Il soggetto di Tito Faraci e Mario Gomboli è sceneggiato dallo stesso Faraci per le matite di Emanuele Barison; la copertina è firmata da Matteo Buffagni.
Nell’intreccio elaborato ma intelligibile di La ribelle, Diabolik chiede aiuto a un’amica per consentire la fuga di Eva Kant e non rinunciare al classico furto mensile. L’operazione di estrazione, come si dice in gergo militare, occupa più della metà dell’albo, costituendo l’aspetto più riuscito e avvincente di una trama che scorre rallentata soltanto dagli scambi di battute non spontanei tra i protagonisti. In particolare nella conclusione il dialogo riepilogativo risulta ridondante, visto che i personaggi riassumono l’avventura che hanno appena vissuto e che il lettore ha osservato grazie all’apposito flashback.
In un inedito dalla forte presenza femminile è giusto sottolineare l’attenzione al tema delle molestie sessuali, affrontato brevemente ma chiaramente, modalità con la quale si parla anche del mercato delle armi. Con le donne al centro della scena, il Re del terrore passa in secondo piano ma non resta a guardare: della sua partecipazione alla vicenda colpisce soprattutto l’insolita emotività che traspare da sotto la maschera, come quando a p. 102 il volto diventa molto espressivo, avvicinandosi alla recitazione come sempre più sciolta di Eva. A primi piani finemente cesellati si alternano ritratti più rapidi, probabilmente penalizzati da una stampa non impeccabile al punto che il segno sembra scomparire dalla tavola. A titolo d’esempio si veda l’assenza di iridi e pupille a p. 9.
Abbiamo parlato di:
Diabolik Anno LVIII #2 – La ribelle
Mario Gomboli, Tito Faraci, Emanuele Barison, Matteo Buffagni
Astorina, febbraio 2019
130 pagine, brossurato, bianco e nero – 2,50 €
ISSN: 977112404500090002