My Dead Girlfriend #1

My Dead Girlfriend #1

Eric Wight Edizioni BD, 2007 - 184 pagg. bross. b/n. - 7,90euro

La copertina dell'albo.Il successo può avere svariate conseguenze seccanti; ad esempio, il successo di Eric Wight, non solo come fumettista ma anche come animatore e collaboratore a serie televisive di successo, comporta la rarefazione del suo impegno su My Dead Girlfriend, il cui secondo volume è atteso (ma senza conferme ufficiali) per Aprile 2008. Lo attendiamo con ansia, perché il primo volume ci ha appassionato profondamente, e le nostre aspettative sono tali da accettare che Wight si prenda tutto il tempo necessario per non deluderle. Infatti, un’altra conseguenza indesiderata del successo è la pressione sull’autore per una maggior produttività, che consenta di sfruttare commercialmente il momento felice e non prolungare l’attesa dei lettori al punto da rischiare di farlo passare ed essere accantonati, a favore di altri nomi o titoli.
Intanto, godiamoci questo piccolo gioiello, uscito negli USA nel 2006 e meritoriamente proposto sui nostri scaffali dalle Edizioni BD (ad un prezzo non certo economico, ma, insomma: se non si paga la qualità, che cosa ha senso pagare?)

My Dead Girlfriend racconta l’adolescenza di Finney Bleak: della sua vita in famiglia (una tradizione di morti grottesche, genitori bislacchi, tre sorelle gemelle siamesi petulanti, un demone come animale di compagnia), delle sue vicissitudini a scuola (il Liceo Mefisto, dove vige una rigorosa divisione in bande) e, immancabilmente, del suo primo amore, Jenny. Lo scenario, tuttavia, si distacca dal semplice naturalismo: siamo in un mondo dove la morte è semplicemente il passaggio ad un altro stadio di vita, e gli spiriti dei defunti possono interagire senza problemi con i vivi. Così, Finney si trova fra i piedi una folla di parenti, difficile da evitare, che si divertono a metterlo in imbarazzo anche con Jenny (soprattutto con Jenny!). Anche i compagni di scuola sono particolari: non tanto perché si riuniscono in bande in eterna guerra fra loro e compattamente ostili verso i non inquadrati (e Finney è naturalmente uno di loro, oggetto di costanti e capillari angherie), ma i componenti di ciascuna banda sembrano appartenere ad una specifica sottospecie umanoide. Ed infine, c’é Jenny, la “dead girlfriend” del titolo: dolce, sensibile, allegra, innamorata, ma che ha la sfortuna di morire proprio mentre si reca da Finney, per il loro primo appuntamento.

Finney è il centro della vicenda e tentativo dell’autore è quello di raccontarci la storia dal suo punto di vista, attraverso i suoi occhi, i suoi pensieri e sentimenti. Resta poco spazio (almeno in questo primo volume) per gli altri personaggi, che, con la parziale eccezione di Jenny, restano delle maschere. Con tutto questo, il demone Mookey (“man’s best fiend”) è talmente amabile (verrebbe da dire “talmente kawaii” [1]), da lasciare un segno nel più duro dei cuori.
Con questi ingredienti, Wight costruisce un racconto dai tanti sapori, elegantemente fusi fra loro, che cattura ed avvince, in grado di soddisfare un’ampia tipologia di lettori, proponendosi come punto di comunicazione ideale fra manga e fumetto statunitense underground. Wight si muove infatti in un territorio tipico della letteratura a fumetti nipponica, da cui mutua non solo lo stile grafico (soprattutto il peso relativo di viso e corpo nella resa dei personaggi) e molte caratteristiche dell’ambientazione (commedia scolastica, compresenza di vivi e spiriti dei defunti) ma, soprattutto, l’approccio alla narrazione dell’adolescenza, che fa uso esteso di metafore, per tentare di rendere la visione del mondo del protagonista [2]. Metafore si possono infatti considerare le rappresentazioni degli alunni del liceo Mefisto come sottospecie umane, per rendere il concetto di conformismo e della alienità fra loro e Finney; la presenza degli spiriti dei defunti, cioé l’incombenza della tradizione e dei vincoli familiari; ed anche la morte di Jenny, che è un modo di rappresentare la discontinuità che l’amore provoca nelle vite felici, con la sua richiesta di vedere il mondo e la propria collocazione in esso da un punto di vista irriducibile a quello precedente alla sua comparsa, sostanzialmente egocentrico ed autoreferenziale [3].
In conclusione, My Dead Girlfriend è un’opera da non lasciarsi sfuggire, fra le più interessanti del 2007, appassionante e suggestiva; è un peccato che il suo prezzo rischi di tenere lontani molti adolescenti, a nostro parere destinatari principali del lavoro di Wight, che immaginiamo cronicamente alle prese con problemi di bilancio. Tutto in un'immagine!

Note
[1] L’aggettivo giapponese kawaii significa letteralmente “carino”. Per una spiegazione estesa delle sue sfaccettature: it.wikipedia.org/wiki/Kawaii.
[2] La relazione con i manga è basata sull’insieme di stile grafico e narrativo scelto da Wight. Naturalmente il discorso è più complesso ed esula dal merito di questa recensione: il minimalismo anatomico è anche uno stilema di molta produzione non mainstream (si pensi a Seth, tanto per fare un nome); così, le metafore sono il palese fondamento narrativo di tanta narrativa (letteraria, fumettistica, cinematografica) di genere horror e fantastico.
[3] In effetti, tenuto conto che la metafora è il fondamento della narrazione e della sua fruizione, questa considerazione apre la porta su un mondo: intere biblioteche si occupano di questo tema, con approcci che vanno da quello critico letterario a quello epistemologico, passando naturalmente per quello psicologico. Da questo punto di vista, citiamo i classici “La Morfologia della Fiaba”, di Propp e “Il Mondo Incantato” di Bruno Bettelheim, a cui affiancamo lo stimolante “Il Drago come Realtà” di Silvana de Mari.

Riferimenti
TokioPop: la pagina di My Dead girlfriend: www.tokyopop.com/product/1802
Edizioni BD: www.edizionibd.it

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