Dall’America all’Europa: la lunga scia di morte del risoluto Killer francese

Dall’America all’Europa: la lunga scia di morte del risoluto Killer francese

Arriva in Italia la serie di Matz e Jacamon che ha ispirato il film originale Netflix diretto da David Fincher con Michael Fassbender.

Int The Killer Pagina 000Il genere action incentrato su figure quali sicari, assassini e in generale soggetti che vivono per uccidere il prossimo è ricco di declinazioni e sfumature che partendo da un archetipo comune, ne articolano le caratteristiche per rendere il protagonista unico e ben definito, capace di distinguersi dalla generica definizione di “assassino prezzolato” per ergersi quasi a figura controcorrente e divisiva. Il tema della caratterizzazione del protagonista, soprattutto in questo ambito, è fondamentale per la riuscita dell’opera, poiché il lettore deve essere in grado di simpatizzare con un personaggio che fondamentalmente compie azioni efferate e, nonostante ciò, nella maggior parte dei casi mantiene un velo di umanità che ricopre l’agire disumano e violento. Questo ha permesso, solo nel medium fumetto, di dar vita alle storie più disparate, con figure quali il Punitore, che agisce secondo un distorto senso di giustizia in un contesto estremamente maturo, e personaggi come Torpedo che, pur muovendosi in un contesto altrettanto violento, vira invece su una impostazione molto più comica e leggera, incarnando perfettamente la versatilità del genere.

In questo interessante e variopinto scenario narrativo si inserisce The killer, serie scritta da Matz e disegnata da Luc Jacamon, pubblicata in Italia da Mondadori nella collana Oscar Ink. La serie è recentemente balzata agli occhi del grande pubblico grazie anche all’adattamento cinematografico realizzato a novembre da David Fincher, con Michael Fassbender a ricoprire il ruolo dell’innominato protagonista.

Int The Killer Pagina 038Nella serie a fumetti il Killer, tra un omicidio e l’altro, viene inizialmente caratterizzato dallo sceneggiatore in modo eccessivamente sui generis, con una serie di sproloqui filosofeggianti attraverso cui fa intuire come il sicario sia (erroneamente) convinto di aver capito il funzionamento del mondo e della moralità, e in virtù di questa conoscenza abbia trovato una sorta di exploit che gli permetta di astrarsi e di ritenersi superiore al resto dell’umanità, come se fosse scevro da un’ipocrisia permeante tutto ciò che incontra. Il personaggio ci viene quindi presentato soprattutto nella prima storia con una certa altezzosità, un protagonista austero, di poche parole (ma di molti pensieri) che agisce in modo infallibile e quasi impercettibile ai più. L’evento che dà il via alla trama sta proprio nel venir meno del suo “rigore professionale” nel momento in cui compie un’esecuzione non proprio pulita che mette un agente dell’FBI sulle sue tracce.

Da qui si innescano una serie di eventi che costringono il protagonista a relazionarsi col mondo esterno, visto finora come un contenitore vuoto in cui l’innominato killer scivola via tra un caso e l’altro, per scoprire persone e relazioni facilmente dimenticate nel momento in cui aveva intrapreso questa vita. Questo aspetto è, ai fini narrativi, abbastanza rilevante, perché il personaggio viene inizialmente presentato come un sociopatico che rinuncia alla sua vita sociale e alla sua umanità alla stregua di un qualsiasi passante che rifiuta un volantino pubblicitario, con un primo impatto che genera un marcato distacco tra lui e il lettore, che segue la vicenda e il filo di pensieri del sicario senza avere un reale trasporto, complice la sceneggiatura volutamente asciutta, estremamente riflessiva e con un impatto emotivo quasi inesistente.
Nel momento però in cui l’assassino riacquista la sua umanità, tramite un errore a cui segue un tracollo psicologico, ecco che la storia risulta più coinvolgente perché viene meno quella struttura “solista” in cui il killer è solo contro un nemico ignoto, indefinito e che viene appena abbozzato, per far spazio a un luogo presso cui il protagonista si rifugia, in cui intrattiene una relazione con una donna e in cui finalmente si apre al lettore.

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Le cinque storie che compongono questo primo volume si addentrano via via nella psiche e nella socialità del killer, che pur restando perennemente innominato è ora accompagnato da più comprimari stabili che permettono l’instaurarsi di nuove dinamiche, come quella mentore-discepolo che contribuisce a dare una sferzata più leggera quando la storia diventa eccessivamente seria.
La sceneggiatura di Matz guida il lettore non solo alla scoperta del mondo, fatto di località esotiche e metropoli affollate come Parigi, ma soprattutto alla scoperta del protagonista, riuscendo nel non facile lavoro di tratteggiare un personaggio accattivante che mantiene nascosti molti aspetti della sua vita, con dialoghi essenziali e ironici e lunghi monologhi interiori in cui il killer si sfoga di fatto col lettore con la sua filosofia di vita e i suoi pensieri.

Int The Killer Pagina 183Accanto alla sceneggiatura di Matz, che decolla effettivamente dalla seconda storia, troviamo gli ottimi disegni di Luc Jacamon, che invece splende sin dal primo capitolo. L’artista presenta delle tavole di grande pregio, con una griglia asimmetrica che si svincola dai canoni classici della bande dessinée, offrendo un dinamismo più vicino al fumetto americano che a quello europeo. Particolarità ulteriore, che dimostra una costruzione della griglia ricercata, si ha nelle scene d’azione, scomposte in una moltitudine di vignette in cui l’artista si sofferma sui singoli dettagli, contrapposta a sparute splash page singole che presentano alternativamente momenti di quiete assoluta, utili a spezzare e rallentare il ritmo narrativo, e momenti di psicosi estrema in cui la gabbia esplode letteralmente come se fosse stata distrutta per poi essere ricomposta, con un suggestivo effetto di straniamento che ben veicola i momenti rappresentati.
Jacamon mostra inoltre di saper spaziare tra più stili e di riuscire a mantenere una propria originalità pur richiamando altri artisti che quasi sembrano sostituirsi in certe tavole, presentando ad esempio scene con connotati più erotici con uno stile che richiama senza possibilità di equivoco quello di Manara.
Anche i colori contribuiscono alla resa ottima delle tavole, opera sempre di Jacamon che si avvale di una palette cromatica fredda per i flashback contrapposta a una resa calda e vivace del resto della storia, con momenti in cui viene prediletto l’utilizzo di un singolo colore per pagina su cui si impernia la scena, con tavole interamente rosse cariche di rabbia e altre pregne di un azzurro glaciale capace di rispecchiare la freddezza del killer nella scena.

Questo primo volume offre al lettore giusto gli elementi necessari per muovere i primi passi nel mondo di The Killer, con un ciclo completo di storie in cui il personaggio viene mostrato nelle sue fragilità e nella scoperta di un mondo da cui si era volontariamente allontanato. La lettura, al netto delle iniziali pretese filosofeggianti dello sceneggiatore, restituisce un ottimo fumetto action calato in un contesto urbano variegato e sempre visivamente interessante, capace di offrire dell’ottimo intrattenimento senza risultare pesante nella lettura. La scelta dei temi, a cui si accompagna una rappresentazione artistica di una certa maturità, rende sicuramente il volume fruibile e apprezzabile maggiormente da un pubblico adulto.

Particolare la scelta dell’editore di definire il volume come “integrale”, in un contesto in cui in realtà si copre circa un terzo della serie. Una scelta che potrebbe essere fuorviante per i lettori, soprattutto coloro non attirati dalla concomitanza dell’uscita con il film originale Netflix, e che quindi si trovano un ciclo completo di storie, ma non la totalità di queste ultime.

Abbiamo parlato di:
The killer – L’integrale
Matz, Luc Jacamon
Traduzione di Giovanni Zucca
Mondadori Oscar Ink, 2023
304 pagine, cartonato, colori – 30,00 €
ISBN: 9788804769897

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