Dall’architettura al fumetto: intervista a Enrico Pinto

Dall’architettura al fumetto: intervista a Enrico Pinto

Al Comicon 2024 abbiamo incontrato Enrico Pinto, fumettista emergente autore di "Lo schermo bianco".

Ospite di Comicon 2024 con la candidatura come miglior opera prima per Lo schermo bianco, Enrico Pinto si racconta tra passato e presente, svelando il percorso artistico che l’ha portato ad esordire lo scorso anno con il suo primo graphic novel, edito da Coconino Press.

Ciao Enrico, benvenuto su Lo Spazio Bianco. Rispetto a molti altri fumettisti e fumettiste, tu sei uscito allo scoperto “tardi”, dopo molti anni in cui sei stato un architetto. Cosa è successo?
Non è stata una cosa immediata, anzi è stato molto lungo e a tratti doloroso e difficile. E comunque, è una transizione che è ancora in corso perché non sono un fumettista a tempo pieno (anche se l’obiettivo è cercare di diventarlo). Lavoravo in uno studio di architettura a Parigi e quando c’è stato il covid ho passato un lungo periodo a casa che si è rivelato molto creativo. Avevano anche messo in pausa un progetto su cui stavo lavorando quindi ho potuto dedicarmi al 100% al fumetto. A dirla tutta, disegnavo già in precedenza, però era la prima volta che mi davo una routine “da autore”, con degli orari in cui fare le tavole, sistemare la sceneggiatura ecc… Lì ho capito che volevo davvero fare fumetto e dopo la pandemia (con qualche mese di negoziazione per lasciare lo studio in buoni termini) ho iniziato la carriera di disegnatore.

Intervista a Enrico Pinto, autore de Lo Schermo Bianco (Coconino Press, 2023)E come sei arrivato dalla Francia a pubblicare in Italia?
Direi per il semplice caso: ho iniziato a guardarmi intorno e dopo aver fatto alcuni brevi corsi di fumetto – uno in particolare specifico per la presentazione di un lavoro a una casa editrice – ho visto la chiamata dei progetti di Coconino Press. Era il 2021. Prima di sapere il risultato avevo lasciato già lo studio di Parigi ma avevo ancora vari progetti di architettura in attivo. Dopo qualche mese in cui credevo di non essere stato selezionato, la casa editrice mi ha risposto che pur non capendo fino in fondo cosa volevo dire nel lavoro che avevo consegnato, era interessata al mio progetto e al mio stile. Effettivamente, in quelle 20 pagine non era facile capire l’ambizione del progetto, così mi hanno chiesto di svilupparlo e di inviargli più tavole. Quel secondo tentativo da 60 pagine è piaciuto e ha avuto l’ok per la pubblicazione.

A proposito dei tuoi primi passi: Salvo, il protagonista de Lo schermo bianco, è un architetto come te che fa dei ritratti in metropolitana. Li fai anche tu?
Sì. Anzi, è iniziato tutto proprio da questo hobby che avevo. Quando ero a Barcellona una professoressa me l’aveva consigliato per migliorarmi nel disegno delle persone. Dato che avevo mezz’ora di metro da fare ogni giorno, tra andata e ritorno mi ricavavo un’ora di esercizio nel disegnare i volti. È stato molto utile e da lì è nata l’idea iniziale del fumetto, ovvero “cosa succederebbe se qualcuno mi rubasse questo carnet di schizzi?”.

Intervista a Enrico Pinto, autore de Lo Schermo Bianco (Coconino Press, 2023)Tra l’altro, i ritratti di Salvo sono commentati severamente con un “non si capisce niente”. Qualcuno l’ha mai detto dei tuoi disegni?
Ebbene sì, ho avuto degli episodi di questo tipo, effettivamente. All’inizio, quando facevo questi schizzi in metropolitana, la maggior parte erano bruttissimi. E a volte mi è capitato che qualcuno si accorgesse che gli stavo facendo un ritratto e mi chiedesse di farglielo vedere, e allora faceva una faccia… non molto felice (ride). Però, volendo auto-citarmi, è tutta una questione di esercizio. Ho notato effettivamente un miglioramento nel mio disegno in questi quattro anni di lavorazione.

Prima di diventare fumettista, leggevi fumetti?
Non molto, non sono proprio un appassionato. Un po’ lo sto diventando perché partecipando ai tanti festival incroci persone che ti fanno conoscere tante storie bellissime: già solo nello stand di Coconino ho l’imbarazzo della scelta. Prima leggevo giusto Dylan Dog e da ragazzo invece Topolino, e già lì disegnavo un po’ di vignette sul diario di scuola. Mai avrei pensato di farlo diventare un lavoro. Quando sono andato in Francia ho scoperto il graphic novel, che è un mondo che se non ti viene spiegato non è così facile da trovare: può capitare che entri in una libreria e vai nella sezione dedicata però… il fumetto per me era più associato all’albo seriale. Invece la dimensione più narrativa e autoconclusiva del graphic novel l’ho scoperta effettivamente in Francia con Manu Larcenet. Blast mi ha aperto un mondo! Ho pensato «cavolo, questa cosa vorrei farla anche io!».

Ne Lo schermo bianco hai inserito tanti temi: greenwashing, sfruttamento sul lavoro, terrorismo, populismo e, più in superficie, anche una storia d’amore. C’è un tema che vorresti rimanesse più impresso nel lettore?
È una domanda complessa perché in realtà ogni lettore e lettrice vede sempre un lato in base al proprio contesto o ai propri mezzi, per esempio se ha già letto altri fumetti oppure no. L’ho capito anche dai feedback che ho ricevuto. È difficile rispondere perché sono tante storie, sono tutti miei interessi che sono naturalmente confluiti nel libro. C’è anche tanta architettura, l’argomento che conosco meglio: il libro questiona su come viene fatto questo mestiere, le dinamiche di sfruttamento, la responsabilità nei confronti della città. Ecco forse questa è la chiave di lettura che per me è più importante.

Intervista a Enrico Pinto, autore de Lo Schermo Bianco (Coconino Press, 2023)Onestamente come opera prima sembra molto consapevole sia dal punto di vista narrativo che proprio di costruzione grafica delle tavole…
Grazie! Per me Lo schermo bianco è stato un vero laboratorio di fumetto. La formazione di architetto mi ha sicuramente aiutato molto nella composizione delle tavole: sono già abituato ad avere un certo senso grafico dell’impaginazione e delle varie griglie di una tavola. Tra l’altro, nel fumetto forse si nota che gli ultimi capitoli sono più strutturati dei primi: ad esempio c’è più attenzione nel gioco fra le doppie pagine, o si prende più respiro nel ritmo… insomma, come dicevo prima, è dipeso molto dall’esercizio, pian piano ho preso consapevolezza e dimestichezza con quello che stavo facendo. Una delle cose di cui sono fiero è la caratterizzazione dei personaggi: è davvero fantastico poter dar vita a persone che non esistono ma che sono simili ai tuoi amici, magari sono due di loro messi insieme oppure sono una copia del tuo ex capo che diventa un antagonista, ma anche una spalla comica. Questa è stata la cosa sulla quale mi è piaciuto di più lavorare, che mi ha dato più soddisfazioni.

Adesso a quali progetti stai lavorando?
Prima di tutto sto cercando di tradurre Lo schermo bianco per pubblicarlo anche in Francia (ancora però non c’è niente di concreto). Oltre questo mi sto concentrando su commissioni più piccole: lavori editoriali per i giornali ad esempio, puntando molto più sull’illustrazione che sul graphic novel. Ho già un paio di idee per delle storie lunghe, ma per ora le tengo nel cassetto, perché ci vuole davvero tanto tempo per realizzare un fumetto – infatti il prossimo lo farò sicuramente più breve!

Grazie Enrico per il tuo tempo e buona fortuna per la tua nuova carriera di fumettista.
Grazie a voi.

Intervista realizzata dal vivo a Napoli Comicon 2024.

Enrico Pinto

Enrico Pinto è un’illustratore, fumettista e architetto italiano che dopo aver girato l’Europa si è stabilito a Parigi lavorando in uno studio di architettura.
Nel 2018 fa il suo esordio come illustratore per un articolo di Studio Magazine, ma è solo dopo la pandemia, tra il 2020 e il 2022, che inizia a coltivare seriamente il lavoro di disegnatore pubblicando piccole storie per diversi giornali (tra cui Il Foglio Arte e Domani Editoriale).
Nel 2023 pubblica il suo primo graphic novel Lo schermo bianco, edito da Coconino Press, che riscuote un notevole successo di critica e pubblico, arrivando anche alla candidatura come miglior opera prima all’edizione 2024 del Napoli Comicon.

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