off, più che a un regolare prosieguo. Si può dire, senza svelare molto della trama, che i personaggi ci sono ancora, ma non sono più quelli che il lettore appassionato ha imparato a conoscere e ad amare. Quindi anche se il tocco autoriale persiste ed è inconfondibile, l’impressione che rimane è quella aver letto un’altra opera rispetto all’originale.
L’autore, in qualche modo, si sottrae alla prova di consacrazione, e non certo per mancanza di talento o di abilità, ma perché da un lato non propone nessuna variante significativa rispetto a quanto già visto sul blog, e dall’altro sceglie di non portare a compimento la narrazione delle vicenda dei protagonisti, o almeno di non farlo in maniera canonica.
Nonostante questo Makkox non ne esce affatto ridimensionato come autore e la sua abilità non risulta minimamente in discussione.
Pero’ sicuramente la scelta editoriale di far uscire un volume, per quanto ricco di brillante sarcasmo nei dialoghi e disegnato ottimamente risulta essere, per la prima metà, già edito su internet e per la seconda drammaturgicamente incoerente con la prima, avrà lasciato molti lettori perplessi.
Proprio per queste ragioni il volume non può essere consigliato a tutti; proprio per queste ragioni si dovrà aspettare il prossimo lavoro dell’autore per comprenderne meglio il talento. Magari una storia corale, nata, pensata e sviluppata direttamente per il mercato editoriale tradizionale. O attendere l’ormai prossimo varo della rivista mensile edita sempre da Coniglio Editore chiamata, guarda caso, Canemucco, in cui Makkox sarà l’autore di punta.
Riferimenti
Il blog di Makkox: www.canemucca.com