di AA VV
RCS quotidiani/Panini Comics, 2006 – 224 pagg. col. bros.
6,99euro + il prezzo del quotidiano
Thor è sempre stato un personaggio singolare: già la sua particolare natura lo rende profondamente diverso dalle decine di supereroi che popolano l’Universo Marvel. Stan Lee pero’ è riuscito a ricontestualizzarlo a partire dagli anni ’60 in poi, ed il risultato è stato stupefacente. Il lancio della seconda serie del Tonante fu affidato ad un team d’eccezione: Dan Jurgens, lo scrittore che uccise Superman, e John Romita Jr., figlio di cotanto padre: una nuova linea era tracciata, anche se per poco: all’abbandono dei due, le storie tornarono ad essere quasi tutte monotone e prive di verve. Su Thor era stato già provato di tutto. Cosa fare allora per dare nuova luce a questo personaggio? La risposta è Garth Ennis che, insieme a Glenn Fabry è l’autore della prima miniserie di questo volume, Vikings. Ennis, l’irlandese dal sangue caldo che ha fatto del Punisher una delle più divertenti prima, e shockante poi serie Marvel del momento. Di lui si possono dire tante cose, ma una sola è certa: sa scrivere dannatamente bene. In questo ciclo ritroviamo tutti i suoi topoi: l’ultraviolenza, le atmosfere grottesche, ma soprattutto l’opera dissacrante verso icone fumettistiche che poche volte erano state trattate in questo modo. Un Thor impotente, con le ossa rotte, incapace persino di inveire contro il proprio nemico; un Dottor Strange dalla lingua velenosa interessato solo superficialmente alle disgrazie che lo circondano. Se aggiungete a tutto questo il tratto sporco e graffiante di Fabry avrete idea di cosa andrete a leggere. Il secondo story-arc del volume è Loki, mini di 4 dedicata al fratellastro del biondo figlio di Odino. Robert Rodi ci narra una storia molto più intima, incentrata su un personaggio che cerca di sfuggire al proprio destino, segnato sin dalla nascita: la redenzione appare l’unica via possibile, via che si rivelerà molto difficile da intraprendere. I dipinti di Esad Ribic (in Italia lo abbiamo visto solo su questo tomo e in alcune copertine di Wolverine ed House of M) sono molto delicati, utilizzando colori poco intensi che donano al tutto una gradevole atmosfere surreale, quasi da fiaba noir. Tirando le fila del discorso, il presente si rivela essere un ottimo prodotto, considerato anche il rapporto qualità/prezzo. Se dobbiamo dare un consiglio ai curatori di questa iniziativa, è quello di inserire in ciascun volume le copertine originali degli albi presentati: così facendo avremmo dei trade-paperback perfetti. (Luca Massari)
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(aggiornato il 11/12/2023)