Crudeltà: il realismo magico e tagliente di Koren Shadmi

Crudeltà: il realismo magico e tagliente di Koren Shadmi

NPE presenta un’antologia di brevi racconti che poggia su un equilibrio surreale precario e ci obbliga a mettere in discussione la nostra idea di normalità.

Crudeltà coperinaCrudeltà è il titolo della raccolta di storie brevi degli esordi di Koren Shadmi, riproposte da Nicola Pesce Editore in un’unica, corposa edizione. Alcune di queste erano già apparse in passato nei volumi In carne e ossa (Double Shot, 2008) e Cuori distratti (Double Shot, 2011). Il titolo di questa nuova edizione è già di per sé emblematico, per un’antologia di ventiquattro racconti, che si divide in quattro parti: Anatomia del desiderioCrudeltàCuori distratti e Diario di Pechino

Crudeltà propone brevissime trame, ognuna delle quali è autoconclusiva – anche se spesso si ha l’impressione che una fine vera e propria non ci possa essere. 
Sembra impossibile di primo acchito trovare un elemento comune a tutti i racconti, perché le brevi storie si dispiegano in molte direzioni. I personaggi, le situazioni e le ambientazioni sono delle più disparate: dalla relazione amorosa costruita appositamente per compiacere uno dei due partner, al rapporto con se stessi che si rivela malsano. Le tematiche che propone questa antologia non sono lontane da quelle che ognuno di noi si è trovato a vivere almeno una volta: al centro delle storie di Shadmi c’è infatti la relazione, con il prossimo, con se stessi, con qualcuno o qualcosa che rischia di rivelarsi una dipendenza o un elemento estremamente nocivo per la vita di chi ne è coinvolto.

Tuttavia, è indubbiamente il realismo magico di cui queste storie sono impregnate a conferire all’antologia un linguaggio diverso, capace di colpire duramente chi lo legge e cerca di decifrarlo. Si tratta di un elemento tipico della scrittura di Shadmi, volto a creare scompiglio in chi vi si imbatte ma che, in questo caso, non si limita solo all’utilizzo di certi espedienti (narrativi e grafici) che fanno spalancare gli occhi, almeno in un primo momento.
Il realismo magico di questi racconti sembra catapultarci in un mondo nuovo, distante da quella normalità a cui siamo abituati, per farci scivolare prepotentemente in una “nuova normalità”. Qui, tutto quello che in un primo momento può sembrare straniante, inverosimile, ai limiti dell’usuale concezione delle cose, si rivela invece essere parte di uno schema, di una dimensione in cui le prospettive si ribaltano, il linguaggio viene preso alla lettera e ciò che è solitamente accettabile, ora non lo è più. Al contrario, ciò che di solito potrebbe apparire come un abominio, qualcosa di impensabile perché impossibile, nella nuova realtà costruita ad hoc da Shadmi diventa possibile, ma mai prevedibile o banale: semplicemente accade, riuscendo a far entrare il lettore in un nuovo ordine di idee che lo rende ammissibile.

Immagine 3Con questi racconti viene messo in discussione e poi rielaborato, senza compromessi o vie di mezzo, il concetto di “normalità”: pur restando consapevoli che quello che accade è frutto della fantasia di chi lo ha creato, veniamo travolti dalle emozioni che si irradiano da queste tavole, che ci colpiscono senza alcun preavviso, permettendoci di riconoscerne la realtà e la concretezza. 
Situazioni e narrazioni atipiche, irreali, vengono utilizzate per amplificare le sensazioni, spesso negative, che questi racconti veicolano: la componente suggestiva diventa fondamentale all’interno di queste narrazioni nelle quali il dolore, la sofferenza, la disperazione e, appunto, la crudeltà diventano il filo conduttore che lega tutte le storie. Alla fine di ogni racconto, ciò che rimane è solo una morsa impietosa alla bocca dello stomaco, una forte sensazione disturbante che, sommandosi a quella di tutti gli altri racconti, ci dimostra quanto le emozioni, più di qualsiasi altra cosa, siano vere e in grado di rimanerci incollate addosso e farci interrogare sul mondo che ci circonda.

Immagine 21L’antologia si conclude però con Dario di Pechino, in cui è Koren Shadmi a prendere il relais raccontandoci il suo viaggio nella terra del Sol Levante, dove è stato invitato a un importante festival del fumetto: è come se l’autore volesse condurci fuori da quel mondo al quale, seppur un po’ faticosamente, ci eravamo abituati, per riportarci alla realtà a noi più familiare, quasi come riemergendo da un sogno del quale però conserviamo ricordi offuscati, confusi, ma in qualche modo – e forse anche per questo – dolorosi

A veicolare questo tipo di sensazione è anche la componente artistica, che rivela tutta la maestria dell’illustratore israeliano-americano: un disegno pulito, chiaro, interamente in bianco e nero che si gioca principalmente sul contrasto tra chiaro e scuro, luce e ombra, con un uso consapevole delle sfumature, attraverso cui la durezza delle situazioni rappresentate spesso è compenetrata dalla morbidezza e dalla leggerezza del segno. Degna di nota è l’abilità di Shadmi nel rappresentare le espressioni del volto dei personaggi, dai quali trasudano non solo le emozioni, ma anche le situazioni nelle quali sono immersi, il loro modo di percepirle e di reagirvi.
Ogni personaggio, inoltre, per quanto brevi e veloci possano essere le sue apparizioni, è riccamente caratterizzato, con elementi legati sia alla sua anatomia, sia al suo vestiario e al suo ambiente di riferimento che, in pochi tratti essenziali, permettono di entrare in sintonia con quel mondo. Colpisce e affascina la densa varietà che costella le tavole di questa raccolta in cui, pur mantenendo quello stile pulito perfettamente riconoscibile, ogni storia si distingue dalle altre anche e soprattutto per i personaggi che la interpretano.

In merito alla composizione delle tavole, viene scelto nella maggior parte dei casi uno schema volto a garantire l’equilibrio della pagina, contribuendo a mantenere quell’ordine e quella chiarezza che trasmettono, ancora una volta, l’impressione di una presunta e confortante normalità.

È difficile non apprezzare questa raccolta di racconti dal punto di vista artistico, ma ancora più difficile è non lasciarsi sommergere dalle domande, dalle angosce, che sono tutto ciò che rimane, una volta chiusa questa antologia.

Abbiamo parlato di:
Crudeltà
Koren Shadmi
Traduzione di Stefano Visinoni, Gloria Grieco
NPE, 2020
424 pagine, cartonato, bianco e nero – 25,00 €
ISBN: 9788894818284

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