10 anni di BeccoGiallo al TCBF con Marco Tabilio

10 anni di BeccoGiallo al TCBF con Marco Tabilio

I 10 anni di BeccoGiallo in mostra al TCBF sono l'occasione per parlare con Marco Tabilio della sua graphic novel "Marco Polo".

Chiunque, in Italia, si interessi di giornalismo attraverso lo sguardo del fumetto ha acquistato, sfogliato, letto o divorato un volume della casa editrice BeccoGiallo. In occasione dei 10 anni dall’inizio di questo racconto militante della storia e dell’attualità italiana, e non, BeccoGiallo ha portato al TCBF 2015 una mostra che ripercorre, con i fumetti dei suoi autori, questo suo spesso coraggioso percorso. Il fatto, poi, che la casa editrice sia nata proprio vicino a Treviso, per spostarsi successivamente a Padova, rende il Treviso Comic Book Festival la cornice ideale per riguardare insieme la strada fatta.

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Già esposta al Napoli Comicon, la mostra dal titolo “Beccogiallo – 10 anni di giornalismo a fumetti” è ospitata a Treviso dal 26 settembre all’11 ottobre nella cornice storica del palazzo di Casa Robegan (Ca’ da Noal).

Al centro della sala, un cubo ricoperto di pagine di giornale, alle pareti invece, come a voler rispondere a quelle stesse pagine, le tavole degli autori che negli anni hanno collaborato con la casa editrice. Si alternano così i racconti dei fatti d’attualità più stretta, le inchieste sui fatti che hanno segnato la storia del nostro paese, ma anche racconti più intimi, ritratti di personalità che altrimenti non avrebbero trovato voce nel panorama editoriale
italiano.

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Tra i tantissimi autori esposti ci sono amici di vecchia data di BeccoGiallo, già usciti con più volumi per questa casa editrice, come Claudio Calia, Marta Gerardi, Paolo Castaldi, Gianluca Costantini, Lise e Talami, per citarne solo alcuni. Spiccano però anche nomi nuovi come quelli di Ciaj Rocchi e Matteo Demonte, con le tavole tratte dalla graphic novel Primavere e autunni, e quello di Marco Tabilio.

Proprio con Marco Tabilio, autore della graphic novel Marco Polo. La via della seta, abbiamo avuto modo di chiacchierare un po’ per capire che cosa significhi per un autore emergente avere la possibilità di pubblicare il proprio primo volume con BeccoGiallo, per comprendere se e quali libertà questa collaborazione consenta, rispetto alle costrizioni dettate magari da altri contesti editoriali. Per poi immaginare, con Marco, cosa potrà riservare il futuro a questa casa editrice.

INTERVISTA A MARCO TABILIO

5Cosa ha significato per te, in quanto autore emergente, avere la possibilità di pubblicare per BeccoGiallo? E com’è nata questa collaborazione?
Come lettore conoscevo già, ovviamente, la casa editrice e per me è stato un piacere e un onore avere la possibilità di pubblicare con loro. La collaborazione, poi, è nata grazie al fatto che un altro autore, Simone Cortesi, avendo visto il mio progetto su Marco Polo, mi ha passato il loro contatto. Così è nato tutto.

Quindi avevi già qualcosa nel cassetto?
Sì, la graphic novel era già nata come lavoro finale per i miei studi. Non posso dire che fosse già completa quando ho concluso il mio biennio al Corso di Illustrazione per l’Editoria all’Accademia di Bologna, ma gran parte del lavoro, circa i due terzi, era già pronta quando sono andato a propormi a BeccoGiallo. Poi loro mi hanno lasciato piena libertà, anche se ho dovuto chiaramente ampliare e riorganizzare, rivedere e a volte ridisegnare alcune parti. Ma questo è normale, il lavoro, il personaggio, il mio tratto stesso si sono evoluti con il tempo. Trattandosi poi di un volume molto ampio, ho avuto modo di “ridisegnare” il mio personaggio anche dal punto di vista grafico.

Come se, col tempo, vi foste conosciuti meglio insomma. Ma da dove è nata la tua curiosità, o forse meglio il tuo approfondito interesse per la figura storica di Marco Polo?
Avevo pensato a Marco Polo per un paio di tavole realizzate per una mostra collettiva che stavamo organizzando. Poi la mostra non c’è stata, ma le tavole sono rimaste, anzi, se vuoi si possono ancora vedere. Raccontavano un’improbabile presentazione di Marco Polo e del suo Il Milione alla Feltrinelli, in un’ambientazione medievale. Marco Polo era molto preciso nei suoi racconti, come saprai, e quindi dopo un po’ il pubblico inizia ad infastidirsi, a perdere l’attenzione. Così in mezzo al vociare qualcuno alza la mano e gli chiede “Ma Marco, allora, vogliamo sapere: c’erano i dragoni in Cina?“. A quel punto Marco Polo ci pensa un attimo e poi, con un sospiro ammette che “Sì, c’erano i draghi in Cina. Enormi“, seguito dal pubblico in delirio. Direi che è da allora che mi sono affezionato al suo personaggio.

 

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Raccontare Marco Polo non deve essere facile, è un personaggio che ormai si muove nel nostro immaginario tra mito e leggenda. Cosa pensi che possa aver aggiunto la tua graphic novel al racconto di questa figura?
Ho voluto concentrarmi sulle situazioni dal potenziale narrativo inespresso che Il Milione nasconde. Per me è stato come riempire i buchi della storia, cercando di far correre parallelamente la realtà, della narrazione storica, da un lato, e la fantasia, dall’altro. Ho cercato di muovermi in equilibrio, nel mio racconto, tra il piano onirico e letterario e quello reale. Anche le mappe, per esempio, partono da documenti storici e si sviluppano però, nella mia versione della storia di Marco Polo, in “mappe mentali”, proiezioni della paura e delle attese del protagonista. Costantemente in bilico tra quello che c’è e quello che non c’è, tra il già raccontato e quello che non è stato detto, ho cercato di far esplodere quei punti ricchi di potenziale narrativo che sono riuscito a individuare nella narrazione di Polo. Poi sono fortunato, tanto non corro il rischio che un qualche erede salti fuori e mi rincorra dicendo che non è andata esattamente così.
Poi anche Marco Polo, ormai, è diventato un “luogo della mente”. Suo malgrado, ormai, ci sono marche di polo, addirittura sottaceti, aeroporti e agenzie viaggi in giro per il mondo che portano il suo nome.

E delle mappe, di cui è ricca la tua graphic novel, che cosa ci racconti?
Per me le mappe sono crocevia di storie, e quindi ho cercato di inserirle nel racconto sviluppando il loro intrinseco potenziale narrativo. Sono convinto che le mappe, come tutte le attività umane, cambino la loro funzione a seconda del contesto storico: le mappe medievali, per esempio, avevanomolto più a che fare col racconto, con la cosmologia, con la Bibbia, e i cartografi dell’epoca dovevano spaccarsi la testa nel tentativo di dare una raffigurazione coerente a quei mondi “fantastici”. Oggi invece pensiamo che le mappe siano una descrizione fedele del territorio, ma per me non è così. Come le carte da gioco, le mappe non dicono tutto quello che contengono. Non te lo rivelano, non è tutto lì. Io ho cercato di andare a cercare il senso narrativo di ogni loro elemento. Pensa al tre di bastoni delle carte napoletane: quando giochi la carta non pensi a quel tizio baffuto con fare ghignante che sta in mezzo, non ci fai caso, non ti chiedi “chi è?”. Io, invece, mi sono concentrato proprio su queste storie nascoste.

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E proprio pensando a queste storie ancora inespresse, ti chiedo, che cosa immagini nei prossimi 10 anni di BeccoGiallo? Hai in mente di tornare a pubblicare con loro?
Per quanto riguarda me, non so quanto posso dirti. C’è già il progetto di una nuova collaborazione, questo si. E ci stiamo orientando sempre verso un romanzo storico a fumetti. Vedremo. Per quanto riguarda BeccoGiallo, occupandosi di realtà e di attualità non posso dirti esattamente che forma assumerà in futuro, perché l’attualità proprio per sua stessa definizione è in costante e velocissima mutazione. Quello che so per certo, però, è che saranno sempre sul pezzo, capaci di analizzare e raccontare e così di agire sulla realtà attraverso il fumetto.

In occasione del TCBF 2015 BeccoGiallo ha raccolto l’antologia dal titolo La traiettoria delle lucciole. Antologia del nuovo giornalismo a fumetti italiano. Speriamo che, per questa casa editrice, sia solo la prima di tante celebrazioni e raccolte decennali.

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