Discepoli prende il via dal 1978, quando la giovane Clara viene segregata senza piegarsi ai rituali di sangue dei suoi rapitori, per continuare ai giorni di oggi, in cui la storia sembra ripetersi per sua figlia. Una circolarità di eventi che trasudano perversione, depravazione e voluttà, in cui i confini del reale sembrano sfilacciarsi in un susseguirsi lisergico di violenza e follia e in cui il significato di morale perde consistenza mano a mano che gli istinti prendono campo.
Fin dalla prima pagina il lettore si immerge in un’opera che richiama altri tempi. Non solo per quel “Dicembre 1978” che introduce la scena iniziale, ma per lo stile di disegno di Benjamin Marra (autore di Montreal fondatore della linea di fumetti underground Traditional comics): uno stile composto da contrasti netti tra il bianco e il nero, addolciti appena da qualche retinatura, da linee spesse e continue, da anatomie e volti sgraziati e legnosi pur con una loro eleganza grezza. Uno stile che richiama quello delle prime strip pubblicate sui quotidiani e che è stato riscoperto e preso di ispirazione da anni da molti autori, specialmente nel giro del fumetto underground, da Daniel Clowes a Charles Burns. Un disegno che richiama in qualche modo i film in bianco e nero, i televisori a tubo catodico, l’immagine sporca e non definita.
Un’atmosfera, quella trasmessa da Marra, perfetta per una storia con forti richiami al cinema horror degli anni Settanta/Ottanta scritta da uno sceneggiatore e un regista di genere prestati al fumetto: David Birke (13 Sins – 2014 – e Slender Men – 2018) e Nicholas McCarthy (The Pact – 2012, The Prodigy – 2019). Pubblicato negli USA da Fantagraphics, l’edizione italiana è edita sotto la collana D_Pressa, nata dalla collaborazione tra D Editore e le autoproduzioni di Fortepressa.
Le tematiche affondano in uno dei temi più torbidi della società americana, quello delle sette religiose che traggono forza dal puritanesimo e dall’estremismo serpeggiante nella provincia statunitense, spesso lasciando ferite difficili da rimarginare nelle comunità e nelle persone che ne cadono vittime.
La storia non presenta elementi di novità per chi conosce questo sotto-genere del cinema horror e ne ripropone molti degli elementi tipici senza riuscire a offrire grandi variazioni di sorta, risultando poco efficace e prevedibile nel suo svolgimento: la storia che si ripete da madre a figlia è un artificio abusato, mentre alcuni sconfinamenti nel sovrannaturale (almeno in apparenza) appaiono fuori posto e distolgono dal centro della narrazione. Quella che convince è la resa dei momenti più estremi e folli, quella sensazione crescente di angoscia nel seguire l’andamento degli eventi da quando questi iniziano a precipitare, una sensazione di sporcizia che si insinua sotto pelle riuscendo a trasmettere l’ambiguità di certe pulsioni umane.
La violenza in questi casi non è liberatoria e nessun finale può rappresentare una catarsi perché l’orrore proviene dall’uomo e, forse, è insito nella sua stessa natura.
Abbiamo parlato di:
Discepoli
David Birke, Nicholas Mc Carthy, Benjamin Marra
Traduzione di Alice Amico
D Editore, 2022
168 pagine, brossurato, bianco e nero – 23,90 €
ISBN: 9788894830859
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