
A quest’ultima categoria appartiene Death Or Glory, fumetto creator-owned nonché ulteriore prova dell’eccletticità dello sceneggiatore che ci propone una storia a tutta velocità ambientata in una desolata terra di frontiera tra sabbia, gang criminali e macchine di grossa cilindrata. C’è un’eroina tutta d’un pezzo – la Glory citata nel titolo – protagonista di una corsa contro il tempo senza apparente via d’uscita, stretta in una pericolosa morsa morsa, tra un gruppo criminale che traffica in esseri umani e una rapina andata male che diventa una fuga. Il personaggio, caratterizzato inizialmente come risoluto e outsider (pilota e meccanico con un preciso background alle spalle), viene ovviamente svelato poco a poco mostrando fragilità emotive e debolezze (un padre di cui prendersi cura) le quali, unite a un personale codice d’onore, la portano a prendere decisioni pericolose senza la benché minima possibilità di alternative.
Nel corso della lettura si profila in maniera assolutamente chiara, da parte di Remender, l’intenzione di realizzare un ibrido a metà strada tra il western moderno e l’hard boiled post-industriale, con una narrazione più asciutta e diretta rispetto ai suoi precedenti lavori. Siamo di fronte a una sorta di divertissement dalla struttura poco stratificata, ma comunque efficace grazie sia a una moltitudine di reminiscenze visivo-narrative contenute nell’intreccio, sia all’impostazione cinematografica della sceneggiatura.
Appaiono chiare fin da subito le contaminazioni da diversi incipit come l’action-pulp alla Quentin Tarantino, l’horror sanguinolento diviso tra Roger Corman ed Eli Roth e persino il supereroismo (basti vedere, ad esempio, la tuta e l’auto corazzata di Glory oppure i villain ampiamente sopra le righe). Il tutto è frullato e distillato in un intreccio lineare e serrato dove le auto, le strade e la guida giocano un ruolo principale. Attenzione però, perché le fonti di ispirazione sono precise e più che dalle parti di pellicole come The Fast and the Furious, Remender utilizza elementi ed atmosfere tipiche di quel cinema on the road anarchico degli anni ’70, rappresentato da pellicole cult come Easy Rider, Convoy-Trincea d’asfalto, The Vanishing Point, Mad Max e persino il capolavoro di Russ Meyer Faster, Pussycat! Kill! Kill!.

Non tutto, però, convince al 100%, perché la narrazione ultra-compressa offre da un lato un godibile intrattenimento, ma dall’altro – per la sua stessa velocità di esecuzione – rivela un intreccio fin troppo semplice e uniforme, con alcune svolte narrative facili quanto forzate, sacrificando pathos, credibilità e introspezione dei personaggi. Essi risultano tutti tracciati secondo linee basilari non sufficientemente approfondite, nonostante siano funzionali allo svolgimento della trama. Considerando comunque il finale aperto, possiamo definire Death or Glory un work in progress che – ci auguriamo – offra insieme all’evoluzione della trama anche un’ulteriore e arguta esplorazione dei personaggi, cosa che Remender ci ha sempre abituati a leggere.
Abbiamo parlato di:
Death Or Glory vol.1
Rick Remender, Bengal
Traduzione di Leonardo Favia
Bao Publishing, 2019
160 pagine, cartonato, a colori – € 18.00
ISBN: 9788832731996

