Descender – Stelle di latta, i robot di Jeff Lemire e Dustin Nguyen

Descender – Stelle di latta, i robot di Jeff Lemire e Dustin Nguyen

Il primo volume di Descender, la nuova serie sci-fi di Jeff Lemire e Dustin Nguyen, è l'inizio di una buona storia di robot tra il classico e l'innovazione

Un classico universo sci-fi e il preludio a una storia di robot

D08Questo primo volume di Descender, la nuova serie fantascientifica di Jeff Lemire con i disegni di Dustin Nguyen, disponibile in Italia per i tipi di Bao Publishing, introduce un universo narrativo piuttosto classico, mettendo insieme un sistema interplanetario chiamato “Consiglio Galattico Unito”, diverse razze aliene che convivono relativamente in pace e una società altamente tecnologica che sembra fare massiccio uso di ingegneria robotica e intelligenze artificiali in svariati ambiti della vita quotidiana.

I problemi sorgono quando improvvisamente nove immensi robot, in seguito chiamati “Mietitori”, fanno la loro comparsa sui nove “pianeti nucleo” del CGU, creando una devastazione mai conosciuta prima e decimando drasticamente la popolazione umanoide del sistema. L’evento catastrofico genera una sorta di psicosi collettiva che porta a vere e proprie crociate contro tutti gli androidi presenti nei confini del sistema, che nel corso degli anni vengono progressivamente eliminati.

Dieci anni dopo l’attacco dei mietitori però, Tim21, un androide bambino da compagnia, si risveglia da un lunghissimo stand-by in una colonia mineraria periferica e lancia un segnale di soccorso, proprio mentre ciò che resta della divisione scientifica del CGU, da anni al lavoro per isolare la “matrice” dei Mietitori (qui intesa come una sorta di algoritmo che ne regola il funzionamento), scopre che essa è identica a quella della serie Tim, così che il messaggio di aiuto scatena la caccia disperata di tutte le fazioni al piccolo androide.

I robot di Lemire

Nonostante in questi primi capitoli i personaggi sembrino un po’ rigidi nella loro caratterizzazione – che va comunque ad ammorbidirsi verso le pagine finali, quando si entra nel vivo – è evidente il tentativo degli autori di dare un’impronta specifica e particolare ai loro robot, vero fulcro narrativo attorno a cui sembra ruotare la vicenda.

D01Per il momento a stupire è il modo in cui, a dispetto dell’universo narrativo d’ispirazione classica che sembra spingere da subito verso gli sconfinati territori di Asimov, non solo la storia prende immediatamente pieghe più avventurose e totalmente differenti, ma gli stessi robot mostrano presto di non avere nulla a che fare con la fredda e artificiale “introspezione” robotica tanto cara al padre delle tre leggi della robotica.

Paradossalmente, seppur con i dovuti distinguo, i robot di Lemire risultano infatti più simili ai replicanti di Blade Runner che non agli androidi di Asimov o Bradbury.
Tim21 è assolutamente cosciente della sua natura artificiale, di essere qualcosa di completamente diverso dalle persone, di avere un creatore e compiti ben precisi, tuttavia la tecnologia avanzatissima che lo ha assemblato lo rende capace di cose ben maggiori, come trattare o scendere a compromessi con altri robot o individui; sembrerebbe inoltre riuscire a provare autentici sentimenti e persino sognare. Molti di questi aspetti combaciano anche in Trivella, robot lavoratore molto più grezzo e primitivo rispetto a Tim21.

In buona sostanza, i robot di Lemire sono inequivocabilmente dotati di libero arbitrio: possono scegliere, a seconda della loro convenienza, se sia o meno il caso di svolgere il compito che gli è stato affidato, oppure decidere se attaccare o no degli umani da cui si sentono minacciati.

I prossimi numeri ci diranno se la caratterizzazione dei robot in Descender sia pienamente coerente e quali regole segue, tuttavia proprio la definizione della loro identità emerge come nucleo narrativo preponderante, e certamente influenzerà la riuscita o meno della serie.

L’importanza del bianco

I disegni di Dustin Nguyen sono certamente uno dei maggiori punti di forza dell’opera: si tratta di acquerelli dai toni intensi, caratterizzati da un notevole e sapiente uso dei bianchi, colore che qui trascende la sua funzione descrittiva di riflesso o punto luce per farsi messaggio, emozione.

D05Nguyen gioca con il vuoto e la luce, il bianco diventa uno specchio che restituisce intuitivamente sensazioni e atmosfere: improprio parlare di sintesi, poiché è proprio il tratto marcato, colorato, che in questo caso pare impiegato in funzione del bianco, e non il contrario.

In aggiunta, vi è un connubio tra la tecnica tradizionale e gli elementi più netti aggiunti a computer, come i suoni onomatopeici: ciò da vita, in alcuni casi, a un ibrido volutamente disarmonico, con le lettere a colori vivaci che vanno a infrangere la poesia delle sfumature, quasi a voler ricordare l’ambientazione altamente tecnologica nei momenti in cui il filo della storia sembra concentrarsi su altri aspetti. Generalmente il connubio è abbastanza riuscito e tiene un buon equilibrio, senza eccedere nelle stonature, tuttavia è probabile che i lettori più tradizionalisti necessitino di un piccolo sforzo di adattamento prima di poter apprezzare la tecnica.

Un buon incipit

Concludendo, Descender volume #1 rappresenta un buon inizio per la nuova avventura editoriale di Jeff Lemire e Dustin Nguyen: la storia è avvincente e i personaggi, sebbene ancora un po’ schematici, riescono a risultare interessanti. Buono anche il modo in cui lo sceneggiatore è riuscito a porre le numerose didascalie e spiegazioni, necessarie a delineare ambientazioni e contesto, senza che queste pesino eccessivamente sul lettore.

Complessivamente, sebbene non si aspiri ai livelli di originalità e anticonformismo visti in Saga (altra serie fantasy/sci-fi contemporanea, di Brian K. Vaughan e Fiona Staples), Descender, in corsa su binari solidi e più consolidati, sa come catturare il lettore fin dalle prime pagine.

Allo stato attuale delle cose, inoltre, gli elementi di mistero sono tali per cui risulta ancora impossibile sbilanciarsi sul proseguo della storia, fattore che certamente invoglia alla lettura dei prossimi capitoli. Insomma, non un classico istantaneo ma di certo un ottimo esempio di fumetto sci-fi d’intrattenimento che prossimamente potrebbe anche evolversi in qualcosa di più profondo.

Abbiamo parlato di:
Descender #1 – Stelle di latta
Jeff Lemire, Dustin Nguyen
Traduzione di Michele Foschini e Leonardo Favia
Bao Publishing, dicembre 2015
144 pagine, cartonato, colori – 18,00€

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