“Ancora nulla!… Ma anche in capo al mondo ti scoverò!”
(Il capitano Achab)
Ci sono classici della letteratura che, francamente, per essere adattati a fumetti, o per il piccolo e grande schermo, richiedono davvero un gran bel coraggio.
Dino Battaglia nel 1968 ha avuto lo stesso coraggio del capitano Achab a cacciare la balena bianca più famosa del mondo. E dico coraggio perché quando si pensa a un romanzo come Moby Dick di Herman Melville, bisogna tener conto che stiamo parlando di quello che, forse, è il più grande romanzo americano di sempre. Quindi qualsiasi riduzione rischia di diventare ridicola o insulsa, o noiosa.
Ma se nel romanzo di Melville, Achab spingeva incauto la sua nave in mezzo alle onde dell'Atlantico, nella sua riduzione a fumetti il timone della nave è governato unicamente da Dino Battaglia che, come il protagonista della sua trasposizione, è incurante del rischio di una simile impresa. Il grande autore veneziano riduce il testo letterario (articolato e complesso) all'essenziale e fa un uso limitato del dialogo perché è consapevole che la sua vera arma è riposta nella sua formidabile e inimitabile tecnica artistica.
In sole trentuno tavole è concentrata una forza artistica ed espressiva pari alla forza fisica scatenata dalla balena bianca in pieno oceano. Un oceano che Battaglia tratteggia con un'oscurità tenebrosa (tipica di molte sue opere future), un'oscurità da cui emerge maestosamente Moby Dick con la stessa intensità inquietante di un fantasma che appare nel buio.
Battaglia disegna e racconta la paura e l'angoscia dei marinai in mare, il loro essere inermi di fronte a una simile creatura ma, soprattutto, racconta la fermezza e la follia di un uomo che è disposto a morire pur di sconfiggere la balena bianca; il volto tormentato di Achab, le sue rughe, le sue espressioni testimoniano l'uomo solo, torturato nell'animo, ossessivo nei confronti del suo nemico cetaceo della cui ferocia porta addosso i segni.
Una ferocia che Battaglia dipinge magistralmente nelle sequenze dell'attacco della balena al Pequod, la nave in cui viaggiano Achab e compagni, con una furia che risalta in maniera stupefacente nelle tavole dell'autore, che, proprio in occasione di questa trasposizione definisce lo stile cupo, giocato su bianco, nero e grigio, che lo renderà famoso e importante.
Fin dalle prime sequenze veniamo introdotti in un periodo storico (siamo nella metà dell'ottocento) in cui troviamo un Battaglia a suo agio nel creare immagini efficaci grazie a quella forza visionaria per la quale, in tutta la sua carriera, non ha mai sbagliato un colpo.
Moby Dick è senza dubbio il suo primo capolavoro; un fumetto che si guarda e che si rischia di non leggere. Ma Battaglia ha sempre parlato attraverso le sue immagini; fin dalla prima vignetta di quest'opera, dove una serie di gabbiani in volo precede l'arrivo del giovane Ismaele (uno dei marinai al servizio di Achab) a New Bredford, dove riusciamo a sentire il profumo del mare, a calarci in queste immagini di superba bellezza, restandone, ancora una volta, incantati.
Ne sono state fatte parecchie di riduzioni a fumetti del romanzo di Melville, comprese quelle di casa Disney; ma nessuna, e sono pronto a ribadirlo ovunque, non riesce a eguagliare l'immensità artistica di Dino Battaglia.
Del resto lui è proprio come Moby Dick: maestoso.
Curiosità
Moby Dick di Battaglia fu realizzato per la mitica rivista Sgt. Kirk di Florenzo Ivaldi. Alla fine della storia vi è una tavola intitolata Caccia alla balena, in cui vengono illustrati brevemente gli aspetti tecnici delle baleniere e le varie specie di cetacei presenti nell'oceano.
Tra le riduzioni a fumetti degne di nota, quello adattato nel 1983 da Jean Ollivier per i disegni del grande Paul Gillon e quello del 1990 scritto da Dan Chichester e splendidamente illustrato da Bill Sienkiewicz. Una menzione per la storia Mickey Mouse, Mighty Whale Hunter (Topolino e il mostro bianco) realizzata nel 1938 dal geniale artista Disney Floyd Gottfredson. Anche un grande cartonista come Roy Crane si fece influenzare dal romanzo di Melville, realizzando nel 1933 una serie di striscie quotidiane nelle quali i due protagonisti, Wash Tubbs e Captain Easy partecipavano ed un'intensa caccia alla balena bianca. La storia fu pubblicata in Italia dalla compianta casa editrice romana Comic Art.
Edizione consigliata
Splendida edizione, pubblicata su carta a grammatura pesante (per non tradire gli originali di Battaglia realizzati su carta Shoeller) presenta un ottimo apparato critico e storico a cura di Alberto Becattini inerente la storia del romanzo, i vari sfruttamenti cinematografici, televisivi e fumettistici e una biografia dell'artista.
Altre edizioni
Bella come quella di Le Mani, mi sento di consigliare quella recentissima realizzata da Lo Scarabeo, sempre con una bella confezione e ottimo apparato critico. Comunque anche gli Editori del Grifo riproposero il capolavoro di Battaglia in un'edizione senza infamia e senza lode nel 1986.