Le dimensioni contano (quasi) sempre: Big man plans

Le dimensioni contano (quasi) sempre: Big man plans

Con "Big man plans" Eric Powell, in coppia con Tim Wiesch, propone un noir dal taglio classico, corroborato da una discreta dose di violenza.

bigmanplans-1Ripudiato dalla madre per via del suo nanismo, umiliato e battuto da una vita che l’ha visto nascere deforme e crescere tra delusioni e sofferenze, il Grand’Uomo (così lo chiamava il padre) ha vissuto un’esistenza segnata dalla violenza. Quella subita – già a partire dall’orfanotrofio – per via della sua condizione, e quella esercitata come soldato “speciale” nella Guerra del Vietnam.
Una volta congedato, conosce lo smarrimento comune a tanti reduci di guerra e la conseguente deriva, fino a che una lettera non gli restituisce uno scopo e una motivazione a cui non può sottrarsi: la vendetta.

Come emerge nell’intervista di Antonio Solinas a Tim Weisch contenuta nel volume, Big man plans nasce un po’ per scherzo dalle chiacchierate tra Weisch e l’amico Eric Powell, noto per The Goon di cui è autore completo.
E la sensazione che il divertimento – seppur di matrice piuttosto cruenta, al limite dello splatter –  sia il motore primo di questa miniserie di quattro numeri  è forte sin dalle prime pagine, nelle quali abbondano i cliché del genere noir conditi da una quantità di violenza estrema, resa ancora più grottesca dalle dimensioni contenute del “duro” di turno.

Gli ingredienti canonici ci sono tutti: la voce narrante del protagonista e il suo cinismo, il ritorno al paese natio con il fardello dei conti in sospeso, gli amori impossibili e la bella da salvare.  Il tutto arricchito da alcune buone trovate, che danno un po’ di personalità all’intreccio, e da una robusta dose di violenza esplicita e sempre più efferata con l’andare delle pagine.
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Martellate, evirazioni e mutilazioni sono solo alcune delle pratiche sanguinose che gli autori mettono in scena, in un Gran Guignol  che poco concede all’ironia e all’umorismo, nonostante il tratto morbido e dolcemente retrò di Powell riesca ad alleggerire  le sequenze più efferate. Le tavole dell’autore statunitense sono senza dubbio il valore aggiunto di una storia semplice e persino prevedibile, che Powell riesce a interpretare in maniera impeccabile.

4440762-big-man-plans-001-022Dando al protagonista un design efficace, palesando grande padronanza del ritmo e nella gestione della tavola, che modula in griglie variabili o organizza senza ricorrere ai riquadri, dimostrando di aver ben studiato il lavoro di chi l’ha preceduto (Will Eisner su tutti).

Niente è lasciato al caso: il tratto nitido lascia spazio alla morbidezza delle matite per enfatizzare i volti e la loro drammaticità, dei filtri giallastri alterano i colori delle tavole recuperando toni vintage per i flashback, gli sfondi si trasformano in campiture di rossi accesi e pieni per  rappresentare i dolori lancinanti patiti dai personaggi.

A metà strada tra il noir e l’horror, Big man plans sembra pensato più per i fan di Joe R. Landsdale che quelli di Dashiell Hammett: soprattutto per la linearità di un intreccio che, nonostante tocchi argomenti anche seri senza sconfinare mai nella commedia, sembra poco più che il pretesto per i due autori di sfoggiare il loro gusto per l’orrido e il truculento.

Abbiamo parlato di:
Big man plans
Tim Wiesch, Eric Powell
Traduzione di Andrea Toscani
Panini Comics, settembre 2016
112 pagine, cartonato, colori – € 14,00
ISBN:  9788891221711

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