Dieci centesimi e altre storie – 4 racconti per il commissario Ricciardi

Dieci centesimi e altre storie – 4 racconti per il commissario Ricciardi

Il commissario creato dalla penna di Maurizio De Giovanni torna in un volume a fumetti. Quattro racconti con al centro il mondo di Ricciardi ed una Napoli bella e disperata.

Esistono personaggi talmente ben costruiti dagli artigiani della parola da diventare icone. Tra questi un posto illustre lo merita sicuramente Luigi Alfredo Ricciardi, il commissario di polizia della Napoli degli Anni ‘20, nato nel 2006 dalla penna di Maurizio De Giovanni.

Modi gentili, timido, dotato di un’intelligenza acuta unita ad una grande empatia per le varie personalità che abitano la Napoli non più aristocratica ma che ancora non sembra completamente persuasa dal fascismo che si sta facendo strada come una malattia nel resto del paese. Una Napoli sospesa tra due mondi, esattamente come Ricciardi.

A completare una personalità di grande carisma infatti c’è il potere, dono o maledizione, che lo segue fin dalla giovane età: quello di vedere i fantasmi dei morti violenti fissati nelle ultime parole proferite prima di spirare.

Ricciardi, a partire dal racconto che ha fatto emergere la sua figura assieme al talento del suo autore, fino ad arrivare all’ultimo romanzo, Il pianto dell’alba. Ultima ombra per il commissario Ricciardi, ha saputo coinvolgere ben oltre i libri che ne hanno narrato le gesta.
Aspettando di vedere la serie nella quale sarà Lino Guanciale a vestirne in panni, il Commissario di De Giovanni ha saputo ritagliarsi anche uno spazio credibile nella nona arte, grazie ad una convincente trasposizione a fumetti edita da Sergio Bonelli Editore.

Il passaggio di linguaggio non solo ha giovato al personaggio, un anti-eroe affascinante e tormentato che ben figura accanto a Dylan Dog o al Valter Buio di Alessandro Bilotta, ma ha anche consentito alla scuola di fumetto partenopea di esprimere alcuni dei suoi migliori talenti.

Il volume, che adatta a fumetti quattro racconti scritti da Maurizio de Giovanni, è curato e ben confezionato come i precedenti; è la versione da libreria del primo magazine dedicato al personaggio, uscito nel maggio 2018, del quale riprende la copertina realizzata da Daniele Bigliardo, che purtroppo rispetto alla sua versione da edicola è stato privato della parte redazionale: manca infatti l’interessante prefazione, scritta dall’autore stesso, che oltre a raccontare la genesi di Ricciardi introduceva al mondo nel quale il commissario si muove.

I quattro racconti trasposti risultano emozionanti, coinvolgenti, dolorosi persino, e sono un ottimo viatico per conoscere Alfredo Ricciardi o, se lo si è già incontrato nei libri, per ritrovarlo in uno spazio diverso, fatto di nuvole parlanti e disegni.

 

Dieci centesimi, storia sceneggiata da Sergio Brancato e disegnato da Daniele Bigliardo che apre il volume, è anche il primo racconto dedicato a Ricciardi che De Giovanni abbia scritto.

Tutto è nato al Gran Caffè Grambinus di Napoli, dove si teneva un premio letterario per giallisti emergenti al quale l’allora impiegato di banca De Giovanni fu iscritto dai colleghi. Una bambina vista attraverso i vetri del caffè diventa la protagonista della prima indagine di Alfredo, appena arrivato a Napoli per studiare filosofia e, attraverso questo, per comprendere il suo dono. Sconvolto dal male incontrato, viene catturato dalla legge e, come un supereroe, mette il suo dono a disposizione della giustizia. Un numero zero che, rielaborato per la versione a fumetti, presenta Ricciardi svelando un momento decisivo del suo passato.

Storia e disegni mettono in evidenza i confini lungo i quali Ricciardi si muove: vivi e morti, la Napoli che incanta e quella che atterrisce, il suo tormento per un dono non voluto e il sollievo provato quando il reo viene messo di fronte alla sua colpa.

Partire e lasciare, testi di Paolo Terracciano e disegni di Alessandro Nespolino, vede al centro del racconto il Dottor Modò, il medico con le fattezze e l’eleganza di Vittorio De Sica. Un racconto di miseria che è un’ottima occasione per fare la conoscenza di uno dei comprimari più importanti del pantheon allestito dallo scrittore partenopeo. Modò è magnifico per ironia, apparente cinismo e sincera passione per il suo lavoro, un pioniere della medicina legale che è anche l’uomo più prossimo ad essere un amico per Alfredo.

Nel racconto è anteposta l’apparente leggerezza dell’uomo, che non disdegna la visita alle case di tolleranza, alla passione del dottore, il quale combatte per salvare la vita ad un bambino già condannato dalla miseria. Un racconto crudo, crudele, eppure delicato che colpisce allo stomaco e fa arrossare gli occhi, regalando al lettore una commossa ammirazione per il protagonista.

Un mazzo di fiori, ancora sceneggiato da Terracciano e illustrato da Lucilla Stellato, mette al centro del racconto il Brigadiere Maione, un personaggio dal quale è impossibile non restare colpiti. Uomo retto, innamorato di sua moglie in modo romantico, ma segnato dal peso della morte prematura di un figlio.

Quello dedicato a Maione è probabilmente il più bello dei quattro racconti proposti. Il passaggio sulla tomba del figlio per deporre un mazzo di fiori diventa occasione per un ricordo, il rimando ad un momento felice, la festa di Santa Lucia di qualche anno prima.
Il racconto mostra come il padre, l’uomo e il brigadiere devono trovare uno spazio comune per mantenere integre umanità, dovere e rispetto del figlio.

Il sole e la festa del ricordo sono velati, nei disegni di Stellato, dall’ombra che incombe su una famiglia gioiosa. Struggente il primo piano che la disegnatrice dedica a Maione e nel quale riesce a racchiudere la commozione di un padre orgoglioso per il figlio assieme al dolore che è destinato a provare; una tavola che, da sola, vale tutto il volume.

Febbre infine, che vede ai testi Claudio Falco e ai disegni Luigi Siniscalchi, è il racconto di un’indagine esemplare del metodo Ricciardi e che coinvolge i suoi due alleati: Modò e Maione. Un racconto di chiusura che può essere inteso come sintesi di quelli che lo hanno preceduto.

De Giovanni e Claudio Falco offrono uno spaccato sulla Napoli che trasforma eventi e sogni in numeri da poi giocare al Lotto. Il soggetto di De Giovanni è ben raccontato da Claudio Falco che traduce in fumetto non solo tutti gli elementi gialli, ma che riesce ad offrire anche un affresco sulla Napoli dei quartieri popolari, eternamente sospesa tra miseria e speranza.

Per tutti i racconti i disegni sono all’altezza della scrittura, di grande realismo e fortemente evocativi, capaci di esaltare il personaggio e il suo ambiente, tutte qualità che il grande formato li valorizza ulteriormente

Bigliardo, Nespolino, Stellato e Siniscalchi riescono a dare quattro elaborazioni del mondo di Ricciardi e là dove Bigliardo e Siniscalchi si trovano a raccontare le dinamiche dell’indagine con le interazioni tra i personaggi in scena, Nespolino e Stellato mostrano un grande capacità nel costruire il racconto attorno all’anima di Modò e Maione. Bello, nella storia dedicata a Maione, il cammeo del principe De Curtis, Totò, mostrato nei panni di un menestrello.

Accanto al racconto dei personaggi, descritti con la stessa dovizia e spessore usata da De Giovanni nei romanzi, non mancano spaccati partenopei, che mostrano una Napoli lontana nel tempo, che resta viva ed intensa come solo chi la conosce e la ama davvero può rappresentare.

Abbiamo parlato di:
Il commissario Ricciardi. Dieci centesimi e altre storie
Maurizio De Giovanni, AAVV
Sergio Bonelli Editore, 2019
160 pagine, cartonato, bianco e nero – 19,00 €
ISBN: 9788869614033

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Le Stagioni del Commissario Ricciardi – Il posto di ognuno (AA.VV.)

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