Dieci, cento, mille mondi di fantasia: “Echolands”

Dieci, cento, mille mondi di fantasia: “Echolands”

Dal talentuoso J. H. Williams III un'opera visivamente impressionante, una storia che contiene ogni immaginario fantastico in un mondo solo.

Difficile approcciarsi a Echolands, specialmente nella sua corposa versione in volume, senza restare affascinati fin dalla prima impressione: questa serie, infatti, è l’apoteosi delle abilità artistiche di J. H. Williams III, che sfrutta il peculiare formato orizzontale per dar vita a una narrazione fluida nella quale il disegno accompagna il lettore lungo le due tavole affiancate a volte quasi scivolando, a volte deflagrando e riuscendo in alcune occasioni a proporre un approccio magari non nuovo, ma certamente inusuale e affascinante.

Una storia su tutto quello che è già stato visto

Echolands Copertina

Di base, la storia di Echolands è banale, con un impianto narrativo classicissimo (il viaggio dell’eroe): la protagonista Hope è una ladra che ha rubato qualcosa che forse non avrebbe dovuto, uno strano oggetto triangolare appartenente al Mago, l’enigmatico e potentissimo autoproclamatosi leader della città di San Francisco. A Hope non resta che fuggire dalla sua furia per scoprire che forse tutto questo non è accaduto per caso ma fa parte del suo destino.

Quello che aggiunge a questo canovaccio sostanza è il lavoro di worldbuilding, la creazione di un universo narrativo originale che poi originale non vuole essere. Quello di Echolands è infatti un mondo che racchiude le influenze di tutti i mondi della fantasia umana: dalle fiabe (Hope stessa è Cappuccetto Rosso) ai racconti gotici, dal fumetto degli anni ’30 a quello supereroistico, dal fantasy all’animazione giapponese, dal western al post-apocalittico, dai pirati alla science-fiction anni ’50, dallo steampunk al cinema horror. Tutto convive, dai personaggi all’architettura, dai mezzi alle armi, ma l’idea vincente è che la provenienza di ogni cosa viene espressa dallo stile di disegno.

Così nel gruppo e negli incontri di Hope abbiamo un’elfa disegnata con una linea sottile alla Charles Vess, vampiri e creature di Frankenstein in bianco, nero e grigio, semidei ritratti alla maniera di Jack Kirby, o figure quasi strappate da una strip americana classica, robottoni ipercolorati, elementi e personaggi disegnati in stile iperrealistico e altri invece con poche linee o caricaturali, colori sfumati o intensi, figure fuori fuoco come stampate su carta vecchia o che sembrano provenire dalla pellicola di un film; a ogni personaggio corrisponde anche un lettering e nuvolette di forma diversa legate al suo essere, aumentando ancor di più la sensazione quasi cacofonica di un melting pot dell’immaginario fantastico.

Echolands Interno Meltinpot 1

La storia dei primi sei albi raccolti nel volume mostra la fuga di Hope e del suo gruppo dalla mortale figlia del Mago attraverso vari luoghi e mondi, offrendo nel frattempo alcuni accenni non eccessivamente didascalici sul mondo di Echolands e indizi sul destino che attenderà la protagonista. Lo svolgimento alterna così scene ricche di azione ad altre di dialoghi in una storia che finora si svolge nell’arco di pochi giorni. I registri sono vari sebbene la situazione di pericolo porti il racconto a un incedere a volte frenetico e i toni sul drammatico, ma non mancano momenti punteggiati di una leggera ironia e, soprattutto, di stupore per la ricchezza del mondo in cui si muovono i personaggi.

Ciò che è, è ciò che vedi

La dedizione di Williams III nel rendere tutti gli elementi riconoscibili con un loro aspetto specifico è encomiabile. Le pagine sono piene di dettagli e di stili di disegno differenti, ognuno distinto eppure integrato nel resto dell’ambiente, tutto sempre estremamente curato. Questo contribuisce a definire il tono del racconto e a costruire costantemente il mondo di Echolands: uno sfoggio di classe che non può lasciare indifferenti, anche perché si ferma prima di cadere nel mero esercizio di stile (che pure potrebbe aver senso vista la qualità).

Poche sono le tavole in cui le vignette sono regolari e separate dallo spazio bianco, mentre varie sono le soluzioni adottate al posto di una composizione classica: figure che si muovono lungo uno sfondo fisso, scene divise o incastonate da dettagli dell’ambiente, disegni che invadono gli spazi accanto, vignette che prendono forme allungate, ricurve, geometriche o simboliche, divise da elementi a loro volta narrativi o facenti parte dell’azione (come le bolle d’aria nella scena dello scontro con il mostro marino).

Echolands Interno Hope

La disposizione su tavole strette e lunghe permette poi al disegnatore soluzioni particolari e spesso efficaci per rendere attiva l’azione del lettore.
Per esempio, le scene di movimento o di fuga avvengono tutte da sinistra a destra come vuole il senso di lettura; sfruttando le due pagine affiancate, con vignette di forme allungate a guidare la sequenza delle scene, immagini continue di sfondo o elementi che si muovono “sopra” agli altri, gli occhi vengono guidati con un movimento fluido lungo un percorso molto più lungo dei fumetti in formato canonico, quasi a dare l’impressione che la scena prosegua oltre la tavola. Questo regala alla lettura una componente fisica, un movimento degli occhi più ampio e quindi più cosciente.

La somma di questi elementi comporta anche un impegno maggiore per il lettore che a volte può risultare complesso, dovendo barcamenarsi in una tale ricchezza visiva e artistica, dovendo seguire una struttura sempre diversa e una tale abbondanza di elementi scenici. Ne consegue quindi una lettura rallentata, anche nelle scene più concitate, e una atmosfera sospesa anche nell’incedere più frenetico.

Il fantasma di Alan Moore

In Echolands emerge il debito del suo ideatore nei confronti di Alan Moore, e non potrebbe essere diversamente.

Se Williams III è stato attivo come disegnatore fin dal 1991 – e nonostante avesse già lavorato su personaggi come Judge Dreed, Wolverine e Batman – è con il 1999 e grazie alla collaborazione con Moore su Promethea della linea ABC Comics che la sua arte si è rivelata al mondo in tutta la sua potenzialità. Il motivo è presto detto: Promethea è stato un progetto ambizioso sia come ideazione – un racconto che, a detta dello stesso Moore, è allo stesso tempo un vero e proprio trattato di magia – che come realizzazione, con tavole complesse, debordanti di elementi e dettagli, che spingono la giustapposizione delle vignette fino ai suoi limiti. Simbolismi, metafore visive, mondi immaginifici, trasformazioni, trasfigurazioni: quello che nasce dalla collaborazione tra i due autori è tra le opere più potenti, certo anche ostiche, degli anni 2000 e regala a Williams III notorietà e premi (tra cui un Eisner Awards nel 2001 proprio per i disegni della serie).1

Echolands Interno Viaggio

E in un universo fatto di contaminazioni tra immaginari, generi, mondi di fantasia diversi è facile cogliere lo spirito di Moore, dalla stessa Promethea a Top 10 passando per La lega degli straordinari gentlemen: la voglia di giocare con la materia di cui sono fatte le storie, di costruire multiversi in cui convivono gli archetipi narrativi di tutto il mondo, sono elementi che richiamano fortemente le sue opere.

Un lavoro di squadra

Echolands, edita da Image Comics e portata in Italia da Panini Comics, è anche un grandissimo lavoro di squadra nel quale certo emergono i disegni di Williams III ma che non può prescindere dal contributo del gruppo di collaboratori che lo affianca, nomi di primo livello del fumetto statunitense.

Se l’apporto di W. Haden Blachman, scrittore di videogiochi e fumetti (Elektra, Star Wars, Batwoman con lo stesso Williams III), è ovviamente meno appariscente, quello del colorista Dave Stewart (Batwoman, The Sandman Overture, Black Hammer) e del letterista Todd Klein (Sandman, Shade, Top 10, Promethea, Fables, Black Hammer), entrambi con una carriera costellata di premi Eisner Award per il loro operato, è evidente e fondamentale – ed è giusto citare l’ottimo lavoro di adattamento in italiano dello Studio Astarte Design di Roma, visto che il lettering è un elemento portante dell’opera.
Senza dimenticare infine l’apporto dell’art director della Image Comics, Drew Gill, coinvolto nelle tavole di complemento utili a dare maggiore profondità al mondo di Echolands.

Echi, troppi echi

Echolands Interno Kirby

Una storia semplice abbiamo detto, ma imbastita su un mondo ricchissimo di elementi sia narrativi sia visivi. Sono due elementi che a volte rischiano di scontrarsi, specie quando lo scarto tra la ricchezza nei disegni e nelle soluzioni delle tavole fa il paio con situazioni di passaggio non particolarmente incisive o quando a eventi veloci e di minore importanza per il racconto viene dato più spazio del necessario solo per gestire la magnificenza artistica del disegnatore. Difficile lamentarsi dal punto di vista della resa, che a volte però può sembrare addirittura eccessiva.

Come eccessivi sono gli elementi accessori che gli autori hanno incluso. Ogni episodio si apre con una citazione tratta da libri o personaggi di contorno del mondo di Echolands. Prosegue con una tavola illustrata nella quale si leggono i pensieri di Hope provenienti dal futuro, a sottolineare alcuni elementi che si ritroveranno nell’episodio. In coda poi un’altra tavola con protagonista una veggente che anticipa in maniera criptica gli eventi dell’episodio successivo; quindi un estratto a puntante di una intervista fatta al Mago antagonista di Hope; infine pubblicità e una striscia a fumetti prese dalle pagine della stessa rivista che ospita l’intervista.
Emerge la voglia degli autori di arricchire il mondo oltre a quello che appare nella storia ma questo accumulo di informazioni, questo reiterare di elementi, finisce per strabordare, per invadere il gusto per la lettura e l’avventura. Senza contare a fine volume, accanto ai bellissimi bozzetti in bianco e nero di Williams III, le ventisei (26!) pagine fitte fitte di playlist musicale ascoltate dall’autore mentre lavorava agli albi, come ad aggiungere un ulteriore strato meta-narrativo al fumetto.

Tanti spunti, tanto materiale, tanta dedizione alla storia ma non sempre la capacità di gestirla in maniera ottimale. Si parlava dell’influenza di Alan Moore più sopra: a volte si avverte la mancanza della maestria del “Bardo di Northampton” nel gestire i tempi, gli spazi, i dialoghi, i cambi di tono. D’altra parte, non tutti possono essere Alan Moore, ma di certo è un obiettivo ammirevole a cui puntare.

Voltare pagina

Echolands Interno Personaggi

Questo volume termina senza chiudere nessuno dei punti in sospeso, anzi addirittura con un colpo di scena. Questo può rappresentare un problema, visti i lunghi tempi di lavorazione che un’opera così comporta, tanto che il sesto albo risale al febbraio 2022 e ancora non è stata annunciata l’uscita del settimo. Non c’è da rimanere sorpresi da queste tempistiche vista la ricchezza dei disegni, colori e lettering, oltre alla quantità di materiale accessorio, ma proprio perché questi ritardi erano facilmente ipotizzabili forse sarebbe stata una scelta più produttiva quella di strutturare la serie in cicli autosufficienti, in stagioni per mutuare il termine dai serial TV, per non lasciare il lettore tanto in sospeso.
Anche perché nel frattempo J. H. Williams si lancia in nuovi progetti, come quello con il DJ e produttore hip hop Jay Zotos, The Sound and Paint Men, un album musicale per il quale ha illustrato ogni brano con una copertina strettamente legata al suo processo creativo. Insomma, per un lettore il dubbio che l’opera resti incompiuta è magari pessimista, ma legittimo.

Un’altra cosa di cui si avverte la mancanza è un pizzico di profondità in più: qua e là si affrontano temi importanti come l’amicizia, la lealtà, il senso di dovere, la ribellione, ma tutto resta in superficie senza mai offrire un punto di vista più stimolante. Questo comporta che, una volta chiuso il volume, resta la sensazione di meraviglia per l’insieme ma di poco coinvolgimento per i personaggi e il loro destino. Allo stesso modo si avverte la mancanza di una riflessione anche appena accennata sul tema della metanarrazione in un universo che è la summa dell’immaginario umano. Forse, si intuisce leggendo gli elementi extra-fumetto, sarà uno dei temi del proseguo ma finora è uno spunto mancato.

Echolands Interno Vignettei

Echolands resta, al netto di qualche punto critico, un progetto ambizioso, curato a livello quasi maniacale, confezionato con una cura sorprendente, piacevole già da sfogliare, con una storia semplice ma arricchita, elevata dalla costruzione di un mondo affascinante in cui tutto può esistere e ogni pagina può portare una sorpresa. Un fumetto da godere con un senso di meraviglia pagina dopo pagina ma forse non in grado di diventare un classico moderno nonostante le premesse promettenti, almeno per quanto visto finora.

Abbiamo parlato di:
Echolands vol. 1
J. H. Williams III, W. Haden Blackman, Dave Stewart, Todd Klein
Traduzione di Andrea Toscani, Vania Vitali
Panini Comics, 2023
272 pagine, cartonato, colori – 35,00 €
ISBN: 9788828742708


  1. Per un approfondimento su Promethea rimandiamo a questo ricco speciale di Francesco Pelosi: www.lospaziobianco.it/speciali/speciale-decifrare-promethea 

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