Darth Vader è uno dei villain più amati della storia del cinema e non ha bisogno di presentazioni, ma è rimasto ancora qualche mistero da svelare, qualche particolare da approfondire.
Charles Soule raccoglie il testimone di Kieron Gillen e sceneggia le nuove avventure a fumetti del Signore dei Sith, collocandole cronologicamente subito dopo la conclusione della pellicola La vendetta dei Sith (Episodio III), dopo che il collega ha esplorato le conseguenze della battaglia di Yavin, resa celebre da Una nuova speranza (Episodio IV).
Si tratta, dunque, di un balzo a ritroso, utile per spiegare in che modo il redivivo Anakin Skywalker, dopo il cruento scontro con Obi-Wan Kenobi e il salvataggio a opera di Darth Sidious, sia passato a tutti gli effetti al Lato Oscuro e si sia procurato la spada laser rossa che siamo abituati a vedergli impugnare.
Il vero punto di forza dei primi sei capitoli della serie Marvel Comics, pubblicati in questo brossurato da Panini Comics, consiste nell’abilità di Soule di ampliare e arricchire, senza presunzione e voli pindarici, la mitologia di Star Wars con nuovi dettagli e curiosità che fanno la gioia degli appassionati. Egli incrementa il numero di informazioni che riguardano la principale arma dei guerrieri, precisando che il colore cremisi della lama dipende dallo stato d’animo di chi la impugna; introduce il Voto di Barash e crea un personaggio legato a questo giuramento.
Kirak Infil’a è un maestro Jedi che, per rimediare alle sue trasgressioni, ha deciso di non partecipare alla vita attiva dell’Ordine, ritirandosi sulla cima di una montagna, in sintonia con la Forza. È una figura chiave nella vicenda, perché rappresenta il perfetto banco di prova per un Darth Vader ancora in fase di rodaggio. È carismatico, ha una filosofia di vita precisa e un aspetto fisico semplice, dal quale si intuiscono subito le sue caratteristiche. L’unica tra queste a sorprendere, soprattutto se paragonata agli studiati silenzi del protagonista, è una loquacità che non ci si aspetta da un uomo che ha trascorso tanti anni con la sola compagnia di un droide.
L’abilità nel combattimento di Kirak consente al disegnatore Giuseppe Camuncoli di mettere in scena coreografie spettacolari, culminanti in splash-page che evidenziano la fisicità dello Jedi ma penalizzano Anakin, in questa storia poco imponente e minaccioso. Poiché siamo davanti alla prima missione del “prescelto” con addosso la nuova armatura, potrebbe trattarsi di una scelta strategica, tuttavia essa stona con la sua straordinaria potenza e con la sua facilità nell’uso della Forza, oltre che con la maestosità sempre mostrata nei film. Al contrario, il tratto robusto e spigoloso dell’italiano mette in ulteriore risalto la degenerazione dell’animo dell’ex Cancelliere Palapatine: il suo volto sfigurato è lo specchio della corruzione morale provocata dalla smodata sete di potere.
Intorno ai contendenti possiamo osservare ambientazioni ben curate: non risultano interessanti solo per il loro esotismo, ma anche per la rilevanza che assumono dal momento che diventano parte integrante della sfida affrontata dal Signore Oscuro. In alcune vignette suggestive, attraverso il filtro dei suoi visori, possiamo osservare il paesaggio cambiare tonalità, in altre siamo chiamati a concentrarci sui dettagli dall’uso che Camuncoli fa della griglia. In tal senso, oltre a una doppia pagina suddivisa in dodici riquadri, si segnala la scelta di inquadrare da distanza molto ravvicinata singoli movimenti e specifici oggetti.
Se il nero e il grigio, rafforzati dalle chine di Cam Smith, contraddistinguono rispettivamente Vader e il maestro anacoreta, la colorazione di David Curiel si accende negli spazi aperti, dando vitalità agli elementi naturali, come l’acqua e la peculiare pietra giallo-arancio della luna fiume di Al’doleem.
Completa il sommario un breve racconto umoristico, divertente nel suo mantenersi senza pretese, scritto e disegnato da Chris Eliopoulos. Il suo segno arrotondato prende corpo grazie alle tinte di Jordie Bellaire, mostrandoci sempre il Sith, in questo caso mentre elimina i sottoposti, rei di averlo deluso, con un ferreo senso della disciplina e un pizzico di autoironia.
In conclusione, Darth Vader: Macchina imperiale è un fumetto capace di trasmettere lo zelo con il quale Soule ha svolto il proprio lavoro: pur senza acuti, ma soprattutto senza sbavature, lo sceneggiatore ha saputo rispettare i punti fermi della saga di Star Wars e allo stesso tempo aggiungere dei tasselli affascinanti, alleggerendo e caricando i toni nei momenti giusti. Nel primo caso sono stati decisivi alcuni scambi di battute brillanti tra due assaltatori desiderosi di fare carriera nell’Impero, nel secondo un colpo di scena imprevisto e di forte impatto per gli appassionati.
Il limite principale, però, consiste nel fatto che un lettore occasionale difficilmente rimarrà impressionato da certe strizzatine d’occhio, mentre la mancanza di un respiro più ampio può deludere chi si aspetta grandi accadimenti. Per questi bisogna, sempre e comunque, guardare i film, vecchi e nuovi.
Abbiamo parlato di:
Darth Vader #1 – Macchina imperiale
Charles Soule, Giuseppe Camuncoli, Chris Eliopoulos, Jordie Bellaire
Traduzione di Luigi Mutti
Panini Comics, giugno 2018
144 pagine, brossurato, colori – 13,00 €
ISBN: 9788891239969